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[coordinamento185] una grande e profonda tristezza...
- Subject: [coordinamento185] una grande e profonda tristezza...
- From: Francesco Vignarca <yugodai at tin.it> (by way of Carlo Gubitosa <carlo.gubitosa at tiscali.it>)
- Date: Wed, 05 Mar 2003 16:37:12 +0100
cari amicicondividiamo con voi queste nostre amare considerazioni, quasi una sorta di sfogo, che nonostante la tristezza non cancellanon quanto di ottimo fatto dalla campagna e l'energia messa insieme dal nostro gruppo, che dovrà continuare a lavorare sodo per contrastsare lo strapotere delle armi...
un saluto di Pace FV ******* …non ce l’abbiamo fatta, non ci siamo riusciti…Sembra ormai certo, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, che la legge 185 del 1990 sul controllo della produzione e del commercio delle armi verrà modificata (in peggio) da un disegno di legge di prossima approvazione al Senato. La notizia è sicuramente negativa e triste per tutto il mondo pacifista (e non solo) che si era trovato unito nel condannare questa ipotesi e nel chiedere a gran voce che il Parlamento riconsiderasse con più attenzione la questione. Per più di un anno moltissime associazioni e gruppi, di estrazione sia laica che cattolica, hanno lottato nell’ambito della Campagna “Fermiamo i mercanti di armi” affinché non venisse di fatto cancellata l’efficacia di una legge tra le più avanzate sul tema in tutto il mondo. Abbiamo prodotto materiale, coinvolto l’opinione pubblica con raccolte di firme ed appelli, promosso dibattiti e confronti, organizzato manifestazioni ed azioni dirette nonviolente, ma le ragioni della politica, dell’economia e delle armi hanno avuto il sopravvento… Perché, nonostante quello che potranno dire gli esponenti politici favorevoli a questo provvedimento, sono proprio queste le ragioni di fondo di un tale passo, del tutto contrapposte alla spinta etica diffusa che chiedeva invece il mantenimento di un controllo serio sui sistemi d’arma, che altro non sono se non strumenti di offesa e di morte.
La legge 185 del 1990 non è certamente una legge “pacifista”, in quanto permette comunque il commercio delle armi! Ciononostante la sua valenza consiste in una stretta vigilanza sulla trasparenza di tale commercio, con conseguenze dirette sulla pace, sulla sicurezza, sulla lotta al terrorismo. Va ricordato che la Legge 185/90 prevede esplicitamente il divieto assoluto di esportare verso Paesi che violano i diritti umani, Paesi in conflitto e nel caso che la vendita di tali armi favorisca il terrorismo internazionale. Inoltre viene garantito ai cittadini un alto grado di trasparenza attraverso la dettagliata relazione annuale sulle operazioni di vendita di armi italiane all’estero che il Presidente del Consiglio presenta al Parlamento. Una legge, quindi, che costituisce un passaggio iniziale e fondamentale verso la costruzione di un mondo di Pace, da compiere passo dopo passo.
In questi momenti, l’amarezza risulta essere ancora più profonda e dura ascoltando le parole ed i commenti che stanno accompagnando l’approvazione del provvedimento legislativo in questione. Da più parti si trova anche il coraggio (oseremmo dire la sfacciataggine) di criticare l’operato della campagna pacifista trasversale accusandola di non serenità nel giudizio e di strumentalizzazione della legge per altri scopi…!! Paradossale, visto che questi “altri scopi” dipinti a tinte fosche sono in realtà il controllo delle operazioni bancarie relative alle armi sulla base dei dati prodotti dalla Presidenza del Consiglio e la verifica dell’effettiva rispondenza delle transazioni allo spirito della legge! Con il traguardo finale (dichiarato e non nascosto) di esercitare una pressione sugli istituti di credito affinché si tolgano dal commercio di armamenti. Il tutto partendo da principi etici che ci paiono tutto fuorché “poco sereni” o “strumentali”: i principi per i quali si ritiene ingiusto lucrare su strumenti di distruzione e per cui si crede che la Pace non possa di certo essere costruita con le armi!
E a fronte di ciò, quali sono le giustificazioni che vengono esplicitamente addotte per lo stravolgimento della 185? Interessi economici e di competitività a favore dell’industria delle armi, interessi di Stato, interessi di politica… sempre interessi!! Mai un riferimento a valori più alti e a ideali che tengano in conto della volontà di Pace e delle sofferenze che le armi causano per loro stessa natura!! Ed è stupefacente che ciò avvenga in un momento in cui la crisi irachena ci mostra con tutta evidenza come la risposta armata ai problemi sia insulsa e contro la volontà dei popoli! Con l’aggravante che, mentre si chiede il disarmo come condizione per il non attacco, si compromettono quei piccoli passi che noi stessi abbiamo compiuto verso disarmo e riconversione! Una bella ipocrisia!
Ci viene detto: ma i controlli rimarranno, solo non passeranno più per il Parlamento e di conseguenza alla società civile, che male c’è? Lo stesso male che esisteva prima della legge 185, quando l’Italia ha venduto armi a Saddam Hussein con tutti i crismi della legalità… Ci viene aggiunto: ma non si favorisce il traffico illegale, solo quello legale!! Ma sempre armi sono, e sempre dolore porteranno, qualsiasi sia il “certificato” che le accompagnerà: noi vogliamo continuare a sapere dove andranno a finire queste armi, quali conflitti alimenteranno, quali dittature favoriranno!! Altra critica dei fautori del disegno di legge: perché dovremmo impedire la vendita a nostri alleati? Perché non si può sacrificare tutto sull’altare del vantaggio politico, e se alcuni nostri alleati violano i diritti umani, allora sarebbe tempo di compiere una riflessione seria… A chi poi si erge a censore delle nostre azioni sostenendo che questa discussione non dovrebbe assumere toni morali ed etici rispondiamo: NO! Perché se la politica, soprattutto in questi temi, non si fonda su basi di principio che esaltino la concordia e rifiutino la violenza essa si riduce solamente ad uno sterile esercizio di potere, utile solo a sé stesso… E se il Catechismo della Chiesa Cattolica viene citato come riferimento per giustificare una tale politica (con tutte le “prediche” conseguenti) noi ci permettiamo di ricordare, molto umilmente, che a monte di tale testo vi è un altro Libro, discretamente importante e dirompente, che dice chiaro e tondo “tu non uccidere”, ma “ama i tuoi nemici” e “rimetti la spada nel fodero” se vuoi costruire un mondo basato sull’Amore.
Alla fine di tutto rimane una precisa volontà…Non vogliamo rassegnarci a logiche commerciali in questo campo, che facciano divenire fonte di guadagno la sofferenza ed il dolore! Non vogliamo rassegnarci all’impossibilità di sapere in quale angolo di mondo un conflitto verrà combattuto con armamenti frutto del lavoro italiano… Non vogliamo rassegnarci ad un’idea di Giustizia costruita con la violenza e con le armi, all’incapacità di anche solo immaginare un mondo privo di eserciti, certo ancora lontano ma possibile da costruire insieme…!! E per questi motivi non ci fermeremo per l’attuale insuccesso, ma continueremo nella nostra opera di contrasto alla logica degli armamenti. Lo faremo con tutti quegli strumenti utili ad una maggiore sensibilizzazione e ad un maggior controllo di tutti quegli affari “sporchi” che distolgono risorse al bene comune per impiegarle nella distruzione. La legge 185 era il principale tra tali strumenti, ma saremo in grado di trovarne altri e di far capire alle persone l’aberrazione di un sistema che produce morte ammantandola di giustizia. E cercheremo di mostrare non tanto, come ci viene rimproverato, quali sono le “banche buone o quelle cattive”, ma quale dovrebbe essere il compito vero di ogni struttura sociale umana: la valorizzazione di diritti e capacità al servizio della vita e della felicità per ogni donna e per ogni uomo…
Sembra chiaro che per molti vale ancora l’adagio ripetuto dal grande e compianto Alberto Sordi in uno dei suoi film a tematica sociale più riusciti: “Finché c’è guerra c’è speranza…”. Per noi no… perché con la violenza e con le armi la speranza viene uccisa e con essa la Pace, la Giustizia, la condivisione…
Riccardo Troisi e Francesco Vignarca Rete Lilliput Coordinamento Nazionale Campagna “Contro i mercanti di armi” 5 marzo 2003
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