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La nonviolenza e' in cammino. 573
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 573
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 21 Apr 2003 03:15:40 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 573 del 21 aprile 2003 Sommario di questo numero: 1. Giancarla Codrignani: memoria 2. Virginia Woolf: ovunque 3. Una rassegna bibliografica di alcuni lavori di Umberto Santino 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento 5. Per saperne di piu' 1. MAESTRE. GIANCARLA CODRIGNANI: MEMORIA [Da Giancarla Codrignani, Riflessioni sulla Shoa': il giorno della memoria non sia solo una data, in "Gli argomenti umani", n. 1-2, anno IV, gennaio-febbraio 2003, p. 33. Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it), presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994] Facciamo memoria 365 giorni all'anno, per piacere. 2. MAESTRE. VIRGINIA WOOLF: OVUNQUE [Da Virginia Woolf, Orlando, Mondadori, Milano 1982, 1993, p. 309. Virginia Woolf, scrittrice tra le piu' grandi del Novecento, nacque a Londra nel 1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande rilievo, oltre alle sue opere letterarie scrisse saggi di cui alcuni fondamentali per una cultura della pace. Mori' suicida nel 1941. E' uno dei punti di riferimento della riflessione dei movimenti delle donne, di liberazione, per la pace. Opere di Virginia Woolf: le sue opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i romanzi (in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un atto e l'altro) e' stata qualche anno fa pubblicata in una collana ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma. Tra i saggi due sono particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per se', Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987. Numerosissime sono le opere su Virginia Woolf: segnaliamo almeno Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974; Mirella Mancioli Billi, Virginia Woolf, La Nuova Italia, Firenze 1975; Paola Zaccaria, Virginia Woolf, Dedalo, Bari 1980. segnaliamo anche almeno le pagine di Erich Auerbach, "Il calzerotto marrone", in Mimesis, Einaudi, Torino 1977] Ma ovunque c'erano dei sacchetti di lavanda contro le tarme, e cartelli stampati: "Si prega di non toccare". 3. MATERIALI. UNA RASSEGNA BIBLIOGRAFICA DI ALCUNI LAVORI DI UMBERTO SANTINO (PARTE PRIMA) Una premessa del curatore La seguente rassegna bibliografica e' stata redatta nel 1998. Non abbiamo modificato le schede scritte allora. Curandone nel 2000 una seconda edizione aggiungemmo una scheda sull'ultimo libro pubblicato allora da Umberto Santino, la sua ottima Storia del movimento antimafia apparsa presso gli Editori Riuniti. Riproponendo oggi queste pagine il nostro intento non muta: segnalare a quanti vogliono impegnarsi contro i poteri criminali la strumentazione teorica e pratica che l'opera di Umberto Santino mette a disposizione, invitarli a leggere e discutere i libri che questa bibliografia elenca. Scrivevamo nel '98: "Questa pubblicazione e' semplicemente una proposta di avvicinamento ad una delle opere di ricerca e di riflessione piu' impegnate e rilevanti che il movimento antimafia abbia prodotto ed abbia a disposizione... Questa rassegna consiste di una mera, seppur articolata, presentazione di alcuni lavori di Umberto Santino, nella forma della scheda informativa, ed - in qualche caso - della recensione breve. L'ordine in cui sono presentati i testi esaminati e' all'incirca quello cronologico con riferimento alla data di pubblicazione dei volumi e degli opuscoli considerati, ma si tenga conto che sovente essi consistono dei risultati di ricerche svolte lungo piu' anni, e che talvolta si tratta di relazioni e materiali gia' presentati e pubblicati prima altrove, e che ad esempio nel caso del primo libro che indichiamo, La borghesia mafiosa, si tratta di un volume del '94 che raccoglie interventi svolti nel corso di venti anni, pertanto la scheda relativa l'abbiamo collocata ad apertura di questa rassegna". * Una breve notizia su Umberto Santino e il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" Umberto Santino ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni e' uno dei militanti democratici piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E' uno dei massimi studiosi a livello internazionale di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalita'. Una bibliografia essenziale di Santino e' deducibile da questo testo; alcune integrazioni in U. S., Oltre la legalita', p. 77, e nel piu' recente Storia del movimento antimafia, passim. Il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" (via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax 091348997, e-mail: csdgi at tin.it, sito internet: www.centroimpastato.it) e' un istituto di ricerca tra i piu' accreditati in campo internazionale, particolarmente specializzato su mafia e poteri criminali. Operante dal 1977, e' stato successivamente intitolato a Giuseppe Impastato, militante della nuova sinistra assassinato dalla mafia nel 1978. Una sintetica ma esauriente scheda di autopresentazione, di quattro pagine, e' richiedibile presso il Centro Impastato. * 1. La borghesia mafiosa, 1994 Il volume La borghesia mafiosa. Materiali di un percorso d'analisi, e' stato pubblicato come quaderno n. 5 del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" nell'aprile 1994. Come e' scritto nella quarta di copertina "Sono raccolti in questo quaderno articoli, relazioni, interventi e altri materiali che abbracciano un periodo che va dal 1972 al 1992. Il filo conduttore dei testi e' dato dallo sviluppo dell'ipotesi analitica della mafia non solo come organizzazione criminale ma come componente di un blocco sociale, egemonizzato dai soggetti piu' ricchi e potenti, definiti "borghesia mafiosa". Tale analisi, muovendo da una critica delle idee correnti e degli interventi suggeriti dall'ottica dell'emergenza, mira a cogliere la complessita' del fenomeno mafioso e le sue interazioni con la societa' e le istituzioni ed offre indicazioni operative per un'azione di rinnovamento seria e conseguente". L'introduzione, datata febbraio 1994, e sottotitolata Promemoria per i lettori (e per l'autore), costituisce una sorta di bilancio di vent'anni e di proposta per il presente (cfr. particolarmente gli ultimi due capoversi alle pp. 12-13). Tra i testi raccolti nel volume a noi sembrano di straordinaria importanza due saggi gia' pubblicati sulla rivista palermitana "Segno" nel 1982 e nel 1986: La conquista di Bisanzio, e La mafia finanziaria, che metterebbe conto di riassumere piu' estesamente di quanto qui ci sia possibile fare. La conquista di Bisanzio. Borghesia mafiosa e Stato dopo il delitto Dalla Chiesa, qui alle pp. 118-147, ed apparsa originariamente in "Segno", n. 34-35, luglio-ottobre 1982, ha un incipit doloroso e bruciante: "C'era bisogno dell'assassinio di Dalla Chiesa perche' in Italia ci si accorgesse di alcune cose: che la mafia non e' un piccolo fenomeno locale ma una questione nazionale, che la Democrazia cristiana ha i mafiosi in casa, che contro la mafia non si e' fatto finora nulla e che bisogna cominciare a fare qualcosa". Santino svolge una serrata analisi critica della stereotipata e largamente vulgata "periodizzazione del fenomeno mafioso proposta dalla Relazione conclusiva della Commissione parlamentare d'inchiesta e largamente recepita [che] distingue tre fasi: mafia agraria, mafia urbana, mafia internazionale", ed al termine della sua analisi conclude che "queste considerazioni portano a una prima conclusione: la mafia di adesso e' una questione nazionale nel senso che rispetto a una posizione di sostanziale subalternita' nei confronti delle altre componenti del blocco dominante nazionale (dovuta alla ristrettezza dei suoi orizzonti economici e politici), e' passata a una lotta per l'egemonia, cioe' per l'occupazione di spazi di potere piu' ampi, adeguati al suo nuovo potenziale economico". Il saggio prosegue analizzando il modo di produzione mafioso, il modello di dominio mafioso, la forma-mafia e il problema dei cosiddetti poteri occulti. Il saggio propone anche altri temi ed utili precisazioni su questione meridionale e nuova "occupazione" della Sicilia, sulla questione democristiana, sulle prospettive del movimento antimafia (con una proposta strategica incisiva: "la formazione di una rete di comitati di lotta contro la mafia e per lo sviluppo produttivo, che intreccino la loro azione con i comitati per la pace, puo' essere l'ossatura fondamentale di un movimento di massa che rivitalizzi i partiti e i sindacati ma che sviluppi una sua reale autonomia (...). Solo se si avra' questa dimensione concreta e quotidiana, la lotta contro la mafia potra' svilupparsi"). La mafia finanziaria. Accumulazione illegale e complesso finanziario industriale, qui alle pp. 179-241, ed apparsa originariamente in "Segno", n. 69-70, aprile-maggio 1986, e' uno dei lavori piu' importanti e tempestivi su un tema decisivo che purtroppo non e' stato mai sufficientemente recepito nel dibattito pubblico, e neppure tra gli studiosi. Il saggio si apre cosi': "Questi appunti sono una prima traccia di un'ipotesi di ricerca sugli aspetti finanziari del fenomeno mafioso attuale e delle altre forme di crimine organizzato e sui processi di finanziarizzazione dell'economia contemporanea. Mafia e crimine organizzato vengono considerati come delle grandi macchine di accumulazione del capitale che intrecciano metodi legali e illegali e operano in un contesto mondiale dominato da quello che puo' essere definito il 'complesso finanziario-industriale', un composto egemonico formato dalle imprese multinazionali e da grandi unita' finanziarie, le cui caratteristiche di opacita' permettono l'inserimento del capitale illegale nei circuiti finanziari internazionali". A p. 180 si formula una proposta di definizione, piu' ampiamente articolata alle pp. 181-186 che tratteggiano un'ipotesi di periodizzazione della mafia e l'attuale mercato mondiale mafioso nel contesto della societa' contemporanea indicato nei suoi elementi salienti. Seguono ampi paragrafi che analizzano rispettivamente il "complesso finanziario-industriale" a livello planetario; il sistema Sindona-Calvi-Gelli; la forma holding; le forme e i canali di compenetrazione tra attivita' illecite e lecite; il circuito finanziario del capitale illegale; capitale illegale e innovazione finanziaria; stime sull'accumulazione illegale del capitale; mafia e sistema bancario in Sicilia; legislazione antimafia e accertamenti bancari. Il paragrafo conclusivo, dall'esplicito titolo Prospettive, alle pp. 231-232, segnala esplicitamente che "La lotta contro la 'mafia finanziaria' comporta la necessita' di una strategia complessa, che si sviluppi sul piano giudiziario, economico, sociale, politico, culturale e abbia come protagonisti grandi masse di persone e non singoli personaggi, o settori limitati, piu' o meno isolati. I fenomeni di criminalizzazione dell'economia e del potere si aggraveranno sempre di piu', confermandosi come fenomeni tipici della societa' contemporanea, se non si sapra' agire con decisione su alcuni aspetti essenziali. Tali aspetti, sul piano economico-finanziario, sono: 1) la funzione di servizio svolta dalle organizzazioni criminali, in particolare con il commercio di droga e di armi; 2) l'opacita' del complesso finanziario-industriale che permette l'incontro tra i capitali, senza tener conto della loro natura e provenienza. Ridurre ed eliminare in prospettiva l'accumulazione illegale del capitale e' possibile solo stroncando la funzione di servizio delle organizzazioni criminali, con un'azione complessa che va dalla decriminalizzazione dei consumi di massa, per esempio quello della droga, alla loro riduzione con opportune politiche di educazione e ristrutturazione dei consumi, all'eliminazione di 'bisogni', come quello di armi, indotto dai processi di militarizzazione in atto, con coraggiose politiche di pace. Sul piano propriamente finanziario qualsiasi provvedimento parziale e limitato, che non sia nell'ottica dell'eliminazione dell'opacita' del sistema finanziario-industriale, e' destinato al fallimento". In calce al saggio un'ampia sequenza di riferimenti bibliografici. Sarebbe assai opportuno che questo saggio venisse ripubblicato in opuscolo o come inserto da qualche periodico nazionale a grande diffusione al fine di favorirne la piu' ampia circolazione e discussione. Del volume diamo l'indice completo, indicando anche le date di prima presentazione - nel caso di relazioni a convegni o sinossi di progetti di ricerca - e/o pubblicazione dei testi raccolti: Introduzione (1994); La mafia come potere (1972); Borghesia mafiosa e movimento di classe (1978); Borghesia mafiosa e riorganizzazione del dominio (1979); Istituzioni e mafia (1980-1981); Borghesia mafiosa e capitalismo (1980); Discutendo su mafia e potere (1981-1983); Economia della droga. Traffico di stupefacenti, mafia e organized crime (1982); La conquista di Bisanzio. Borghesia mafiosa e Stato dopo il delitto Dalla Chiesa (1982); Autonomia dal politico? (1982-1983); Per una nuova analisi del fenomeno mafioso: dalla separatezza all'integrazione (1982-1983); Progetto di ricerca "Mafia e societa'" (1984); Per un bilancio della lotta alla mafia (1984-1985); La mafia finanziaria. Accumulazione illegale e complesso finanziario-industriale (1986); Nuovi paradigmi e ricerca empirica in tema di criminalita' organizzata (1989-1993); Aspetti socio-economici dell'impresa mafiosa (1989); Mafia: supermercato degli stereotipi e vuoto di teoria (1990); Droga: economie di sopravvivenza e borghesie criminali (1991); Dopo l'assassinio di Libero Grassi: quale politica contro la mafia? (1991); Il carretto e la piovra. Mafia e immaginario collettivo (1992); Il voto in Sicilia e il delitto Lima (1992); Le stragi di Palermo e la Seconda Repubblica (1992). Senza aggiungere qui una nota bibliografica (rinviando tout court alla bibliografia ragionata sulla mafia stesa da Giovanni La Fiura, Amelia Crisantino, Augusto Cavadi), tra gli autori che ci sembra comunque utile ricordare c'e' ovviamente Mario Mineo, di cui Santino ricorda sovente con stima e affetto la figura e la riflessione, e di cui nel suo lavoro scientifico e nel suo impegno militante ha anche sviluppato alcune dense intuizioni. * 2. L'antimafia difficile, 1989 A cura di Umberto Santino, L'antimafia difficile, Csd quaderni/1, Palermo 1989, raccoglie gli atti della "giornata di bilancio e di riflessione" organizzata dal Centro Impastato e svoltasi a Cinisi l'8 maggio 1988, nel decimo anniversario dell'assassinio di Giuseppe Impastato. "Rispetto all'antimafia corrente, troppo spesso appagata di liturgie sempre piu' stanche e nutrita di stereotipi sempre piu' sbiaditi, gli scritti e i documenti raccolti in questo volume rappresentano il tentativo di dar vita a un'altra antimafia, 'difficile' per le scelte di fondo che ne improntano l'analisi e l'attivita'. Se Giuseppe Impastato ha cominciato la lotta alla mafia a partire dalla sua condizione familiare, portando nella militanza culturale e politica la radicalita' della 'rottura con il padre', con tutti i costi che tale scelta comporta, il Centro a lui intitolato ha cercato, nei suoi dodici anni di attivita', di coniugare il rigore dell'analisi e la chiarezza della denuncia con la concretezza della proposta e una forte tensione unitaria, nella convinzione che una lotta contro il dominio mafioso disgiunta dal progetto e dalla sperimentazione di una nuova socialita' e' destinata al fallimento" (dalla quarta di copertina). Il volume, aperto da una avvertenza e aggiornamento di Umberto Santino e da un intervento di Giovanni Impastato (fratello di Giuseppe Impastato), si articola in una relazione introduttiva di Umberto Santino; in cinque saggi di analisi, di Giorgio Chinnici, Franco Cazzola, Giovanni La Fiura, Graziella Priulla, Amelia Crisantino; in otto interventi che riferiscono di esperienze, di Salvo Vitale, Antonia Cascio, Francesco M. Stabile, Giuseppe Cipolla, Riccardo Orioles, Franco Zecchin, Augusto Cavadi, Nino Rocca; e di una appendice su Dieci anni di iniziative, che contiene undici documenti dal '79 all'89. Si confrontano ed interagiscono ricerche di intellettuali ed esperienze concrete di militanza dal basso, sicche' il volume e' uno degli strumenti migliori per cogliere prassi e dialettiche di un movimento reale che non e' quello da parata e da passerella sui grandi quotidiani e in televisione, ma quello di chi nella solitudine dello studioso fuori dai circuiti consumistici e/o nel vivo dello scontro nei luoghi di lavoro e di vita, reca testimonianza e quotidianamente lotta. Sulla figura di Giuseppe Impastato ovviamente cfr. Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo 1987; e Salvo Vitale, Nel paese dei coralli, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995. Su "donne e mafia", tema di una specifica ricerca del Centro Impastato, cfr. Anna Puglisi, Sole contro la mafia, La Luna, Palermo 1990. Utili anche le ricerche di Renate Siebert (svolte in efficace interazione con il Centro Impastato): Le donne, la mafia, Il Saggiatore, Milano 1994 (II ed. 1997); La mafia, la morte e il ricordo, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Mafia e quotidianita', Il Saggiatore, Milano 1996. A nostro avviso sono di grande interesse diversi scritti giornalistici di Riccardo Orioles, che purtroppo non ci risulta siano mai stati raccolti in volume (l'intervento di Orioles a questo convegno e' stato recentemente ristampato per nostra cura in opuscolo). Tra gli scritti degli intervenuti al convegno segnaliamo anche di Franco Cazzola, Della corruzione, Il Mulino, Bologna 1988; L'Italia del pizzo, Einaudi, Torino 1992; di Graziella Priulla, Mafia e informazione, Liviana, Padova 1987. * 3. La violenza programmata, 1989 Il volume di Giorgio Chinnici e Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989, contiene "i rapporti finali di una ricerca sull'omicidio a Palermo e provincia negli anni 1960-1966 e 1978-1984, con un aggiornamento al triennio 1985-1987 (...) nell'ambito del progetto di ricerca 'Mafia e societa'' (...) La ricerca e' stata svolta dal 1984 al 1988" (p. 11). Il coautore, Giorgio Chinnici, e' professore associato di Statistica giudiziaria all'Universita' di Palermo, ed e' autore di numerosi saggi. Nella quarta di copertina cosi' si riassume il contenuto del libro: "La ricerca pubblicata in questo volume e' un contributo all'analisi scientifica di una forma gravissima di violenza, l'omicidio volontario, e della mafia, considerata non solo come organizzazione criminale ma soprattutto come forma di accumulazione e sistema di potere. Palermo ha fatto registrare nei primi anni '80 il piu' alto tasso di omicidi tra le citta' piu' grandi d'Italia e uno dei piu' alti a livello mondiale e il concentrarsi degli omicidi mafiosi nel suo territorio ha un carattere di unicita': non per caso nel capoluogo siciliano sono stati uccisi un presidente di regione, un segretario regionale del maggior partito d'opposizione, un prestigioso rappresentante delle istituzioni nazionali come il generale Dalla Chiesa, tanti rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura; tali delitti da soli bastano ad indicare la portata del fenomeno e il livello dello scontro. Il taglio e i risultati della ricerca sono profondamente innovativi rispetto agli stereotipi correnti: l'omicidio a Palermo, e in particolare l'omicidio mafioso, piu' che ricalcare moduli subculturali, che informano le ricerche sull'omicidio tanto a livello nazionale che internazionale, e' il frutto di una 'violenza programmata', s'inquadra cioe' in un programma complessivo delle organizzazioni criminose, mirando ad una ridefinizione delle egemonie interne e, all'esterno, abbattendo gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione del piano di arricchimento e di dominio. Attraverso lo studio di piu' di mille omicidi e delle due 'guerre di mafia' piu' sanguinose della storia dell'organizzazione criminale, viene disegnato un vero e proprio quadro storico, puntuale e documentato, dell'evoluzione del fenomeno mafioso negli ultimi trent'anni". Il testo e' arricchito da numerose tabelle statistiche e corpose bibliografie, manca purtroppo un indice dei nomi che sarebbe stato assai utile. L'indice del volume e' molto articolato, ci limitiamo ad indicare, dopo l' introduzione di Santino (Introduzione. Violenza e mafia tra stereotipi e analisi scientifica, subcultura e strategia) la bipartizione principale dell'opera: la prima parte e' di Giorgio Chinnici ed ha per titolo L'omicidio nella provincia di Palermo. Aspetti vittimologici (suddiviso in: 1. Considerazioni generali; 2. L'omicidio a Palermo; 3. L'omicidio a Palermo negli anni 1985-87; 4. Criminalita' e sottocultura della violenza; 5. Appendice statistica; 6. Bibliografia). La seconda parte e' di Umberto Santino ed ha per titolo L'omicidio mafioso. Dinamica della violenza ed evoluzione del fenomeno mafioso dagli anni '60 ad oggi (suddiviso in: 1. Premesse e considerazioni generali; 2. L'omicidio mafioso; 3. La mafia negli anni '60: dalla mafia agraria alla mafia urbano-imprenditoriale; 4. La mafia negli anni '70 e '80: la mafia finanziaria tra conflittualita' interna e gara egemonica; 5. Omicidi mafiosi a Palermo e provincia negli anni 1985-1987; 6. Il progetto, il messaggio e lo spettacolo. Elementi di antropologia della mafia: dalla "subcultura" alla "transcultura"; 7. Appendice statistica; 8. Bibliografia). Il volume unisce al taglio scientifico, all'approccio statistico, un impegno interpretativo assai perspicuo; e costituisce di fatto una ricostruzione storica che e', nella sua specificita', tra le migliori disponibili (e probabilmente la migliore in assoluto). Una segnalazione particolare vogliamo fare anche del paragrafo finale (pp. 369-379), dal titolo Il progetto, il messaggio e lo spettacolo. Elementi di antropologia della mafia: dalla "subcultura" alla "transcultura". "Abbiamo parlato per l'omicidio mafioso di omicidio-progetto, cioe' di un delitto strumentale-funzionale, mezzo per ottenere dei fini che si identificano con il conseguimento di posizioni di potere, all'interno dell'organizzazione mafiosa e nel contesto sociale; ma l'omicidio mafioso e' stato sempre, e lo e' ancora di piu' adesso, un delitto-messaggio e un delitto-spettacolo" (p. 369). Ed alle pp. 378-9: "ci sembra che il concetto di subcultura cosi' com'e' stato elaborato e applicato e' inadatto a cogliere l'intera portata del fenomeno mafioso, in cui convivono aspetti dell'homo necans, dell'homo oeconomicus e dell'homo politicus, e anche dell'omicidio mafioso in cui abbiamo riscontrato valenze complesse. Un concetto più adeguato per comprendere tale complessita' potrebbe essere quello di 'transcultura', intesa come percorso trasversale che raccoglie elementi di varie culture, per cui possono convivere ed alimentarsi funzionalmente aspetti arcaici come la signoria territoriale e aspetti modernissimi come le attivita' finanziarie, aspetti subculturali derivanti da codici associazionistici ed altri aspetti 'postindustriali'. Un concetto dinamico, aperto (...), complesso per quanto riguarda la collocazione della mafia nel contesto, comprendendo un ampio ventaglio di possibilita' che vanno dalla compenetrazione alla complicita', dalla concorrenza al conflitto. La definizione di un paradigma adeguato, fondato sul concetto di 'transcultura', dovrebbe passare attraverso i seguenti momenti: 1) l'apprendimento, cioe' la trasmissione dei modelli dell'agire mafioso, tra i quali l'uso della violenza e dell'omicidio; 2) l'articolazione della transcultura mafiosa nei suoi aspetti fondamentali: a) visione gerarchica della struttura associativa e di riflesso della societa'; b) accettazione dei fini sociali (arricchimento, potere, successo) e non dei mezzi; c) funzione dell'aggressivita' come attributo valorificante della personalita' e sua dinamica all'interno del sodalizio: regolazione, rischi di conflitti; d) personalizzazione del conflitto e sua risoluzione compromissoria o violenta; e) ruolo dell'aggressivita' all'esterno: induzione alla passivita', all'omerta'; f) l'omerta' oggi: crisi in seguito all'apertura dell'universo mafioso ad estranei, culturalmente lontani da esso, per ragioni di interesse; g) ritualizzazioni (cerimonie di iniziazione, linguaggio, etc.): stato attuale; h) fisio-patologia della vita quotidiana: le distorsioni del comportamento prodotte dalla presenza della mafia e dalla diffusione di comportamenti di tipo mafioso o paramafioso; i) ideologia e comportamenti mafiofili: meridionalismo e regionalismo patriottico. Ruolo degli intellettuali e dei mass-media. Come si vede gia' da questo elenco, incompleto, di temi da approfondire, un'antropologia della mafia e del contesto in cui essa e' radicata e' estremamente complessa e richiede necessariamente un approccio multidisciplinare, anch'esso di tipo dinamico (...)". Per quanto a nostra conoscenza, non esistono altri lavori del valore di questo libro sullo specifico argomento (che, ripetiamo, non consiste solo in un'analisi scientifica della violenza mafiosa, ma anche in una vera e propria ricostruzione storiografica del potere mafioso e della sua azione a Palermo e non solo). Tra i lavori di taglio giornalistico cfr. ad esempio i libri di Orazio Barrese (I complici, ora presso Rubbettino) e di Saverio Lodato (Dieci anni di mafia, successivamente piu' volte aggiornato, presso Rizzoli). Sui temi proposti nel paragrafo finale del libro, citato sopra, segnaliamo gli altri lavori del gruppo di ricercatori che fa riferimento al Centro Impastato e le recenti pubblicazioni di Renate Siebert (Le donne, la mafia, presso Il Saggiatore; La mafia, la morte e il ricordo, presso Rubbettino; Mafia e quotidianita', presso Il Saggiatore). * 4. L'impresa mafiosa, 1990 Il volume di Umberto Santino e Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990, e' costituito dal "rapporto finale di una ricerca sulle attivita' imprenditoriali in cui sono coinvolti, a vario titolo, soggetti di organizzazioni mafiose, svolta dal Centro siciliano di documentazione 'Giuseppe Impastato', nell'ambito del progetto di ricerca 'Mafia e societa''. La ricerca, effettuata dal 1984 al 1990, si e' svolta su due direttrici: da una parte si e' studiata la letteratura esistente in Italia e negli Stati Uniti; dall'altra si sono esaminate le fonti ufficiali..." (p. 13). "Oggetto della ricerca sono le attivita' economiche della criminalita' organizzata ma pure le loro interazioni con il mercato complessivo (rapporti con altri imprenditori) e con gli ambienti pubblici detentori dei poteri decisionali-amministrativi (finanziamenti, appalti). Per la definizione come 'mafiose' delle attivita' imprenditoriali si sono usati i criteri e la tipologia contenuti nella legge antimafia..." (p. 95). Lungo 630 pagine (comprensive di una robusta bibliografia e di un indispensabile indice dei nomi) il volume offre una messe di informazioni e propone analisi ed interpretazioni di enorme interesse. Si tratta, a nostro avviso, di un testo di fondamentale importanza: probabilmente ancor oggi il libro piu' importante su questo decisivo argomento. Dalla quarta di copertina: "Negli ultimi anni tanto in Italia che negli Stati Uniti - paesi in cui le attivita' di gruppi criminali hanno conosciuto un intenso sviluppo - si e' proposta l'ipotesi interpretativa della mafia e di altre forme di criminalita' organizzata come impresa, cioe' come razionale combinazione di mezzi, violenti e illegali, e fini di arricchimento (impresa illecita) e si sono cominciate ad analizzare le attivita' di produzione di beni e servizi (impresa lecita) gestite da soggetti criminali. Questo studio si pone il problema teorico della mafia-impresa e dell'impresa mafiosa all'interno di una ricerca empirica, la prima con tale ampiezza in Italia, condotta sugli accertamenti patrimoniali in attuazione della legge antimafia, individuando un'ipotesi paradigmatica (economia polimorfa o mercato multidimensionale) atta a comprendere l'economia legale, sommersa, illegale e criminale, prospettando tipologie di rapporti ricavate dalle risultanze dell'indagine. Nel volume viene pubblicato il rapporto finale della ricerca, con una puntuale introduzione teorica e una particolareggiata analisi delle attivita' economiche svolte da gruppi criminali in tutto il territorio nazionale (con particolare riferimento a Palermo), con lo studio approfondito di casi significativi e di aspetti cruciali per la comprensione del rapporto tra impresa mafiosa e mercato, come gli appalti di opere pubbliche e gli omicidi di imprenditori. La realta' degli Stati Uniti e' ricostruita attraverso una rassegna che mette a fuoco lo sviluppo storico del rapporto tra gruppi criminali e vita economica e sociale, la riflessione delle scienze sociali, gli approcci e gli interventi istituzionali, dalla Commissione Kefauver all'Organized Crime Control Act, alla Commissione Kaufman". La vasta ed impegnativa introduzione (pp. 17-97) costituisce un quadro di riferimento di grande valore, e ci sembrerebbe utile che fosse ristampata a se' in una edizione che potesse raggiungere una piu' ampia area di lettori. L'indice del volume e' molto articolato, ci limitiamo qui a indicare le quattro parti in cui l'opera e' divisa: Parte I: Le attivita' imprenditoriali mafiose negli anni '50 e '60; Parte II: Le attivita' imprenditoriali mafiose negli anni '70 e '80; Parte terza: Imprese mafiose e mercato; Parte quarta: L'impresa mafiosa negli Stati Uniti. Segnaliamo alcune letture ulteriori: Pino Arlacchi, La mafia imprenditrice, Il Mulino, Bologna; Pino Arlacchi, Nando dalla Chiesa, La palude e la citta', Mondadori, Milano; Mario Centorrino, L'economia mafiosa, I conti della mafia, Economia assistita da mafia, tutti presso Rubbettino, Soveria Mannelli; Giovanni Falcone, Interventi e proposte, Sansoni, Firenze; Vincenzo Ruggiero, Economie sporche, Bollati Boringhieri, Torino; Stefano Zamagni (a cura di), Mercati illegali e mafie, Il Mulino, Bologna. Tra i volumi che riportano materiali di fonte giudiziaria segnaliamo almeno: Giuseppe Arnone (a cura di), Mafia. Il processo di Agrigento, La Zisa, Palermo; Carlo Palermo, Armi & droga. L'atto d'accusa del giudice Carlo Palermo, Editori Riuniti, Roma; Procura di Palermo, La vera storia d'Italia, Tullio Pironti Editore, Napoli; Sindona. Gli atti d'accusa dei giudici di Milano, Editori Riuniti, Roma; Corrado Stajano (a cura di), Mafia. L'atto d'accusa dei giudici di Palermo, Editori Riuniti, Roma. Segnaliamo infine anche la raccolta documentaria a cura di Nicola Tranfaglia, Mafia, politica e affari. 1943-'91, Laterza, Bari; e la monografia giuridica di Giuliano Turone, Il delitto di associazione mafiosa, Giuffre', Milano 1995. Un esempio paradigmatico di connection tra affari, politica, poteri occulti e criminali, e' costituito da Berlusconi e dalla sua organizzazione; si vedano i seguenti volumi: Giovanni Ruggeri, Mario Guarino, Berlusconi: inchiesta sul signor TV, Kaos, Milano 1994 (seconda edizione); Floriano de Angeli (a cura di), Berlusconi 1, Mafia-connection, Gropello Cairoli 1993; Giovanni Ruggeri, Berlusconi: gli affari del presidente, Kaos, Milano 1994; Claudio Fracassi, Michele Gambino, Berlusconi, una biografia non autorizzata, "Avvenimenti", Roma 1994; Pino Corrias, Massimo Gramellini, Curzio Maltese, 1994: colpo grosso, Baldini & Castoldi, Milano 1994; Giuseppe Fiori, Il venditore, Garzanti, Milano 1995; Tribunali di Milano e Napoli, Le mazzette della Fininvest, Milano 1996; Procura della Repubblica di Palermo, Direzione distrettuale Antimafia, L'onore di Dell'Utri, Milano 1997; Leo Sisti, Peter Gomez, L'intoccabile, Kaos, Milano 1997. * 5. Gabbie vuote, 1992 Il libro di Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione), presenta una ricerca svolta dal Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"" su commissione del Centro studi giuridici e sociali "Cesare Terranova". Nell'Avvertenza alle pp. 11-12 cosi' e' presentato il volume: "Nell'ottobre del 1988 il Centro siciliano di documentazione 'Giuseppe Impastato' presentava al Centro studi giuridici e sociali 'Cesare Terranova' un progetto di ricerca sul tema 'Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al 1987'. Scopo del progetto era completare la ricerca di taglio vittimologico sull'omicidio gia' svolta, e che nel 1989 sarebbe stata pubblicata nel volume di Giorgio Chinnici e Umberto Santino, La violenza programmata, edito da Franco Angeli, conducendo l'analisi sugli autori dei delitti. Il Centro Terranova accettava di sostenere il progetto di ricerca e veniva costituito, all'interno del Centro Impastato, un gruppo di lavoro formato da Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Ugo Adragna, Amelia Crisantino e Giovanni La Fiura, che procedeva allo spoglio dei processi, con la collaborazione del giudice Giovanni Puglisi, segretario del Centro Terranova. Invece di presentare un unico rapporto finale della ricerca, il gruppo di lavoro ha deciso di approntare quattro saggi, di cui il primo, di Giorgio Chinnici, offre il quadro generale, presentando i risultati della ricerca; il secondo, di Umberto Santino, e' dedicato al maxiprocesso, andando oltre il limite tematico e temporale del progetto, per il rilievo che assume tale vicenda processuale; il terzo, di Giovanni La Fiura, studia piu' dettagliatamente un aspetto cruciale sempre del maxiprocesso qual e' quello dei pentiti; il quarto, di Ugo Adragna, affronta le problematiche nascenti dal nuovo codice di procedura penale in materia di connessione processuale. Il gruppo di ricerca si e' avvalso, per la redazione delle tabelle e dei grafici, della collaborazione di Anna Puglisi, mentre Giovanni La Fiura ha svolto il lavoro di informatizzazione dei dati. La ricerca vuole essere insieme un'analisi documentata di una realta' cosi' grave e complessa, eppure pochissimo studiata, qual e' il processo per omicidio, e in particolare per delitti di mafia, e un contributo al dibattito sul processo penale, che ha accompagnato la pubblicazione del nuovo codice. Un dibattito che dovra' continuare, con un adeguato approfondimento, se si tiene conto anche della gravita' di fatti recenti che hanno portato alla scarcerazione di imputati gia' condannati con il massimo della pena tanto in primo grado che in appello". Oltre a Santino, i coautori sono Giorgio Chinnici, professore associato di Statistica giudiziaria presso l'Universita' di Palermo; Giovanni La Fiura, ricercatore presso il Centro Impastato; Ugo Adragna, dottorando di ricerca presso la cattedra di Procedura penale della Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Palermo. Il volume reca puntuali tabelle e bibliografie. Due appendici presentano l'una la scheda di rilevazione adottata; l'altra, con riferimento al maxiprocesso alla mafia, una tavola sinottica sul maxiprocesso, l'organigramma delle famiglie mafiose considerate, un quadro dei trafficanti di droga esterni a Cosa Nostra, segmenti del sistema relazionale. Manca purtroppo un indice dei nomi. Di particolare interesse ci sembra, alle pp. 146-150, l'ultimo paragrafo (dal titolo: Durante e dopo il maxiprocesso: dalla "supplenza" alla "crisi della giustizia") del denso saggio di Santino. Naturalmente in particolare sul maxiprocesso la letteratura e' vastissima; qui segnaliamo soltanto Corrado Stajano (a cura di), Mafia. L'atto d'accusa dei giudici di Palermo, Editori Riuniti, Roma; AA. VV., Uno sguardo dal bunker, Ediprint, Siracusa; e la testimonianza di Antonino Caponnetto, I miei giorni a Palermo, Garzanti, Milano, e quella - in forma di romanzo-verita', con nomi modificati- di Alfredo Galasso, La mafia non esiste, Pironti, Napoli; sono solitamente poco interessanti i libri redatti da diversi giornalisti su Giovanni Falcone, su Paolo Borsellino, ed il libro-intervista ad Ayala. Utili invece i libri di Romano Canosa sulla storia della criminalita' (presso Feltrinelli) e della magistratura (presso Baldini & Castoldi) negli ultimi decenni; e l'atto d'accusa contro Andreotti della Procura di Palermo, meritoriamente edito, col titolo roboante e invece ben poco felice La vera storia d'Italia, da Pironti. * 6. Dietro la droga, 1993 Il libro di Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993, e' "il testo-base di un'unita' didattica polimediale prodotta dall'Organizzazione Non Governativa CISS (Cooperazione Internazionale Sud-Sud) e dal Centro siciliano di documentazione 'Giuseppe Impastato' nell'ambito del 'Progetto Droga', elaborato dalle due organizzazioni, approvato e cofinanziato dalle Commissioni della Comunita' Europea nel corso del 1990. Gli scopi del progetto: 1) avviare una campagna di studio e di informazione (...); 2) promuovere incontri tra studiosi ed operatori sociali di diversi paesi coinvolti (...); 3) elaborare un'unita' didattica polimediale destinata agli studenti (...), agli insegnanti (...) e agli operatori allo sviluppo. L'unita' didattica e' cosi' articolata: un libro in italiano, francese, inglese e spagnolo, una bibliografia ragionata e annotata, un video, un audiovisivo. Il progetto ha riguardato direttamente le seguenti aree: Sicilia, Libano, Bolivia, Peru' ed Ecuador, ma la raccolta di materiale bibliografico e documentario si e' estesa a tutte le aree di coltivazione di piante da droga" (p. 5). Dopo una introduzione dal titolo L'altra faccia della droga, che alle pp. 10-13 sintetizza i sette temi su cui si articola la ricerca svolta nel libro, il volume si compone appunto di sette capitoli: 1. Le sostanze psicoattive; 2. Quadro storico. Dal consumo tradizionale al proibizionismo; 3. Il circuito mondiale delle droghe; 4. Sociologia della droga; 5. Economia della droga; 6. La politica della droga; 7. Guerra o sviluppo?; seguono la bibliografia e l'indice delle carte. Segnaliamo anche il libro di Giovanni La Fiura, Droghe & mafie. Bibliografia ragionata e annotata su narcotraffico e criminalita' organizzata, Csd quaderni/4, Palermo 1993 (guida bibliografica di 150 pp. che fa parte della medesima unita' didattica polimediale di cui il volume Dietro la droga, costituisce il testo-base, e composta - come sopra ricordato - anche da un video e un audiovisivo). Per ulteriori indicazioni bibliografiche ovviamente rinviamo al libro di La Fiura sopra citato. Segnaliamo anche la rivista "Narcomafie" promossa dal Gruppo Abele di Torino, ed il periodico "Fuoriluogo" curato dal Forum Droghe (in collaborazione con l'associazione Antigone e la LILA) che viene pubblicato mensilmente come inserto al quotidiano "Il manifesto". * 7. La mafia come soggetto politico, 1994 L'opuscolo La mafia come soggetto politico, e' stato pubblicato nella collana "csd appunti", 2, Palermo, ottobre 1994, e riproduce le lezioni di un seminario tenuto presso la Scuola di formazione etico-politica "Giovanni Falcone", novembre-dicembre 1992. I testi erano gia' stati pubblicati sulla rivista "Una citta' per l'uomo", nn. 1, 2, 3-4, febbraio-agosto 1993. La prima parte, dal titolo Introduzione, alle pp. 3-20, e' suddivisa in: Premessa: indicazioni metodologiche; 1. Un'ipotesi definitoria; 1.1. Un'ipotesi di periodizzazione; 2. La soggettivita' politica della mafia; 2.1. La mafia come gruppo politico; 2.2. La produzione mafiosa della politica; 2.3. Doppia mafia in doppio Stato: una duplice dualita'. La seconda parte, La soggettivita' politica della mafia: profilo storico, alle pp. 21-35, e' suddivisa in: 1.1. Cosa ci insegnano i fenomeni premafiosi; 1.2. Il "partito della mafia"; 1.3. La nascita dello Stato unitario: dall'"opposizione mafiosa" alla "legalizzazione della mafia"; 1.4. Il ruolo della mafia nella contrapposizione Est-Ovest; 2. Il problema del terzo livello. L'analisi di Giovanni Falcone; 2.1. Il rapporto mafia-politica nel maxiprocesso; 2.2. L'autonomia della mafia e il concorso in associazione mafiosa. La terza parte, La produzione mafiosa della politica e la produzione politica della mafia, alle pp. 36-62, e' suddivisa in: 1. Come la mafia produce politica; 1.1. Stragi e delitti politico-mafiosi; 1.2. Lo scambio elettorale; 1.3. Il controllo sulle istituzioni; 2. Come la politica produce mafia; 2.1. Servizi segreti, massoneria e Tangentopoli; 3. La relazione della Commissione antimafia su mafia e politica: coabitazione tra Stato e mafia, responsabilita' penale e politica; 4. La politica della mafia: strategia, tattica, funzione?, 5. Indicazioni per un percorso di liberazione. Con le sue 64 pagine l'opuscolo puo' essere una buona lettura introduttiva sia per lo studio individuale che per la discussione collettiva (del resto esso riproduce appunto lezioni svolte in un seminario di studi). Cogliamo l'occasione per segnalare l'utilissima rivista "Una città per l' uomo" (alias "CxU"), su cui questi testi sono primieramente apparsi. En passant ricordiamo anche l'altra rivista palermitana di grande interesse: "Segno". In tema di riviste ricordiamo ovviamente anche "Narcomafie" di Torino. Ed ancora: i fascicoli n. 7-8/1990 e 25/1996 di "Meridiana" di Roma, e il n. 2/1992 di "Asterischi" di Roma. Di Giovanni Falcone a noi sembra ovviamente di gran lunga piu' utile il volume di Interventi e proposte (1982-1992), Sansoni, Firenze 1994, che non il noto libro-intervista a cura di Marcelle Padovani, Cose di Cosa Nostra, Rizzoli, Milano 1991. A nostro giudizio recano un utile contributo all'analisi di alcuni dei temi affrontati in questo opuscolo la relazione della Commissione parlamentare antimafia su Mafia e politica (un'edizione agile ne ha pubblicato Laterza, Bari 1993; un'edizione arricchita da altri materiali e' stata pubblicata, a cura di Orazio Barrese, in Mafia politica pentiti, presso Rubbettino, Soveria Mannelli 1993); ed il libro di Luciano Violante, Non e' la piovra, Einaudi, Torino 1994 (Violante, come e' noto, era il presidente della Commissione parlamentare che produsse il testo sopra citato, e il principale autore di esso). * 8. Casa Europa, 1994 L'opuscolo Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, e' stato pubblicato nella collana "csd appunti", 1, Palermo, maggio 1994, e contiene i testi di tre relazioni ad altrettanti convegni. La prima relazione: La mafia siciliana e il mercato delle droghe in Europa, relazione al convegno internazionale dell'OGD (Observatoire Geopolitique des Drogues) sul tema "La geopolitique mondiale des drogues", Parigi, 10-12 dicembre 1992, gia' pubblicata in volume in Francia e in rivista in Italia. Ne segnaliamo in particolare alcuni passi della Premessa. Un paradigma adeguato: la mafia come organizzazione criminale e blocco sociale. "Secondo la legge antimafia promulgata nel settembre 1982, dopo l'assassinio Dalla Chiesa, 'l'associazione e' di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omerta' che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attivita' economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se' o per altri'. Cosa Nostra e gli altri gruppi mafiosi compongono la struttura criminale descritta dalla legge ma non esauriscono il fenomeno mafioso che e' stato ed e' qualcosa di molto piu' complesso. Riassumo l'ipotesi definitoria adottata per le ricerche condotte con il Centro Impastato: un sistema di violenza e illegalita' finalizzato all'accumulazione del capitale e all'acquisizione e gestione di posizioni di potere che si avvale di un codice culturale e gode di un certo consenso sociale. Le organizzazioni criminali sono al centro di un blocco sociale transclassista, che va dai politici legati ai mafiosi ai consulenti finanziari che curano le operazioni di riciclaggio e di investimento, agli avvocati stabilmente a servizio della mafia, agli imprend itori collegati o succubi, giu' giu' fino agli spacciatori di droghe e ai venditori di sigarette di contrabbando. La funzione dominante all'interno di tale blocco, che potrebbe aggirarsi su alcune centinaia di migliaia di persone, e' svolta da soggetti legali-illegali che si possono definire borghesia mafiosa. In contraddizione con uno degli stereotipi piu' diffusi (la mafia come contropotere criminale e antistato), le associazioni mafiose e il blocco sociale a egemonia mafiosa hanno un rapporto duale con lo Stato. In quanto associazione criminale la mafia e' contro e fuori dello Stato, non viola il diritto ma nega il diritto, perche' non riconosce il monopolio statale della forza; per il suo ruolo economico (che si e' sviluppato attraverso l'uso del denaro pubblico) e politico (dal controllo sul voto al rapporto con i centri decisionali necessario per ottenere, ad esempio, gli appalti di opere pubbliche, che hanno costituito e costituiscono uno dei settori piu' rilevanti delle attivita' legali), la mafia e il suo blocco sociale sono dentro e con lo Stato. La riprova piu' significativa e' data dal ruolo della mafia all'interno della contrapposizione Est-Ovest. La mafia ha avuto un ruolo centrale nella repressione e regolazione del conflitto sociale (si pensi alla violenza mafiosa contro le sinistre e il movimento contadino negli anni '40 e '50) e negli anni '60 e '70 e' stato il punto di coagulo di una borghesia terziaria e parassitaria che ha sostituito il vecchio blocco agrario come classe dominante in Sicilia e nel Mezzogiorno d'Italia. La definizione di criminalita' istituzionalizzata contenuta nel Progetto di Relazione della Commissione del Parlamento Europeo del novembre 1991, coglie questo aspetto essenziale della mafia, la sua politicita', il suo ruolo nella produzione della politica, in quanto essa determina o contribuisce a determinare le decisioni e le scelte riguardanti la gestione del potere e la distribuzione delle risorse". La seconda relazione: Il ruolo della mafia nel saccheggio del territorio, relazione al convegno "Ambiente ecologia societa'", Gibellina, 14 novembre 1993, gia' pubblicata in rivista. Segnaliamo a p. 21: "La risorsa territorio ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della mafia e del blocco sociale a partecipazione o ad egemonia mafiosa, per due ragioni: l'organizzazione mafiosa si basa sul controllo del territorio (e tale controllo e' costitutivo della sua natura di gruppo politico, in senso weberiano) e lo sfruttamento e la depredazione del territorio hanno costituito uno dei terreni primari delle sue attivita'. Tutto cio' si e' inserito in un contesto socio-economico e culturale che considera ambiente e territorio come merce e che ha assunto i caratteri di vera e propria macchina distruttiva soprattutto negli ultimi decenni" (il ragionamento prosegue poi con una opportuna citazione da James O' Connor). La relazione poi esamina vicende specifiche (che qui indichiamo citando i titoli di specifici paragrafi del testo): il controllo mafioso dell'acqua come esempio di uso privato di una risorsa pubblica; i pozzi di Palermo; il sacco di Palermo e la cementificazione della Conca d'oro; appalti di opere pubbliche ed economia delle catastrofi ("Tangentopoli non e' una serie di casi di corruzione che coinvolgono imprese, partiti politici e istituzioni ma e' il venire allo scoperto di una corruzione sistemica", p. 35); l'industria del terremoto. Segue un paragrafo su Gruppi criminali internazionali: l'impatto ambientale della produzione di droghe, traffici di armi e materie nucleari. Ed una conclusione il cui titolo non poteva che essere: Per un nuovo modello di sviluppo. La terza relazione: Economia mondiale e sviluppo locale, relazione al V Incontro internazionale sullo sviluppo locale, Madeira (Portogallo), 4-5 febbraio 1994. Testo utilizzato anche come traccia per la presentazione del Seminario internazionale "Quale sviluppo per la Sicilia. L'utilizzazione dei Fondi strutturali della Comunita' Europea", Castellana Sicula (PA), 12-13 marzo 1994. Citiamo un passo da p. 57: "La spesa pubblica ha una notevole incidenza sull'economia e sulla societa' siciliana. Essa e' essenzialmente fondata sulla politica delle grandi opere ed e' servita per cementare un blocco sociale conservatore, essenzialmente parassitario, ed ha una parte notevole nell'accumulazione mafiosa. Attraverso gli appalti e subappalti di opere pubbliche l'organizzazione mafiosa e' riuscita ad accaparrarsi quote rilevanti di denaro pubblico, configurandosi come una vera e propria borghesia di Stato. Tale impiego della spesa pubblica e' riuscito ad aggregare consenso nei confronti dei partiti di governo, ha creato una rete di imprese assistite e di clientele, ha distrutto o degradato il territorio, ma non ha creato sviluppo. Si puo' parlare di un modello di sottosviluppo pubblico-mafioso, durato dal dopoguerra fino ad oggi. Funzionale a questo modello e' stata la preordinata mancanza di qualsiasi politica di programmazione". Tra gli autori cui si puo' far riferimento per approfondire alcuni temi proposti in questo opuscolo (ed in particolare la dimensione internazionale, le dinamiche macroeconomiche, la ristrutturazione dei poteri su scala planetaria, le questioni concernenti il territorio e la sovranita'...) ci sono ovviamente Samir Amin, Giovanni Arrighi, James O' Connor, Marco Revelli, Jeremy Rifkin, Immanuel Wallerstein, il gruppo di "Le monde diplomatique". Noi riteniamo di notevole interesse anche le riflessioni di alcuni studiosi latinoamericani come Enrique Dussel; per conoscere le analisi in merito di militanti ed intellettuali critici latinoamericani in italiano la fonte migliore e' il periodico "Amanecer". Una casa editrice che pubblica lavori molto interessanti con specifico riferimento alle dinamiche della globalizzazione e' Asterios Editore, di Trieste; qualche libro molto utile ha pubblicato la casa editrice Manifestolibri, di Roma. * 9. La mafia interpretata, 1995 La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995, e' apparso nella collana "Saggi brevi di sociologia", con una presentazione di Paolo Jedlowski e Renate Siebert. Nella presentazione Jedlowski e Siebert evidenziano che "il testo offre... una rassegna dei principali approcci disciplinari esistenti al fenomeno della mafia (sociologico, storico, criminologico ed economico). E' una rassegna critica: il punto di vista teorico e politico da cui viene operata non e' taciuto, cosi' come e' esplicita la discussione delle posizioni via via presentate... l'utilita' del volume e la ricchezza di spunti che offre sono straordinarie..." (p. 5); e ancora: "il testo qui presentato cela un invito piu' ampio che alla 'discussione': quello ad interagire in modo non solo 'teorico' e 'critico' ma anche pratico e impegnato, affinche' la lotta alla mafia assuma le dimensioni adeguate a far fronte alla complessita', all'articolazione e alla vastita' del pericolo che questa rappresenta. Come scrive Santino, la mafia e' 'un insieme di organizzazioni criminali (...) che agiscono all'interno di un vasto e ramificato contesto relazionale, configurando un sistema di violenza e di illegalita' finalizzato all'accumulazione del capitale e all'acquisizione e gestione di posizioni di potere, che si avvale di un codice culturale e gode di un certo consenso sociale'. Se questo e' vero, tanto l'analisi che intende interpretarla quanto la pratica politica che intende contrastarla devono situarsi su piu' dimensioni" (p. 8). Il libro e' organizzato in sei capitoli preceduti da una breve introduzione che prende le mosse dalla celebre inchiesta di Leopoldo Franchetti per un excursus su 120 anni di analisi sociologica del fenomeno mafioso. Il primo capitolo si intitola I sociologi e la mafia: dall'impresa mafiosa alla mafia-impresa, ed esamina gli studi sociologici statunitensi ed italiani sul crimine organizzato e la mafia. Santino ha facile gioco nell'individuare esiguita', genericita' e debolezze del lavoro e del dibattito di autori sovente neppure sufficientemente ferrati sul piano meramente informativo in merito all'argomento trattato. Il secondo capitolo, dal titolo Gli storici e le mafie, esamina particolarmente il dibattito attuale tra gli storici ed i recenti lavori di Nicola Tranfaglia, Paolo Pezzino e Salvatore Lupo. Il terzo capitolo, I criminologi e la criminalita' organizzata, discute ovviamente in particolare i temi proposti dalla "criminologia critica". Il capitolo quarto, Gli economisti e l'economia del crimine organizzato, esamina ricerche, analisi e dibattiti specifici di economisti statunitensi ed italiani (questi ultimi giunti alla presa di coscienza "con un quarto di secolo di ritardo rispetto agli Stati Uniti"). E' appena il caso di ricordare che Santino ha pubblicato a suo tempo due testi fondamentali come La mafia finanziaria e (con Giovanni La Fiura) L'impresa mafiosa. Nel quinto capitolo, dal titolo programmatico: Un paradigma della complessita', alle pp. 129-157, Santino propone e argomenta l'ipotesi definitoria formulata e adottata per le ricerche condotte dal Centro Impastato; sono pagine assai dense, molto lucide e attente, che sintetizzano efficacemente l'approccio analitico che l'autore propone ed ha articolato ed affinato nel corso di decenni di studio e di lotta. Segue un sesto ed ultimo capitoletto, brevissimo, a mo' di commiato, dal titolo Le scienze sociali hanno un futuro? Si tratta di un libro breve (168 pp.) e di efficace sintesi; la discussione delle varie posizioni esaminate e' esplicita e spesso vivace, ma sempre precisa e attenta a non forzare o deformare le posizioni altrui, che vengono criticate senza eufemismi ma anche senza esagerazioni. Ottime anche le note, che costituiscono non solo un momento di approfondimento, ma quasi un controcanto piu' sciolto e pungente ed arricchiscono consistentemente il testo. Per le sue peculiari caratteristiche e' un volumetto che raccomandiamo come utilissima lettura introduttiva. Tra i libri utilmente consultabili, oltre quelli citati ed analizzati nel testo, suggeriamo anche: Giovanni Falcone, Interventi e proposte, Sansoni, Firenze 1994; Vincenzo Ruggiero, Economie sporche, Bollati Boringhieri, Torino 1996; Luciano Violante, Non e' la piovra. Dodici tesi sulle mafie italiane, Einaudi, Torino 1994. * 10. Sicilia 102, 1995 L'opuscolo Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, e' stato pubblicato nella collana "csd appunti", 3, Palermo, gennaio 1995, e consiste di una cronologia ragionata della lotta contro la mafia e per la democrazia scandita dalle uccisioni di protagonisti del movimento antimafioso. L'opuscolo si apre con una breve introduzione dal titolo Appunti per una storia del movimento antimafia, che propone anche una periodizzazione in tre fasi: la prima, caratterizzata dal movimento contadino, dai Fasci siciliani al secondo dopoguerra; la seconda, relativa agli anni '60-'70 e caratterizzata dall'impegno antimafia della nuova sinistra; la terza, dagli anni ottanta, con la ripresa del movimento di massa. Seguono, con il titolo Una cronologia ragionata, alcune pagine di presentazione dei criteri della ricerca: "Questo non e' un elenco di tutte le vittime della mafia, ma una cronologia ragionata dei delitti che hanno colpito persone impegnate nella lotta contro la mafia e per la democrazia. Un conto e' la pieta' che puo' riguardare tutti gli uccisi, un altro la memoria che tenga conto del perche' sono stati uccisi, cioe' del loro ruolo da vivi. Un contadino, un sindacalista, un politico impegnati in un'azione di cambiamento, non sono la stessa cosa di un mafioso, di un complice o di un colluso. Nella cronologia ci sono anche i nomi di rappresentanti delle forze dell'ordine caduti nella lotta contro il banditismo, piu' o meno intrecciato con la mafia, e di altre persone (bambini e ragazzi, anche di famiglia mafiosa, donne e uomini uccisi nel corso di sparatorie tra mafiosi) non tanto perché sono 'innocenti' (espressione che sottintende che il magistrato, il poliziotto sono ammazzabili per mestiere) ma soprattutto per indicare quanto diffusa sia stata la violenza mafiosa e smentire il luogo comune della mafia buona, tradizionale, che ammazzava con moderazione, rispettava certe regole e coltivava il senso dell'onore. Non ci sono invece i mafiosi, i politici collusi o che non risultano impegnati contro la mafia..." (p. 12). Con il titolo Un secolo di lotte, alle pp. 17-68, sono riportate date e vicende significative. Segue una nota sulle fonti utilizzate. In conclusione un breve testo dal titolo Ricordati di ricordare che rievoca figure, vicende e situazioni. Tra i molti libri che si potrebbero consultare su questi stessi temi segnaliamo particolarmente alcune testimonianze e riflessioni: Nando dalla Chiesa, Delitto imperfetto, Mondadori, Milano 1984; Claudio Fava, La mafia comanda a Catania, Laterza, Bari 1991; Idem, Cinque delitti imperfetti, Mondadori, Milano 1994; Giuseppe Fava, Mafia. Da Giuliano a Dalla Chiesa, Editori Riuniti, Roma 1984; Renate Siebert, La mafia, la morte e il ricordo, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; ed il n. 25/1996 di "Meridiana", fascicolo monografico dal titolo Antimafia. Ovviamente sui temi della Resistenza e della memoria sono fondamentali le opere di Primo Levi e di Nuto Revelli. (Parte prima. Continua) 4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 5. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 573 del 21 aprile 2003
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