Caponnetto



All'uscita dalla camera ardente di Paolo Borsellino aveva esclamato con voce rotta dall'emozione: "E' finita, è finita...". Ma subito si pentì di quelle parole di sconforto e decise di dedicare gli ultimi anni della sua vita a seminare speranza. "Non dobbiamo mai avere paura di sognare e di sperare. E' una ricchezza interiore che dobbiamo coltivare. Dobbiamo affrontare le difficoltà tenendoci per mano, sperando e sognando. Credo che l'avvenire stia dalla nostra parte. Quando nelle scuole mi chiedono se in un mondo così si può avere speranza, rispondo sempre con le parole di padre Turoldo: "Sperare è da eroi, ma non se ne può fare a meno". Oggi si deve sperare. Il dovere di ciscuno di noi è proiettare l'animo verso il domani, verso la speranza. Solo così potremo fare passi in avanti. E ci troveremo a uscire dalla notte." (intervento alla scuola della Rosa Bianca, Brentonico, 24 agosto 1994) Nino Caponnetto, cuore tenero e spirito forte, lo ricordo così: mentre alla fine degli incontri, saluta il pubblico con le dita alzate in segno di vittoria. Lui, così fragile fisicamente, così riservato e delicato, così anti-eroe, mostrava una determinazione fuori dal comune nel combattere la buona battaglia per una giustizia autentica. Per tre volte abbiamo raccolto le firme per la sua nomina a senatore a vita. Non ce l'abbiamo fatta. Purtroppo sono altri i personaggi che s'ammantano di tale titolo. Lui però non se l'é presa e ha tirato dritto, prodigandosi fino all'ultimo negli incontri nelle scuole per scuotere le coscienze giovanili. Sulla sua bara i familiari hanno messo la toga e due rose: una rosa rossa, simbolo di dedizione e amore, e una rosa bianca, simbolo di saggezza e candore.
Splendida sintesi della sua esistenza.
Grazie, nonno Nino, giudice delle due rose.
Le rose hanno dato tutto e ora muoiono, che è un modo di dare ancora.
g.

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Giovanni Colombo
Presidente della Rosa Bianca
Consigliere comunale di Milano - indipendente Ds