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[comunicati_lilliput] Treni della morte. Per Rete Lilliput: "La disobbedienza civile è nonviolenza"
- Subject: [comunicati_lilliput] Treni della morte. Per Rete Lilliput: "La disobbedienza civile è nonviolenza"
- From: Rete Lilliput Comunica <ufficiostampa at retelilliput.org>
- Date: Tue, 25 Feb 2003 18:57:47 +0100
Comunicato stampa Rete Lilliput Ufficio Stampa: Cristiano Lucchi 339/6675294 - ufficiostampa at retelilliput.org Treni della morte. La posizione di Rete Lilliput "La disobbedienza civile è nonviolenza". La cultura politica tradizionale, anche a sinistra, dimostra di non comprendere le ragioni di un movimento per la pace unito per sovvertire un sistema di morte. FIRENZE, 25 FEBBRAIO - La Rete Lilliput condivide ed appoggia gli attuali tentativi in corso da parte del movimento per la pace tesi ad ostacolare e bloccare il transito di treni armati sul territorio italiano e invita tutti i lillipuziani disponibili ad attivarsi e a partecipare, secondo le modalità integralmente nonviolente utilizzate dalla Rete. Per Massimiliano Pilati, referente del gruppo nonviolenza e conflitti della Rete Lilliput "è importante affermare che la disobbedienza civile è nonviolenza. La nonviolenza, per teoria e per storia, include da sempre la disobbedienza civile tra le sue pratiche legittime. Ovviamente, secondo la legge di progressione gandhiana, non è da attivarsi come primo passo, infatti le lillipuziane e i lillipuziani continuano e continueranno nella loro quotidiana attività ad impegnarsi nelle "normali" campagne e iniziative di opposizione alla guerra: dalla Campagna Bandiere della pace che tanto hasignificato nello spostare l'opinione pubblica su posizioni nettamente pacifiste alla campagna Stop Esso War per denunciare il nesso tra guerra e petrolio, per arrivare alla campagna Scelgo la nonviolenza, alle biciclettate nonviolente e alle ore di silenzio contro la guerra." Rete Lilliput crede che la pratica della disobbedienza civile sia una delle possibili iniziative di opposizione alla guerra e da applicarsi soltanto laddove altre tipologie d'azione si siano rivelate inadeguate e senza successo e l'avversario continui quindi a perseguire i suoi scopi illegittimi e violenti. Questo è il caso dell'attuale trasporto di materiale bellico attraverso il nostro territorio: nonostante le proteste e le straordinarie manifestazioni di dissenso, la macchina bellica procede ed il nostro Governo continua a collaborare alla predisposizione e all'attuazione della guerra contro l'Iraq. Siamo maggioranza nel paese, ma non abbiamo la forza per impedire, in Parlamento, che certe decisioni passino o vengano comunque attuate, sottobanco o meno, dal Governo e dalle autorità militari: Il gioco appare truccato. A questo punto per chi si dichiara 'pacifista' sorge il classico dilemma. Che fare? Nel linguaggio dell'attivista nonviolento significa: Quali azioni nonviolente? Continua Massimiliano Pilati "quando si agisce c'è sempre il rischio di sbagliare, e certamente le azioni in corso attualmente - e quelle che verranno, visti il periodo di guerra che probabilmente ci attende - sono rischiose, soprattutto perché possono essere attuate anche da persone esasperate e poco preparate, o strumentalizzate da minoranze violente del movimento, innescando così una spirale di criminalizzazione che ben conosciamo. Lavoriamo assiduamente perché questo non accada, ed abbiamo fiducia che sarà così, ma proprio per questo è importante formarsi, agire, esserci. E' fondamentale che, in questa fase, obiettivi del boicottaggio siano chiaramente soltanto i convogli militari e non si vada a colpire i cittadini viaggiatori con azioni confuse ed inutili, totalmente nocive in vista dell'acquisizione di ulteriore consenso ed anzi foriere di incomprensioni e perdite dell'indispensabile supporto sociale." La Rete Lilliput si sta attivando inoltre per promuovere, sia a livello locale che nazionale, la nascita di momenti di confronto interno al movimento per la pace utili al raggiungere comune di obiettivi di metodo, assolutamente indispensabili in una fase delicata e cruciale come questa. Per favorire l'adesione e la presenza dei lillipuziani sarà importante garantire da parte di tutti coloro impegnati nel fermare il conflitto armato in Iraq, un adeguato livello di condivisione delle decisioni e una lealtà reciproca nel modo in cui esse vengono e verranno comunemente attuate.
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