Missione Oggi: IL SENATO RATIFICA LA MODIFICA ALLA 185 MA LA CAMPAGNA CONTINUA



CAMPAGNE IN MOVIMENTO

IL SENATO RATIFICA
LA MODIFICA ALLA 185
MA LA CAMPAGNA CONTINUA



Si è concluso al Senato l'iter della modifica alla legge 185
sull'esportazione di armi italiane. Le associazioni promotrici della
Campagna "Difendiamo la 185" continueranno l'impegno per rendere vincolante
il Codice di Condotta Europeo sul commercio di armi.

 Con 134 voti a favore, 95 contrari e due astenuti, il 27 marzo il Senato
ha approvato il Disegno di legge 1547 che, ratificando l'Accordo di
Farnborough, ha modificato la legge 185 sull'esportazione di armi italiane.
Si è concluso così il lungo iter parlamentare di un disegno di legge il
quale - considerata  l'approvazione quasi bypartisan raccolta nelle
Commissioni alla Camera - sarebbe passato inosservato se non ci fossimo
mobilitati fin dal gennaio dello scorso anno promuovendo la Campagna
"Contro i mercanti di armi: difendiamo la 185". E se il risultato non è
certo ciò che la Campagna auspicava, non possiamo dimenticare l'importante
azione di sensibilizzazione della società civile, confluita nelle oltre
70mila lettere consegnate al presidente del Senato.
Ma soprattutto non va dimenticato il confronto dei promotori della Campagna
con i rappresentati dei diversi gruppi parlamentari, che ha consentito di
introdurre nel Disegno di legge importanti modifiche, volte a salvaguardare
la trasparenza e il controllo della società civile in materia di commercio
di armi.
 Non si è riusciti a impedire la ratifica dell'Accordo di Farnborough,
firmato dai sei paesi europei maggiori produttori di armi - accordo che
intende "facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria
europea della difesa" (cioè l'industria bellica).
È passato illeso il concetto di licenza globale di progetto - fortemente
difeso dalla lobby armiera - che sostituisce la singola licenza finora in
vigore e si applica "a tutti i programmi di coproduzione intergovernativi o
interindustriali di produzione, ricerca o sviluppo di materiale di
armamento, svolti con imprese di paesi dell'Unione Europea e della Nato. E
soprattutto non verrà più reso noto il certificato finale di destinazione
d'uso, sottraendo al parlamento e alle associazioni la possibilità di
conoscere i destinatari finali di armi coprodotte da ditte italiane, tra i
quali potrebbero esservi paesi che commettono violazioni dei diritti umani
considerate "non gravi".
Ma altrettanto importanti sono le modifiche apportate all'iniziale disegno
di legge, frutto di un serrato confronto della Campagna con le forze
politiche. Innanzitutto, già alla Camera era stata approvata la norma che
la Relazione annuale del Presidente del Consiglio debba "contenere l'elenco
dei programmi sottoposti a licenza globale di progetto, con l'indicazione
dei paesi e delle imprese italiane partecipanti, nonché le autorizzazioni
concesse dai paesi partner, relative a programmi a partecipazione italiana
e sottoposti al regime della licenza globale di progetto".
Inoltre, è stata ripristinata la norma che fin dalla fase autorizzatoria,
alla domanda di licenza globale di progetto debba essere acclusa copia
dell'autorizzazione a trattare, indicando la descrizione del programma
congiunto, con indicazione del tipo di materiale di armamento che si
prevede di produrre, delle imprese dei paesi di destinazione o di
provenienza del materiale e l'identificazione dei destinatari (autorità
governative, enti pubblici o privati autorizzati) del programma congiunto.
Infine, nella votazione al Senato, è stato soppresso l'articolo 11 del Ddl
1547, che prevedeva che le armi vendute con "licenza globale di progetto"
fossero sottratte alla trasparenza bancaria. Una piccola ma significativa
vittoria soprattutto per la Campagna di pressione alle banche armate, di
cui la nostra rivista è da anni promotrice.
Come promotori della Campagna Difendiamo la 185 intendiamo continuare
l'opera di monitoraggio dell'export di armi italiane, sia chiedendo un
confronto annuale con i rappresentanti governativi sulla Relazione annuale,
sia coordinandoci con altre associazioni a livello europeo per rafforzare e
rendere vincolante il Codice di Condotta Europeo sul commercio di armi
attraverso la "Campagna europea per una regolamentazione efficace dei
trasferimenti di armi", di cui parleremo in un prossimo articolo.

GIORGIO BERETTA




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