La nonviolenza e' in cammino. 457



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 457 del 26 dicembre 2002

Sommario di questo numero:
1. Adriana Zarri, no alla guerra
2. Ida Dominijanni: le migliori dell'anno. Per caso
3. Il verbale dell'incontro del 17 novembre a Verona del Movimento
Nonviolento
4. Letture: Roger Caillois, La vertigine della guerra
5. Riletture: Natalia Ginzburg, Lessico famigliare
6. Riletture: Contadini e luigini. Testi e disegni di Carlo Levi
7. Riletture: Carlo Alberto Madrignani, L'ultimo Cassola
8. Riletture: Peacelink (a cura di), Cronache da sotto le bombe
9. Riletture: Maria Teresa Tarallo, Con il mondo a scuola
10. Riletture: Abram Terz (Andrej Sinjavskij), Una voce dal coro
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. RIFLESSIONE. ADRIANA ZARRI: NO ALLA GUERRA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 dicembre 2002. Adriana Zarri e' nata a
S. Lazzaro di Savena nel 1919, teologa, saggista, scrive su diverse riviste.
Tra le sue opere segnaliamo almeno Nostro Signore del deserto, Cittadella;
Erba della mia erba, Cittadella; Dodici lune, Camunia; Il figlio perduto, La
Piccola]
"La difesa degli interessi di un paese non puo' essere identificata con
l'autodifesa e quindi non puo' giustificare un attacco"; "La guerra
preventiva e' un'azione di attacco e non di difesa e per questo non puo'
essere ammessa dalla Santa sede sotto la definizione di guerra giusta",
afferma monsignor Martino.
A parte il fatto che la guerra e' sempre ingiusta (verita' che sembra ormai
acquisita), anche secondo la vecchia teoria che pretendere di fissare i
criteri atti a giustificare (a render giusta) una belligeranza - questi non
ricorrono nella guerra preventiva.
E il papa incalza: "Non si potra' eliminare la fame finche' nel mondo si
investono tanti miliardi di dollari l'anno in spese militari". Se si pensa
che la spesa degli Stati Uniti per la ricerca e lo sviluppo bellico si
aggira sui 50 miliardi di dollari l'anno, e che il presidente Bush seguita a
dichiarare la necessita' della guerra preventiva, l'opposizione vaticana non
potrebbe essere piu' chiara. Non c'e' bisogno del nome per individuare il
destinatario della condanna; e c'e' da sperare che la gente capisca. Ma non
sembra capire, se e' vero che sei americani su dieci sono favorevoli all'uso
dell'atomica.
Non c'e' comunque da stupirsi. L'abbiamo sperimentato anche in Italia come
la pubblica opinione si possa manipolare; e i piu' anziani di noi ricordano
(i piu' giovani l'apprendono dai libri di storia, finche' non saranno
censurati...) quando le folle osannavano alla guerra mussoliniana e molti
partivano volontari, con un ardore patriottico almeno pari alla stoltezza.

2. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: LE MIGLIORI DELL'ANNO. PER CASO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 dicembre 2002. Ida Dominijanni (per
contatti: idomini at ilmanifesto.it), giornalista e saggista, e' una
prestigiosa intellettuale femminista e pacifista]
Quando si dice che uno tira la pietra e nasconde la mano. Il settimanale
"Time", nel suo consueto gioco di Natale sull'uomo dell'anno, per il 2002
premia tre donne, le whistleblowers Cynthia Cooper, Coleen Rowley e Sherron
Watkins, ne fa delle eroine pari ai pompieri delle Twin Towers, e poi
rassicura i lettori: che siano tre donne, scrive, non e' nulla piu' che una
coincidenza.
Ora, su quanto le coincidenze siano casuali o no si potrebbe aprire una
lunga parentesi. Ma andiamo con ordine.
Le tre donne in questione guadagnano la copertina del settimanale per avere
tutte e tre denunciato (da cui il nome, che loro peraltro detestano, di
wistleblowers) i giochi sporchi del potere economico e politico americano.
Cynthia Cooper, manager di massimo livello della Worldcom, ha scoperto prima
davanti al consiglio d'amministrazione e poi davanti agli investigatori
l'altarino del falso in bilancio della corporation.
Sherron Watkins, vice presidente della Enron, ha denunciato l'imbroglio
prima al consiglio d'amministrazione e poi in un'audizione della commissione
d'inchiesta del parlamento.
Coleen Rowley, avvocata nell'ufficio legale dell'Fbi, non aveva falsi in
bilancio da denunciare ma qualcosa di peggio, cioe' la sottovalutazione che
i suoi capi avevano fatto del rapporto su Zacharias Moussaoui, il kamikaze
rimasto fuori dal gruppo degli attentatori dell'11 settembre e in seguito
arrestato e processato.
Tutte e tre hanno poco piu' o poco meno di 40 anni, tutte e tre vengono
dalla provincia americana, sono sposate, hanno i soliti problemi di
compatibilita' fra famiglia e lavoro. Nessuna delle tre, sottolinea ancora
il settimanale, aspirava alle luci della ribalta, ne' si era distinta per
essere particolarmente ribelle alle regole; tutte e tre hanno messo a
rischio lavoro, salute, privacy, e l'hanno pagata cara in termini di
carriera, stipendio, ostilita' dell'ambiente di lavoro; ciascuna delle tre
si e' fatta forza sapendo che un'altra donna, in un altro posto, stava
facendo lo stesso strappo alla regola dell'acquiescenza che stava facendo
lei. Ma che siano tre donne, scrive il "Time", e' solo un caso, perche'
studi recenti dimostrano che le donne sono meno disponibili degli uomini a
denunciare imbrogli e misfatti e ad aprirci dei conflitti.
L'autorevole settimanale e' in difficolta': fra la tentazione di idealizzare
l'ex secondo sesso trasformandolo da angelo della casa in angelo della
societa' e quella di neutralizzarlo non sa bene che fare, e sceglie la
strada di minor rischio dell'etica della cittadinanza cara alla retorica
americana: come i pompieri di Ground Zero, le tre eroine del 2002 non hanno
fatto altro che fare bene il loro lavoro, e prendere in mano il timone della
barca quando rischiava di affondare.
Ma come il "Time" stesso osserva, per comportarsi cosi' bisogna sapere da
se' quello che bisogna fare, senza aspettare indicazioni e ordini dai
superiori. Ci vuole, in altri termini, un certo grado di indipendenza dal
potere. Una delle tre cover women, intervistata dal settimanale, dice che a
lei questa indipendenza l'ha data sua madre; e tutte e tre se la sono data
in corso d'opera a vicenda da lontano.
Sara' pure una coincidenza, ma non del tutto casuale se questa indipendenza
viene dal sesso tradizionalmente escluso dal potere, che tutti i media del
mondo ci rappresentano ogni giorno come se non facesse altro che rincorrere
il potere e che invece, dicono studi recenti diversi da quelli citati dal
"Time", sta costruendo tutt'altro: amore per quello che fa, responsabilita'
per come lo fa, disponibilita' a mettersi in gioco senza risparmio,
opposizione strenua al cinismo che sguazza nei crolli economici sociali e
politici e via dicendo. Funziona cosi' non solo alla Enron o alla Worldcom
ma in qualunque posto, si chiama femminilizzazione del lavoro e riserva
sempre delle sorprese.

3. MATERIALI. IL VERBALE DELL'INCONTRO DEL 17 NOVEMBRE A VERONA DEL
MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito www.nonviolenti.org riportiamo il verbale dell'incontro del 17
novembre 2002 a Verona del coordinamento nazionale del Movimento
Nonviolento]
Presenti: Claudia Pallottino, Adriano Moratto, Daniele Lugli, Piercarlo
Racca, Mao Valpiana, Rocco Pompeo, Luca Giusti, Elena Buccoliero, Matteo
Soccio, Massimiliano Pilati, Pasquale Pugliese, Luciano Capitini, Alfredo
Mori. Assenti giustificati: Angela Dogliotti, Francesco Lo Cascio, Filippo
Ciardi, Marco Bandini, Giovanni Mandorino, Flavia Rizzi, Alberto Trevisan.
Alberto Trevisan ha inviato una lettera in cui chiede di essere sollevato
dal Coordinamento per motivi di salute. Il coordinamento ne prende atto,
esprime un augurio di rapida guarigione e aspetta il rientro di Alberto, non
appena gli sara' possibile riprendere le attivita'.
Decisione organizzativa: la convocazione dei prossimi coordinamenti e il
verbale del coordinamento precedente, d'ora in avanti, verra' inviato solo
in e-mail e non anche per posta.
*
Ordine del giorno: 1. approvazione del verbale precedente; 2. iniziative
contro la guerra in Irak; 3. percorso marcia nonviolenta 2003; 4. resoconto
seminario Gruppi di azione nonviolenta (Gan); 5. resoconto Forum Sociale
Europeo; 6. programma di "Azione Nonviolenta" 2003; 7. campagna iscrizioni e
abbonamenti 2003; 8. salone dell'Editoria per la Pace; 9. servizio civile
volontario e formazione; 10. proposta di legge in attuazione dell'art. 11
della Costituzione; 11. commissione TV; 12. Scelgo la nonviolenza; 13.
resoconto assemblea MIR; 14. nota sulla organizzazione interna del Movimento
Nonviolento; 15. convegno "Il normale della violenza"; 16. rapporti
Movimento Nonviolento - Fondazione Capitini; 17. aggiornamento sull'ipotesi
Centro Studi Montevaso; 18. atti del seminario su laicita' e nonviolenza;
19. proposta di Acquistapace; 20. Un convegno a Torino sulle alternative
della nonviolenza; 21. Comunicazioni dal gruppo di Prato.
*
1. Approvazione del verbale precedente e verifica degli impegni assunti
Formazione Forze dell'Ordine alla nonviolenza - Rocco Pompeo aggiorna: il
convegno sulla formazione delle forze dell'ordine c'e' stato, Rocco non vi
ha partecipato per un fraintendimento con gli organizzatori rispetto alla
presenza del Movimento Nonviolento, i contatti comunque sono proseguiti e il
rapporto potra' avere un seguito.
Corpi civili di pace - il forum di Bologna, previsto per dicembre, e' stato
posticipato al mese di marzo.
*
2. iniziative contro la guerra in Irak
Massimiliano: come Rete Lilliput abbiamo contatti con due persone (Francesco
Vignacca e Riccardo Troisi) che vanno in Irak uno con un gruppo di
parlamentari italiani (diplomazia dal basso). "Un ponte per..." sta
organizzando viaggi in Irak, ci sono persone che stanno gia' dando la loro
disponibilita'.
Nella giornata del 10 dicembre, nata all'interno della campagna "Fuori
l'Italia dalla guerra" (Emergency, Libera, Lilliput e Tavola della Pace), ci
saranno iniziative in tutte le citta'. La proposta base e' di fare delle
fiaccolate, ma ogni nodo partecipera' a suo modo. La giornata e' preceduta
da un convegno che la Tavola della Pace propone il 7 dicembre, in
coincidenza con l'assemblea nazionale di Lilliput di Vico Equense, quindi
dalla Rete sara' presente solo un delegato.
Pasquale: questa guerra ci da' l'opportunita' di evidenziare in maniera
chiara il nesso tra controllo delle fonti energetiche per il petrolio e
guerra.
Ormai anche l'ultimo libro di Rifkin sull'economia all'idrogeno ha un
capitolo introduttivo in cui, secondo le previsioni piu' ottimistiche,
avremo ancora 15 anni di utilizzo delle risorse petrolifere conosciute, 90%
di quelle totali, secondo le piu' pessimistiche abbiamo tempo fino al 2010.
Le guerre degli ultimi dieci anni si stanno svolgendo nelle aree dove si
trova il petrolio, e la teoria della guerra infinita e' il dominio per il
continuo controllo delle risorse petrolifere, senza aver preparato alcuna
alternativa di tipo energetico. Con Davide Caforio ed altri si rifletteva
sull'opportunita' di pensare una campagna di lungo respiro, di boicottaggio
dei prodotti petroliferi, non solo della benzina. Ci offre un collegamento
interessante tra il problema economico, energetico e militare.
Il Gruppo di azione nonviolenta (Gan) di Reggio Emilia sta pensando di
lanciare una biciclettata nonviolenta: non si blocca il traffico e non si va
in mezzo alla strada ma in fila indiana chiedendo il permesso per il
percorso da fare, con biciclette elaborate, bandiere della pace, carrettini,
pettorali "Contro la guerra per il petrolio lasciamo a casa l'automobile".
Il target e' dato da quelle persone gia' contrarie alla guerra ma che non
mettono in relazione i loro comportamenti quotidiani con le ragioni della
guerra. L'iniziativa sara' proposta ad altri Gan e al Movimento Nonviolento,
con l'idea di dare una periodicita' fissa nelle citta'.
Piercarlo: a Torino proseguiamo l'ora di silenzio in piazza, con i cartelli
che richiamano l'art. 11 e la distribuzione di un volantino. Ci sono sempre
20-25 persone. Il 10 dicembre iniziera' un tavolo che andra' avanti fino a
Natale, con la vendita delle bandiere della pace. Cerchiamo di legare il
discorso della guerra a cose concrete che si possono fare. E poi proseguiamo
la campagna Scelgo la nonviolenza.
Rocco: abbiamo gia' due grossi impegni, Scelgo la nonviolenza, da far
decollare, e il percorso delle 10 parole. Questo caratterizza l'impegno del
Movimento Nonviolento, il fatto di lavorare nel tempo senza inseguire le
emergenze. Non aggiungerei altre grosse campagne, mentre si possono mettere
in rete anche le piccole iniziative delle citta', in modo che vengano
conosciute e condivise.
Massimiliano: sul discorso petrolio, a proposito di boicottaggio, ricordo
che la Esso oltre a tutto il resto ha l'appalto dalle Forze Armate Usa per
la guerra in Irak (fonte della notizia: Unimondo).
Daniele: credo che l'appuntamento delle 10 parole sia riferito alla
nonviolenza e molto direttamente legato alla guerra, e alla guerra in Irak.
Possiamo caratterizzare l'appuntamento mensile in questo senso. Dove
operiamo all'interno della Rete Lilliput il percorso va apertamente
proposto, senza avere pretese particolari perche' forse noi stessi non
dappertutto abbiamo avviato delle iniziative sulle 10 parole.
Teniamo presente che la guerra e' appunto un evento, per quanto orribile, e
che noi abbiamo sempre ragionato in modo piu' complessivo. In queste
condizioni se riusciamo a svolgere un compito, oltre che nella
sollecitazione di altri, e' quello di capire. Proprio perche' si sta
preparando un percorso sull'inevitabilita' della guerra, e' richiesto un
fortissimo lavoro di carattere culturale per il quale e' molto importante
che stiamo attenti a vedere anche l'insufficienza di quello che viene fatto.
Proprio perche' svincolati dai finanziamenti e da qualsiasi alleanza
possiamo permetterci di essere critici.
Un nostro strumento, che e' "Azione Nonviolenta", diventa lo strumento
obbligato per essere presenti, che richiede un po' di impegno e che va
proposto, per esempio anche in Lilliput. Questa e' la modalita' con cui
hanno lavorato, ottimamente, le persone che hanno lavorato di piu' nella
Rete Lilliput. Sapendo che noi comunque andiamo avanti indipendentemente
dalla Rete, dai Forum Sociali, e da altre realta' che sembrano molto grosse
ma che possono venire superate nel giro di pochi anni.
Come riusciamo in concreto ad attuare le nostre decisioni? Penso alla
campagna Scelgo la nonviolenza: occorre trovare modalita' individuali e
collettive che propongano un approfondimento, altrimenti anche la spedizione
diventa un fatto rituale. Cosi' le 10 parole, il sito, la rivista, le nuove
bandiere. Una modalita' di offerta al movimento piu' generale, dalle cose
simboliche a campagne piu' strutturate, cercando di capire quale puo' essere
il nostro contributo.
In questo senso, la guerra per il Movimento Nonviolento e' da un lato la
messa alla prova delle nostre capacita' di intervento, dall'altra lo stimolo
a fare quello che dovremmo fare comunque. E mi sembra ottimo che i contatti
con altri vengano mantenuti all'interno della Rete di Lilliput.
Inciso sui rapporti Movimento Nonviolento - Lilliput
Rocco: Sento l'esigenza di discutere e chiarire il rapporto tra Movimento
Nonviolento e Lilliput. La questione del Tavolo Intercampagne a che punto
e'? Portiamo nel Movimento Nonviolento le campagne di Lilliput, ma il
Movimento Nonviolento e' presente in Lilliput? Quale contributo danno gli
aderenti ai nodi di Lilliput al percorso delle 10 parole?
Massimiliano: non so quanto ci convenga richiedere l'ingresso nel Tavolo,
che non e' piu' cosi' importante, anche se alcuni stanno cercando di
rilanciarlo. Ci sono problemi interni al Tavolo, che non sta dando alcun
contributo effettivo. Al momento il Movimento Nonviolento ha fatto passare
due grossi temi, Scelgo la nonviolenza e i Gruppi di azione nonviolenta
(Gan), quindi ha dato un grosso contributo dall'esterno.
Mao: come formalizzare questo? C'era stata una nostra lettera in cui davamo
la disponibilita' ad entrare nel Tavolo.
Decisione: Alla prossima convocazione formalizziamo una decisione,
distinguendo il rapporto Movimento Nonviolento - Lilliput e quello Movimento
Nonviolento - Tavolo Intercampagne. Idem per il rapporto Movimento
Nonviolento - Tavola della Pace.
*
3. percorso del Cammino per la Nonviolenza 2003
Mao: A Firenze si e' avviato un contatto con un referente di Gubbio che e'
venuto a cercarci perche' aveva visto sul sito l'iniziativa, si era
entusiasmato, ne aveva parlato con i Verdi di Gubbio di cui fa parte lui ed
anche la vicesindaco di Gubbio, c'e' grande disponibilita' ad ospitare il
convegno. Da qualche anno loro propongono il percorso contrario,
Gubbio-Assisi, nei primi giorni di dicembre (se non c'e' la neve), e ci
hanno proposto di partecipare. Localmente seguono il percorso delle 10
parole, sono contenti perche' valorizziamo Gubbio e possono sostenere
l'organizzazione della marcia. Non resta che da prendere contatti per
fissare la data.
Pasquale: non un convegno finale, ma una iniziativa aperta, accessibile ad
una platea molto ampia (anche 3.000 persone).
Daniele: l'idea era di proporre un campo itinerante con discussione
iniziale, poi partenza, tappe nei punti dove si puo' dormire, conclusione.
Se c'e' un gruppo non soltanto del Movimento Nonviolento, con persone di
varie citta' che hanno seguito il percorso delle 10 parole e hanno voglia di
condividerlo, sono disposto ad impegnare una mia settimana. Per
l'organizzazione della cosa finale, stiamo attenti a curare bene la
possibilita' di rientro per le persone che vengono da fuori.
Mao: giovedi' e venerdi' marcia, sabato fine della marcia e convegno fino al
pomeriggio e alla cena, domenica mattina iniziativa collettiva festosa e poi
rientro a casa.
Rocco: il convegno e la manifestazione finale non sono conciliabili per
ragioni organizzative e logistiche. Dobbiamo scegliere se e' preferibile un
momento di elaborazione (convegno) o una manifestazione. Secondo me:
venerdi' e sabato marcia, domenica piccolo percorso finale e iniziativa
festosa.
Claudia: la marcia della domenica mattina e' solo per chi e' gia' li'.
Altrimenti, o marci o manifesti, in una mattina, soprattutto perche' Gubbio
e' mal servita come mezzi.
Massimiliano: se il sentiero e' impegnativo anche gli ultimi 5 km richiedono
tempo. La conclusione massima e' alle 13 della domenica. Che valore ha
cominciare qualcosa alle 11 per finire in fretta due ore dopo? Propongo di
finire il sabato la marcia e nel pomeriggio un'iniziativa da decidere.
Claudia: potrebbero esserci delle mostre a Gubbio, o in altra forma una
presenza in citta', per valorizzarla.
Daniele: qual e' l'iniziativa che proponiamo all'esterno? Se e' il sabato
pomeriggio, dobbiamo prevedere dove far dormire le persone, pensando che
possono esserci alcune centinaia di persone.
Alfredo: meglio la domenica mattina, per far arrivare persone da fuori.
Daniele: dopo un giro completo di opinioni, affidiamo la decisione finale
alla commissione che era gia' stata pensata, e che puo' essere integrata se
ci sembra necessario.
Pasquale: alla marcia abbiamo avuto 3.000 persone senza neppure un lavoro di
preparazione lungo un anno. In questo caso, e con questo clima di guerra che
"favorisce" la partecipazione ad iniziative, i Gan che nascono, la maggiore
diffusione del discorso sulla nonviolenza, e' perfettamente prevedibile
avere molte persone nell'ultimo giorno. Mi sembra piu' fruibile un finale
aperto in una piazza, come tradizionalmente si concludono le marce per la
pace. Il convegno lo vedrei o ad Assisi, prima di cominciare, oppure il
giorno dopo, la domenica mattina, per chi rimane ad approfondire, e alle 13
finisce tutto. Non sovrapporrei la chiusura della marcia con il convegno,
perche' rischia di essere un'iniziativa per pochi, mentre la gente e' stanca
e ha voglia di incontrarsi e di stare insieme.
Matteo: la caratteristica delle marce antimilitariste era: piu' giorni,
luoghi simbolici, piccolo nucleo per tutto l'itinerario. Ad ogni tappa si
aggregava altra gente, perche' non si puo' pretendere che moltissimi siano
presenti per tutto l'itinerario. L'ultimo giorno dev'essere quello piu'
partecipato, anche perche' e' il fine settimana. Il sabato sarebbe il giorno
ideale. Concludere con un'assemblea dei marciatori. La domenica non si puo'
buttar via, bisogna coinvolgere gente che e' sul posto e puo' organizzare
qualcosa. Se la marcia e' lanciata dal Movimento Nonviolento, l'iniziativa
della domenica puo' essere curata dalle piu' svariate associazioni. Qualcosa
tipo la fiera delle alternative alla guerra: banchetti, le associazioni si
fanno conoscere, quindi la giornata di domenica e' una sorta di fiera aperta
a tutte le diverse realta'.
Piercarlo: non mi aspetto migliaia di persone, soprattutto se la facciamo ad
agosto. La conclusione e' da discutere, pensavo ad una tavola rotonda, ad
una cosa leggera.
Alfredo: in quei giorni e' il quarantesimo anniversario della marcia di
Martin Luther King sui diritti civili in America. Vediamo se pensare una
tavola rotonda che richiami quella marcia, con contenuti aggiornati.
Mao: la vedo cosi': nel primo fine settimana di settembre, marcia giovedi' e
venerdi', ultimo pezzo sabato mattina, tavola rotonda o seminario il sabato
pomeriggio, iniziative artistiche alla sera (concerto?), domenica mattina
fiera delle alternative alla guerra con momento assembleare conclusivo di
tutta l'iniziativa delle 10 parole. Il seminario di sabato pomeriggio e' il
confronto col lupo, con le argomentazioni pro e contro la guerra e
l'intervento armato. A Citta' di Castello, che non e' luogo meglio servito
dai trasporti, la Fiera delle Utopie Concrete vede in genere la presenza di
3-400 persone che dormono in giro per l'Umbria. Con i due appuntamenti, le
persone si organizzano.
Rocco: propongo il convegno prima della marcia, ad Assisi, il giovedi'. Si
marcia venerdi' e sabato, si finisce domenica con la festa.
Massimiliano: ho dei dubbi che qualcuno si muova per solo 5 km di marcia.
Daniele: Fin qui abbiamo parlato di modalita' organizzative, ma ci sono
anche aspetti di contenuto. Che cosa facciamo noi, Movimento Nonviolento,
per far maturare l'iniziativa di Gubbio, da qui ad allora? Dovremmo arrivare
al prossimo coordinamento dopo avere acquisito contatti per capire se c'e'
un interesse su questo tra le altre associazioni o movimenti che si
richiamano alla nonviolenza (i Beati, Pax Christi, Lilliput, gli scout...)
Pensiamo ad organizzare una marcia allargata ma non confusa, proprio perche'
preparata da un percorso annuale. Se pero' ci sono 3.000 persone, ho dei
dubbi che si possa concludere con un convegno.
Se pensiamo ad un gruppo di 200 persone, allora il convegno va bene.
Altrimenti il convegno e' per il giovedi'. In quel caso potremmo pensare: il
giovedi' ad Assisi una riflessione con i marciatori, la ripresa delle 10
parole in cui ci misuriamo sul discorso del conflitto con interlocutori che
ci interpellano, anche se non sempre d'accordo con noi, ma con cui abbiamo
avvertito la necessita' di interloquire. Poi la marcia in due giorni, e alla
fine pochi chilometri e l'assemblea finale.
Se abbiamo lavorato per avere tante persone, e abbiamo lavorato bene,
anch'io non vedo un convegno. La decisione si prende nel percorso. Vediamo
poi chi vogliamo invitare, tra quelli che hanno condiviso un pezzo di strada
con noi.
Mao: sentite le argomentazioni di tutti, io non riesco a vedere il convegno
in partenza. Allora: sabato gli ultimi 5 km di marcia e l'iniziativa corale,
pubblica, assembleare. Concerto alla sera, banchetti, iniziative, e
seminario sul conflitto alla domenica.
Rocco: sono disponibile a mettermi a disposizione per una settimana. Sulla
scelta del lupo riflettiamo ancora.
Luca: mi preoccupa come riuscira' a diffondersi questa cosa che si posiziona
in maniera strana, e sembra in opposizione alla marcia Perugia-Assisi, se
non riusciamo a spiegare perche' sentiamo l'esigenza di partire da Assisi e
andare verso Gubbio. Dobbiamo riuscire a fare una proposta sintetica, una
metafora molto chiara. Il lupo di Gubbio e' una metafora forte e va bene. Da
qui alla marcia dobbiamo risolvere come avviciniamo Flavio Lotti e tanta
parte di un pacifismo generico con cui fare i conti. Se si propone
un'alternativa, deve essere molto concreta, precisa, praticabile, altrimenti
non viene vista. Chi ti osteggia la vede e ti mette i bastoni tra le ruote,
chi non ti osteggerebbe non la vede. Facciamo qualcosa di semplice,
compatto, non troppo articolato.
Adriano: visto che la marcia per la pace puo' essere strumentalizzata da
altri interessi, noi proponiamo l'incontro con il nemico, che esclude di per
se' l'attacco perche' la risoluzione del conflitto nella nostra ottica e' un
tentativo di incontro.
Pasquale: quello che dice Luca e' vero ma e' la complessita' della
nonviolenza, quindi necessariamente raggiunge meno persone ed e' piu'
articolata. Non e' facile da trasmettere, e' vero.
Luca: la duplicita' di messaggi e' pericolosa, confonde.
Pasquale: mettiamo il massimo dello sforzo per esprimerci chiaramente.
Daniele: per noi la marcia e' la prima festa annuale della nonviolenza,
cosi' come era stata proposta da Pasquale al coordinamento di Montevaso, una
festa che nel 2003 si tiene a Gubbio. E obiettivamente non e' un'alternativa
alla Perugia-Assisi. Il percorso si fonda sulle 10 parole, m'interesserebbe
che in ogni luogo cercassimo di avere iniziative su questo. Mandiamo una
lettera agli iscritti per sollecitare una partecipazione anche a chi poi non
potra' venire alla camminata. Allarghiamo, portiamo il percorso anche in
Lilliput, ma in modo rigoroso, non tanto per ampliare.
Pasquale: portiamo sul sito le indicazioni dei luoghi dove ci sono gruppi
attivi sulle 10 parole.
Decisione: si affida al gruppo il compito di elaborare una proposta
complessiva.
*
4. valutazione seminario Gruppi di azione nonviolenta (Gan)
Pasquale: a Ciampino si sono incontrate circa 100 persone per tre giorni a
discutere di nonviolenza e di come passare dal dire al fare. C'erano le voci
della nonviolenza che oggi in Italia sono attive e riflettono su queste
cose, c'era molto Movimento Nonviolento, tanto che sono arrivate due lettere
di protesta da parte di Tonino Drago che ha accusato il Movimento
Nonviolento di avere "occupato" Rete Lilliput per quanto riguarda la
nonviolenza. Successivamente ho avuto una decina di contatti con gruppi che
chiedevano come attivare percorsi di formazione alla nonviolenza. Sul sito
si trova il resoconto completo del seminario.
Per tutte queste ragioni possiamo dirci soddisfatti dell'esperienza di
Ciampino. Naturalmente e' difficile quantificare i risultati, che si vedono
nel tempo in base ai riscontri successivi. Il nostro impegno ora e'
contribuire a formare un Gan nelle nostre citta'.
Poi e' stato un momento di confronto tra diverse anime della nonviolenza,
cioe' soggetti che non hanno sempre occasioni di incontrarsi e non sempre
sono d'accordo.
Massimiliano: penso sia stato importante farlo perche' almeno abbiamo posto
il problema in Lilliput e le abbiamo dato uno stimolo. Non tutti i nodi sono
pronti adesso per fare i Gan, ma almeno cominceranno a studiare, ad
approfondire la nonviolenza. Se questo li porta ai Gan, va bene, ma e' gia'
qualcosa di importante avere introdotto contenuti che vanno oltre il
pacifismo generico.
*
5. resoconto Forum Sociale Europeo e arresti in Calabria
Daniele: e' arrivata una sollecitazione di Francesco: cosa facciamo dopo gli
arresti in Calabria? Prendiamo una posizione comune come Movimento
Nonviolento-MIR? Io sono tendenzialmente contrario sul fatto che il
Movimento prenda posizione su tutte le cose, anche importantissime, che
accadono. La questione pero' ha senso. Ho visto la nota scritta da Peyretti
dopo una discussione interna nel gruppo piemontese. Asciugata, potrebbe
andare bene come posizione per il Movimento Nonviolento, e se concordasse il
MIR meglio ancora. Il gruppo piemontese se la sente di assumersi questo
incarico?
Decisione: Mao scrive un comunicato leggendo quello di Peyretti e quello di
Lilliput (Massimiliano glielo invia) e lo invia al coordinamento per
riscontri (negativi), se va tutto bene il comunicato parte.
Piercarlo: mi dispiace non esserci stato.
Luciano: sono stato a Firenze nei due giorni prima del corteo, abbiamo
gestito il banchetto del Movimento Nonviolento con centinaia di persone che
sono venute. Eravamo vicini ai luoghi di due conferenze, un buon passaggio,
tante vendite e piu' che altro tanti incontri, con vecchi amici della
nonviolenza e con tantissimi giovani che si avvicinano con l'ansia di
capire, di approfondire.
Il "pezzo forte" era la campagna di Obiezione del cittadino e della
cittadina, che ha avuto un successo incredibile.
Massimiliano: Anche allo stand di Lilliput erano entusiasti. Io sono
arrivato il venerdi' pomeriggio e sono rimasto per il fine settimana, molto
caotico ma molto bello. Prima del corteo e' stato importante il contributo
degli amici di Prato che, con Mao, Marco e Luciano, hanno reso possibile il
banchetto. Il corteo e' partito tardi, il troncone di Lilliput, Cgil ed
Emergency era quello finale, abbiamo fatto solo meta' percorso. Una cosa che
non mi sarei aspettato e' stata l'accoglienza dei fiorentini: il dialogo con
la gente, le persone che offrivano il caffe', esponevano bandiere e lenzuola
alle finestre, ci applaudivano quando passavamo, "siamo fiorentini e vi
ospitiamo volentieri". Probabilmente dopo l'articolo della Fallaci si
sentivano in dovere di dare una risposta.
Pasquale: mi e' dispiaciuto non essere presente a sostenere Mao.
Daniele: prendiamo le cose con piu' scioltezza, possiamo essere presenti in
iniziative di altri, e dovunque ci sia aggregazione di giovani sensibili ai
nostri temi, senza porci troppo il problema di aderire o non aderire, se
essere presenti significhi vedersi rappresentati da leader che non ci
piacciono.
Rocco: riflettiamo sul perche' c'e' bisogno della nonviolenza. Questo e' il
primo movimento che parte da due punti di vista universalistici, una
caratteristica che e' anche della nonviolenza, cercare di superare la
particolarita' per avere un punto di vista, per quanto possibile, di tutti.
Il primo dato che emerge e' che per la prima volta in questo movimento non
c'e' un discorso generazionale. Il secondo, l'humus di questo movimento e'
conservare una vivibilita' del pianeta, in modo ancestrale, forse non
organizzato, non culturalmente approfondito, ma al fondo c'e' questa
preoccupazione.
Su questi due elementi, che sono specifici della nonviolenza - il punto di
vista dell'escluso, dell'emarginato, del periferico, dell'ultimo in modo non
separato ma inclusivo - anche noi dobbiamo riflettere. L'Uno-Tutti di
Capitini e' il superamento di quella particolarita'.
Credo sia necessario affidare a qualcuno la organizzazione di una presenza
in queste occasioni, cercando di capire come, che cosa portare.
Luciano: siamo tutti contenti dell'iniziativa di Firenze, e perche'? Abbiamo
evitato la guerra? No, siamo contenti di essere stati li', di essere stati
nonviolenti almeno nell'ambito della manifestazione.
Massi: un ragazzo ha rotto una vetrina e la gente passando ha messo i soldi
nella vetrina per ripagare il danno.
Pasquale: se in questi anni, anche dopo Genova, non ci fosse stata Rete
Lilliput, che ha posto il puntello della nonviolenza, e in questa il
Movimento Nonviolento che ha portato questa istanza, probabilmente le cose
si sarebbero evolute diversamente. I canali sotterranei della nonviolenza
probabilmente hanno lavorato e hanno portato anche i risultati di Firenze.
Daniele: pensiamo come sia importante dare ancora un contributo a Lilliput
perche' non si faccia distrarre dal suo compito specifico, anche di fronte a
provocazioni gravi.
*
6. programma di "Azione Nonviolenta" 2003
Mao: Si e' svolta ieri la riunione di redazione. Si confermano le rubriche e
se ne aggiunge un'altra, L'Azione, nella quale verranno presentate azioni
nonviolente del presente o del passato. La rubrica e' affidata a Luca.
Matteo: la rubrica puo' avere lo scopo di presentare alcune tipologie di
azione, attraverso casi esemplari.
Mao: si conferma un numero sui Balcani (saltato nel 2002) e un numero sulla
giustizia.
*
7. campagna iscrizioni e abbonamenti 2003
Mao: il Movimento Nonviolento deve decidere se assumere come prioritari
questi compiti, e non affidarli totalmente alla sede centrale di Verona. La
diffusione della rivista deve essere una responsabilita' di tutti, non della
redazione, che non ha le forze per fare tutto da sola.
Ripulito l'indirizzario, abbiamo 1.200 abbonamenti, che sono pochi rispetto
alle potenzialita' e allo sforzo che viene fatto. A questo si aggiunge
l'assenza di obiettori di coscienza che mette in difficolta' con le
spedizioni (gli ultimi due proseguono volontariamente due giorni alla
settimana, insieme a Marco, e a me che sono qui tutti i pomeriggi). Sarebbe
necessario ricorrere allo spedizioniere, che pero' richiede un costo
aggiuntivo di 1.200 euro all'anno, e in piu' dobbiamo spedire la rivista nel
cellophan. Non possiamo piu' aumentare l'abbonamento annuale, dal momento
che la campagna abbonamenti e' gia' partita. Motivo di piu' per impegnarsi
localmente in modo costante per la diffusione di "Azione Nonviolenta".
Strumenti possibili: lettera agli iscritti perche' se ne facciano carico,
abbonamenti a biblioteche, centri, scuole, abbonamento agli amici come
regalo di Natale.
Indirizzari a cui attingere per sensibilizzare: i partecipanti al seminario
di Ciampino, gli aderenti alla rete di Lilliput (possibile solo un giro di
e-mail).
L'abbonamento abbinato e' una nostra fortuna quando il partner e' una
rivista forte, negli altri casi saremo noi a trainare.
Abbiamo avviato i contatti con le botteghe del commercio equo e solidale, ma
la diffusione della rivista poi funziona se localmente c'e' un lavoro per
sollecitare una buona esposizione, vedere come va, ecc. L'accordo con le
botteghe equosolidali e' che tutte le botteghe si abbonano, e in piu'
inviamo tre copie mensili gratuite a negozio, da tenere in visione.
Massimiliano e' in contatto con due referenti CTM, uno dei due e' di Trento,
puo' chiedergli collaborazione a nome del Movimento Nonviolento.
Pasquale ha contatti con Asso Botteghe, puo' fare lo stesso.
Filippo Ciardi e' disponibile a collaborare con la rivista.
Luca puo' contattare le biblioteche e le istituzioni liguri, se Mao gli da'
l'elenco dei gia' abbonati in modo da non fare doppioni.
Decisione: Daniele scrive una lettera agli iscritti sul percorso delle 10
parole e sull'abbonamento.
*
8. Salone dell'Editoria per la Pace
Mao: si tiene a Venezia il 6-7-8 dicembre. Io saro' presente insieme agli
obiettori di coscienza. C'e' bisogno di una mano per il banchetto.
Decisione: Claudia puo' essere presente il 6, Elena forse il 7-8. Sentiremo
Flavia.
*
9. Servizio civile volontario e formazione
Claudia: i primi giovani in servizio volontario potranno arrivare in
primavera. A dicembre finisce il primo anno di sperimentazione. Rispetto
alla formazione ci sono degli aggiustamenti rispetto alla circolare, una
proposta possibile e' questa: l'Ufficio nazionale per il Servizio Civile
rimborsa 40 euro per ogni obiettore o volontario formato in un corso di
formazione di almeno 16 ore in un anno, e vale per i propri obiettori e
volontari, o per quelli di altri enti. Il tavolo degli Enti di servizio
civile di Torino ha predisposto un canovaccio base e lo ha inviato a tutti
gli enti del territorio chiedendo di indicare se interessa, per quanti
serviziocivilisti, e in quale periodo prendono servizio. C'e' stata una
grossa risposta soprattutto da chi aveva obiettori in arrivo.
La bozza del corso di formazione c'e' gia', vediamo qual e' la risposta
possibile del territorio e il numero degli obiettori da formare.
Il 13 dicembre a Torino ci sara' un convegno, la mattina con lo stato
dell'arte del servizio civile volontario, il pomeriggio il trentennale
dell'obiezione, alla sera una festa per i giovani.
Decisione: avviare le pratiche per proporsi agli enti che hanno
serviziocivilisti in servizio come ente di formazione. La documentazione,
appena pronta, verra' inviata a tutti i membri del coordinamento che possono
fare formazione perche' la propongano nella loro zona. E' anche un modo per
introdursi tra gli enti di formazione.
*
10. Proposta di legge in attuazione dell'art. 11 della Costituzione
Daniele: la proposta di legge e' stata messa a punto da Ferrajoli, Zolo e
Gallo, e verra' lanciata da Emergency. Come segreteria abbiamo dato adesione
all'iniziativa e l'abbiamo segnalata nel sito del Movimento Nonviolento. E'
giunto subito un riscontro da Zolo che si impegna a darci notizia.
Mi e' sembrato giusto mostrare subito un interesse, dal momento che abbiamo
sempre segnalato l'insufficienza dell'impegno statale contro la guerra. Qui
si mette in piedi un impegno giuridico che esplicita il ripudio della guerra
attraverso forme specifiche, affermando che chi compie determinate azioni
(produzione e commercio di armi ecc.) compie un reato, che solo attraverso
le procedure Onu si puo' entrare in una guerra. E' un articolato
perfettibile ma che si innesta molto bene nel modo con cui noi abbiamo
formulato la questione.
Una sottolineatura ulteriore: la nostra opinione rispetto alla funzione del
diritto e' che possiamo arrivare a violare una legge proprio perche' abbiamo
della legge un'alta considerazione. Noi siamo persone che obbediscono alle
leggi e pensano che sia bene avere una regolamentazione condivisa della vita
sociale, pur sapendo che il diritto non esaurisce niente, per cui poi si
parla di obiezione e d'altro. Aspettiamo ora che ci dicano come parte questa
iniziativa e che contributo possiamo dare.
*
11. Commissione TV
Piercarlo: il documento di Solmi, presente sul sito, ha suscitato qualche
perplessita'. Si era detto a Montevaso di rinviare la riflessione ad un
seminario da svolgere a Torino. Ne ho parlato, Solmi intendeva programmarlo
immediatamente, preferirei pero' non fare una cosa affrettata e valutare
davvero quanto siamo coinvolti da questo argomento. La mia proposta a
Peyretti era che si cercasse di porre la questione attraverso una serie di
interventi su "Azione Nonviolenta". Da un lato Solmi preme affinche' il
Movimento Nonviolento prenda una posizione chiara e precisa sulla democrazia
e sul governo Berlusconi. Dall'altro, credo occorra una maggiore
condivisione interna al Movimento Nonviolento. Il passo ulteriore a mio
avviso e' che il Movimento Nonvioleeto riconosca, con una presa di
posizione, la legittimita' delle preoccupazioni di Solmi. L'altro percorso,
proposto da Matteo, porta ad affrontare in generale il tema della
televisione e della comunicazione, per dire come il cittadino dovrebbe
comportarsi in modo equo, se boicottare oppure no, ecc., con una produzione
di atti piu' lunga.
Daniele: nel coordinamento precedente era stato individuato un gruppo che
doveva stendere un documento condiviso. Bisognerebbe che quel gruppo
provasse a farlo, anche in assenza del seminario (almeno per ora),
possibilmente lavorasse con un riferimento alla prima parte del testo di
Solmi. Piercarlo potrebbe coordinare lo scambio tra le persone del gruppo.
Rocco: sara' lo stesso gruppo a valutare se ci sono le forze per preparare
un seminario. Altra cosa e' il lavoro di Matteo, ma se non ci sono
contributi, significa che al momento non c'e' un interesse tale da procedere
su questo argomento. Puo' essere utile ritrovarsi, come gruppo, per stendere
un documento che diventi traccia per il seminario.
*
12. Scelgo la nonviolenza
Piercarlo: siamo alla terza ristampa delle guide (totale 7.000). I riscontri
al momento sono pochissimi, ma e' la fase iniziale. Il punto debole e' che
non c'e' stato un momento di lancio. Penso vada fatto, anche se non e' detto
che sia decisivo. Per la conferenza stampa pensavo che il MIR potesse fare
da traino, ma non e' cosi'. Pensavo che la Rete Lilliput potesse essere un
buon motore, forse lo diventera', per ora e' in fase di rodaggio. La palla
ritorna al Movimento Nonviolento. Si era pensato ad una conferenza stampa in
diverse occasioni, ma non si e' fatta per varie ragioni. Credo vada proposta
dalla Rete Lilliput con un personaggio di richiamo. Forse l'occasione e'
l'iniziativa del 10 dicembre, nella conferenza stampa del 7, se convocata
dalla Rete, senz'altro con la partecipazione di qualcuno del Movimento
Nonviolento. Il secondo passo e' preparare (posso farlo io) dei contributi
di richiamo per la rivista.
Massimiliano: il Movimento Nonviolento e il MIR hanno fatto un lavoro di
confezionamento della campagna e poi l'hanno data alla Rete, ma Lilliput e'
un buon motore se qualcuno lo accende, e non puo' che essere un promotore
della campagna. C'e' bisogno che qualcuno si dia da fare. Il MIR e'
completamente assente, il Movimento Nonviolento gia' fa qualcosa, ci vuole
che qualcuno se ne occupi in particolare, e in questo momento non posso
essere io. I nodi si attivano quando si riesce a coinvolgerli bene e a
spiegare chiaramente le cose. La conferenza stampa e' un momento di un
percorso piu' lungo. Adesso sul sito di Lilliput c'e' la guida, ma si devono
preparare altre informazioni: i contatti, a chi rivolgersi per avere
chiarimenti, qualche risposta alle domande piu' frequenti.
Tra le cose da fare metterei il rafforzamento del sito e la conferenza
stampa. Dopo il primo interesse iniziale la cosa e' stata delegata un po' a
Lilliput, un po' a Piercarlo e Paolo Candelari. e le cose non marciano.
Pasquale: in Lilliput chi se ne occupa e' il Gruppo di lavoro tematico sulla
nonviolenza, e il referente e' Massimiliano. Se prendiamo noi una decisione
per la conferenza stampa e la comunichiamo a Zanotelli e a Luciano del MIR,
la cosa avviene. Il passo seguente puo' essere che i nodi poi indicano
conferenze stampa locali.
Luciano: secondo me la conferenza stampa non sara' molto utile, pero' e'
necessaria. Deve essere fatta perche' e' il segno che la campagna e'
partita.
In questa conferenza stampa, che cercheremo di curare almeno con le riviste
amiche, sara' necessario dire che per esempio il Movimento Nonviolento mette
a disposizione una persona che seguira' la campagna, sara' disponibile a
incontrare le redazioni dei giornali, i gruppi, a dare chiarimenti,
eccetera. Se facciamo questo, diamo un contributo reale. Se occorre, lo
faccio io.
Daniele: questa campagna e' maturata in risposta a una sollecitazione del
Gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza di Lilliput e mi sembra giusto
che sia la Rete, nella sua assemblea nazionale, a trovare lo spazio per
lanciare la campagna. Si puo' dire che i due movimenti l'hanno proposta, con
il supporto tecnico presso il Centro "Sereno Regis" e la disponibilita' di
una persona, Luciano, per incontri e contatti.
Pasquale: l'occasione di Napoli ha un senso ancora maggiore perche' e' il
luogo dove Lilliput sceglie i suoi temi di lavoro per il 2003.
Piercarlo: i fondi che erano stati stanziati finiscono con l'ultima
ristampa. Mettiamo in circuito altri 500 euro? Io ero propenso a chiedere un
rifinanziamento a tutti e tre i promotori.
*
13. Resoconto Assemblea MIR
Piercarlo: convocata a Torino, ha avuto una buona partecipazione. Non hanno
nominato la segreteria e la presidenza, hanno convocato allo scopo
un'assemblea straordinaria a marzo, in sede ancora da stabilire. Il loro
lavoro preminente e' portare la nonviolenza nelle chiese, che non e' il
nostro primo obiettivo. Secondo me le cose funzionano se si prende atto che
Movimento Nonviolento e MIR sono due associazioni diverse che possono fare
iniziative insieme, senza volerle unire a tutti i costi, perche' le strade
sono diverse.
*
14. Nota sulla organizzazione interna del Movimento Nonviolento
Luciano: condivido totalmente il documento elaborato da Piercarlo dopo
l'incontro di Montevaso. Propongo di assumerlo come base, premettendo che le
prossime decisioni e azioni sull'organizzazione del Movimento Nonviolento
non possono prescindere da una ricerca su come vivono i nostri interessati
la loro appartenenza al Movimento Nonviolento, perche' altrimenti parliamo
di niente. Mentre per quello che riguarda l'organizzazione nazionale va
tutto bene, per quanto riguarda i tesserati credo indispensabile riprendere
l'iniziativa del questionario, inviandolo ai tesserati insieme alla lettera
annuale.
Rocco: questa e' la base di lavoro da qui al prossimo congresso, che potra'
ridiscutere alcune scelte, integrandole.
Daniele: dopo Gubbio ridiscutiamo eventuali adeguamenti dello statuto.
Decisione: Inviamo agli iscritti il questionario di Luciano, leggermente
rivisto da Mao.
*
15. Convegno "Il normale della violenza" (Psichiatria Democratica e
Movimento Nonviolento)
Daniele: a Verona si e' tenuto il convegno "Il normale della violenza",
promosso da Psichiatria Democratica e Movimento Nonviolento, con una
introduzione di Mao e un intervento di Matteo e Renato Fiorelli
sull'esperienza, bella e stimolante, dell'obiezione di coscienza presso un
istituto per malati psichiatrici, mentre io ho ripreso brevemente
l'esperienza della chiusura degli istituti psichiatrici e Paolo Rigliano ha
presentato un'ottima relazione sulle connessioni tra violenza e disturbo
mentale. Il convegno e' anche un buon riferimento per pensare altre
iniziative da fare insieme ad altri, per esempio rispetto al lavoro nella
scuola (contatti gia' avviati: Grazia Honegger Fresco e' stata invitata dal
Movimento Nonviolento a Reggio Emilia, Daniele e' stato chiamato dall'MCE a
Ferrara).
Decisione: Inserire sul sito, nello spazio "Vita del movimento", le
iniziative che si prendono a livello locale.
*
16. Rapporti Movimento Nonviolento - Fondazione Capitini
Rocco: L'associazione "Amici di Capitini", colmando l'assenza della
fondazione, ha bandito una borsa di studio per tesi di laurea su Capitini,
iniziativa che e' andata benissimo.
Il presidente della Fondazione ora e' Cappuccelli. Le cose da fare ora sono
una pubblicazione sui trent'anni della Fondazione e una sollecitazione, per
ora a titolo personale, nei confronti degli Amici di Capitini, chiedendo di
incontrarsi.
Luciano: Attendiamo il prossimo incontro con la Fondazione per vedere se si
aprono spazi di lavoro insieme. In tal caso, potrebbe essere utile una
lettera del Movimento Nonviolento alla Fondazione, magari suggerendo
l'istituzione di un comitato esecutivo di cui facciano parte un paio di
membri della Fondazione, ma anche il Movimento Nonviolento, qualcuno degli
Amici e forse altri, per dare spazio, terreno e frutti all'attivita' della
Fondazione che diversamente e' ristretta a Perugia.
*
17. Atti del seminario su laicita' e nonviolenza
Matteo: raccogliendo i materiali per gli atti ci siamo accorti che possiamo
pubblicare un libro, chiedendo ai relatori di trasformare i loro interventi
in un saggio scritto. Alcuni non hanno voluto impegnarsi, altri hanno
ritardato la consegna, oggi stesso i termini si sono riaperti avendo
ulteriori contributi e ulteriori rinvii. E' necessario chiudere per poi
passare alla ricerca dell'editore e alla diffusione del materiale. Se
qualcuno ha suggerimenti per l'editore. Potrebbe essere una edizione del
Movimento Nonviolento (cercare una tipografia), oppure potremmo pubblicare
con un esterno, e in questo caso bisogna lavorare piu' seriamente per
sottoporre il testo ad una valutazione. Piu' noto e' l'editore e piu'
diffusa e' la pubblicazione. (Come deciso in un nostro coordinamento, per
sostenere la tipografia di "Quale Vita", ho chiesto un preventivo per la
pubblicazione, ma non hanno risposto).
Proposte: edizioni a cui chiedere preventivi e collaborazione: la Meridiana,
Gruppo Abele, Edizioni di Pace, EMI. (Mao spiega pregi e difetti
dell'accordo con la EMI).
Pasquale: e proporre un numero tematico alla rivista "Il Ponte"?
*
18. Proposta di Acquistapace
Acquistapace ha scritto una lettera in cui chiede al Movimento Nonviolento
di attivarsi per chiedere una modifica alla finanziaria, che fermi e
converta una proposta di costruzione di grandi opere pubbliche per destinare
i soldi all'aiuto ai terremotati.
Decisione: La sollecitazione e' buona, la lettera viene inserita sul sito.
*
19. Aggiornamento sul Centro Studi Montevaso: proposte possibili
Rocco: agganciare i progetti di formazione con un luogo dove fare formazione
ai formatori; proporre Montevaso al gruppo di lavoro tematico sulla
nonviolenza per avere spazi dove fare formazione.
Claudia: collegarsi a S. Anna di Stazzema per non fare doppioni e
suddividersi il lavoro.
Pasquale: cosa manca attualmente tra le proposte formative sulla
nonviolenza, che noi possiamo svolgere a Montevaso? Secondo me, una sorta di
scuola di "alti studi sulla nonviolenza": chiamare una volta l'anno Galtung,
per esempio, per tre giorni di approfondimento sulle sue tematiche. L'anno
dopo Sharp, o Muller, o Martin. potrebbe essere una proposta del Movimento
Nonviolento per tutto il movimento. E' una cosa che nessuno fa in Italia,
tanto che siamo tagliati fuori dal dibattito internazionale sulla
nonviolenza. Si possono cercare collegamenti con le universita' di Pisa o di
Firenze, con i corsi di Scienze della Pace.
Luca: bisognerebbe parlarne con L'Abate, sarebbe bello se per esempio lui
per i suoi training potesse tenere conto di Montevaso. Una realta' come S.
Anna di Stazzema forse puo' essere rilevante anche a livello europeo perche'
e' un nome forte. Vedo giusto dialogare con loro per cercare un percorso
comune.
Rocco: c'e' da puntare anche ad un luogo in cui occasioni si possano
determinare, in ragione non di ripetitivita', ma di consuetudine.
Daniele: con gli spazi straordinari che ha, si puo' proporre Montevaso per
un ottimo campo estivo, o forse piu' di uno, che per esempio segni i
sentieri e faccia attivita' mirate, su argomenti diversissimi. E' un modo
per portare Montevaso dentro l'attivita' di movimento MIR-Movimento
Nonviolento. L'altra cosa e' parlare con il Presidente della Regione, il
Sindaco di Livorno eccetera, ricordando a chi organizza iniziative
residenziali che Montevaso puo' accogliere egregiamente gruppi fino ad una
trentina di persone. Come Movimento Nonviolento possiamo utilizzare
Montevaso per l'iniziativa annuale di approfondimento, anziche' cercare
altri luoghi. Si possono fare cose su livelli diversi, per esempio si
possono invitare la' gli organizzatori dei campi, perche' conoscano la
struttura e possano utilizzarla.
Piercarlo: possiamo inserire sul sito del Movimento Nonviolento
l'indicazione di Montevaso come struttura disponibile per formazioni ed
altro, con il link al sito di Montevaso.
*
20. Un convegno a Torino sulle alternative della nonviolenza.
Il 14 e 15 a Torino ci sara' un convegno internazionale su "Globalizzazioni,
terrorismi e guerre: le alternative della nonviolenza".
*
21. Comunicazioni dal gruppo di Prato
Il gruppo di Prato, che non ha potuto essere presente all'incontro, da' sue
notizie attraverso contatti telefonici e telematici e chiede conferme
rispetto ad alcune azioni possibili:
- Filippo Ciardi oggi vede Zanotelli e gli parla di Scelgo la nonviolenza.
- Il gruppo di Prato e' sede MIR-Movimento Nonviolento e diversi membri sono
iscritti anche a Pax Christi. Vogliono promuovere le loro iniziative come
MIR-Movimento Nonviolento: incontro con il refusenik israeliano, con un
missionario dehoniano che e' stato rapito e testimonia su come ha interagito
con i suoi rapitori, rassegna cinematografica contro la guerra e per la
pace. Si sta organizzando il percorso sulle 10 parole.
- Filippo e' disposto a collaborare con "Azione Nonviolenta".
- Il gruppo e' disponibile a ospitare a Prato un prossimo coordinamento.
- Si sta costruendo un raccordo del Movimento Nonviolento in Toscana tra
Pistoia-Prato-Firenze, i gruppi attendono consigli e chiedono se puo' essere
una priorita' per tutti quella di incentivare coordinamenti locali o
regionali.

4. LETTURE. ROGER CAILLOIS: LA VERTIGINE DELLA GUERRA
Roger Caillois, La vertigine della guerra, Citta' Aperta, Troina (En) 2002,
pp. 158, euro 13. Un denso saggio del grande pensatore francese (1913-1978)
con un'ampia introduzione di Umberto Curi.

5. RILETTURE. NATALIA GINZBURG: LESSICO FAMIGLIARE
Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, Einaudi, Torino 1963, Mondadori,
Milano 1972, 1974 (e numerose altre edizioni per entrambi gli editori; noi
abbiamo sotto gli occhi l'edizione citata del '74), pp. XVI + 200. Uno dei
capolavori di Natalia Ginzburg, e un luminoso segmento di storia
dell'antifascismo.

6. RILETTURE. CONTADINI E LUIGINI. TESTI E DISEGNI DI CARLO LEVI
Contadini e luigini. Testi e disegni di Carlo Levi, (a cura di Leonardo
Sacco), Basilicata editrice, Roma-Matera 1975, pp. 212. Una silloge di testi
dagli anni '30 agli anni '70 accompagnata da una stupenda raccolta di
disegni del 1947-'48.

7. RILETTURE. CARLO ALBERTO MADRIGNANI: L'ULTIMO CASSOLA
Carlo Alberto Madrignani, L'ultimo Cassola, Editori Riuniti, Roma 1991, pp.
XVIII + 108, lire 19.000. Un bel saggio sull'impegno letterario e pacifista
di Cassola, che dagli anni settanta e fino alla fine della sua vita si
dedico' ad un sempre piu' intenso impegno antimilitarista e disarmista.

8. RILETTURE. PEACELINK (A CURA DI): CRONACHE DA SOTTO LE BOMBE
Peacelink (a cura di), Cronache da sotto le bombe, Multimage, Firenze 2000,
pp. 224, lire 18.000. Una raccolta delle e-mail scritte a pacifisti italiani
da pacifisti jugoslavi (Djordje Vidanovic, Sasa Zograf, Maja Zurovac)
durante la guerra dei Balcani, "per non dimenticare che non ci sono guerre
buone".

9. RILETTURE. MARIA TERESA TARALLO: CON IL MONDO A SCUOLA
Maria Teresa Tarallo, Con il mondo a scuola, Multimage, Firenze 2001, 2002,
pp. 152, euro 10. "Percorsi di educazione alla pace e all'intercultura"
proposti da Maria Teresa Tarallo, insegnante, collaboratrice di Peacelink e
dell'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.

10. RILETTURE. ABRAM TERZ (ANDREJ SINJAVSKIJ): UNA VOCE DAL CORO
Abram Terz (Andrej Sinjavskij), Una voce dal coro, Garzanti, Milano 1975,
1982, pp. 340. La grande testimonianza di Sinjavskij sui lager sovietici.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 457 del 26 dicembre 2002