[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Il crimine giusto per non passare da criminali
- Subject: Il crimine giusto per non passare da criminali
- From: "Lorenzo D'Alessandro" <lor_dalessandro at tin.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Sat, 12 Apr 2003 16:39:58 +0100
Il crimine giusto per non passare da criminali. Articolo di Lorenzo Maria D'AlessandroRagazzi, signore e signori, stavolta dobbiamo ammetterlo, non abbiamo più possibilità di trovare giusificazioni: eravamo dalla parte del torto. Ieri ogni persona sensibile se n'è accorta. Come fare a non commuoversi alla visione del trionfo del bene contro il male? Ora tutto è chiaro, il nostro persistere per mesi sulle nostre posizioni contro la guerra aveva come motivo una pulsione di base: l'antiamericanismo. Oggi vediamo una folla nella piazza, davanti alla statua abbattuta del dittatore. C'è una grande aria di festa. Qui un popolo è stato liberato. E' emozionante vedere l'amicizia tra liberati e liberatori. Avavemo torto, e le facce degli Iracheni parlano chiaro. Va bene, il motivo iniziale era difendersi da potenti armi di pan-distruzione che il dittatore teneva nascoste e non avrebbe esitato a usare; questo motivo, pur nobile, è passato in secondo piano, ma non per il fatto che non fosse valido e fondato: l'amministrazione americana è sensibile a valori come la libertà e la democrazia, e procedendo nel conflitto avviato per legittima pre-difesa, è stato automatico che prevalesse lo spirito altruistico, che ha fatto apparire prioritaria la restituzione a questo popolo della sua libertà. Ora la cosa più importante è stata ottenuta: gli iracheni sono contenti. E non è stato grazie alle nostre cazzo di bandiere della pace.
Aaaah... ma c'è un solo, ultimo ostacolo alla mia felicità; alla allegria che, pur essendo stato dalla parte del torto, provo ora nel vedere un popolo contento e nello scoprire sentimenti umanitari nelle azioni della nazione più potente del mondo: l'ostacolo è che, per quanto io mi sforzi, non riesco a non pensare che per trovare della coerenza in tutto ciò che si è appena detto sia necessario essere in mala fede o, in valida e più facile alternativa, di non proprio brillante intelligenza.
Ed è questo che, come sempre, agli occhi del mondo, consegnerà la ragione ai vincitori, scippandola ai legittimi proprietari. Perché infatti sono possibili fenomeni tanto illogici come l'amministrazione Bush, le sue azioni, e l'appoggio mondiale di cui gode? Vien fatto di pensare che sia proprio in virtù (chiamala virtù...) di questa commistione esplosiva, che diventa ottimo substrato di consenso: l'interazione di una piccola percentuale di persone in mala fede con una grande percentuale di coglioni in buona fede.
Ora come mai, mi rendo conto che chi oggi pensa che la vittoria o i festeggiamenti degli Iracheni siano una chiara prova delle ragioni degli aggressori, vive davvero con una coscienza serva.
Allora vogliamo dimenticare che la giustezza di un'azione non si giudica dall'effetto che sortisce, bensì dai motivi reali che l'hanno causata? Non è la stessa cosa se un uomo che trova una bambina appesa all'orlo di un burrone con le manine che stanno per perdere la presa, la mette in salvo con l'intenzione di riportarla alla sua preoccupata famiglia, o se lo fa per abusare di lei. Inizialmente la piccola non si porrà minimamente il problema (anche perché la sua mente non concepisce quel tipo di violenza), e sarà certamente contenta di non essere precipitata nel burrone. Questo non vorrà dire affatto che il pedofilo-salvatore è un brav'uomo.
Vogliamo dimenticare che la buona nazione che oggi salva, ieri sosteneva colui che era massima fonte del dolore di questo popolo, colui che ne sterminava un paio d'altri, colui che era l'ultimo a patire di un embargo imposto dai salvatori di oggi?
E visto che ci siamo, dimentichiamo anche che questa nazione che oggi si batte per la libertà dei popoli e per la democrazia, e che è penalizzata dalla casuale coincidenza dei fatti di oggi con la collocazione di interessi economici proprio in quell'area in cui sta combattendo (noi pacifisti di sinistra mangiatori di bambini, come strumentalizziamo...) ieri organizzava colpi di stato in paesi democratici, appoggiava le peggiori dittature dell'America Latina; oggi mantiene la pena di morte, nonostante che sia provato come la giustizia negli USA sia appannaggio dei ricchi; si oppone alla distribuzione libera dei farmaci ai paesi che ne hanno bisogno; si rifiuta di firmare trattati contro armi di distruzione di massa (bombe a frammentazione, ecc.); non sottoscrive trattati per la salvaguardia ambientale del pianeta.
Dimentichiamo che G.W.(lo chiamano "dabliu"!) Bush e tutti i suoi più stretti collaboratori (tutti sanno che non è tutta farina del suo sacco: il suo sacco fornisce più che altro la segatura) sono a capo o in posizioni di spicco delle maggiori aziende petrolifere del mondo.
E non pensiamo al fatto che, negli ultimi decenni, la politica estera americana ha sempre sostenuto i regimi totalitari nei paesi arabi, perché un mondo arabo con coscienza di sé e democratico potrebbe smetterla di essere un popolo di poveri: farebbe molta, ma molta paura. Bene, improvvisamente hanno cambiato idea alla casa Bianca.
Infine non preoccupatevi troppo di quello che scrivevano personaggi che contano come Perle e Wolfowitz, di come dichiaravano, già tanto tempo fa, indispensabili gli interventi in Iraq per tutelare gli interessi americani: scherzavano!
Ma la credibilità non ha più nessuna importanza? La credibilità, ciò che si è fatto in passato è cosa fondamentale solo quando andiamo a cercare lavoro? (oggi storcono il naso anche per farti fare il lavapiatti, se non hai fatto un master a cazzonesoxford)
Guarda un popolo mentre viene affamato, guardalo mentre viene massacrato, fornisci al carnefice il tuo sostegno e guarda, guarda... ora liberalo: te ne sarà grato. Non esiste dignità quando hai fame e tuo figlio non mangia da tempo.
Gli Iracheni avranno migliori condizioni di vita e maggiore libertà. Potranno finalmente godere in maggior misura della ricchezza dovuta al loro petrolio, ma ci metteranno tempo ad accorgersi che quello che oggi viene perpetrato contro di loro è un crimine meno brutale ma più sottile, più subdolo. E' una schiavitù da cui sara impossibile liberarsi.
Ci sarà una fase di transizione, in attesa di un governo iracheno; forse un protettorato di mesi o più, ma finalmente avranno un governo fantoccio fatto solo da iracheni (molti saranno i dissidenti rientrati dopo anni dagli USA).
Perché la democrazia deve avere un suo substrato, delle fondamenta. Se ora gli invasori se ne andassero immediatamente, l'Iraq probabilmente sarebbe presto devastato ancora di più da guerre tra clan, etnie e da vendette incrociate. Questo giustifica la permanenza degli alleati, ed è funzionale alla predazione. Ma questo dimostra anche che la democrazia non nasce dalla sera alla mattina, tanto meno se imposta.
E, pur in un regime di libere elezioni, la democrazia la si pilota, se non si hanno oppositori forti, se si hanno tanti soldi, se si è esperti di manipolazione subliminale dell'informazione (ci siamo cascati pure noi, che da questo punto di vista siamo più preparati alla difesa!), se si ha a che fare con un popolo talmente abituato a non avere niente, che è già contento se gli dai 2 chili di pane (vedi i saccheggi di oggi: ho visto portare via cose del tutto inutili e prive di valore). Se poi il popolo di cui vuoi controllare la politica si sente di doverti qualcosa, dimenticandosi che fino a ieri tu hai reso forte colui che lo sterminava; che non hai esitato ad abbandonarlo dopo che ti aveva dato la sua fiducia; che te ne sei sempre fottuto della sua cultura e dei drammi dei suoi fratelli di Palestina, allora il gioco è fatto: sarà uno scherzo ottenere quei contratti di gestione di pozzi per 50 anni, quei contrattoni per la ricostruzione, il permesso di impiantare quelle basi militari, per la loro stessa sicurezza s'intende (sai, oggi i nemici sono altri...)
Tutto ciò dimostra semplicemente che il crimine, come qualsiasi altra attività umana, si evolve. Oggi nei paesi arabi ci sono meno computer, meno connessioni adsl, meno automobili, insomma, le attività umane sono meno evolute, quindi anche l'ordinamento degli stati; i dittatori sono anche loro dei criminali meno evoluti, e quindi più sanguinari: hanno bisogno di ammazzare, di sterminare; non hanno ancora sviluppato la violenza subdola. Il crimine sanguinario dei dittatori è più efferato del crimine sottile e sofisticato di chi trova il modo di invadere e sembrare un liberatore, di rubare e sembrare un onesto compratore, di fare ammazzare e sembrare un difensore, di manipolare ed apparire come colui che carica sulle sue spalle tutte le responsabilità. Il crimine dei dittatori però è più visibile, più identificabile nella sua piena identità, ed in questo senso debellabile e molto meno pericoloso, almeno nel lungo periodo.
Ma questo la gente non lo vuole sapere e capire, come quando guarda con odio lo straniero che ruba nel supermercato, ma in fondo non è proprio incazzatissima con l'imprenditore che evade decine di migliaia di euro all'anno. Insomma, solo de Andrè e pochi altri non hanno trovato il crimine giusto per non passare da criminali.
Per tutto questo, oggi protestare e boicottare i prodotti degli USA è ancora più importante.
- Prev by Date: Report dall'Iraq #58
- Next by Date: Giolli TdO comunicato stampa n.2/2003
- Previous by thread: Report dall'Iraq #58
- Next by thread: Ultimo report dall'Iraq
- Indice: