Rai. Di tutto, di più ". Tranne che per la pace.



Rai. Di tutto, di più". Tranne che per la pace.
di Mattia Bruno

Nella Berluscopoli italiana la RAI ha deciso di non trasmettere in diretta la manifestazione che si terrà a Roma sabato prossimo. Eppure il tanto pubblicizzato contratto che l'azienda di viale Mazzini ha firmato con il Ministero delle Telecomunicazioni parla chiaro. All'articolo 3 è esplicitamente scritto che la RAI s'impegna a garantire "trasmissioni che documentano manifestazioni e avvenimenti di attualità a carattere periodico o straordinario". I casi sono due. O Saccà &C. ritengono che questo evento non sia straordinario oppure non attuale. O il contratto è stato violato. Impedire che una larga maggioranza (parola di cui si e'abusato nelle ultime settimane) abbia la possibilità di esprimere un dissenso attraverso un media potente quale la televisione è una grave mancanza. Mentre gli onesti cittadini avevano ancora in mano la ricevuta di pagamento del canone, nel giro di due settimane i dirigenti di viale Mazzini hanno fatto in modo che andasse in onda un siparietto televisivo autoprodotto del Presidente del Consiglio e che venisse negata la diretta ad una manifestazione di qualche milione (ce lo auguriamo tutti) di persone. "Rai. Di tutto, di più". Lo slogan ormai e' vecchio ed ingannevole. Non concedere la diretta ad un evento del genere appare una presa di posizione netta e decisa. Fare finta che tutto il Paese sia con la politica filo-americana (o suddita rispetto ali USA) di Sua Eccellenza Berlusconi e che, in fondo, tutti gli Italiani vogliano la guerra è infantile. Trasmettere la manifestazione non voleva dire schierarsi contro la guerra. Significava semplicemente garantire un diritto. Sarà, purtroppo tardi, quando ci si accorgerà che La7, che ha garantito, invece, uno speciale che coprirà gran parte della giornata avrà fatto più ascolti di casa RAI. Scoppieranno polemiche, ma sarà stata un'occasione persa per dimostrare che le reti pubbliche non dipendono dal potere politico. Ormai solo un diktat dall'alto potrebbe garantire la diretta. Ma, a meno di un miracolo, non ci sara'. Il sentimento pacifista che percorre l'80% di noi Italiani no si fermerà. Non sarà una diretta negata ad arrestarlo. Ai dirigenti RAI sabato non restera' che sedersi in poltrona, accendere il televisore, guardare i loro programmi preferiti del sabato pomeriggio (in cui la si raggiungono apici di cultura ed intelligenza) e fare finta che nulla stia succedendo. In fondo, per loro, tra la guerra dell'Auditel e quella del Golfo non vi sono differneze.