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Diyarbakir - 20 marzo 2003
- Subject: Diyarbakir - 20 marzo 2003
- From: "ramalkandy@iol.i" <ramalkandy at iol.it>
- Date: Fri, 21 Mar 2003 23:02:56 +0100
Diyarbakir - 20/3/2003 Al risveglio troviamo la notizia del primo attacco a Baghdad. Una coltre pesante mi cala sull'anima, anche se non si capisce ancora bene cosia sia successo. Andiamo alla sede del partito democrtico curdo, che ora si chiama Dehap; pochi locali pieni di fumo, parecchio fermento ma nessuno che parla inglese. Restiamo un po' a scambiarci sguardi e strette di mano, poi ce ne andiamo. Un ragazzo curdo ci approccia all'uscita, ha una faccia simpatica, il gabbiano jonathan livingstone in mano, parla due parole di inglese, provo a chiedergli se sa dov'e' il MKM. Abbiamo infatti saputo che il centro culturale della Mesopotamia di Diyarbakir, chiuso mesi fa, riaprira; tra poco e ci aspettiamo di trovare qualcuno che sta lavorando all'allestimeno della nuova sede. Mervan, cosi' si chiama, disponibilissimo, si fa carico di noi e ci accompagna con spirito gentile. Quella gentilezza curda e anche araba, che se ci stupisce vuol dire che siamo proprio messi male.. a stupirci di qualcosa che dovrebbe essere patrimonio di ogni cultura, e che forse non lo e' piu' della nostra. Il centro e' bellissimo. E' un palazzo di qualche secolo fa appena ristrutturato, con ancora la vernice fresca in alcuni punti. Il MKM qui pero' non si chiama MKM, ma con un nome diverso: e' tipico per le attivita' curde cambiare nome di frequente, ogni qual volta ripartono dopo essere state chiuse dai turchi. Una ragazza curda con un francese incerto, ma certo migliore del mio, ci accompagna a visitarlo. In alcune stanze hanno fedelmente riprodotto l'ambientazione tipica curda, ed' e' molto suggestivo, colorato e rilassante. Hanno un grande gusto i curdi per la vita quotidiana, per i particolari e per le relazioni tra le persone. Un gusto che, oppresso insieme ai loro diritti, quando trova un piccolo spazio come questo esplode in maniera meravigliosa. La cosa bella e' stata che pur senza scambiarsi una parola in una qualche lingua comprensibile, i grandi sorrisi e la grande gioia reciproca gazzi curdi del centro. Si vede anche che sono molto felici e orgogliosi di aver ricostruito questo posto, dove si svolgeranno corsi di teatro, lingua e musica curda. Durante un breve giro nelle vie del mercato, un venditore di tappeti ci approccia e non ci molla se non dopo un te' insieme e averci raccontato parte della sua curiosa vita. Murat, vende tappeti ai turisti, ma gli affari migliori li fa con i soldati americani. Solo che da un mese hanno cambiato tutto alla base vicino Diyarbakir, ne hanno trasferiti molti e hanno detto che useranno la base per operazioni militari per un anno... Alle 6 si svolge una cerimonia di accoglienza al centro culturale, dove arriva un sacco di gente. C'e' un canto Yazidi, una religione molto diffusa tra i curdi, con una storia molto profonda e radicata in questa zona del mondo. Vorrei scrivere giu' alcune delle loro leggende che mi hanno raccontato, ma ora non ho tempo... cerchero' qualche libro. Incontriamo altri italiani, alcuni oggi sono stati fermati dalla polizia e rilasciati poco dopo. Apprendiamo che, con un voltafaccia tipico della politica di queste parti, oggi il governo turco ha approvato l'invio di truppe in Iraq settentrionale, zona a maggioranza curda, in appoggio alla guerra statunitense. E' una notizia grave. Nei prossimi giorni le forze armate si aggiungeranno a quelle gia' presenti in maniera massiccia da queste parti. E poi entreranno nella zona settentrionale dell'Iraq... L'ignoranza di chi sta scatenando questa guerra, ignoranza non solo della storia dell'uomo, ma anche della situazione complessa di questa regione, potrebbe dare fuoco a tutto, anche da queste parti, dove secoli di violenze e oppressioni hanno lasciato profondamente il segno. Per televisione vediamo immagini di incidenti a Istanbul, alla manifestazione contro la guera, ma non riusciamo a capire molto di piu'. A cena una discussione non facile con il nostro amico curdo, sulla situazione in Kurdistan, sulla lotta armata, sulla nonviolenza, sul pacif queste parte. Difficile... e' ancora tutto in via di chiarimento dentro di me, aspetto un po' a scriverne. In albergo riusciamo a vedere la BBC e sapere qualcosa di piu' sulla guerra in Iraq; mi angoscia molto il suono delle sirene sopra Baghdad, che fanno vedere da non so quale televisione araba. Mi ricorda la proposta che qualcuno ha fatto in tuttigiuperterra, di far suonare le sirene nelle citta' italiane. Ad esempio di notte, in concomitanza coi bombardamenti statunitensi, magari in maniera distribuita, ognuno dal suo balcone... Forse e' troppo negativo e angosciante, pero' potrebbe svegliare, in tutti i sensi, un po' di gente... Telefoniamo a Ugur a Istanbul per sapere cosa e' successo alle manifestazioni; la polizia ha caricato violentemente, ma si prevedono manifestazioni maggiori nei prossimi giorni. Prima di addormentarci, sentiamo il rumore inconfondibile dei bombardieri che ci passano sopra la testa. Domani sara' festa, Newroz, capodanno. Mi chiedo con che spirito festeggiare. Non so, mi lascero' coinvolgere dalla loro energia, e vedremo. -------------------------------------------------------------------------- Enrico Marcandalli ramalkandy at iol.it - http://www.peacelink.it --------------------------------------------------------------------------
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