Lettera Mons. Tommaso Valentinetti





Comunità monastica di Bose 20 marzo 2003



                Carissimi fratelli e sorelle di Pax Christi,



la notizia dell’attacco all’Irak mi ha raggiunto mentre ero in viaggio per raggiungere questo luogo di silenzio e di preghiera con un gruppo di laici. Come tanti, anch’io ho cominciato ad essere testimone, quasi dal vivo, attraverso le notizie che si susseguivano trasmesse dalla radio, di tutti gli eventi bellici.

So che un sentimento di delusione per gli sforzi compiuti negli ultimi mesi al fine di scongiurare la guerra e lo sconcerto per un conflitto trasmesso ‘in diretta’ ci accomunano e perciò sento il bisogno di scrivervi per condividere con voi questo momento.

Da agosto a oggi, fin dal primo comunicato stampa in cui Pax Christi prendeva posizione contro la guerra minacciata dagli Stati Uniti d’America, voi tutti avete lavorato con coraggio e con chiarezza per denunciare quanto fosse folle, contrario alla Costituzione dello Stato italiano, alla Carta dell’Onu e soprattutto contrario al Vangelo di pace di noi credenti in Cristo, questo “nuovo” tipo di conflitto, chiamato preventivo, invece che aggressione come si usava un tempo. Nonostante cambi la terminologia, ancora una volta la logica della morte intende prevalere su quella della vita, la logica delle armi e della forza prevale su quella della debolezza e della nonviolenza, la logica dell’ingiustizia prevale, in nome di una effimera legalità, sulla logica della giustizia e della verità, la logica dell’odio prevale su quella della pace.

Alla nostra piccola voce contro le ragioni della guerra ha dato slancio la voce di tanti altri fratelli, di altri gruppi e organizzazioni e insieme è cresciuta la nostra volontà di dire a tutti le ragioni della pace. Il Papa con grande forza e, come mai prima d’ora, ci ha spronato alla profezia e alla denuncia di questa avventura senza ritorno. La sua azione e quella diplomatica della Santa Sede sono state decise e incessanti mentre da tante chiese diocesane si è levata alta la preghiera, per invocare dal principe della Pace il dono dello Spirito Santo capace di illuminare il cuore dei potenti di questo mondo affinché recedessero dai progetti di guerra.

Desidero ringraziare insieme con voi il Signore per questa voce profetica che è nata dal cuore stesso della chiesa e che negli ultimi mesi ha stretto ancora di più i legami di fraternità con tanti credenti delle altre confessioni cristiane, uniti per chiedere dal Signore il dono della pace e spronare gli uomini di buona volontà e percorrere i sentieri della verità, della giustizia, della libertà e dell’amore. Adesso ci sentiamo forse un po’ scoraggiati, così come è capitato ai discepoli di Emmaus, quando tutte le speranze sembravano deluse. Non è, però, il momento di abbattersi: dobbiamo continuare a lavorare avendo bene in mente tre obiettivi importanti.

1) Intensificare la nostra preghiera nelle modalità con cui ciascuno di noi sa e può fare, così come indicato nel comunicato stampa del 20 marzo.

2) Avere il coraggio di ignorare e far ignorare tutte quelle trasmissioni televisive e radiofoniche che in questi giorni ci presenteranno la guerra come un macabro spettacolo di morte con dettagli minuti su tutte le operazioni di guerra. Questo semplice gesto di resistenza civile contribuisce al rifiuto di una cultura della morte necrofila e disperante: non dobbiamo dimenticare che noi cristiani siamo gli uomini e le donne della speranza.

3) Non disperdere ma, al contrario, raccogliere e valorizzare tutto il patrimonio di riflessione e di approfondimento sui temi della pace e soprattutto sul disarmo che negli ultimi mesi ci ha visti protagonisti, perché proprio questo è il momento in cui diventa più che mai importante educare le giovani generazioni al valore irrinunciabile della pace e approfondire la richiesta che da esse proviene per la costruzione di una società fondata sulla solidarietà e sull’amore.

Al Signore Gesù, che nel tempo di quaresima contempliamo crocifisso, giusto morente in un mondo ingiusto, affidiamo tutte le vittime di queste ore e di questi giorni, poveri indifesi che ancora una volta muoiono in un mondo ingiusto. La nostra certezza è che Cristo vittorioso su tutte le morti presto tornerà a instaurare il suo regno di Amore, di Giustizia e di Pace.

+ Tommaso Valentinetti

Presidente di Pax Christi Italia











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