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La Gabbia del "diritto d'autore"
- Subject: La Gabbia del "diritto d'autore"
- From: "Andrea Piras" <pirasandrea at fastwebnet.it>
- Date: Wed, 5 Feb 2003 15:38:24 +0100
La Gabbia del "diritto d'autore" Tenersi informati. Leggere. Ogni mattina compro il mio giornale, un po' secondo l'umore: giornata solare? La Repubblica. Ci sentiamo riflessivi? Il Corriere della Sera. Alzati con il piede sbagliato? Il Manifesto. Voglia di Ridere? Libero. Non vuoi comprare nulla? Ecco la tua razione gratuita di informazione distribuita ai semafori. Radio, TV, ma soprattutto, i dannati inserti settimanali, uno per ogni giorno della settimana, invischiati nella plastica o nudi, poco importa, non hai ancora fatto un cazzo ed hai già abbattuto un albero. Solitamente questo surplus di informazione e pubblicità va destinato al cesso, il pensatoio per alcuni, lì si è tutti uguali si diceva un tempo, anche ora: tutti sotto lo stesso fuoco nemico. Mentre tiro l'acqua Tom Cruise compie 40 anni. Mi più sento leggero. Chissà se festeggia con Penelope Cruz. Non mi sento libero, quando, nel mio cervello, notizie inutili, motivetti estivi e claim pubblicitari , si affollano soffocando la mia già debole percezione del mondo: 8 mila bambini che muoino in Iraq ogni anno, Tà tata tà ta, Tom Cruise e Penelope Cruz. A cosa serve tutta questa informazione? Siamo sicuri che la televisione sia una finestra sul Mondo e non sopra il nostro cortile? La mia vita è uno spazio pubblicitario da riempire. Il giornale che leggo mi dice quali libri comprare, i libri quale vita svendere. Certo, mi posso ancora schierare: Oriana Fallaci o Tiziano Terziani, per la guerra o contro, Global o No Global, destra o sinistra, e ti ritrovi arruolato tuo malgrado in uno dei due schieramenti; Il male minore. Abbiamo perso anima e corpo, dentro un orizzonte a due dimensioni, bianco e nero; la scelta è ridotta ai minimi termini, la nostra gabbia rivestita di cuscini e velluto. Monocromaticità, Monopensiero. Copyrigth. L'aspetto più pericoloso che dalla nuova tecnologia si riversa sulla società è la formazione delle "community", le comunità virtuali,che prima o poi , si sa, tirano fuori quelle maledette voglie di condivisione, libero scambio di materiali, prestito di libri e quant'altro. Niente di più osteggiato della libera circolazione di idee; Intendo dire, quella senza costi, senza il "valore aggiunto" del produttore [ badate bene non dell'autore!], che produce semplicemente i supporti per le idee. Non si tratta di rifiutare un compenso alla creatività: autori in ogni campo vanno sostenuti perché continuino a produrre, ma di rifiutare un sistema che limita la nostra libertà, controlla le nostre scelte. Il diritto d'autore oggi è il baluardo di una società che non vuole cambiare, che si professa liberista- liberale senza smettere di pilotare scelte etico-culturali senza averne la benché minima competenza. Ci negano la condivisione ed il miglioramento del materiale culturale, riducendoci ad essere singoli, avidi consumatori. Il loro ideale è una società di collezionisti molto vicini al feticismo, incapaci di far circolare le idee perché morbosamente attaccati al supporto materiale. Secondo Stalmann, fondatore del movimento Gnu, sarebbe un po' come negare a vostra nonna la possibilità di produrre la pasta fatta in casa, migliorandola o semplicemente offrendola nella convivialità, in nome di un diritto superiore: il diritto d'autore.Per usare il basilico in questa ricetta dovrebbe pagare una tassa all'"inventore",come dire : l'ho visto prima io, ed ora è mio! E' quello che succede quando ci nutriamo di musica, libri, quadri o programmi per il computer, senza avere la possibilità di offrirli. Diventiamo vetrine di costosissimi modelli di vita. La storia del diritto d'autore è strettamente legata alla tecnologia della copiatura ed all'evoluzione dell'organizzazione del sapere. Le copie realizzate nell'antichità, a mano, non subivano alcuna restrizione, non dovevano rispondere ad alcuna conformità, e tenevano in vita un continuo creativo con l'originale, trasformando e deformando, mantenendo l'eco della vitalità dialettica della trasmissione orale. Possiamo solo immaginare la difficoltà di affrontare una rivoluzione che avrebbe annullato un sistema così collaudato e radicato nel tessuto economico e sociale come quello della mnemotecnica, a favore della scrittura. Così povera, asettica, valida solo come gioco, ma non per esprimere le convinzioni più importanti. Il processo di copiatura a mano era certo lento e faticoso, ma capace di resistere al consumarsi della singola vita umana, portando fino a noi quanto meno i resti delle cicliche distruzioni che si abbattono sull'umanità. La nascita di una nuova concezione del sapere che cerca lo sforzo comune per superare le barriere del singolo si sublima, attraverso l'invenzione della stampa , nei grandi sforzi enciclopedici di fine seicento, verso un sapere condiviso e universale, capace di superare le divisioni religiose di un Europa dilaniata tra Riforma e Controriforma. Si pensa che la cultura non possa più rimanere in mano a pochi, ma allargata, creando le condizioni perché tutti si possano orientare nei vari campi del sapere. Qui si inseriscono tentativi così diversi e a loro modo drammatici come quelli di Giordano Bruno e Leibniz, fino ad arrivare all'Encyclopedie di Diderot e D'Alambert, che attraverso l'introduzione dell' ordine alfabetico riescono a rendere facilmente consultabili teorie e testi. Il sacrificio dei singoli si consuma per un' idea di sapere che non può vivere che di condivisione. I libri si muovono rapidamente attraverso l'Europa, legalmente trasportati da piazzatorio nascosti tra carichi di spezie e merce di ogni tipo, se messi al bando. Ancora oggi le pagine dei libri trasudano profumi che rendono distinguibile un libro di medicina da uno di fisica, quasi la loro memoria superasse la nostra, acquistando quella sacralità che uccide divinità e religioni. Se agli albori del novecento era sensato lasciare alle case editrici il compito di produrre copie di libri, molto più economiche delle copie realizzate nelle piccole stamperie che trovano poi enormi difficoltà nella distribuzione, oggi è assolutamente assurdo non permettere che a copiare siano i singoli, ormai nelle condizioni tecniche per farlo. Abbiamo rinunciato a questa libertà perché non potevamo esercitarla, ed ora ci troviamo nella paradossale condizione di dover finanziare la costosissima produzione di CD ,per esempio, quando si potrebbero distribuire in maniera più efficiente attraverso internet. Il diritto d'autore nasconde i grossi interessi economici di chi avrebbe dovuto sostenere la creatività e non il mercato, lasciando creativi non a la moda nell'anonimato, e sprecando preziose risorse umane. Le idee intanto soffocano, in attesa del momento opportuno, che i tempi maturino,che superino il vaglio di una censura nascosta agli stessi inquisitori, in un misto di statistiche, diagrammi di vendita e pertinenza; Certo molti autori troverebbero dimezzati i loro fantastici stipendi, ma molti altri uscirebbero dai letali ingranaggi distributivi. Bisogna lottare per cancellare il diritto d'autore, conquistare il "Permesso d'autore", garantendo una vita dignitosa per chi crea e nessuna restrizione nella trasmissione, utilizzo e sviluppo, mostrando la ferma volontà di essere comunità, dove non ci sono idee sacrificabili perché poco vendibili. L'utile culturale e quello economico non devono coincidere mai con l'utile del più forte. Le Idee sbocciano delicatamente nascondendosi dal clamore, rischiando di durare una sola notte, come i fiori più belli, nell'indifferenza delle lampade al neon. E' necessario forzare la gabbia cognitiva che giornali, editoria, distribuzione ci cuciono giornalmente addosso, per condividere, smarrirsi e per poi ritrovarsi senza avere l'impressione che fosse solo una gita organizzata. ATTENZIONE di questi testi E' consentita la riproduzione parziale o totale e la sua diffusione per via telematica a uso personale dei lettori, purché non a scopo commerciale. Informazioni in Rete: ß Manifesto Gnu [Gnu not Unix] http://www.gnu.org/gnu/manifesto.html ß Legge Europea http://uk.eurorights.org/issues/eucd/eucd.html ß Bologna Free Software Forum http://www.bfsf.it/ ß Rivista "internazionale" http://www.internazionale.it/ Testi e suggestioni: ß Autori vari, Net Strike, no copyright, E.T. pratiche antagoniste nell'era telematica. AAA Edizioni 1996 . ß Ralf Valvola Scelsi, No Copyrigth. Nuovi diritti nel 2000, Shake 1994. ß Autori vari, L'informazione deviata. Zelig editore 2002. ß Passages. Rivista di Arti Culture Riflessioni. N 1 Maggio-Agosto ß Internazionale del 21/27 giugno 2002 n.442-anno 9. ß P. Rossi, Naufragi senza spettatori Il Mulino 1995 ß F. Yates, L'Arte della memoria Einaudi 1993
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