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firmate l'appello per Radiopace!
- Subject: firmate l'appello per Radiopace!
- From: "ALFONSO NAVARRA" <alfonav at tin.it>
- Date: Wed, 25 Dec 2002 10:33:55 +0100
Cari amici, dopo conversazioni con Carlo Gubitosa di Peacelink ed altri mi è sembrato giusto integrare il testo primitivo dell'appello per Radiopace con un riferimento al trattamento televisivo della guerra prossima ventura contro l'Iraq: verrà mostrata come un videogioco. La stampa invece ne discuterà come una partita di Risiko. Mi stanno arrivando, del resto è il periodo, molte lettere di augurio per un 2003 di pace. Forse dovremmo limitarci a sperare, con attenzione mirata, un maggior impegno, da parte di sempre più gente, nella fuoriuscita dal sistema di guerra. Non riesco, infatti, a togliermi dalla testa alcuni dati: - che moltissimi di noi sono coinvolti direttamente, con la loro professione, nella macchina bellica, che assorbe le più concentrate e "qualificate" risorse nel mondo; - che, anche se non scattasse l'attacco all'Iraq, una quarantina di conflitti in atto continuerebbero ad insanguinare il pianeta; - che il nostro partecipare, volenti o nolenti, al consumismo incoraggia nel fomentare guerre qua e la, specialmente nelle aree dove ci sono materie prime da rapinare: pensiamo solo a come si danno da fare i nostri amici petrolieri per assicurarci la benzina a basso costo! Per l'immediato futuro prepariamoci al (relativamente) peggio. Reagiremo, ne sono sicuro, con animo coraggioso. Ecco perché vi sollecito la sottoscrizione dell'appello sotto riportato: le piccole radio accordino a tutta la galassia no-war un'ora al giorno autogestita per esprimere - nel mese che proporrà la Seconda Guerra del golfo - l'opinione calpestata del popolo italiano. Alcuni di noi penseranno a tradurlo - l'appello - nella opportuna pressione nei confronti di un canale mediatico sottovalutato e che può riservarci sorprese positive. Per finire, auguri a tutti voi di buon 2003! Mi permetto anche di allegare delle informazioni sul progetto di Radio non profit, che sta crescendo con possibilità operative immediate. Alfonso Navarra Tel. 02-8645.2672 ________________________________________________________________________ APPELLO ALLE PICCOLE RADIO: LA PAROLA AL POPOLO CHE NON VUOLE LA GUERRA. UN'ORA AL GIORNO DI TRASMISSIONI AUTOGESTITE PER LA GALASSIA NO-WAR. PER UN MESE SIATE RADIOPACE E RADIOLIBERTA'! Cari amici delle piccole radio, con ogni probabilità a fine gennaio-inizio febbraio scatterà l'attacco statunitense all'Iraq, giustificato con la necessità della "guerra al terrorismo" e di "disarmare" Saddam Hussein, presunto sostenitore occulto di Al Qaeda. (Mettiamolo in chiaro, a scanso di equivoci: nessuno mette in discussione la natura sanguinaria del dittatore di Baghdad ed il fatto che si sia macchiato di crimini, anzitutto contro il suo stesso popolo, per i quali meriterebbe di essere processato dal Tribunale dell'Aja). Il presidente USA George Bush ed il suo più stretto "compagno d'armi", il premier britannico Tony Blair, hanno infatti bocciato le 17.000 pagine del dossier iraqeno sulle armi atomiche, chimiche e batteriologiche. Sembra che per gli Usa "le omissioni inquietanti" e "la scomparsa di materiale pericoloso già censito dall'ONU" sia motivo sufficiente per considerare violata l'ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza e giustificare le "gravi conseguenze" in essa richiamate. Abbiamo tutti capito che la guerra è stata già decisa. Ma tuttavia assistiamo ancora ad una certa reticenza nel proclamarla inevitabile. Il motivo - a nostro avviso - c'è e sta nel semplice fatto che l'opinione pubblica occidentale, pur non simpatizzando certamente per Saddam Hussein, allo stesso tempo non è convinta che costituisca una minaccia immediata ed urgente alla sicurezza globale. Sul "Foglio", il quotidiano diretto dal "giornalista con l'elmetto", Giuliano Ferrara, troviamo ad esempio la notizia (18-12-02) che "per sette americani su dieci Bush non dà prove sufficienti per attaccare l'Iraq. Lo dice un sondaggio del Los Angeles Times". Nello stesso giornale l'apertura, lo stesso giorno, è: "Il Pentagono si prepara al first strike dell'informazione". Sottotitolo: "Una direttiva su come convincere gli alleati scettici". L'articolo del Foglio scrive: "Il Pentagono ha appena fatto sapere ai giornali che sta considerando una "direttiva segreta" per operazioni tese a influenzare in senso filoamericano l'opinione pubblica e i politici all'estero". A cominciare dall'Europa e dalla Germania". Basta così. Non dilunghiamoci ancora. Concentriamoci sul punto cruciale: la guerra è decisa ma ha bisogno di una campagna propagandistica per essere fatta digerire alla stessa opinione pubblica americana, oltre che dei paesi amici e neutrali. Sono gli interessi petroliferi, economici e geopolitici della principale potenza mondiale a sospingerla e a renderla imminente. Resta comunque un dato di fatto: per quante ragioni valide possa avere il governo statunitense nel volere, con la guerra, il "cambio di regime" a Baghdad, queste ragioni non sono condivise dal suo popolo e dai popoli dei paesi occidentali. Il popolo italiano in special modo, tutti i sondaggi lo confermano, anche se non condivide pienamente le ideologie pacifiste, è comunque, nella sua grande, stragrande maggioranza, assolutamente contrario alla guerra e contrario a qualsiasi coinvolgimento del nostro Paese in essa. Tuttavia - possiamo scommetterci - dovesse scoppiare la guerra, questo orientamento popolare non sarà per nulla rispecchiato dai grandi media: il monopolio imperfetto "RAISET" (o "MEDIARAI"), i network televisivi, la grande stampa. Se, poniamo, il 27 gennaio 2003, 12 anni esatti dopo la prima "Guerra del Golfo", riprendessero i massicci bombardamenti su Baghdad, stiamo pur sicuri che assisteremmo, in televisione, per il mese programmato, ad uno spettacolo a senso unico: i lampi e i fuochi pirotecnici, su sfondo verdastro, della città che brucia, mandati in onda ad ogni ora del giorno e della notte. Nel frattempo speciali su speciali con gli ospiti in studio: politici, militari, esperti di strategia, opinionisti tutti concordi nel martellare sulla "necessità razionale" dei bombardamenti. La guerra verrà mostrata come un videogame avvincente, asettico, tecnologicamente programmato e proiettato in una dimensione virtuale: si vedrebbero i missili "intelligenti", sparati dalla cabina di regia dei piloti, che si dirigono verso i rispettivi target indicati da graziosi simboli disegnati; non si vedrebbero le stesse bombe finire "collateralmente" su case-scuole-ospedali, cadere sulle teste dei civili, mutilare corpi, magari decapitare bambini. I pochi "pacifisti" invitati verrebbero, nella migliore delle ipotesi, sbeffeggiati come "anime belle", e si giungerebbe persino ad insinuare che alcuni si sarebbero venduti ai petrolieri russi o francesi. La grande stampa suonerebbe, ossessivamente, la stessa musica declinando, per l'uso cartaceo, la cacofonia da videogame nella chiacchiera assordante di un Risiko da bar. Editoriali, pagine e pagine di servizi, un bombardamento di notizie per la massima parte preconfezionate e precotte. Non si parlerà, in modo deformato, che di guerra, tutto il resto, la vita quotidiana con i suoi problemi, scomparirà. Fino alla inevitabile, scontata, rapida "vittoria" del più forte, che verrà chiamata "pace". Ed è a questo snodo del ragionamento che avanziamo la nostra proposta: le piccole radio non potrebbero fare ascoltare anche l'altra campana? Non potrebbero, dando voce alla opposizione contro la guerra, esprimere l'opinione ed i sentimenti inascoltati della maggioranza della gente? Non vi chiediamo - badate bene - una scelta di campo "pacifista", ma semplicemente una presa di posizione democratica, nel senso del pluralismo della libera manifestazione del pensiero. Voi, piccole emittenti, siete già un potente strumento di comunicazione, ma non dimostrate piena consapevolezza di ciò. Sta di fronte a voi una occasione unica per rimarcarlo: rispecchiare l'opinione popolare nel momento stesso in cui essa verrà clamorosamente ignorata. Gli altri con la propaganda, voi con il popolo! Vi chiediamo di attivare "Radiolibertà": un'ora al giorno di trasmissioni contro la guerra, meglio se in contemporanea, autogestite dalla galassia dei gruppi di base che si oppongono all'intervento militare contro l'Iraq. Sarebbe, da parte vostra, un modo per giustificare e nobilitare la vostra funzione comunicativa; un modo per restituire dignità alla professione giornalistica, che vediamo gettata nel fango dal circo televisivo. Un'ora, solo un'ora, per l'altra campana basterà. E sarete voi ad offrire il microfono. La gente, che vi fa vivere ascoltandovi, quando si cercherà di farvi chiudere con nuovi decreti "ammazzaemittenti" (e con le false riforme a favore dei monopolisti), se ne ricorderà. Non credete? Ma in ogni caso - con soddisfazione - potrete dire di aver venduto cara la pelle. Siete stati, per un mese, Radiolibertà! Per quanto ci riguarda, vi assicuriamo il massimo impegno per fare da catalizzatori della "galassia no-war", a cui darete la parola ed aiuterete ad esprimersi nel "giusto" formato radiofonico. (Per finire, un appello nell'appello: quanti più sottoscriviamo il presente testo, tanto meglio è!). Alfonso Navarra - vicepresidente Confonlus Tel. 02-8645.2672 Alessandro Rizzo - Pro Natura Milano Tel. 347-487.8241 Anna Bernardi - Nastrino Blu Tel. 02-50314092 Laura Lauria - Comitato per la pace Rho (Milano) Maria Teresa Gavazza - Rete di Lilliput Nodo di Alessandria Francesco Locascio - segreteria MIR Don Angelo Lini - Missionario degli Italiani in Svizzera Carlo Gubitosa - Alberto L'Abate - Anna Luisa Leonardi _______________________________ Cari amici costruttori di pace, dal 15 gennaio la vostra comunicazione può cominciare a giostrare anche su una sponda radiofonica: Radio Forum infatti parte come emittente internet che trasmette in Real audio ed è possibile già produrre programmi ascoltabili da un pubblico, sia pure ridotto. Un buon Natale a tutti per commiato. Vi riporto la lettera che ho indirizzato a Carlo Gubitosa, responsabile di Peacelink, che ho sentito molto coinvolto nel nostro progetto di Radio non profit. LA VOCE DEI SENZA VOCE E' OPERATIVA DA SUBITO! La Radio non profit è scandita da tre tappe: 1- attivazione emittente su Internet in Real Audio (parte dal 15 gennaio 2003); 2- attivazione programmazione su frequenza satellitare (aprile 2003); 3- collegamento satellitare delle trasmissioni FM in contemporanea (novembre 2003). L'appello per "Radiopace" è un tentativo di anticipare la terza fase in relazione all'esigenza di dare voce alla galassia no-war durante l'attacco all'Iraq. di Alfonso Navarra e Alessandro Rizzo Lo spazio radiofonico libero ed indipendente di Forum RadioTV - il progetto di radio satellitare non profit lanciato nella conferenza stampa del 4 dicembre scorso a Roma dalla Confonlus e dalla REA (Radiotelevisioni europee associate) - sarà operativo da subito con la tecnologia Real Audio. La Confonlus organizza una ventina di associazioni nazionali impegnate nei campi dell'ecologia, della pace, della salute, dei diritti dei cittadini. La REA ha costituito un "POLO RADIOTV" insieme ad altri due sindacati (GRI e AIRL) della piccola emittenza: organizzano circa 400 piccole emittenti radiofoniche locali diffuse su tutto il territorio nazionale. Già dal 15 gennaio ci si potrà collegare via Internet al sito www.forumradiotv.org ed ascoltare mediante PC i primi programmi organizzati in files formato MP3. L'obiettivo della radio non profit è di rendere il cittadino protagonista attivo dell'informazione: quindi le associazioni della galassia sociale, mediatrici tra il cittadino e le forme comunicative, possono cominciare ad organizzarsi per confezionare le loro audiocassette, convertirle in formato MP3, quindi indirizzarle anche per posta eletronica all'archivio della Radio non profit. Le audiocassette dovranno rispettare alcune regole minime del formato radiofonico: pezzi max di 15 minuti, parlato a più voci alternate, mai monologhi più lunghi di due minuti (è dimostrato che diversamente l'attenzione dell'ascoltatore si spegne e non c'è comprensione e ricordo di quanto detto) ... Le audiocassette - meglio se su supporto minidisk - potranno anche essere spedite per posta prioritaria allo studio delle REA, via dei Pioppi, 20 - 00030 S. Cesareo (Roma). Le Radio del circuito "POLOSAT" - formato dalla REA e dagli altri due sindacati, citati, della piccola emittenza, GRI e AIRL - prelevano dall'archivio elettronico i programmi e li mandano in onda, ciascuna secondo le esigenze specifiche del proprio palinsesto. Un impegno particolare è assicurato da subito da due emittenti romane: Radio Roma e Radio Nostalgia. Buona parte dei programmi prodotti e archiviati verranno mandati in onda in FM da queste due emittenti. L'attuazione del progetto di radio satellitare non profit è quindi articolata in tre fasi: la prima fase è prettamente dedicata alla attivazione di uno spazio radiofonico digitale e telematico dove sarà prevista una diffusione ridotta dal punto di vista quantitativo, ma propedeutica e funzionale alla costituzione dello spazio radiofonico satellitare, secondo passaggio della fase attuativa del progetto. La terza fase prevede infine la trasmissione in contemporanea, sulle frequenze FM delle piccole emittenti consorziate, quindi captabili dai "normali" apparecchi radiofonici, dei programmi autogestiti su tematiche sociali prodotti dalla redazione sociale di Forum RadioTV. Se collocata nella fascia oraria di massimo ascolto, dalle 7 alle 9 della mattina, la programmazione sociale in contemporanea FM potrebbe raccogliere un'audience minimo di 1 milione di ascoltatori! La trasmissione radiofonica satellitare avrà inizio a cavaliere tra il mese di marzo ed il mese di aprile prossimi. Il collegamento in contemporanea FM mediante circuito satellitare dovrebbe partire nel novembre-dicembre 2003. Le fonti di finanziamento per la gestione di tale spazio libero ed indipendente saranno di tre tipologie. La prima fonte sarà costituita dalle convenzioni che saranno stipulate con le CORECOM, le Commissioni Regionali per la Comunicazione; la seconda sarà costituita dalla concessione di uno spazio di trasmissione a dieci radio libere ed indipendenti, interessate alla trasmissione satellitare; infine, la terza, sarà costituita dalla sottoscrizione popolare delle associazioni e dei gruppi di base che promuovono azioni di stampo sociale e politico di dimensione territoriale e militante. La banda satellitare concessa alla Radio Forum Tv è a disposizione di tutti coloro che vogliano usufruire di uno spazio di libera informazione e di espressione del pensiero: coloro che, invece, verseranno i contributi potranno ottenere uno spazio fisso autogestito. Il contenuto della programmazione radiofonica è assolutamente basato sull' informazione e la creazione di dibattito e di inchiesta sulle problematiche sociali e civili che interessano e coinvolgono le persone, i cittadini, le realtà associative e collettive che operano nell'ambito sociale del terzo settore no-profit e politico di base. E', questa, un mezzo comunicativo operativo a livello giornalistico militante e che offrirà una programmazione alternativa rispetto all' informazione promossa dai media ufficiali e di massa, asservita alle manipolatorie logiche di potere, fortemente influenzata da interessi corporativi economici finanziari e altamente dequalificata dal punto di vista culturale ed etico. Sottolineamo che è necessario già da ora reperire materiale informativo per poter concretizzare il progetto e renderlo incisivo: senza materiale la radio digitale, già pronta per l'uso, sarà muta e non avrà inizio nella propria programmazione. La redazione nazionale si strutturerà già da adesso in tre gruppi redazionali locali: la redazione operativa a Milano in Via Dogana, 2, (tel. 02-8645.2672) è di riferimento complessivo per le redazioni sociali dei gruppi che devono procedere all'autogestione della loro produzione. E' prevista una redazione locale operativa in Basilicata, già operativa nell' ambito della redazione locale di Radio Due, cui farà riferimento la realtà concernente il Sud d'Italia ed, infine, la redazione sede centrale e nazionale di San Cesareo, sede nazionale della REA e della Confonlus, che si occuperà di notiziari e servizi centrali.. La prima trasmissione che darà il via alla programmazione del palinsesto radiofonico della radio satellitare sarà la messa in onda della Conferenza programmata per martedì 14 gennaio, presso la Sala Alessandrina dell' Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, Ospedale Santo Spirito, Lungotevere in Sassia 3 in Roma, dal titolo :"Le strade malate: infrastrutture, sicurezza e mobilità", organizzata dal Centro Studi Ambiente Economia e Ricerca, Italia Nostra e dalla Confonlus. Il progetto Radio satellitare non profit vuole rendere partecipi coloro che non hanno voce per rendere attuativo un principio espresso formalmente sulla Carta Costituzionale: la libertà di espressione del pensiero tramite ogni forma di comunicazione. e l'accessibilità alla medesima. Il progetto non è più un sogno: ma è ormai una realtà possibile ed un' opportunità per le realtà radiofoniche esistenti indipendenti e locali, altamente vessate e fortemente messe in pericolo dalla volontà governativa di rendere istituzionale l'iniquo monopolio informativo mediatico, oggi predominante a livello comunicazionale e mediatico ufficiale, e per tutti coloro, persone e associazioni, che vengono oscurati ed emarginati da un mondo informativo iniquo e fortemente soggetto agli arbitri censori di corporazione predominanti di potere economico ed istituzionale.
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