[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Appunti sparsi da Istanbul
- Subject: Appunti sparsi da Istanbul
- From: ianosh at interzone.it (by way of Enrico Marcandalli <ramalkandy at iol.it>) (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Thu, 20 Mar 2003 14:42:54 +0100
Appunti sparsi da Istanbul - 18/3/2003 L'aeroporto di Istanbul, come tutti gli aeroporti, e' un'accozzaglia fredda e spopolata di acciaio e cemento; questo pero' appare ancor piu' spopolato, sara' per l'ora o il giorno feriale. Siamo appena arrivati, ma per scrupolo andiamo a controllare che sia tutto a posto per il volo a Diyarbakir; la commessa prima ci chiede se siamo giornalisti, poi ci fa notare che tra 48 ore comincia la guerra. "So what?" le rispondo io, un po' scocciato, ma poi capisco dal suo sorriso che e' usanza comune dei turchi farti un sacco di domande sul tuo conto, e allora accetto di buon grado il gioco. Il bus ci porta verso la citta', e dopo una decina di minuti, oltrepassata una curva, appare Istanbul, stesa sui colli intorno al Mare di Marmara, confusa e inspiegabile nel suo caotico disegno. La vista dei minareti, non so perche', mi trasmette un senso di grande pace e familiarita'; la loro presenza mi ispira grande fiducia, oltre al loro chiaro fascino. E' quasi poetico vederli interrompere la linea del paesaggio, da qualsiasi parte mi giro. Al centro culturale della mesopotamia (MKM) ci accolgono sorridenti. C'e' un clima fervente, intenso, di fumo e di discussioni, tra bicchieri di te' e musica curda. Non faccio in tempo a presentarmi che subito mi becco da un curdo con un ottimo inglese il discorso sulla lotta del popolo curdo. So gia' di cosa si tratta, in fondo sono qui soprattutto per questo, ma lo lascio fare, credo sia tipico servirlo insieme al te' ai visitatori stranieri. E poi serve anche a far capire in che modo si fanno le cose in questo centro. Un ragazzo mi apostrofa in curdo, poi capisce dalla mia faccia interrogativa che sono straniero e lascia perdere, non sapendo altre lingue. Ma altri mi chiedono se ho origini curde, dicono che lo sembro proprio, gli spiego di no, o almeno non credo, certo puo' anche essere che secoli fa un curdo abbia messo radici nel sud italia, e ora io stia tornando a casa... Ad ogni modo mi rallegra essere preso per uno di loro e non per un turista, anche perche' turista non sono... Mi colpisce subito una differenza con i curdi che ho conosciuto in Italia. Qui sono fieri, decisi, sicuri, affermano la loro identita' anche nel parlarti seduto a un tavolo. Sembrano sentirsi parte di un gruppo oppresso ma forte e combattivo. Alcuni hanno girato l'Europa, altri sono sempre stati qui, e l'impatto con la loro forza e' chiaro e immediato. E' difficile pensare che questi occhi possano arrendersi di fronte a qualsiasi cosa. Non che gli immigrati in Italia siano fragili, ma la lontananza dalla loro terra e dal loro popolo li intristisce un po'. Forse sbaglio, o forse sono io che li guardo con occhi diversi. Con Kawa parliamo di musica e di storia, del Newroz e della guerra incombente. Mentre in sottofondo si sente la musica di un gruppo curdo, ricordo che proprio in Kurdistan i curdi fondarono la prima scuola di musica musulmana. La loro musica ha radici lontane, e si sente. Un gruppo musicale, i Koma Amed (chissa' se li scrivo giusti i nomi...) portano avanti questo progetto, mantenento vive le musiche e le parole della loro tradizione. I musicisti si alternano, vanno e vengono, ma il progetto continua. Gli chiedo se puo' recuperarmi qualche spartito o qualche testo, ma e' praticamente impossibile. E' molto difficile trovare queste risorse in Turchia, molto piu' facile a Parigi o in Germania. Che storia, la cultura di un popolo che non trova spazio nella sua terra, e che si sparge nel resto del mondo. Incontro un ragazzo, il percussionista dei Koma Amed, giovane studente dell'universita', mi racconta della loro attivita' musicale. Gli chiedo se pensa che questo possa diventare il suo lavoro, vivere come musicista. Mi racconta che se vuoi vivere suonando devi suonare nei locali commerciali, adattarti a fare musica di consumo. Lui no. vuole che la musica che suona sia musica del suo popolo, con un messaggio e una storia. "Preferisco essere povero, ma libero", e quindi vive dei concerti e delle registrazioni che vendono, piu' qualche lavoretto. Una forma di militanza musicale che mi da' molto da riflettere, a me che del fare musica ho a volte fatto una ragione di vita, a volte un lavoro, e adesso solo un occasionale passatempo. Usciamo e incontriamo Ugur, uno dei pochi e coraggiosi obiettori di coscienza turchi, per andare con lui alla riunione straordinaria del coordinamento contro la guerra. Passeggiando per le vie affollate e rumorose, ricordo le parole di Guccini, a spizzichi, ... "Citta' assurda, citta' strana... Plebi smisurate, labirinti ed empieta'.... sospesa tra due mondi e tra due ere..." se qualcuno le trova le aggiunga, che solo ora capisco quanto bene descrivano questa citta' Alla riunione si respira un'aria intensa e, appunto, straordinaria, come i tempi in cui stiamo vivendo. Il governo turco vuole riprovarci, non solo dando le basi agli USA, ma anche partecipando direttamente all'intervento in Iraq. Straordinaria l'ampiezza del fronte del coordinamento, che riunisce associazioni che fino a qualche mese fa lottavano tra di loro. Straordinaria la lucida e tranquilla dinamica del dibattito, al che mi viene da pensare che la tipica litigiosita' e inconcludenza della riunioni italiane sia una caratteristica esclusiva della cultura nostrana. Ordinarie invece le forme di protesta decise, fondamentalmente manifestazioni di piazza. Ugur propone con decisione azioni di disobbedienza civile contro le basi e e il governo; ma e' difficile quanto sia possibile, qui e ora, in Turichia, attuare queste forme di azione nonviolenta. Questo posto e' il ponte tra Oriente e Occidente. Il ponte di mondi e culture diverse ma cosi' affascinanti. Come tutti i ponti di questo tipo, e' di importanza fondamentale per la storia dell'uomo. E' tragico vederlo percorrere in questi giorni dai carri armati.[Nota: In questi giorni un volontario dell'associazione PeaceLink (Francesco Iannuzzelli) e un volontario della comunita' Papa Giovanni XXIII (Daniele Tramonti) sono presenti in Turchia per raccontare un altro Kurdistan, che non e' quello dell'Iraq, ma quello della Turchia. Per contatti: In Turchia: email goel.apg23 at libero.it - Tel. 0090 543 2957827 In Italia: email odcpace at apg23.org - Tel. 348 2900582]
- Prev by Date: News da diyarbakir
- Next by Date: Comunicato stampa - IRAQ/ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI: "CONTRO LA GUERRA SI MOBILITINO LE COSCIENZE CON TUTTI I COMPORTAMENTI DI PACE"
- Previous by thread: News da diyarbakir
- Next by thread: Comunicato stampa - IRAQ/ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI: "CONTRO LA GUERRA SI MOBILITINO LE COSCIENZE CON TUTTI I COMPORTAMENTI DI PACE"
- Indice: