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La nonviolenza e' in cammino. 529
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 529
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 8 Mar 2003 15:25:44 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 529 dell'8 marzo 2003 Sommario di questo numero: 1. Fermare la guerra con l'azione diretta nonviolenta 2. Maria G. Di Rienzo, il vento della trasformazione 3. Luisa Schippa e Aldo Capitini ricordano Emma Thomas 4. Adriana Cavarero, presentare il pensiero femminista 5. Giancarla Codrignani, un'urgenza 6. Assia Djebar, dalla porta aperta in pieno sole 7. Etty Hillesum, due correnti 8. Luce Irigaray, vent'anni dopo 9. Julia Kristeva, sul perdono 10. Rosa Luxemburg, la guerra come tale 11. Lidia Menapace, il senso di Hiroshima nell'articolo 11 della Costituzione italiana 12. Fatema Mernissi, l'appello al pluralismo 13. Ileana Montini, ancora una volta 14. Luisa Muraro, e se qualcuno 15. Franca Ongaro Basaglia, negare 16. Rossana Rossanda, la lontananza 17. Arundhati Roy, l'unica cosa che meriti di essere globalizzata 18. Silvia Vegetti Finzi, di fronte alla vastita' del compito 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento 20. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. FERMARE LA GUERRA CON L'AZIONE DRETTA NONVIOLENTA La macchina bellica puo' essere fermata. Con l'azione diretta nonviolenta. Bloccando i trasporti di materiali bellici. Bloccando l'operativita' delle basi militari. Bloccando gli impianti di produzione delle armi. Possiamo farlo noi, qui, e dobbiamo quindi farlo, qui, noi: dobbiamo bloccare la macchina bellica, dobbiamo impedire la guerra; e possiamo farlo solo con la nonviolenza, e solo con la nonviolenza dobbiamo farlo. Poiche' lo richiede la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico: la Costituzione della Repubblica Italiana che "ripudia la guerra", e quindi non ci chiede semplicemente di starcene alla larga e stare a guardare, ma di opporci ad essa, fa obbligo allo stato e ai cittadini italiani di agire per impedire la guerra. Poiche' lo richiede il diritto internazionale, che si fonda sul principio che le controversie internazionali devono essere affrontate con strumenti che escludano la guerra, poiche' di tutti i crimini il peggiore e' la guerra, di tutte le tragedie la guerra e' la peggiore. Poiche' lo richiede la voce della coscienza, la voce dell'umanita': che ha questo comandamento che su tutti gli altri comandamenti prevale: tu non uccidere, tu salva le vite umane. E' con la forza della nonviolenza, con l'azione diretta nonviolenta, che la guerra puo' essere fermata. E tu fermala, dunque. 2. MAESTRE. MARIA G. DI RIENZO: IL VENTO DELLA TRASFORMAZIONE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza] Il vento della trasformazione (ovvero: l'alzarsi della marea sostiene tutte le barche, ma non tiene a galla un solo sasso) * Numerosi studi hanno documentato che i nostri pensieri influenzano la realta' in modi profondi. Percio' vi invito ad usare i vostri pensieri saggiamente. Comprendete il loro potere. Poiche' e' la consapevolezza a creare la realta' quale la percepiamo, il tipo di consapevolezza che avete influisce sulla vita che fate. E' impossibile creare pace ed armonia conservando una mentalita' "armata", da battaglia. Non e' possibile essere un "esercito" di pacifisti, o "militare" per la pace senza creare e ricreare guerra. Per costruire pace, dovete essere pace e fermare la guerra a cominciare da voi: un disarmo personale. Ricordate che cio' che nutrite con i vostri pensieri e la vostra attenzione cresce, cio' che non nutrite non puo' farlo. Per quanto sia pericolosa e paurosa la situazione attuale cio' non significa che noi siamo privi del potere di cambiarla. Cominciate con il virare le vostre emozioni e le vostre riflessioni dall'odio e dalla paura verso la compassione e la pace. Prendetevi un minuto al giorno per creare nella vostra mente una visione di come un mondo realmente pacifico potrebbe essere, di che aspetto avrebbe, di come voi vi sentireste in esso. Immaginate che questa situazione sia reale, effettiva, a partire dal prossimo anno: i governi degli stati del mondo cooperano per assicurare giustizia economica e sociale; l'influenza dei guerrafondai e' sparita; le economie di guerra vengono convertite; ci muoviamo nel villaggio globale liberamente e gioiosamente, conoscendo altre culture. Se il vostro pensiero tende comunque verso situazioni di conflitto armato in atto, dirigetelo sulle donne e le bambine e i bambini del paese che vi e' venuto in mente (Palestina, Cecenia, Costa d'Avorio, ecc.): mandate mentalmente a loro il vostro affetto, la vostra energia, la vostra comprensione, la vostra speranza. Non nutrite i guerrieri con la vostra attenzione. Se siete credenti, di qualunque fede, immaginate gli angeli, o altri esseri spirituali lavorare al vostro fianco per proteggervi, per proteggere le persone a cui pensate, e creare la pace. Non credete a tutto quello che leggete o che vi mostrano in televisione: la maggioranza degli articoli e dei servizi, a partire dai loro titoli urlati, sono pensati per farvi sentire spaventati e impotenti, cosi' comprerete altri giornali e starete incollati allo schermo; cosi' la "notizia" vi terra' agganciati, in attesa di guida e di risposta ufficiali per sentirvi piu' sicure/i. Andate invece dove potete parlare, essere ascoltate/i, agire. Cominciate un dialogo con la vostra famiglia, i vostri vicini, i vostri colleghi di lavoro o di studio sul come costruire pace a partire dalle vostre vite, dal qui ed ora. Smettete di pensare ai "sassi", perche' la marea non li sosterra', e diventate vascelli, con le vele gonfie del vento della trasformazione. 3. MAESTRI. LUISA SCHIPPA E ALDO CAPITINI RICORDANO EMMA THOMAS [I seguenti testi di Luisa Schippa e di Aldo Capitini sono tratti dal bel libro di autori vari curato da Sergio Albesano, Bruno Segre e Mao Valpiana, Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, Anppia e Movimento Nonviolento (e con il contributo del Centro Studi Sereno Regis), Torino-Verona 1999, pp. 169-173; un libro che caldamente raccomandiamo e che puo' essere richiesto agli editori: tel. 0115214638 (Anppia), 0458009803 (Movimento Nonviolento), 011532824 (Centro Studi Sereno Regis). Le persone che volessero mettersi in contatto con la Societa' degli amici (Quaccheri) possono scrivere alla seguente casella di posta elettronica: bori at spbo.unibo.it Luisa Schippa, collaboratrice di Aldo Capitini, straordinaria promotrice e testimone della nonviolenza e benemerita degli studi capitiniani (sono particolarmente rilevanti i suoi contributi di studiosa, testimone, interprete e curatrice del lascito capitiniano). Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977; recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non più reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte; sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, e un volume di Scritti filosofici e religiosi. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999] * Luisa Schippa: Emma Thomas Lo scritto di Aldo Capitini su Emma Thomas non avrebbe bisogno di altre testimonianze, perche' esprime quello che e' rimasto nel pensiero e nel cuore di chi la conobbe, in modo insuperabile. Aggiungo soltanto qualche mio ricordo personale. Emma si stabili' a Perugia all'eta' di settantadue anni, acquisto' un piccolo appartamento di due stanzette e con un grosso salone destinato alle riunioni settimanali del Centro di Orientamento Religioso (C. O. R.), dove erano presenti amici e conoscenti di Capitini interessati al suo impegno per una riforma religiosa e per lo studio della nonviolenza gandhiana. Gli incontri erano programmati trimestralmente su argomenti di carattere religioso e sociale. La presentazione del tema specifico scelto era affidata ad una persona che introduceva il tema, a cui seguivano interventi da parte dei presenti. Il metodo usato rievocava quello del Centro di Orientamento Sociale (C. O. S.), ma con differenza di contenuti, poiche' i tempi e la situazione generale erano diversi da quelli dell'immediato dopoguerra. Emma era dotata di uno spirito ricco di iniziative, aperto ai bisogni di quanti la frequentavano: studenti d'inglese e persone di varia estrazione e formazione culturale; camminava a piedi per la citta', faceva chilometri di strada per raggiungere l'ufficio postale alla stazione di Fontivegge per spedire lettere ed inviti agli amici e conoscenti, oltre alle lettere che inviava giornalmente a Capitini a Pisa, dove era tornato alla fine del 1946 al suo incarico alla Scuola Normale Superiore. Ricordo particolarmente gli incontri in cui si svolgeva un rito, quello della sua religione; Emma infatti faceva parte della Società degli amici - Quaccheri (la religione fondata da George Fox, Societa' dei Quaccheri, che poi chiamo' Societa' religiosa degli amici, diffusa in Inghilterra ed in alcuni Stati americani). Il rito consisteva in una disposizione a circolo delle persone presenti, in assoluto silenzio, che veniva rotto da interventi di singoli che liberamente esprimevano pensieri ispirati dalla concentrazione e provenienti dall'intimo. Emma aveva questa religiosita' che le ispirava la fiducia nell'uomo e nella capacita' di comunicare ed unirsi agli altri con l'aiuto di una forza che e' piu' in alto di noi. La sua fede le permetteva di essere amica di tutti, senza criticare e giudicare le convinzioni religiose diverse dalla sua. Ella credeva che ogni essere umano porta con se' valori alti che si manifestano dopo la meditazione ed il raccoglimento nel silenzio. * Aldo Capitini: La sua vita e le sue idee [il presente scritto di Aldo Capitini e' tratto dall'opuscolo "A Emma Thomas", edito dal Centro di orientamento religioso di Perugia, s. d. ma 1960, pagg. 5-9 - nota di Luisa Schippa] Emma Thomas nacque a Lewisham, nel Kent (Inghilterra), l'8 febbraio 1872, prima di sette fratelli e sorelle. Suo padre era calzolaio e la madre lavorava spesso nella bottega; di conseguenza Emma doveva svolgere i lavori di casa. Studio' a Londra al collegio Stockwell e fu la prima donna a diplomarsi in scienze sociali nella famosa scuola inglese di economia, dove ebbe come insegnanti Hobhouse, Haddon e Westermarck. Ricevette una borsa di studio per la Francia e dopo un anno torno' a Londra, con un posto di regolare insegnante. Dopo trent'anni di lavoro si ritiro' in pensione nel 1921. Non si mise a riposo, ma con i suoi risparmi apri' una propria scuola a Gland in Svizzera (International Fellowship School), dove pote' mettere in pratica le sue teorie di un modo piu' libero, piu' organico e cooperativo di educare. Essa vi era chiamata "moto" (madre in sanscrito). Vi erano ragazzi di varie nazioni; Romain Rolland fu un amico di questa scuola, Gandhi tra i visitatori piu' illustri, Pierre Ceresole e Truda Weil tra gli insegnanti. Dopo quindici anni la scuola di Gland fu chiusa ed Emma Thomas torno' a Londra. Durante la guerra fu nei corpi di assistenza nelle incursioni aeree e poi prese in consegna quindici fanciulli evacuati in un luogo di rifugio nella campagna inglese. Insegno' la lingua inglese a prigionieri italiani ed alla fine della guerra si ostino' per ottenere il permesso di venire in Italia e lavorare per avvicinare i due popoli. Collaboro' a Roma con il pedagogista Washburne e propagava l'Unione per le nazioni unite. Resto' in Italia, insegnando in varie scuole, tra cui quella anglo-americana, organizzando riunioni di quaccheri ed assistendo i poveri. Si trovava spesso a convegni organizzati da me e da miei amici a Roma dal 1947 in poi su problemi di riforma religiosa e di nonviolenza. Una volta, sapendo che avevo organizzato a Perugia dal 1944 i Centri di orientamento sociale per la periodica discussione, aperta a tutti, dei problemi amministrativi locali, sociali e politici generali (una cosa nuova in Italia, diversa dal fascismo autoritario), mi espose la sua intenzione di stabilirsi a Perugia per aiutarmi a costituire un Centro di orientamento religioso per periodiche ed aperte discussioni su problemi di vita religiosa e di nonviolenza. Venne a Perugia ed acquisto' l'ultimo piano di una casa in costruzione in via dei Filosofi 33. Dal 1952 si sono svolte in questo centro conversazioni settimanali secondo un programma trimestrale e convegni Oriente-occidente; si e' costituita la Societa' vegetariana italiana ed e' stato tenuto un seminario gandhiano. Fino a quando e' entrata all'ospedale, ella e' stata la costante preparatrice delle riunioni nel pomeriggio domenicale, spesso parlando lei stessa con contributi efficacissimi. Al lavoro del centro di Perugia per l'orientamento religioso e del centro di coordinamento internazionale per la nonviolenza, ai collegamenti con spiriti religiosi e nonviolenti di ogni parte del mondo, Emma Thomas dava un'opera assidua di segretaria, di traduttrice, di ispiratrice. A questo lavoro univa quello di insegnante di inglese, lavoro a lei carissimo, e di frequente assistenza ai bisognosi. Era stimata ed amata da tutti quanti la conoscevano nella via dei Filosofi e nella citta'. Da due anni le sue forze erano diminuite. Nel gennaio 1959 era entrata all'ospedale per curare una grave polmonite; il prof. Benda, che era gia' suo scolaro d'inglese, la guari', ma ella rimase all'ospedale perche' debole. Dopo un po' torno' a casa, ma non era piu' come prima. Quest'anno era tornata all'ospedale in febbraio, per debolezza dei polmoni e del cuore e per disturbi alla circolazione. I medici hanno sempre detto che aveva una grande capacita' di resistere e di riprendere le forze. La sua testa era sempre limpida. Fece un'operazione ad un occhio per cateratta. Negli ultimi mesi, stando all'ospedale, era sempre piu' debole. I medici e le donne infermiere le hanno dato il massimo della loro attenzione. Da qualche mese aveva ceduto al comitato del C. O. R. la proprieta' dell'appartamento, perche' desiderava che il centro continuasse la sua vita, anche se ella era malata o morta. Da lunedi 18 luglio era gravissima, sempre nel letto, alternando momenti di assopimenti ed incoscienza a momento di lucidita'. Nella sua camera aveva come compagna la signora Anna Ascani, che le e' stata come una sorella giorno e notte. Negli ultimi giorni ha avuto periodi in cui parlava non chiaramente ora in italiano, ora in inglese. Nel penultimo giorno di vita ha chiamato molto l'amica Lilian. Non ha sofferto. Ormai il suo corpo era consumato. Il trasporto funebre e' avvenuto lunedi' 25, alle ore 18, senza cerimonia cattolica: sulla cassa e' stato messo il nome e la croce. Un manifesto ed un comunicato nei giornali ha annunciato alla cittadinanza la morte di Emma Thomas. In un punto dell'accompagno funebre e' stato letto un discorso a nome degli amici. Molti erano i fiori. Al cimitero e' stata collocata provvisoriamente nella tomba di Giancarlo Sargenti, suo scolaro. Tra mesi la salma passera' nella tomba di amici del C. O. R. [in quella stessa tomba, accanto ad Emma Thomas, e' sepolto ora Aldo Capitini - nota di Luisa Schippa]. Emma Thomas amava le contrapposizioni: spazio e barriere, apertura ed esclusione, vita e morte. Pensava che creare sistemi chiusi, porre barriere, escogitare troppe definizioni, soffoca la vita, che e' una manifestazione tra noi dello spirito divino. Il cristianesimo ha affermato l'autorita' del papa e del libro sacro (mentre la Bibbia non e' che un periodo nello sviluppo della religione): meglio fa la Societa' degli amici (o Quaccheri) affermando l'immanenza dell'autorita' e della verita' e che percio' non ha sacerdoti, riti, dogmi, perche' il divino seme e' in ogni uomo, donna, bambino. Bisogna lasciar crescere questo seme: l'energia che va verso il fuori e' creatrice, l'energia che va verso il dentro e' rovinosa, e' cancro. Citava spesso la frase di Eddington: "Il miracolo della creazione non e' compiuto una volta nel confuso passato, ma continuamente da una mente consapevole". Come i corpi sono individuali e nemmeno due fili d'erba sono identici, cosi' e', anche piu', delle anime. Emma Thomas insisteva sempre sul valore dell'individuo, della sua singolarita', differenza, disuguaglianza. E la religione e' l'espressione dell'intimo rapporto dell'anima individuale, da una parte con Dio, dall'altra con gli esseri: la vita dell'Unotutti. Ognuno di noi ha un contributo unico ed indispensabile da dare al regno di Dio sulla Terra e nessun altro lo puo' dare al suo posto. L'evoluzione avviene attraverso un variare infinito. La vita opera sempre verso armonie piu' larghe, verso cooperazioni. Cosi' e' nell'organismo fisico, cosi' nella societa'. E la lotta contro quella certa inerzia che deve esser fatta dalla vita nell'individuo e nella societa' e' piuttosto uno stimolo alla crescita che un ostacolo. "Non vi e' assoluto, non perfezione neppure nello stesso Dio, poiche' cio' significherebbe la negazione della vita, la cui essenza e' l'infinito cambiamento. La vita non puo' arrestarsi". L'amore e' la pienezza e sovrabbondanza della vita, che spinge a dare, a servire, a dimenticare la propria vita in quella degli altri, fino al proprio sacrificio. Emma Thomas amava la nota preghiera di san Francesco: "O Signore, fa' di me uno strumento della tua pace... fa' che io non cerchi tanto di essere amato, quanto di amare". Non accettava che ci fossero tormenti eterni, l'inferno. L'universo ha certamente una finalita'; noi non possiamo vivere senza ideali. Nei suoi scritti e nelle conversazioni mi risultava come Emma Thomas avesse assimilato termini da me usati, come "presenza, centro, Uno-Tutti, valore, ascoltare e parlare, sempre piu', apertura", alle sue idee chiarissime, ben possedute dalla mente e congiunte strettamente con la pratica. Ho incontrato in lei una persona che viveva e creava spontaneamente caratteri dello spirito gandhiano come l'apertura, la nonviolenza, la lealta', la festevolezza, la razionalita', la costanza; ella era veramente, come Gandhi diceva di se', un'"idealista pratica". Tra le persone che ho incontrato, in mezzo a tanti che ripetono conformisticamente le idee ricevute dalla tradizioni come facevano i pagani, o le rifiutano e non cercano altro, Emma Thomas era una di quelle che possedeva idee sicure e liberamente formate e tuttavia desiderava quotidianamente di rivederle, correggerle o approfondirle: ella attuava l'idea del C. O. R. 4. MAESTRE. ADRIANA CAVARERO: PRESENTARE IL PENSIERO FEMMINISTA [Da Franco Restaino, Adriana Cavarero (a cura di), Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, p. 112. Adriana Cavarero e' docente di filosofia politica all'Università di Verona; dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb Woman's Studies Center" ospitato dal Center for Digital Discourse and Culture at Virginia Tech University (www.cddc.vt.edu/feminism), copyright 1999 Kristin Switala, riportiamo questa scheda bibliografica delle sue opere pubblicate in volume: a) libri: Dialettica e politica in Platone, Cedam, Padova 1974; Platone: il filosofo e il problema politico. La Lettera VII e l'epistolario, Sei, Torino 1976; La teoria politica di John Locke, Edizioni universitarie, Padova 1984; L'interpretazione hegeliana di Parmenide, Quaderni di Verifiche, Trento 1984; Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma1990. (traduzione tedesca: Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin 1992; traduzione inglese: In Spite of Plato, Polity, Cambridge 1995, e Routledge, New York 1995); Corpo in figure, Feltrinelli,Milano 1995; Platone. Lettera VII, Repubblica: libro VI, Sei, Torino 1995; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997; Adriana Cavarero e Franco Restaino (a cura di), Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999. b) saggi in volumi collettanei: "Politica e ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume", in Per una storia del moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp. 93-119; "Giacomo I e il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in Sovranita' e teoria dello Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come scienza", in Il politico. Da Hobbes a Smith, a cura di Mario Tronti,Feltrinelli, Milano 1982, vol. II, pp. 705-715; "Il principio antropologico in Eraclito", in Itinerari e prospettive del personalismo, Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La teoria contrattualistica nei Trattati sul Governo di John Locke", in Il contratto sociale nella filosofia politica moderna, a cura di Giuseppe Duso, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per una teoria della differenza sessuale", in Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der Geschlechterdifferenz", in Diotima. Der Mensch ist Zwei, Wiener Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione filosofica della differenza sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg & Sellier, Torino 1987, pp. 173-187. (traduzione inglese: "The Need for a Sexed Thought", in Italian Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono, Blackwell, Oxford 1991); "Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La scuola Eleatica, Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in Diotima. Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131. (traduzione spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el mundo, Icaria y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der Geschleterdifferenz", in Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag, Frankfurt 1990, pp. 95-111; "Equality and Sexual Difference: the Amnesias of Political Thought", in Equality and Difference: Gender Dimensions of Political Thought, Justice and Morality, edited by G. Bock and S. James, Routledge, London 1991, pp. 187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in Logiche e crisi della modernita, a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 313-319; "La tirannia dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra classico e moderno, a cura di Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp. 107-122; "Introduzione" a: B. Head, Una questione di potere, El, Roma 1994, pp. VII-XVIII; "Forme della corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie, Milella, Lecce 1994, pp. 15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i perversitat: les dones a la Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa, Edicions Destino, Barcelona 1994, pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre la metafisica della morte", in Femminile e maschile tra pensiero e discorso, Labirinti 12, Trento, pp. 15-28; "La passione della differenza", in Storia delle passioni, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 279-313; "Il corpo e il segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere, vivere, pensare, a cura di Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp. 39-50; "Schauplatze der Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and Geschlechterdifferenz, edd. Silvia Stoller und Helmuth Vetter, WUV-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226; "Il pensiero femminista. Un approccio teoretico", in Le filosofie femministe, a cura di Franco Restaino e Adriana Cavarero, Paravia, Torino 1999, pp. 111-164; "Note arendtiane sulla caverna di Platone", in Hannah Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225] Presentare, discutere, interpretare il pensiero femminista da un punto di vista "oggettivo" prendendone le distanze e' impossibile. Soprattutto per me, che sono nel gioco e appartengo ad una delle sue innumerevoli e mobili posizioni. Le cautele e le giustificazioni sono dunque d'obbligo. Pur sapendo che l'operazione e' parziale e incompleta, se non faziosa, nelle pagine che seguono il mio intento e' quello di presentare i temi principali del pensiero femminista organizzandoli in una griglia teorica. Tale griglia parla la lingua della differenza sessuale, lascia fuori alcuni aspetti importanti del dibattito femminista e ne costringe altri ad adattarsi alle sue scansioni. La mia prospettiva non e' storica, bensi' tematica, ed e' inevitabilmente immersa nelle passioni del dibattito attuale. Per orientarsi in questa prospettiva tematica la posizione di Mary Wollstonecraft fornisce comunque una buona mappa. In essa sono infatti gia' focalizzati i temi fondamentali del pensiero femminista. Il primo e' quello della critica al patriarcato: che individua e denuncia un sistema culturale e sociale in cui le donne sono subordinate agli uomini. Il secondo e' il tema dell'uguaglianza: che, a partire dagli ideali dell'illuminismo, rivendica anche per le donne gli stessi diritti degli uomini. Il terzo, decisamente filosofico, e' la questione del soggetto: che ripensa da un punto di vista femminista il problema della soggettivita', dell'identita' e del se', dialogando con le scuole piu' innovative del pensiero contemporaneo, ma anche ponendosi, rispetto a queste, in una significativa dissonanza. 5. MAESTRE. GIANCARLA CODRIGNANI: UN'URGENZA [Da Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994, p. 11. Giancarla Codrignani, presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994] Il tempo che davanti a noi impone la necessita' di attraversare i conflitti senza rompere la convivenza realmente umana e recuperando la necessaria compresenza femminile non aspetta. Ed e' un tempo non favorevole soprattutto alle donne, che negli ultimi anni avevano consapevolmente dichiarato la loro estraneita' rispetto a istituzioni neutre inesorabilmente maschili; oggi, nonostante ogni giorno l'informazione menzioni qualche caso, stanno ridiventando invisibili. 6. MAESTRE. ASSIA DJEBAR: DALLA PORTA APERTA IN PIENO SOLE [Da Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988, 2000, p. 182. Assia Djebar e' una illustre intellettuale algerina impegnata per i diritti umani, scrittrice, storica, antropologa, docente universitaria, cineasta. Opere di Assia Djebar: cfr. almeno Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988; Lontano da Medina. Figlie d'Ismaele, Giunti, Firenze 1993, 2001; L'amore, la guerra, Ibis, 1995; Vaste est la prison, Albin Michel, Paris 1995; Bianco d'Algeria, Il Saggiatore, Milano 1998; Nel cuore della notte algerina, Giunti, Firenze 1998; Ombra sultana, Baldini & Castoldi, Milano 1999; Le notti di Strasburgo, Il Saggiatore, Milano 2000; Figlie d'Ismaele nel vento e nella tempesta, Giunti, Firenze 2000; La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002. Opere su Assia Djebar: cfr. il libro-intervista di Renate Siebert, Andare ancora al cuore delle ferite, La Tartaruga, Milano 1997] Non esiste piu' il serraglio, ma la "struttura del serraglio" tenta di imporre nella nuova terra di nessuno le sue leggi: la legge dell'invisibilita', la legge del silenzio. Soltanto nei frammenti dei bisbigli antichi io vedo la via per cercare di restituire il dialogo fra donne, quello stesso che Delacroix gela sulla superficie del suo quadro. Soltanto dalla porta aperta in pieno sole, quella che Picasso ha in seguito imposto, spero una liberazione concreta e quotidiana delle donne. 7. MAESTRE. ETTY HILLESUM: DUE CORRENTI [Da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, p. 207. Etty Hillesum e' nata nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma. Piu' recentemente: Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000] "Dopo la guerra, due correnti attraverseranno il mondo: una corrente di umanesimo e un'altra di odio". Allora ho saputo di nuovo che avrei preso posizione contro quell'odio. 8. MAESTRE. LUCE IRIGARAY: VENT'ANNI DOPO [Da Luce Irigaray, Io, tu, noi. Per una cultura della differenza, Bollati Boringhieri, Torino 1992, p. 83. Luce Irigaray, nata in Belgio, direttrice di ricerca al CNRS a Parigi, e' tra le piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni. Opere di Luce Irigaray: Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975; Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano 1978; Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987; Parlare non e' mai neutro, Editori Riuniti, Roma 1991; Io, tu, noi, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Amo a te, Bollati Boringhieri, Torino 1993; Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; La democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1995] Dopo vent'ani di vivace attivita' del movimento di liberazione delle donne, esso viene frequentemente interpretato come volonta' delle donne di diventare uguali agli uomini. Questa rappresentazione e' falsa. 9. MAESTRE. JULIA KRISTEVA: SUL PERDONO [Da Julia Kristeva, Sole nero, Feltrinelli, Milano 1988, 1989, p. 183. Julia Kristeva e' nata a Sofia in Bulgaria nel 1941, si trasferisce a Parigi nel 1965; studi di linguistica con Benveniste; intensa collaborazione con Sollers e la rivista "Tel Quel"; impegnata nel movimento delle donne, psicoanalista, ha dedicato una particolare attenzione alla pratica della scrittura ed alla figura della madre; e' docente all'Universita' di Paris VII. Opere di Julia Kristeva: tra quelle tradotte in italiano: Semeiotike', Feltrinelli, Milano; Donne cinesi, Feltrinelli, Milano; La rivoluzione del linguaggio poetico, Marsilio, Venezia; I samurai, Einaudi, Torino; Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano. In francese: presso Seuil: Semeiotike', 1969, 1978; La revolution du langage poetique, 1974, 1985; (AA. VV.), La traversee des signes, 1975; Polylogue, 1977; (AA. VV.), Folle verite', 1979; Pouvoirs de l'horreur, 1980, 1983; Le langage, cet inconnu, 1969, 1981; presso Fayard: Etrangers a nous-memes, 1988; Les samourais, 1990; Le vieil homme et les loups, 1991; Les nouvelles maladies de l'ame, 1993; Possessions, 1996; Sens et non-sens de la revolte, 1996; La revolte intime, 1997; presso Gallimard, Soleil noir, 1987; Le temps sensible, 1994; presso Denoel: Histoires d'amour, 1983; presso Mouton, Le texte du roman, 1970; presso le Editions des femmes, Des Chinoises, 1974; presso Hachette: Au commencement etait l'amour, 1985] Se e' vero che non e' paragonabile alla misericordia divina, il perdono umano tenta di modellarsi a sua immagine e somiglianza: dono, oblazione in deroga al giudizio, il perdono presuppone un'identificazione potenziale con questa divinita' di misericordia effettiva e efficace di cui parla il teologo. Tuttavia, e contrariamente alla misericordia divina che vuol essere esente da qualsiasi tristezza, il perdono raccoglie nel suo passaggio verso l'altro anche l'umanissimo dolore. 10. MAESTRE. ROSA LUXEMBURG: LA GUERRA COME TALE [Da Rosa Luxemburg, Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976, p. 507. Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'."; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi; Scritti politici, Editori Riuniti (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta] E' la guerra come tale, e quale ne sia l'esito militare, a significare la maggiore sconfitta concepibile per il proletariato europeo; farla finita con la guerra e forzare al piu' presto la pace con l'azione combattiva del proletariato, ecco cio' che puo' rappresentare l'unica vittoria per la causa proletaria (...). Nella guerra attuale il proletariato cosciente non puo' identificare la propria causa con alcuno dei campi militari. 11. MAESTRE. LIDIA MENAPACE: IL SENSO DI HIROSHIMA NELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [Da Lidia Menapace, Chiara Ingrao (a cura di), Ne' indifesa, ne' in divisa, Sinistra indipendente Regione Lazio, Roma 1988, p. 28. Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001] Si vede che il senso di Hiroshima si era ben stampato nella coscienza dei costituenti, rendendo ai loro occhi la guerra nell'epoca degli armamenti nucleari uno strumento cui non si puo' mai ricorrere (anche in presenza di legittimi interessi del popolo italiano violati, cioe'). Questo punto massimamente innovativo della Costituzione, deve essere tenuto a fondamento della nostra politica estera. 12. MAESTRE. FATEMA MERNISSI: L'APPELLO AL PLURALISMO [Da Fatema Mernissi, Islam e democrazia, Giunti, Firenze 2002, p. 202. Fatima (ma il nome puo' essere traslitterato anche in Fatema) Mernissi e' nata a Fez, in Marocco, nel 1940, docente di sociologia, studiosa del Corano, narratrice; tra i suoi libri disponibili in italiano: Le donne del Profeta, Ecig, 1992; Le sultane dimenticate, Marietti, 1992; Chahrazad non e' marocchina, Sonda, 1993; La terrazza proibita, Giunti, 1996; L'harem e l'Occidente, Giunti, 2000; Islam e democrazia, Giunti, 2002] Oggi l'appello al pluralismo non ha piu' bisogno di nascondersi dietro allegorie metafisiche. 13. MAESTRE. ILEANA MONTINI: ANCORA UNA VOLTA [Da Ileana Montini, Parlare con Dacia Maraini, Bertani, Verona 1977, p. 96. Ileana Montini, prestigiosa intellettuale femminista, gia' insegnante, e' psicologa e psicoterapeuta. Nata nel 1940 a Pola da genitori romagnoli, studi a Ravenna e all'Universita' di Urbino, presso la prima scuola di giornalismo in Italia e poi sociologia; giornalista per "L'Avvenire d'Italia" diretto da Raniero La Valle; di forte impegno politico, morale, intellettuale; ha collaborato a, e fatto parte di, varie redazioni di periodici: della rivista di ricerca e studio del Movimento Femminile DC, insieme a Tina Anselmi, a Lidia Menapace, a Rosa Russo Jervolino, a Paola Gaiotti; di "Per la lotta" del Circolo "Jacques Maritain" di Rimini; della "Nuova Ecologia"; della redazione della rivista "Jesus Charitas" della "famiglia dei piccoli fratelli e delle piccole sorelle" insieme a fratel Carlo Carretto; del quotidiano "Il manifesto"; ha collaborato anche, tra l'altro, con la rivista "Testimonianze" diretta da padre Ernesto Balducci, a riviste femministe come "Reti", "Lapis", e alla rivista di pedagogia "Ecole"; attualmente collabora al "Paese delle donne". Ha partecipato al dissenso cattolico nelle Comunita' di Base; e preso parte ad alcune delle piu' nitide esperienze di impegno non solo genericamente politico ma gramscianamente intellettuale e morale della sinistra critica in Italia. Il suo primo libro e' stato La bambola rotta. Famiglia, chiesa, scuola nella formazione delle identita' maschile e femminile (Bertani, Verona 1975), cui ha fatto seguito Parlare con Dacia Maraini (Bertani, Verona). Nel 1978 e' uscito, presso Ottaviano, Comunione e liberazione nella cultura della disperazione. Nel 1992, edito dal Cite lombardo, e' uscito un libro che racconta un'esperienza per la prevenzione dei drop-out di cui ha redatto il progetto e curato la supervisione delle operatrici: titolo: "... ho qualche cosa anch'io di bello: affezionatrice di ogni cosa". Recentemente ha scritto la prefazione del libro di Nicoletta Crocella, Attraverso il silenzio (Stelle cadenti, Bassano (Vt) 2002) che racconta l'esperienza del Laboratorio psicopedagogico delle differenze di Brescia, luogo di formazione psicopedagogica delle insegnanti e delle donne che operano nelle relazioni d'aiuto, laboratorio nato a Brescia da un progetto di Ileana Montini e con alcune donne alla fine degli anni ottanta, preceduto dalla fondazione, insieme ad altre donne, della "Universita' delle donne Simone de Beauvoir". Su Ileana Montini, la sua opera, la sua pratica, la sua riflessione, hanno scritto pagine intense e illuminanti, anche di calda amicizia, Lidia Menapace e Rossana Rossanda] Ancora una volta si chiama la religione a sostenere la tesi dei maschi. 14. MAESTRE. LUISA MURARO: E SE QUALCUNO [Da Luisa Muraro, Salti di gioia, Stampa Alternativa, Roma-Viterbo 1996, p. 57. Luisa Muraro insegna all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima". Dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo una sua scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997"] E se qualcuno, dall'alto di una cattedra o dallo schermo della televisione piange o predica sulla bruttura dei nostri tempi imputandola alla crisi dei (suoi) valori, vi suggerisco di scusarlo, pensando all'angoscia della maschilita' nella sua difficile transizione dal privilegio sessista a un dove ancora tutto o quasi da disegnare. Ma, certo, dovevano essere "valori" strani e ambigui se la mia, tua, femminile liberta' li ha messi in tanta crisi. 15. MAESTRE. FRANCA ONGARO BASAGLIA: NEGARE [Da Franca Ongaro Basaglia, Una voce, Il saggiatore, Milano 1982, p. 131. Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, insieme al marito Franco Basaglia e' stata, ed e' tuttora, tra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica. E' stata anche parlamentare. Opere di Franca Ongaro Basaglia: tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi; Manicomio perche'?, Emme Edizioni; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata e Che cos'e' la psichiatria e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia] Non sempre e' chiaro cio' che di proprio si vuol negare, cosi' com'e' chiaro all'escluso cio' che lo nega. 16. MAESTRE. ROSSANA ROSSANDA: LA LONTANANZA [Da Rossana Rossanda, Un viaggio inutile, Bompiani, Milano 1981, p. 90. Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo Antonio Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel 1969 per aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di sinistra), in rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea, fondatrice del "Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora scrive. Impegnata da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu' drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti. Opere di Rossana Rossanda: Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996. Ma la maggior parte del lavoro intellettuale, della testimonianza storica e morale, e della riflessione e proposta culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora dispersa in articoli, saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste] La lontananza era fonte di errore. 17. MAESTRE. ARUNDHATI ROY: L'UNICA COSA CHE MERITI DI ESSERE GLOBALIZZATA [Da Arundhati Roy, Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, p. 174. Arundhati Roy e' una celebre scrittrice indiana, impegnata contro il riarmo, in difesa dell'ambiente e per i diritti dei popoli. Opere di Arundhati Roy: cfr. il romanzo Il Dio delle piccole cose, Guanda, Parma 1997; poi in edizione economica Superpocket, Milano 2000; e i due saggi di testimonianza e denuncia raccolti in La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999, poi in edizione economica Tea, Milano 2001, poi recuperati poi nella piu' ampia raccolta di saggi di intervento civile, Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002] Quel che abbiamo bisogno di cercare e di trovare, quel che abbiamo bisogno di levigare e perfezionare in qualcosa di magnifico e brillante e' un nuovo genere di politica. Non la politica di governo ma la politica della resistenza. La politica dell'opposizione. La politica di imporre la responsabilita'. La politica di rallentare le cose. La politica di prendersi per mano da un capo all'altro del mondo e di impedire una distruzione certa. Nelle attuali circostanze, direi che l'unica cosa che meriti di essere globalizzata e' il dissenso. 18. MAESTRE. SILVIA VEGETTI FINZI: DI FRONTE ALLA VASTITA' DEL COMPITO [Da Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte, Mondadori, Milano 1990, 1996, p. 4. "Silvia Vegetti Finzi e' nata a Brescia il 5 ottobre 1938. Laureatasi in Pedagogia, si e' specializzata in Psicologia Clinica presso l'Istituto di Psicologia dell'Universita' Cattolica di Milano. All'inizio degli anni '70 ha partecipato a una vasta ricerca internazionale, progettata dalle Associazioni Iard e Van Leer, sulle cause del disadattamento scolastico. Inoltre ha lavorato come psicoterapeuta dell'infanzia e della famiglia nelle istituzioni pubbliche. Dal 1975 e' entrata a far parte del Dipartimento di Filosofia dell'Universita' di Pavia ove attualmente insegna Psicologia Dinamica. Dagli anni '80 partecipa al movimento femminista, collaborando con la "Universita' delle donne Virginia Woolf"di Roma e con il Centro Documentazione Donne di Firenze. Nel 1990 e' tra i fondatori della Consulta (laica) di Bioetica. Dal 1986 e' pubblicista del "Corriere della Sera" e successivamente anche di "Io donna" e di "Insieme". Fa parte del comitato scientifico delle riviste: "Bio-logica", "Adultita'", "Imago ricercae", nonche' dell'Istituto Gramsci di Roma, della "Casa della Cultura" di Milano, della "Libera Universita' dell'Autobiografia" di Anghiari. E' membro dell'Osservatorio Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, della Societa' Italiana di Psicologia; della Societe' internationale d'histoire de la psychoanalyse. Nel 1998 ha ricevuto, per i suoi scritti di psicoanalisi, il premio nazionale "Cesare Musatti" e per quelli di bioetica il premio nazionale "Giuseppina Teodori". Sposata con lo storico della filosofia antica Mario Vegetti, ha due figli adulti, Valentina e Matteo" (Questa notizia biografica abbiamo estratto dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: www.emsf.rai.it). Opere di Silvia Vegetti Finzi: (a cura di), Il bambino nella psicoanalisi, Zanichelli, Bologna 1976; (con L. Bellomo), Bambini a tempo pieno, Il Mulino, Bologna 1978; (con altri), Verso il luogo delle origini, La Tartaruga, Milano 1982; Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano 1986; La ricerca delle donne (1987); Bioetica, 1989; Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990; Il romanzo della famiglia. Passioni e ragioni del vivere insieme, Mondadori, Milano 1992; (con altri), Questioni di Bioetica, Laterza, Roma-Bari 1993; (con Anna Maria Battistin), A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall'attesa ai cinque anni, Mondadori, Milano 1994; Freud e la nascita della psicoanalisi, 1994; (con Marina Catenazzi), Psicoanalisi ed educazione sessuale, Laterza, Roma-Bari 1995; (con altri), Psicoanalisi ed identita' di genere, Laterza, Roma-Bari 1995; (con Anna Maria Battistin), I bambini sono cambiati. La psicologia dei bambini dai cinque ai dieci anni, Mondadori, Milano 1996; (con Silvia Lagorio, Lella Ravasi), Se noi siamo la terra. Identita' femminile e negazione della maternita', Il Saggiatore, Milano 1996; (con altri), Il respiro delle donne, Il Saggiatore, Milano 1996; Volere un figlio. La nuova maternita' fra natura e scienza, Mondadori, Milano 1997; (con altri), Storia delle passioni, Laterza, Roma-Bari 1997; Il fantasma del patriarcato, 1997; (con altri), Fedi e violenze, Rosenberg & Sellier, 1997; L'eta' incerta. I nuovi adolescenti, Mondadori, Milano, 2000. Collabora inoltre con le riviste filosofiche: "Aut Aut" e "Iride". Molti suoi scritti sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco e spagnolo] Di fronte alla vastita' del compito, vorrei che chi legge si sentisse coinvolto in una ricerca aperta, che sta delineando il suo campo di indagine e mettendo a punto i suoi strumenti di lavoro. 19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 20. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 529 dell'8 marzo 2003
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