G8, alla Diaz rispunta il coltello



Fonte: Il Manifesto - 10/4/2003

G8, alla Diaz rispunta il coltello

Diaz, la nuova perizia di Carlo Torre Secondo il professore i segni sugli indumenti del poliziotto del reparto Mobile di Roma sono compatibili con il nuovo racconto in cui ha descritto l'aggressione. La prima perizia effettuata dai carabinieri aveva invece giudicato "incompatibili" i segni sul giubbotto con il primo racconto dell'agente di polizia

AUGUSTO BOSCHI

GENOVA

L'agente Massimo Nucera fu accoltellato o no durante l'irruzione alla scuola Diaz? Secondo il professor Carlo Torre si', i segni sugli indumenti del poliziotto del reparto Mobile di Roma sono compatibili con il suo racconto. E' tutto scritto nella perizia che il Gip Lucia Vignale aveva affidato a Torre su richiesta dei pm Francesco Albini Cardona ed Enrico Zucca come incidente probatorio e che l'anatomopatologo torinese ha consegnato in tribunale ieri mattina. Una perizia che e' stata subito blindata dal magistrato ma che si potra' conoscere nei particolari il 16 aprile, quando si fara' l'incidente probatorio. La storia e' nota: Massimo Nucera, agente scelto del reparto di Vincenzo Canterini dopo l'irruzione alla Diaz e il pestaggio dei giovani che dormivano nella palestra della scuola, afferma di essere stato accoltellato da un uomo. Nel rapporto scritto per i superiori Nucera racconta di un uomo che gli va incontro a braccio teso e brandendo un'arma. Troppo buio per riconoscerlo e troppo caos in quel momento tanto che, in un edificio circondato da polizia e carabinieri e con i settanta del reparto sperimentale antisommossa nella scuola, il misterioso accoltellatore dopo essere stato bloccato dai poliziotti riesce comunque a dileguarsi. Le prove, pero', ci sono: il coltello e i tagli sul giubbotto antiproiettile e sulla giacca dell'agente. Su quegli indumenti, pero', il pubblico ministero Enrico Zucca decide, a sorpresa, di far effettuare una perizia. E l'affida ai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma. E sul fascicolo firmato dal colonnello Luciano Garofano c'e' scritto che gli esami hanno dato esito negativo: i segni non sono compatibili con il racconto del poliziotto. Dunque si tratta di tagli fatti a posteriori, di una messinscena e Nucera si ritrova indagato per avere prodotto false prove oltre che per i reati di lesioni che gli vengono contestate in concorso ai colleghi che presero parte all'irruzione e di falso e calunnia per la vicenda delle molotov, dal momento che risulta tra i firmatari del verbale della perquisizione alla Diaz.

Il 7 ottobre scorso Nucera si presenta davanti a Zucca e Cardona per raccontare cosa accadde la notte del 21 luglio 2001 in via Battisti. E qui - davanti al registratore acceso dei pm - racconta che le cose andarono diversamente: "Ho visto un giovane che mi si scagliava addosso stringendo qualcosa tra le mani. Mi e' arrivato addosso una prima volta, l'ho allontanato con uno spintone, mi ha colpito la seconda volta e l'ho allontanato ancora. E' caduto per terra, poi i miei compagni lo hanno bloccato". Dunque non un colpo, ma due. Il racconto non convince piu' di tanto i magistrati che stanno indagando sull'irruzione che quindi chiedono che venga effettuato, in contraddittorio con le parti, una verifica tecnica sugli indumenti che, come abbiamo visto, il Gip affida a Carlo Torre.

Ma come e' stata possibile una virata a 180 gradi? La frase "i segni sono compatibili con il racconto" vuol dire che, se si prende per buona l'ultima versione dei fatti data da Nucera, l'episodio e' veritiero. La domanda e' dunque se bisogna credere alla relazione scritta subito dopo il fatto o alla testimonianza resa a 15 mesi dall'episodio. Come e' ovvio la difesa di Nucera da' peso scarsissmo alla relazione di servizio: scritta in fretta e furia alle tre di notte, ultimo fardello di una giornata pesante e quindi approssimativa e poco accurata. Sembra che dunque Torre abbia fondato i suoi esami sulla deposizione del 7 ottobre credendo alle due coltellate o a un unico colpo che - a causa di una piega o uno sbuffo del giubbotto - taglia gli indumenti in modo differente.

Infine, il Tribunale del riesame ha accolto la richiesta di Alberto Funaro, uno dei 23 colpiti ordinanza di custodia cautelare il 4 dicembre per gli scontri avvenuti durante il G8. A Funaro, che si trovava ancora in carcere, i giudici hanno concesso gli arresti domiciliari a Roma.