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Appello "agli estremi confini della speranza"
- Subject: Appello "agli estremi confini della speranza"
- From: "lukesalvi at libero.it" <lukesalvi at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Wed, 05 Mar 2003 22:03:59 +0100
Segnalo il seguente appello, che gira in rete da alcuni giorni e che sta ricevendo parecchie adesioni fra il popolo della Pace, fra cui quella illustre dello scrittore Ettore Masina. Luca Salvi, VR 5 marzo 2003 APPELLO A PAPA GIOVANNI PAOLO II PER UN VIAGGIO A BAGHDAD, "AGLI ESTREMI CONFINI DELLA SPERANZA". Santo Padre, Nel giorno di digiuno e preghiera da Lei indicato per la Pace, come membri della società civile, esponenti di associazioni, gruppi, coordinamenti e singoli cittadini mobilitati contro la guerra, intendiamo esprimerLe la nostra ammirazione e riconoscenza per quanto sta facendo per la Pace e rivolgerLe un estremo appello. Condividiamo con Lei e con tutti gli uomini di buona volontà la convinzione che bombardare gli uomini, le donne e i bambini iracheni per "prevenire" future azioni del loro governo sia inaccettabile, contribuirebbe all'ulteriore sviluppo del terrorismo, destabilizzerebbe tutto il Medio Oriente. E soprattutto porterebbe nuovi e gravi lutti ad una popolazione già provata da oltre un decennio di embargo, che ha l'unica colpa di essere governata da un tiranno. E' davvero folle e diabolico pensare di accanirsi ulteriormente contro un popolo che vede morire in media 250 bambini al giorno e affrontare così incoscientemente il rischio di aprire le porte dell'inferno in Medio Oriente e di gettare il mondo intero nel caos. Santo Padre, milioni di persone in tutto il mondo da mesi si sono mobilitate e lavorano instancabilmente per la Pace, ma alcuni fra i potenti della terra sembrano aver deciso che la guerra ci sarà comunque e rimangono sordi perfino ai Suoi appelli. Giunti a questo punto, solo la preghiera e un miracolo sembra in grado di fermare la guerra, ma anche un Suo gesto clamoroso: Un suo viaggio a BAGHDAD, fino "agli estremi confini della speranza", rappresenterebbe un gesto straordinariamente forte e profetico, sconvolgerebbe i piani di chi ha già deciso la guerra e, da quella terra martoriata, la Sua voce potrebbe richiamare con ancora più forza i potenti alle loro responsabilità, gridando al mondo che il problema dell'Iraq si può risolvere non continuando a minacciarlo o attaccandolo ma dichiarandogli PACE, cominciando ad abolire l'embargo e a fornire cibo, medicine ed aiuti alla popolazione stremata. Solo così potrà ripartire il dialogo e la ricerca di una soluzione pacifica sotto l'egida dell'ONU che porti al disarmo e al ripristino dei diritti umani, non solo in Iraq ma, in seguito, anche in tutto il mondo!
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