La nonviolenza e' in cammino. 529



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 529 dell'8 marzo 2003

Sommario di questo numero:
1. Fermare la guerra con l'azione diretta nonviolenta
2. Maria G. Di Rienzo, il vento della trasformazione
3. Luisa Schippa e Aldo Capitini ricordano Emma Thomas
4. Adriana Cavarero, presentare il pensiero femminista
5. Giancarla Codrignani, un'urgenza
6. Assia Djebar, dalla porta aperta in pieno sole
7. Etty Hillesum, due correnti
8. Luce Irigaray, vent'anni dopo
9. Julia Kristeva, sul perdono
10. Rosa Luxemburg, la guerra come tale
11. Lidia Menapace, il senso di Hiroshima nell'articolo 11 della
Costituzione italiana
12. Fatema Mernissi, l'appello al pluralismo
13. Ileana Montini, ancora una volta
14. Luisa Muraro, e se qualcuno
15. Franca Ongaro Basaglia, negare
16. Rossana Rossanda, la lontananza
17. Arundhati Roy, l'unica cosa che meriti di essere globalizzata
18. Silvia Vegetti Finzi, di fronte alla vastita' del compito
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento
20. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. FERMARE LA GUERRA CON L'AZIONE DRETTA NONVIOLENTA
La macchina bellica puo' essere fermata.
Con l'azione diretta nonviolenta.
Bloccando i trasporti di materiali bellici. Bloccando l'operativita' delle
basi militari. Bloccando gli impianti di produzione delle armi.
Possiamo farlo noi, qui, e dobbiamo quindi farlo, qui, noi: dobbiamo
bloccare la macchina bellica, dobbiamo impedire la guerra; e possiamo farlo
solo con la nonviolenza, e solo con la nonviolenza dobbiamo farlo.
Poiche' lo richiede la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico:
la Costituzione della Repubblica Italiana che "ripudia la guerra", e quindi
non ci chiede semplicemente di starcene alla larga e stare a guardare, ma di
opporci ad essa, fa obbligo allo stato e ai cittadini italiani di agire per
impedire la guerra.
Poiche' lo richiede il diritto internazionale, che si fonda sul principio
che le controversie internazionali devono essere affrontate con strumenti
che escludano la guerra, poiche' di tutti i crimini il peggiore e' la
guerra, di tutte le tragedie la guerra e' la peggiore.
Poiche' lo richiede la voce della coscienza, la voce dell'umanita': che ha
questo comandamento che su tutti gli altri comandamenti prevale: tu non
uccidere, tu salva le vite umane.
E' con la forza della nonviolenza, con l'azione diretta nonviolenta, che la
guerra puo' essere fermata. E tu fermala, dunque.

2. MAESTRE. MARIA G. DI RIENZO: IL VENTO DELLA TRASFORMAZIONE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici
di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista,
giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto
rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento
di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel
movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta'
e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza]
Il vento della trasformazione (ovvero: l'alzarsi della marea sostiene tutte
le barche, ma non tiene a galla un solo sasso)
*
Numerosi studi hanno documentato che i nostri pensieri influenzano la
realta' in modi profondi.
Percio' vi invito ad usare i vostri pensieri saggiamente. Comprendete il
loro potere. Poiche' e' la consapevolezza a creare la realta' quale la
percepiamo, il tipo di consapevolezza che avete influisce sulla vita che
fate.
E' impossibile creare pace ed armonia conservando una mentalita' "armata",
da battaglia. Non e' possibile essere un "esercito" di pacifisti, o
"militare" per la pace senza creare e ricreare guerra.
Per costruire pace, dovete essere pace e fermare la guerra a cominciare da
voi: un disarmo personale. Ricordate che cio' che nutrite con i vostri
pensieri e la vostra attenzione cresce, cio' che non nutrite non puo' farlo.
Per quanto sia pericolosa e paurosa la situazione attuale cio' non significa
che noi siamo privi del potere di cambiarla. Cominciate con il virare le
vostre emozioni e le vostre riflessioni dall'odio e dalla paura verso la
compassione e la pace.
Prendetevi un minuto al giorno per creare nella vostra mente una visione di
come un mondo realmente pacifico potrebbe essere, di che aspetto avrebbe, di
come voi vi sentireste in esso.
Immaginate che questa situazione sia reale, effettiva, a partire dal
prossimo anno: i governi degli stati del mondo cooperano per assicurare
giustizia economica e sociale; l'influenza dei guerrafondai e' sparita; le
economie di guerra vengono convertite; ci muoviamo nel villaggio globale
liberamente e gioiosamente, conoscendo altre culture.
Se il vostro pensiero tende comunque verso situazioni di conflitto armato in
atto, dirigetelo sulle donne e le bambine e i bambini del paese che vi e'
venuto in mente (Palestina, Cecenia, Costa d'Avorio, ecc.): mandate
mentalmente a loro il vostro affetto, la vostra energia, la vostra
comprensione, la vostra speranza. Non nutrite i guerrieri con la vostra
attenzione.
Se siete credenti, di qualunque fede, immaginate gli angeli, o altri esseri
spirituali lavorare al vostro fianco per proteggervi, per proteggere le
persone a cui pensate, e creare la pace.
Non credete a tutto quello che leggete o che vi mostrano in televisione: la
maggioranza degli articoli e dei servizi, a partire dai loro titoli urlati,
sono pensati per farvi sentire spaventati e impotenti, cosi' comprerete
altri giornali e starete incollati allo schermo; cosi' la "notizia" vi
terra' agganciati, in attesa di guida e di risposta ufficiali per sentirvi
piu' sicure/i.
Andate invece dove potete parlare, essere ascoltate/i, agire.
Cominciate un dialogo con la vostra famiglia, i vostri vicini, i vostri
colleghi di lavoro o di studio sul come costruire pace a partire dalle
vostre vite, dal qui ed ora.
Smettete di pensare ai "sassi", perche' la marea non li sosterra', e
diventate vascelli, con le vele gonfie del vento della trasformazione.

3. MAESTRI. LUISA SCHIPPA E ALDO CAPITINI RICORDANO EMMA THOMAS
[I seguenti testi di Luisa Schippa e di Aldo Capitini sono tratti dal bel
libro di autori vari curato da Sergio Albesano, Bruno Segre e Mao Valpiana,
Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, Anppia e Movimento
Nonviolento (e con il contributo del Centro Studi Sereno Regis),
Torino-Verona 1999, pp. 169-173; un libro che caldamente raccomandiamo e che
puo' essere richiesto agli editori: tel. 0115214638 (Anppia), 0458009803
(Movimento Nonviolento), 011532824 (Centro Studi Sereno Regis). Le persone
che volessero mettersi in contatto con la Societa' degli amici (Quaccheri)
possono scrivere alla seguente casella di posta elettronica:
bori at spbo.unibo.it
Luisa Schippa, collaboratrice di Aldo Capitini, straordinaria promotrice e
testimone della nonviolenza e benemerita degli studi capitiniani (sono
particolarmente rilevanti i suoi contributi di studiosa, testimone,
interprete e curatrice del lascito capitiniano).
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977;
recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza,
Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici,
Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991; e gli scritti sul
Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed
opuscoli di Capitini non più reperibili in libreria (tra cui i fondamentali
Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969).
Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte;
sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, e un volume di
Scritti filosofici e religiosi. Opere su Aldo Capitini: oltre alle
introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo
Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo
Capitini, Bresci, Torino 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni
cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1989; Tiziana Pironi, La
pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb,
Bologna 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia
intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998;
Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in
Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999]

* Luisa Schippa: Emma Thomas
Lo scritto di Aldo Capitini su Emma Thomas non avrebbe bisogno di altre
testimonianze, perche' esprime quello che e' rimasto nel pensiero e nel
cuore di chi la conobbe, in modo insuperabile. Aggiungo soltanto qualche mio
ricordo personale.
Emma si stabili' a Perugia all'eta' di settantadue anni, acquisto' un
piccolo appartamento di due stanzette e con un grosso salone destinato alle
riunioni settimanali del Centro di Orientamento Religioso (C. O. R.), dove
erano presenti amici e conoscenti di Capitini interessati al suo impegno per
una riforma religiosa e per lo studio della nonviolenza gandhiana. Gli
incontri erano programmati trimestralmente su argomenti di carattere
religioso e sociale. La presentazione del tema specifico scelto era affidata
ad una persona che introduceva il tema, a cui seguivano interventi da parte
dei presenti. Il metodo usato rievocava quello del Centro di Orientamento
Sociale (C. O. S.), ma con differenza di contenuti, poiche' i tempi e la
situazione generale erano diversi da quelli dell'immediato dopoguerra.
Emma era dotata di uno spirito ricco di iniziative, aperto ai bisogni di
quanti la frequentavano: studenti d'inglese e persone di varia estrazione e
formazione culturale; camminava a piedi per la citta', faceva chilometri di
strada per raggiungere l'ufficio postale alla stazione di Fontivegge per
spedire lettere ed inviti agli amici e conoscenti, oltre alle lettere che
inviava giornalmente a Capitini a Pisa, dove era tornato alla fine del 1946
al suo incarico alla Scuola Normale Superiore.
Ricordo particolarmente gli incontri in cui si svolgeva un rito, quello
della sua religione; Emma infatti faceva parte della Società degli amici -
Quaccheri (la religione fondata da George Fox, Societa' dei Quaccheri, che
poi chiamo' Societa' religiosa degli amici, diffusa in Inghilterra ed in
alcuni Stati americani). Il rito consisteva in una disposizione a circolo
delle persone presenti, in assoluto silenzio, che veniva rotto da interventi
di singoli che liberamente esprimevano pensieri ispirati dalla
concentrazione e provenienti dall'intimo.
Emma aveva questa religiosita' che le ispirava la fiducia nell'uomo e nella
capacita' di comunicare ed unirsi agli altri con l'aiuto di una forza che e'
piu' in alto di noi. La sua fede le permetteva di essere amica di tutti,
senza criticare e giudicare le convinzioni religiose diverse dalla sua. Ella
credeva che ogni essere umano porta con se' valori alti che si manifestano
dopo la meditazione ed il raccoglimento nel silenzio.

* Aldo Capitini: La sua vita e le sue idee
[il presente scritto di Aldo Capitini e' tratto dall'opuscolo "A Emma
Thomas", edito dal Centro di orientamento religioso di Perugia, s. d. ma
1960, pagg. 5-9 - nota di Luisa Schippa]
Emma Thomas nacque a Lewisham, nel Kent (Inghilterra), l'8 febbraio 1872,
prima di sette fratelli e sorelle. Suo padre era calzolaio e la madre
lavorava spesso nella bottega; di conseguenza Emma doveva svolgere i lavori
di casa. Studio' a Londra al collegio Stockwell e fu la prima donna a
diplomarsi in scienze sociali nella famosa scuola inglese di economia, dove
ebbe come insegnanti Hobhouse, Haddon e Westermarck. Ricevette una borsa di
studio per la Francia e dopo un anno torno' a Londra, con un posto di
regolare insegnante. Dopo trent'anni di lavoro si ritiro' in pensione nel
1921. Non si mise a riposo, ma con i suoi risparmi apri' una propria scuola
a Gland in Svizzera (International Fellowship School), dove pote' mettere in
pratica le sue teorie di un modo piu' libero, piu' organico e cooperativo di
educare. Essa vi era chiamata "moto" (madre in sanscrito). Vi erano ragazzi
di varie nazioni; Romain Rolland fu un amico di questa scuola, Gandhi tra i
visitatori piu' illustri, Pierre Ceresole e Truda Weil tra gli insegnanti.
Dopo quindici anni la scuola di Gland fu chiusa ed Emma Thomas torno' a
Londra. Durante la guerra fu nei corpi di assistenza nelle incursioni aeree
e poi prese in consegna quindici fanciulli evacuati in un luogo di rifugio
nella campagna inglese. Insegno' la lingua inglese a prigionieri italiani ed
alla fine della guerra si ostino' per ottenere il permesso di venire in
Italia e lavorare per avvicinare i due popoli. Collaboro' a Roma con il
pedagogista Washburne e propagava l'Unione per le nazioni unite. Resto' in
Italia, insegnando in varie scuole, tra cui quella anglo-americana,
organizzando riunioni di quaccheri ed assistendo i poveri.
Si trovava spesso a convegni organizzati da me e da miei amici a Roma dal
1947 in poi su problemi di riforma religiosa e di nonviolenza. Una volta,
sapendo che avevo organizzato a Perugia dal 1944 i Centri di orientamento
sociale per la periodica discussione, aperta a tutti, dei problemi
amministrativi locali, sociali e politici generali (una cosa nuova in
Italia, diversa dal fascismo autoritario), mi espose la sua intenzione di
stabilirsi a Perugia per aiutarmi a costituire un Centro di orientamento
religioso per periodiche ed aperte discussioni su problemi di vita religiosa
e di nonviolenza. Venne a Perugia ed acquisto' l'ultimo piano di una casa in
costruzione in via dei Filosofi 33. Dal 1952 si sono svolte in questo centro
conversazioni settimanali secondo un programma trimestrale e convegni
Oriente-occidente; si e' costituita la Societa' vegetariana italiana ed e'
stato tenuto un seminario gandhiano. Fino a quando e' entrata all'ospedale,
ella e' stata la costante preparatrice delle riunioni nel pomeriggio
domenicale, spesso parlando lei stessa con contributi efficacissimi. Al
lavoro del centro di Perugia per l'orientamento religioso e del centro di
coordinamento internazionale per la nonviolenza, ai collegamenti con spiriti
religiosi e nonviolenti di ogni parte del mondo, Emma Thomas dava un'opera
assidua di segretaria, di traduttrice, di ispiratrice. A questo lavoro univa
quello di insegnante di inglese, lavoro a lei carissimo, e di frequente
assistenza ai bisognosi. Era stimata ed amata da tutti quanti la conoscevano
nella via dei Filosofi e nella citta'.
Da due anni le sue forze erano diminuite. Nel gennaio 1959 era entrata
all'ospedale per curare una grave polmonite; il prof. Benda, che era gia'
suo scolaro d'inglese, la guari', ma ella rimase all'ospedale perche'
debole. Dopo un po' torno' a casa, ma non era piu' come prima. Quest'anno
era tornata all'ospedale in febbraio, per debolezza dei polmoni e del cuore
e per disturbi alla circolazione. I medici hanno sempre detto che aveva una
grande capacita' di resistere e di riprendere le forze. La sua testa era
sempre limpida. Fece un'operazione ad un occhio per cateratta.
Negli ultimi mesi, stando all'ospedale, era sempre piu' debole. I medici e
le donne infermiere le hanno dato il massimo della loro attenzione. Da
qualche mese aveva ceduto al comitato del C. O. R. la proprieta'
dell'appartamento, perche' desiderava che il centro continuasse la sua vita,
anche se ella era malata o morta.
Da lunedi 18 luglio era gravissima, sempre nel letto, alternando momenti di
assopimenti ed incoscienza a momento di lucidita'. Nella sua camera aveva
come compagna la signora Anna Ascani, che le e' stata come una sorella
giorno e notte. Negli ultimi giorni ha avuto periodi in cui parlava non
chiaramente ora in italiano, ora in inglese. Nel penultimo giorno di vita ha
chiamato molto l'amica Lilian. Non ha sofferto. Ormai il suo corpo era
consumato.
Il trasporto funebre e' avvenuto lunedi' 25, alle ore 18, senza cerimonia
cattolica: sulla cassa e' stato messo il nome e la croce. Un manifesto ed un
comunicato nei giornali ha annunciato alla cittadinanza la morte di Emma
Thomas. In un punto dell'accompagno funebre e' stato letto un discorso a
nome degli amici. Molti erano i fiori. Al cimitero e' stata collocata
provvisoriamente nella tomba di Giancarlo Sargenti, suo scolaro. Tra mesi la
salma passera' nella tomba di amici del C. O. R. [in quella stessa tomba,
accanto ad Emma Thomas, e' sepolto ora Aldo Capitini - nota di Luisa
Schippa].
Emma Thomas amava le contrapposizioni: spazio e barriere, apertura ed
esclusione, vita e morte. Pensava che creare sistemi chiusi, porre barriere,
escogitare troppe definizioni, soffoca la vita, che e' una manifestazione
tra noi dello spirito divino. Il cristianesimo ha affermato l'autorita' del
papa e del libro sacro (mentre la Bibbia non e' che un periodo nello
sviluppo della religione): meglio fa la Societa' degli amici (o Quaccheri)
affermando l'immanenza dell'autorita' e della verita' e che percio' non ha
sacerdoti, riti, dogmi, perche' il divino seme e' in ogni uomo, donna,
bambino. Bisogna lasciar crescere questo seme: l'energia che va verso il
fuori e' creatrice, l'energia che va verso il dentro e' rovinosa, e' cancro.
Citava spesso la frase di Eddington: "Il miracolo della creazione non e'
compiuto una volta nel confuso passato, ma continuamente da una mente
consapevole".
Come i corpi sono individuali e nemmeno due fili d'erba sono identici, cosi'
e', anche piu', delle anime. Emma Thomas insisteva sempre sul valore
dell'individuo, della sua singolarita', differenza, disuguaglianza. E la
religione e' l'espressione dell'intimo rapporto dell'anima individuale, da
una parte con Dio, dall'altra con gli esseri: la vita dell'Unotutti. Ognuno
di noi ha un contributo unico ed indispensabile da dare al regno di Dio
sulla Terra e nessun altro lo puo' dare al suo posto.
L'evoluzione avviene attraverso un variare infinito. La vita opera sempre
verso armonie piu' larghe, verso cooperazioni. Cosi' e' nell'organismo
fisico, cosi' nella societa'. E la lotta contro quella certa inerzia che
deve esser fatta dalla vita nell'individuo e nella societa' e' piuttosto uno
stimolo alla crescita che un ostacolo. "Non vi e' assoluto, non perfezione
neppure nello stesso Dio, poiche' cio' significherebbe la negazione della
vita, la cui essenza e' l'infinito cambiamento. La vita non puo'
arrestarsi".
L'amore e' la pienezza e sovrabbondanza della vita, che spinge a dare, a
servire, a dimenticare la propria vita in quella degli altri, fino al
proprio sacrificio. Emma Thomas amava la nota preghiera di san Francesco: "O
Signore, fa' di me uno strumento della tua pace... fa' che io non cerchi
tanto di essere amato, quanto di amare". Non accettava che ci fossero
tormenti eterni, l'inferno. L'universo ha certamente una finalita'; noi non
possiamo vivere senza ideali.
Nei suoi scritti e nelle conversazioni mi risultava come Emma Thomas avesse
assimilato termini da me usati, come "presenza, centro, Uno-Tutti, valore,
ascoltare e parlare, sempre piu', apertura", alle sue idee chiarissime, ben
possedute dalla mente e congiunte strettamente con la pratica. Ho incontrato
in lei una persona che viveva e creava spontaneamente caratteri dello
spirito gandhiano come l'apertura, la nonviolenza, la lealta', la
festevolezza, la razionalita', la costanza; ella era veramente, come Gandhi
diceva di se', un'"idealista pratica".
Tra le persone che ho incontrato, in mezzo a tanti che ripetono
conformisticamente le idee ricevute dalla tradizioni come facevano i pagani,
o le rifiutano e non cercano altro, Emma Thomas era una di quelle che
possedeva idee sicure e liberamente formate e tuttavia desiderava
quotidianamente di rivederle, correggerle o approfondirle: ella attuava
l'idea del C. O. R.

4. MAESTRE. ADRIANA CAVARERO: PRESENTARE IL PENSIERO FEMMINISTA
[Da Franco Restaino, Adriana Cavarero (a cura di), Le filosofie femministe,
Paravia, Torino 1999, p. 112. Adriana Cavarero e' docente di filosofia
politica all'Università di Verona; dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb
Woman's Studies Center" ospitato dal Center for Digital Discourse and
Culture at Virginia Tech University (www.cddc.vt.edu/feminism), copyright
1999 Kristin Switala, riportiamo questa scheda bibliografica delle sue opere
pubblicate in volume: a) libri: Dialettica e politica in Platone, Cedam,
Padova 1974; Platone: il filosofo e il problema politico. La Lettera VII e
l'epistolario, Sei, Torino 1976; La teoria politica di John Locke, Edizioni
universitarie, Padova 1984; L'interpretazione hegeliana di Parmenide,
Quaderni di Verifiche, Trento 1984; Nonostante Platone, Editori Riuniti,
Roma1990. (traduzione tedesca: Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin 1992;
traduzione inglese: In Spite of Plato, Polity, Cambridge 1995, e Routledge,
New York 1995); Corpo in figure, Feltrinelli,Milano 1995; Platone. Lettera
VII, Repubblica: libro VI, Sei, Torino 1995; Tu che mi guardi, tu che mi
racconti, Feltrinelli, Milano 1997; Adriana Cavarero e Franco Restaino (a
cura di), Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999. b) saggi in volumi
collettanei: "Politica e ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume",
in Per una storia del moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp.
93-119; "Giacomo I e il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in
Sovranita' e teoria dello Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come
scienza", in Il politico. Da Hobbes a Smith, a cura di Mario
Tronti,Feltrinelli, Milano 1982, vol. II, pp. 705-715; "Il principio
antropologico in Eraclito", in Itinerari e prospettive del personalismo,
Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La teoria contrattualistica nei Trattati sul
Governo di John Locke", in Il contratto sociale nella filosofia politica
moderna, a cura di Giuseppe Duso, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per
una teoria della differenza sessuale", in Diotima. Il pensiero della
differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen
tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der Geschlechterdifferenz", in Diotima.
Der Mensch ist Zwei, Wiener Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione
filosofica della differenza sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg
& Sellier, Torino 1987, pp. 173-187. (traduzione inglese: "The Need for a
Sexed Thought", in Italian Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono,
Blackwell, Oxford 1991); "Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La
scuola Eleatica, Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in
Diotima. Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131.
(traduzione spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el
mundo, Icaria y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der
Geschleterdifferenz", in Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag,
Frankfurt 1990, pp. 95-111; "Equality and Sexual Difference: the Amnesias of
Political Thought", in Equality and Difference: Gender Dimensions of
Political Thought, Justice and Morality, edited by G. Bock and S. James,
Routledge, London 1991, pp. 187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in
Logiche e crisi della modernita, a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna
1991, pp. 313-319; "La tirannia dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra
classico e moderno, a cura di Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp.
107-122; "Introduzione" a: B. Head, Una questione di potere, El, Roma 1994,
pp. VII-XVIII; "Forme della corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie,
Milella, Lecce 1994, pp. 15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i
perversitat: les dones a la Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa,
Edicions Destino, Barcelona 1994, pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre
la metafisica della morte", in Femminile e maschile tra pensiero e discorso,
Labirinti 12, Trento, pp. 15-28; "La passione della differenza", in Storia
delle passioni, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp.
279-313; "Il corpo e il segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere,
vivere, pensare, a cura di Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp.
39-50; "Schauplatze der Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and
Geschlechterdifferenz, edd. Silvia Stoller und Helmuth Vetter,
WUV-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226; "Il pensiero femminista. Un
approccio teoretico", in Le filosofie femministe, a cura di Franco Restaino
e Adriana Cavarero, Paravia, Torino 1999, pp. 111-164; "Note arendtiane
sulla caverna di Platone", in Hannah Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno
Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225]
Presentare, discutere, interpretare il pensiero femminista da un punto di
vista "oggettivo" prendendone le distanze e' impossibile. Soprattutto per
me, che sono nel gioco e appartengo ad una delle sue innumerevoli e mobili
posizioni. Le cautele e le giustificazioni sono dunque d'obbligo.
Pur sapendo che l'operazione e' parziale e incompleta, se non faziosa, nelle
pagine che seguono il mio intento e' quello di presentare i temi principali
del pensiero femminista organizzandoli in una griglia teorica. Tale griglia
parla la lingua della differenza sessuale, lascia fuori alcuni aspetti
importanti del dibattito femminista e ne costringe altri ad adattarsi alle
sue scansioni. La mia prospettiva non e' storica, bensi' tematica, ed e'
inevitabilmente immersa nelle passioni del dibattito attuale.
Per orientarsi in questa prospettiva tematica la posizione di Mary
Wollstonecraft fornisce comunque una buona mappa. In essa sono infatti gia'
focalizzati i temi fondamentali del pensiero femminista. Il primo e' quello
della critica al patriarcato: che individua e denuncia un sistema culturale
e sociale in cui le donne sono subordinate agli uomini. Il secondo e' il
tema dell'uguaglianza: che, a partire dagli ideali dell'illuminismo,
rivendica anche per le donne gli stessi diritti degli uomini. Il terzo,
decisamente filosofico, e' la questione del soggetto: che ripensa da un
punto di vista femminista il problema della soggettivita', dell'identita' e
del se', dialogando con le scuole piu' innovative del pensiero
contemporaneo, ma anche ponendosi, rispetto a queste, in una significativa
dissonanza.

5. MAESTRE. GIANCARLA CODRIGNANI: UN'URGENZA
[Da Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre, Edizioni Cultura della Pace, S.
Domenico di Fiesole (Fi) 1994, p. 11. Giancarla Codrignani, presidente della
Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia'
parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di
solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della
cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di
Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989;
Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura
della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994]
Il tempo che davanti a noi impone la necessita' di attraversare i conflitti
senza rompere la convivenza realmente umana e recuperando la necessaria
compresenza femminile non aspetta. Ed e' un tempo non favorevole soprattutto
alle donne, che negli ultimi anni avevano consapevolmente dichiarato la loro
estraneita' rispetto a istituzioni neutre inesorabilmente maschili; oggi,
nonostante ogni giorno l'informazione menzioni qualche caso, stanno
ridiventando invisibili.

6. MAESTRE. ASSIA DJEBAR: DALLA PORTA APERTA IN PIENO SOLE
[Da Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze
1988, 2000, p. 182. Assia Djebar e' una illustre intellettuale algerina
impegnata per i diritti umani, scrittrice, storica, antropologa, docente
universitaria, cineasta. Opere di Assia Djebar: cfr. almeno Donne d'Algeri
nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988; Lontano da Medina. Figlie
d'Ismaele, Giunti, Firenze 1993, 2001; L'amore, la guerra, Ibis, 1995; Vaste
est la prison, Albin Michel, Paris 1995; Bianco d'Algeria, Il Saggiatore,
Milano 1998; Nel cuore della notte algerina, Giunti, Firenze 1998; Ombra
sultana, Baldini & Castoldi, Milano 1999; Le notti di Strasburgo, Il
Saggiatore, Milano 2000; Figlie d'Ismaele nel vento e nella tempesta,
Giunti, Firenze 2000; La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002.
Opere su Assia Djebar: cfr. il libro-intervista di Renate Siebert, Andare
ancora al cuore delle ferite, La Tartaruga, Milano 1997]
Non esiste piu' il serraglio, ma la "struttura del serraglio" tenta di
imporre nella nuova terra di nessuno le sue leggi: la legge
dell'invisibilita', la legge del silenzio.
Soltanto nei frammenti dei bisbigli antichi io vedo la via per cercare di
restituire il dialogo fra donne, quello stesso che Delacroix gela sulla
superficie del suo quadro. Soltanto dalla porta aperta in pieno sole, quella
che Picasso ha in seguito imposto, spero una liberazione concreta e
quotidiana delle donne.

7. MAESTRE. ETTY HILLESUM: DUE CORRENTI
[Da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, p. 207.
Etty Hillesum e' nata nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo
diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in
questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione
diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere
di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere
1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La
resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60,
novembre-dicembre 1996, Parma. Piu' recentemente: Nadia Neri, Un'estrema
compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty
Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie
Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000]
"Dopo la guerra, due correnti attraverseranno il mondo: una corrente di
umanesimo e un'altra di odio". Allora ho saputo di nuovo che avrei preso
posizione contro quell'odio.

8. MAESTRE. LUCE IRIGARAY: VENT'ANNI DOPO
[Da Luce Irigaray, Io, tu, noi. Per una cultura della differenza, Bollati
Boringhieri, Torino 1992, p. 83. Luce Irigaray, nata in Belgio, direttrice
di ricerca al CNRS a Parigi, e' tra le piu' influenti pensatrici degli
ultimi decenni. Opere di Luce Irigaray: Speculum. L'altra donna,
Feltrinelli, Milano 1975; Questo sesso che non e' un sesso, Feltrinelli,
Milano 1978; Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987; Parlare non e'
mai neutro, Editori Riuniti, Roma 1991; Io, tu, noi, Bollati Boringhieri,
Torino 1992; Amo a te, Bollati Boringhieri, Torino 1993; Essere due, Bollati
Boringhieri, Torino 1994; La democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri,
Torino 1994; Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1995]
Dopo vent'ani di vivace attivita' del movimento di liberazione delle donne,
esso viene frequentemente interpretato come volonta' delle donne di
diventare uguali agli uomini. Questa rappresentazione e' falsa.

9. MAESTRE. JULIA KRISTEVA: SUL PERDONO
[Da Julia Kristeva, Sole nero, Feltrinelli, Milano 1988, 1989, p. 183. Julia
Kristeva e' nata a Sofia in Bulgaria nel 1941, si trasferisce a Parigi nel
1965; studi di linguistica con Benveniste; intensa collaborazione con
Sollers e la rivista "Tel Quel"; impegnata nel movimento delle donne,
psicoanalista, ha dedicato una particolare attenzione alla pratica della
scrittura ed alla figura della madre; e' docente all'Universita'  di Paris
VII. Opere di Julia Kristeva: tra quelle tradotte in italiano: Semeiotike',
Feltrinelli, Milano; Donne cinesi, Feltrinelli, Milano; La rivoluzione del
linguaggio poetico, Marsilio, Venezia; I samurai, Einaudi, Torino; Stranieri
a se stessi, Feltrinelli, Milano. In francese: presso Seuil: Semeiotike',
1969, 1978; La revolution du langage poetique, 1974, 1985; (AA. VV.), La
traversee des signes, 1975; Polylogue, 1977; (AA. VV.), Folle verite', 1979;
Pouvoirs de l'horreur, 1980, 1983; Le langage, cet inconnu, 1969, 1981;
presso Fayard: Etrangers a nous-memes, 1988; Les samourais, 1990; Le vieil
homme et les loups, 1991; Les nouvelles maladies de l'ame, 1993;
Possessions, 1996; Sens et non-sens de la revolte, 1996; La revolte intime,
1997; presso Gallimard, Soleil noir, 1987; Le temps sensible, 1994; presso
Denoel: Histoires d'amour, 1983; presso Mouton, Le texte du roman, 1970;
presso le Editions des femmes, Des Chinoises, 1974; presso Hachette: Au
commencement etait l'amour, 1985]
Se e' vero che non e' paragonabile alla misericordia divina, il perdono
umano tenta di modellarsi a sua immagine e somiglianza: dono, oblazione in
deroga al giudizio, il perdono presuppone un'identificazione potenziale con
questa divinita' di misericordia effettiva e efficace di cui parla il
teologo. Tuttavia, e contrariamente alla misericordia divina che vuol essere
esente da qualsiasi tristezza, il perdono raccoglie nel suo passaggio verso
l'altro anche l'umanissimo dolore.

10. MAESTRE. ROSA LUXEMBURG: LA GUERRA COME TALE
[Da Rosa Luxemburg, Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976, p. 507. Rosa
Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei
lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo.
Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi
dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano
cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa
dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno
spedita nell'aldila'."; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace
sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei
lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, /
Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno
due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi;
Scritti politici, Editori Riuniti (con una ampia, fondamentale introduzione
di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per
conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli;
P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e
la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo
sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta]
E' la guerra come tale, e quale ne sia l'esito militare, a significare la
maggiore sconfitta concepibile per il proletariato europeo; farla finita con
la guerra e forzare al piu' presto la pace con l'azione combattiva del
proletariato, ecco cio' che puo' rappresentare l'unica vittoria per la causa
proletaria (...). Nella guerra attuale il proletariato cosciente non puo'
identificare la propria causa con alcuno dei campi militari.

11. MAESTRE. LIDIA MENAPACE: IL SENSO DI HIROSHIMA NELL'ARTICOLO 11 DELLA
COSTITUZIONE ITALIANA
[Da Lidia Menapace, Chiara Ingrao (a cura di), Ne' indifesa, ne' in divisa,
Sinistra indipendente Regione Lazio, Roma 1988, p. 28. Lidia Menapace e'
nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel
movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria,
fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della
cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza
in cammino. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia
Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di
autori vari; tra i suoi libri cfr. (a cura di), Per un movimento politico di
liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana,
Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina,
Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa
ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le
donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il
dito e la luna, Milano 2001]
Si vede che il senso di Hiroshima si era ben stampato nella coscienza dei
costituenti, rendendo ai loro occhi la guerra nell'epoca degli armamenti
nucleari uno strumento cui non si puo' mai ricorrere (anche in presenza di
legittimi interessi del popolo italiano violati, cioe').
Questo punto massimamente innovativo della Costituzione, deve essere tenuto
a fondamento della nostra politica estera.

12. MAESTRE. FATEMA MERNISSI: L'APPELLO AL PLURALISMO
[Da Fatema Mernissi, Islam e democrazia, Giunti, Firenze 2002, p. 202.
Fatima (ma il nome puo' essere traslitterato anche in Fatema) Mernissi e'
nata a Fez, in Marocco, nel 1940, docente di sociologia, studiosa del
Corano, narratrice; tra i suoi libri disponibili in italiano: Le donne del
Profeta, Ecig, 1992; Le sultane dimenticate, Marietti, 1992; Chahrazad non
e' marocchina, Sonda, 1993; La terrazza proibita, Giunti, 1996; L'harem e
l'Occidente, Giunti, 2000; Islam e democrazia, Giunti, 2002]
Oggi l'appello al pluralismo non ha piu' bisogno di nascondersi dietro
allegorie metafisiche.

13. MAESTRE. ILEANA MONTINI: ANCORA UNA VOLTA
[Da Ileana Montini, Parlare con Dacia Maraini, Bertani, Verona 1977, p. 96.
Ileana Montini, prestigiosa intellettuale femminista, gia' insegnante, e'
psicologa e psicoterapeuta. Nata nel 1940 a Pola da genitori romagnoli,
studi a Ravenna e all'Universita' di Urbino, presso la prima scuola di
giornalismo in Italia e poi sociologia; giornalista per "L'Avvenire
d'Italia" diretto da Raniero La Valle; di forte impegno politico, morale,
intellettuale; ha collaborato a, e fatto parte di, varie redazioni di
periodici: della rivista di ricerca e studio del Movimento Femminile DC,
insieme a Tina Anselmi, a Lidia Menapace, a Rosa Russo Jervolino, a Paola
Gaiotti; di "Per la lotta" del Circolo "Jacques Maritain" di Rimini; della
"Nuova Ecologia"; della redazione della rivista "Jesus Charitas" della
"famiglia dei piccoli fratelli e delle piccole sorelle" insieme a fratel
Carlo Carretto; del quotidiano "Il manifesto"; ha collaborato anche, tra
l'altro, con la rivista "Testimonianze" diretta da padre Ernesto Balducci, a
riviste femministe come "Reti", "Lapis", e alla rivista di pedagogia
"Ecole"; attualmente collabora al "Paese delle donne". Ha partecipato al
dissenso cattolico nelle Comunita' di Base; e preso parte ad alcune delle
piu' nitide esperienze di impegno non solo genericamente politico ma
gramscianamente intellettuale e morale della sinistra critica in Italia. Il
suo primo libro e' stato La bambola rotta. Famiglia, chiesa, scuola nella
formazione delle identita' maschile e femminile (Bertani, Verona 1975), cui
ha fatto seguito Parlare con Dacia Maraini (Bertani, Verona). Nel 1978 e'
uscito, presso Ottaviano, Comunione e liberazione nella cultura della
disperazione. Nel 1992, edito dal Cite lombardo, e' uscito un libro che
racconta un'esperienza per la prevenzione dei drop-out di cui ha redatto il
progetto e  curato la supervisione delle operatrici: titolo: "... ho qualche
cosa anch'io di bello: affezionatrice di ogni cosa". Recentemente ha scritto
la prefazione del libro di Nicoletta Crocella, Attraverso il silenzio
(Stelle cadenti, Bassano (Vt) 2002) che racconta l'esperienza del
Laboratorio psicopedagogico delle differenze di Brescia, luogo di formazione
psicopedagogica delle insegnanti e delle donne che operano nelle relazioni
d'aiuto, laboratorio nato a Brescia da un progetto di Ileana Montini e con
alcune donne alla fine degli anni ottanta, preceduto dalla fondazione,
insieme ad altre donne, della "Universita' delle donne Simone de Beauvoir".
Su Ileana Montini, la sua opera, la sua pratica, la sua riflessione, hanno
scritto pagine intense e illuminanti, anche di calda amicizia, Lidia
Menapace e Rossana Rossanda]
Ancora una volta si chiama la religione a sostenere la tesi dei maschi.

14. MAESTRE. LUISA MURARO: E SE QUALCUNO
[Da Luisa Muraro, Salti di gioia, Stampa Alternativa, Roma-Viterbo 1996, p.
57. Luisa Muraro insegna all'Universita' di Verona, fa parte della comunita'
filosofica femminile di "Diotima". Dal sito delle sue "Lezioni sul
femminismo" riportiamo una sua scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta
di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a
Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata
in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo
Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal
Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora
nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al
progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo
coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e
Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi
sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte
della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano
1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri),
Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della
madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria,
Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato
vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista
trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita'
filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei
(da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il
profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e
nonna nel 1997"]
E se qualcuno, dall'alto di una cattedra o dallo schermo della televisione
piange o predica sulla bruttura dei nostri tempi imputandola alla crisi dei
(suoi) valori, vi suggerisco di scusarlo, pensando all'angoscia della
maschilita' nella sua difficile transizione dal privilegio sessista a un
dove ancora tutto o quasi da disegnare. Ma, certo, dovevano essere "valori"
strani e ambigui se la mia, tua, femminile liberta' li ha messi in tanta
crisi.

15. MAESTRE. FRANCA ONGARO BASAGLIA: NEGARE
[Da Franca Ongaro Basaglia, Una voce, Il saggiatore, Milano 1982, p. 131.
Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno
civile, insieme al marito Franco Basaglia e' stata, ed e' tuttora, tra i
protagonisti del movimento di psichiatria democratica. E' stata anche
parlamentare. Opere di Franca Ongaro Basaglia: tra i suoi libri segnaliamo
particolarmente: Salute/malattia, Einaudi; Manicomio perche'?, Emme
Edizioni; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore; in
collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante,
Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato
anche a L'istituzione negata e Che cos'e' la psichiatria e a molti altri
volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia]
Non sempre e' chiaro cio' che di proprio si vuol negare, cosi' com'e' chiaro
all'escluso cio' che lo nega.

16. MAESTRE. ROSSANA ROSSANDA: LA LONTANANZA
[Da Rossana Rossanda, Un viaggio inutile, Bompiani, Milano 1981, p. 90.
Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo Antonio
Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel 1969 per
aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di sinistra), in
rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea, fondatrice del
"Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora scrive. Impegnata
da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu'
drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti.
Opere di Rossana Rossanda: Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio
inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano
1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli,
Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo,
Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte,
resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati
Boringhieri, Torino 1996. Ma la maggior parte del lavoro intellettuale,
della testimonianza storica e morale, e della riflessione e proposta
culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora dispersa in articoli,
saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste]
La lontananza era fonte di errore.

17. MAESTRE. ARUNDHATI ROY: L'UNICA COSA CHE MERITI DI ESSERE GLOBALIZZATA
[Da Arundhati Roy, Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, p. 174. Arundhati Roy
e' una celebre scrittrice indiana, impegnata contro il riarmo, in difesa
dell'ambiente e per i diritti dei popoli. Opere di Arundhati Roy: cfr. il
romanzo Il Dio delle piccole cose, Guanda, Parma 1997; poi in edizione
economica Superpocket, Milano 2000; e i due saggi di testimonianza e
denuncia raccolti in La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999, poi in
edizione economica Tea, Milano 2001, poi recuperati poi nella piu' ampia
raccolta di saggi di intervento civile, Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002]
Quel che abbiamo bisogno di cercare e di trovare, quel che abbiamo bisogno
di levigare e perfezionare in qualcosa di magnifico e brillante e' un nuovo
genere di politica. Non la politica di governo ma la politica della
resistenza. La politica dell'opposizione. La politica di imporre la
responsabilita'. La politica di rallentare le cose. La politica di prendersi
per mano da un capo all'altro del mondo e di impedire una distruzione certa.
Nelle attuali circostanze, direi che l'unica cosa che meriti di essere
globalizzata e' il dissenso.

18. MAESTRE. SILVIA VEGETTI FINZI: DI FRONTE ALLA VASTITA' DEL COMPITO
[Da Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte, Mondadori, Milano 1990,
1996, p. 4. "Silvia Vegetti Finzi e' nata a Brescia il 5 ottobre 1938.
Laureatasi in Pedagogia, si e' specializzata in Psicologia Clinica presso
l'Istituto di Psicologia dell'Universita' Cattolica di Milano. All'inizio
degli anni '70 ha partecipato a una vasta ricerca internazionale, progettata
dalle Associazioni Iard e Van Leer, sulle cause del disadattamento
scolastico. Inoltre ha lavorato come psicoterapeuta dell'infanzia e della
famiglia nelle istituzioni pubbliche. Dal 1975 e' entrata a far parte del
Dipartimento di Filosofia dell'Universita' di Pavia ove attualmente insegna
Psicologia Dinamica. Dagli anni '80 partecipa al movimento femminista,
collaborando con la "Universita' delle donne Virginia Woolf"di Roma e con il
Centro Documentazione Donne di Firenze. Nel 1990 e' tra i fondatori della
Consulta (laica) di Bioetica. Dal 1986 e' pubblicista del "Corriere della
Sera" e successivamente anche di "Io donna" e di "Insieme". Fa parte del
comitato scientifico delle riviste: "Bio-logica", "Adultita'", "Imago
ricercae", nonche' dell'Istituto Gramsci di Roma, della "Casa della Cultura"
di Milano, della "Libera Universita' dell'Autobiografia" di Anghiari. E'
membro dell'Osservatorio Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, della
Societa' Italiana di Psicologia; della Societe' internationale d'histoire de
la psychoanalyse. Nel 1998 ha ricevuto, per i suoi scritti di psicoanalisi,
il premio nazionale "Cesare Musatti" e per quelli di bioetica il premio
nazionale "Giuseppina Teodori". Sposata con lo storico della filosofia
antica Mario Vegetti, ha due figli adulti, Valentina e Matteo" (Questa
notizia biografica abbiamo estratto dal sito dell'Enciclopedia multimediale
delle scienze filosofiche: www.emsf.rai.it). Opere di Silvia Vegetti Finzi:
(a cura di), Il bambino nella psicoanalisi, Zanichelli, Bologna 1976; (con
L. Bellomo), Bambini a tempo pieno, Il Mulino, Bologna 1978; (con altri),
Verso il luogo delle origini, La Tartaruga, Milano 1982; Storia della
psicoanalisi, Mondadori, Milano 1986; La ricerca delle donne (1987);
Bioetica, 1989; Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre,
Mondadori, Milano 1990; Il romanzo della famiglia. Passioni e ragioni del
vivere insieme, Mondadori, Milano 1992; (con altri), Questioni di Bioetica,
Laterza, Roma-Bari 1993; (con Anna Maria Battistin), A piccoli passi. La
psicologia dei bambini dall'attesa ai cinque anni, Mondadori, Milano 1994;
Freud e la nascita della psicoanalisi, 1994; (con Marina Catenazzi),
Psicoanalisi ed educazione sessuale, Laterza, Roma-Bari 1995; (con altri),
Psicoanalisi ed identita' di genere, Laterza, Roma-Bari 1995; (con Anna
Maria Battistin), I bambini sono cambiati. La psicologia dei bambini dai
cinque ai dieci anni, Mondadori, Milano 1996; (con Silvia Lagorio, Lella
Ravasi), Se noi siamo la terra. Identita' femminile e negazione della
maternita', Il Saggiatore, Milano 1996; (con altri), Il respiro delle donne,
Il Saggiatore, Milano 1996; Volere un figlio. La nuova maternita' fra natura
e scienza, Mondadori, Milano 1997; (con altri), Storia delle passioni,
Laterza, Roma-Bari 1997; Il fantasma del patriarcato, 1997; (con altri),
Fedi e violenze, Rosenberg & Sellier, 1997; L'eta' incerta. I nuovi
adolescenti, Mondadori, Milano, 2000. Collabora inoltre con le riviste
filosofiche: "Aut Aut" e "Iride". Molti suoi scritti sono stati tradotti in
francese, inglese, tedesco e spagnolo]
Di fronte alla vastita' del compito, vorrei che chi legge si sentisse
coinvolto in una ricerca aperta, che sta delineando il suo campo di indagine
e mettendo a punto i suoi strumenti di lavoro.

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

20. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 529 dell'8 marzo 2003