CONTRO LA GUERRA, PROGETTIAMO UN MONDO DI PACE



Carissimi
si è avviato oggi un tavolo di coordinamento di ONG e di altre assciazioni per l'Iraq. Vi mando il documento costitutivo (che trovate nel messaggio "Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell’Iraq" Oltre a preparare una missione congiunta a Baghdad (per il COSV andrà Paolo Comoglio), il Tavolo ha deciso di proclamare una giornata di sciopero bianco degli operatori della cooperazione non governativa, per la giornata del 15 febbraio (in concomitanza delle manifestazioni che si terranno in tutta Europa contro la guerra).

Per questo vi allego il file "CONTRO LA GUERRA, PROGETTIAMO UN MONDO DI PACE " che vi prego di stampare su carta intestata, dopo aver completato l'intestazione (con nome e cognome dell'Ambasciatore, città e stato) .
Tale lettera va consegnata in Ambasciata d'Italia  venerdì 14 .
Naturamente si tratta di uno sciopero simbolico, vista la particolarità del nostro lavoro, ma che crediamo abbia un valore politico importante. Questa inziativa vede coinvolte tutte le ONG che aderiscono al Tavolo. Mi rendo conto che i tempi sono strettissimi, ma anche qui stiamo lavorando in modo molto convulso, visto l'evolversi continuo degli avvenimenti.

Fatemi poi sapere e inviatemi anche eventuali reazioni, perchè vorremmo fare sull'avvenimento un comunicato stampa.




Alla cortese attenzione
Ambasciatore ……
Ambasciata d’Italia
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CONTRO LA GUERRA, PROGETTIAMO UN MONDO DI PACE

Il 15 febbraio 2003 milioni di persone scendono in strada in tante città del mondo per far sentire alta la loro voce contro la guerra in Iraq. E’ la voce di tanta parte dell’opinione pubblica che in tanti paesi è in maggioranza contraria alla guerra e che è ancora inascoltata dai governi e dai parlamenti.

Noi –organizzazioni non governative, associazioni di solidarietà internazionale, operatori umanitari, volontari e cooperanti impegnati nella aree di crisi e nei paesi in via di sviluppo- vogliamo unirci, insieme ai nostri partners locali, in questa giornata di mobilitazione mondiale per la pace, a chi oggi si impegna per “fermare la guerra” e a mettere al centro le ragioni della legalità internazionale, dei diritti umani, della prevenzione dei conflitti. Noi ripudiamo la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e rifiutiamo ogni ipotesi di guerra preventiva.

Sosteniamo da anni – in Iraq come in tante altre parti del mondo- la causa della democratizzazione e dei diritti umani, della giustizia, della lotta al terrorismo. La guerra non fa che aggiungere sofferenze ad altre sofferenze, violazioni dei diritti umani ad altre violazioni dei diritti umani. Le guerre creano solo nuove emergenze umanitarie e altre ingiustizie.

La pace è un bene in sé. Non è mai mezzo tra i mezzi, utilizzabile di volta in volta in vista dei fini. Non è interscambiabile con altre opzioni. Appartiene alla sfera dei valori e ne costituisce l’essenza. Non è quindi negoziabile e non può appartenere all’ambito delle scelte o degli schieramenti. La pace è per noi un progetto, la visione di un mondo diverso. Non vi può essere infatti pace senza giustizia. E’ possibile, e lo sperimentiamo quotidianamente, un mondo al tempo stesso ingiusto e privo di ostilità; ma la pace è molto di più che un’assenza di conflitti armati. Pace e giustizia non possono essere perseguiti se non attraverso il riconoscimento ed il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo della democrazia e della partecipazione, negli Stati e nel Sistema internazionale.

Per realizzare questo progetto abbiamo scelto, ogni giorno, di lavorare per un mondo in cui a tutte le persone siano riconosciuti i propri diritti: diritto al cibo, all’educazione, alla democrazia, alla partecipazione, alla salute, al lavoro, alla dignità. Un mondo in cui all’isolamento sia preferita la cooperazione, all’intolleranza l’accoglienza, allo scontro la negoziazione, il rispetto della legalità e del diritto internazionale. Anche la lotta al terrorismo passa prioritariamente attraverso queste priorità.


Noi che abbiamo fatto la scelta di essere impegnati dalla parte degli ultimi, delle vittime dei conflitti, dei profughi, dei poveri in tante aree abbandonate del nostro pianeta, siamo idealmente con tutti coloro che il 15 febbraio marciano e manifestano contro la guerra. E lo siamo coerentemente con il nostro impegno concreto, umanitario e di solidarietà, con i progetti che ogni giorno portiamo avanti.

E per questo chiediamo al Governo Italiano di dissociarsi esplicitamente dalla partecipazione o dal sostegno all’azione bellica contro l’Iraq. La scelta del Governo Italiano in caso contrario è una scelta contro la pace, contro la legalità ed il diritto internazionale, contro il popolo iracheno che dopo guerre, bombardamenti e dodici anni di embargo non ha certo bisogno di altri interventi bellici fatti in suo nome, ma che invece lo colpiscono con altre sofferenze.

Non vogliamo essere semplicemente i soccorritori delle vittime di guerre ingiuste. In caso di attacco militare moriranno migliaia di persone, ci saranno centinaia di migliaia di profughi in Iraq: faremo la nostra parte per portare aiuto, ma nessuno pensi di utilizzare questo nostro impegno umanitario come supporto o consenso alle scelte politiche di guerra dei governi –compreso quello italiano- che ne dovessero essere responsabili.


E’ per ribadire questa nostra posizione che consegniamo alle Ambasciate italiane dei paesi dove operiamo questa lettera di protesta contro la guerra preventiva all’Iraq e di richiesta al Governo Italiano di dissociarsi da questa scelta. E’ anche per questo che oggi 15 febbraio pratichiamo uno sciopero bianco contro la guerra: è un gesto simbolico, certo, perché non interrompiamo il nostro servizio di solidarietà e di cooperazione nelle situazioni di bisogno. Ma è un segnale che vogliamo dare invitando il Governo Italiano a valutarne le richieste che lo determinano.
Oggi stiamo con chi, in Italia e nel mondo, manifesta per la pace.