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25 aprile 2003, festa della Liberazione
- Subject: 25 aprile 2003, festa della Liberazione
- From: "Umberto Ausiello" <umberpo at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Thu, 24 Apr 2003 21:11:46 +0100
Comunicato stampa 25 aprile Il Nodo di Bologna della Rete di Lilliput partecipa, con tutte le altre realtà del "Tavolo contro la guerra", alla festa del 25 aprile. Non è fuori luogo tornare a chiedersi: chi e cosa vogliamo che sia ricordato? Non erano eroi. Non erano superuomini. Tanto meno erano dei "Rambo". In prevalenza ragazzi, e ragazze, e tanti i minorenni fra loro (chi aveva passato i venti, si sentiva dare del "vecchio"). Senza fare calcoli, senza tanti discorsi, uno per uno, essi scelsero: disertarono i bandi di Salò. Si fecero clandestini. Combatterono contro fascisti e nazisti, per la liberazione e la pace. Furono partigiani. Questo, di loro noi ricordiamo. Alcuni politici non lo sopportano. Ma non provare gratitudine e commozione al pensiero di quei giovani, è solo un problema loro. "E' una festa di parte", dicono. Be', era una "parte" che comprendeva badogliani e liberali, azionisti e democristiani, comunisti e socialisti, e non poche bande autonome, apartitiche, come la "Stella Rossa" di Monte Sole... Cosa poté mai unirli? Forse, il fatto che l'unica vera "parte" dei resistenti era quella della dignità e della libertà dell'Italia. Va detto: non perché sono morti, ricordiamo, ma per come scelsero di vivere e di morire. Fu con loro che iniziò il riscatto dalla colpevole vergogna del portare guerra a popoli, vicini o lontani, che mai ci avevano minacciato: in Francia ed in Grecia, in Nord Africa e in Russia. Il nome di Italia tornò ad essere familiare ed amico agli stessi italiani e all'Europa, e questo, non grazie a qualche potenza straniera (che poteva sconfiggere i tedeschi, e lo fece, ma non poteva ridare all'Italia la dignità che aveva perduta), bensì grazie al sacrificio di chi resistette. Alcuni politici dicono che tutti i morti andrebbero ricordati e onorati ugualmente, di una parte e dell'altra. Ma ricordando tanti morti, noi tutti ricordiamo persone ben vive, scelte, luoghi ed eventi. Il 25 aprile non è principalmente una festa dei morti. La festa dei morti già esiste, e del resto sta scritto che c'è un tempo e un luogo per ogni cosa. E il 25 aprile è la festa della Liberazione italiana dall'oppressione fascista e nazista. Noi oggi ricordiamo tutti i partigiani, la loro lotta e il loro sacrificio, e tutti coloro, uomini e donne, che in mille modi li protessero, li aiutarono, li sostennero, rischiando ogni giorno la vita. E' questo che oggi noi ricordiamo. 24 Aprile 2003. Rete di Lilliput, nodo di Bologna
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