Costituito il Tavolo permanente di confronto degli Enti locali con le associazioni per il diritto all'acqua



1° Forum alternativo dell'acqua
Firenze 21-22 Marzo 2003

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Forum Acqua - Costituito il Tavolo permanente di confronto degli Enti
locali con le associazioni per il diritto all'acqua
 Un appuntamento tra Enti Locali e associazioni durante il prossimo Forum
Sociale Europeo di Parigi. E una proposta dei parlamentari d'Europa per un
Parlamento mondiale dell'acqua

FIRENZE, 21 Marzo - Un Tavolo nazionale permanente di confronto tra Enti
locali e movimenti sui servizi d'acqua, per monitorare il fenomeno delle
privatizzazioni e garantire il diritto all'acqua per tutti.  Inoltre
l'impegno preso da Claudio Martini per l'organizzazione un seminario di
riflessione sulla gestione dei servizi idrici fra Enti locali e
organizzatori del Forum alternativo mondiale dell'acqua, nell'ambito del
Forum Sociale Europeo che si terrà a Parigi nel novembre prossimo. Questi i
risultati più rilevanti del confronto tra Enti locali e società civile nel
corso del 1° Forum Alternativo Mondiale dell'acqua di Firenze.

Risultati nazionali, ma anche locali: "La Regione Toscana si impegna per
organizzare un seminario di riflessione sulla gestione dei servizi idrici
fra la giunta e gli organizzatori del Forum alternativo mondiale
dell'acqua". Questa la proposta di Claudio Martini, presidente della
Toscana, annunciata nel corso della tavola rotonda "Il ruolo e gli impegni
dei poteri locali". La dimostrazione che il dialogo fra enti locali e
cittadini, come è più volte stato ribadito nel corso del seminario, è
necessario per creare politiche idriche basate sul principio di "acqua come
bene comune".

Confronto aperto, e molte critiche, rispetto al processo di cogestione
pubblica-privata delle risorse idriche attuato in molte regioni italiane,
Toscana compresa. "Non auguro a nessuno il cosiddetto 'modello toscano' "
ha detto Roberto Renai, consigliere comunale di Pian Castagnaio (Si),
descrivendo il funzionamento dell'Ato 4. Un'autorità di ambito dove "è
stato detto ai cittadini che devono consumare una maggiore quantità di
acqua, - ha spiegato - passando dai 200 litri al giorno a 320, altrimenti
la tariffa non può mantenersi bassa e competitiva".

"Proprietà pubblica delle risorse idriche significa anche gestione pubblica
- ha sottolineato Paolo Cerutti, sindaco del comune lombardo di Magreglio -
fuori da questa logica si parla di privatizzazione". E sulla questione la
Lombardia si esprimerà entro il 2004, grazie al referendum abrogativo della
legge regionale sulla privatizzazione della gestione, approvato grazie
all'impegno di 150 comuni della regione (su un totale di 1500). Una lotta
trasversale, che nella volontà di mantenere pubblica la gestione
dell'acqua, è riuscita ad unire comuni di diverso orientamento politico.

Diversa la storia del Trentino illustrata da Roberto Pinter, vicepresidente
della Provincia autonoma di Trento. Una zona, questa, che dopo aver subito
le decisioni del governo italiano sulle concessioni e lo sfruttamento delle
risorse idriche, senza peraltro vedere alcun profitto, ha ottenuto nel 1999
la Carta di autonomia, che ha concesso alla provincia il demanio idrico.

Ai sindaci italiani, ma non solo, è stato invece rivolto un appello dal
francese Jacques Perreux, primo cittadino del comune di Marne La Vallée.
"Se volete che un altro mondo sia possibile - ha detto - non importate la
gestione pubblico-privato francese". E' invece ancora possibile un
percorso diverso, vale a dire il passaggio da privato a pubblico. "A
Grenoble, dove dopo la scoperta della corruzione della giunta di destra, si
è fatto ritorno alla municipalizzazione - ha spiegato Perreux - i costi
dell'acqua sono diminuiti del 44%!". Riprendendo gli spunti offerti da
Emilio Molinari, presidente del Comitato Italiano Acqua, fra la strada che
porta alla mercificazione dell'acqua e quella che chiede di riscrivere la
nozione di diritto all'acqua come bene comune, il sindaco di la Marne è
stato chiaro riguardo alla sua scelta. Ha infatti proposto direttamente ai
servizi pubblici esistenti (pari ancora al 95% in tutto il mondo) di
mettersi in rete, "perché con le strutture pubbliche che ancora esistono, -
ha detto - possiamo proclamare l'acqua un diritto di tutti, e "liberare"
quel 5% di acqua ormai privatizzata".

Anche i parlamentari dei Paesi europei presenti al Forum hanno preso
l'impegno di sostenere le proposte lanciate dalle associazioni presenti al
1° Forum mondiale dell'acqua, attraverso una Carta di principi in base alla
quale costituire un vero e proprio Parlamento Mondiale dell'acqua.