firmate l'appello per Radiopace!



Cari amici, dopo conversazioni con Carlo Gubitosa di Peacelink ed altri mi è
sembrato giusto integrare il testo primitivo dell'appello per Radiopace con
un riferimento al trattamento televisivo della guerra prossima ventura
contro l'Iraq: verrà mostrata come un videogioco.
La stampa invece ne discuterà come una partita di Risiko.
Mi stanno arrivando, del resto è il periodo, molte lettere di augurio per un
2003 di pace.
Forse dovremmo limitarci a sperare, con attenzione mirata, un maggior
impegno, da parte di sempre più gente, nella fuoriuscita dal sistema di
guerra.
Non riesco, infatti, a togliermi dalla testa alcuni dati:
- che moltissimi di noi sono coinvolti direttamente, con la loro
professione, nella macchina bellica, che assorbe le più concentrate e
"qualificate" risorse nel mondo;
- che, anche se non scattasse l'attacco all'Iraq, una quarantina di
conflitti in atto continuerebbero ad insanguinare il pianeta;
- che il nostro partecipare, volenti o nolenti, al consumismo incoraggia nel
fomentare guerre qua e la, specialmente nelle aree dove ci sono materie
prime da rapinare: pensiamo solo a come si danno da fare i nostri amici
petrolieri per assicurarci la benzina a basso costo!
Per l'immediato futuro prepariamoci al (relativamente) peggio.
Reagiremo, ne sono sicuro, con animo coraggioso.
Ecco perché vi sollecito la sottoscrizione dell'appello sotto riportato: le
piccole radio accordino a tutta la galassia no-war un'ora al giorno
autogestita per esprimere - nel mese che proporrà la Seconda Guerra del
golfo - l'opinione calpestata del popolo italiano.
Alcuni di noi penseranno a tradurlo - l'appello - nella opportuna pressione
nei confronti di un canale mediatico sottovalutato e che può riservarci
sorprese positive.
Per finire, auguri a tutti voi di buon 2003!

Mi permetto anche di allegare delle informazioni sul progetto di Radio non
profit, che sta crescendo con possibilità operative immediate.

Alfonso Navarra
Tel. 02-8645.2672



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APPELLO ALLE PICCOLE RADIO: LA PAROLA AL POPOLO CHE NON VUOLE LA GUERRA.
UN'ORA AL GIORNO DI TRASMISSIONI AUTOGESTITE PER LA GALASSIA NO-WAR.
PER UN MESE SIATE RADIOPACE E RADIOLIBERTA'!

Cari amici delle piccole radio,
con ogni probabilità a fine gennaio-inizio febbraio scatterà l'attacco
statunitense all'Iraq, giustificato con la necessità della "guerra al
terrorismo" e di "disarmare" Saddam Hussein, presunto sostenitore occulto di
Al Qaeda.
(Mettiamolo in chiaro, a scanso di equivoci: nessuno mette in discussione la
natura sanguinaria del dittatore di Baghdad ed il fatto che si sia macchiato
di crimini, anzitutto contro il suo stesso popolo, per i quali meriterebbe
di essere processato dal Tribunale dell'Aja).
Il presidente USA George Bush ed il suo più stretto "compagno d'armi", il
premier britannico Tony Blair, hanno infatti bocciato le 17.000 pagine del
dossier iraqeno sulle armi atomiche, chimiche e batteriologiche.
Sembra che per gli Usa "le omissioni inquietanti" e "la scomparsa di
materiale pericoloso già censito dall'ONU" sia motivo sufficiente per
considerare violata l'ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza e
giustificare le "gravi conseguenze" in essa richiamate.
Abbiamo tutti capito che la guerra è stata già decisa. Ma tuttavia
assistiamo ancora ad una certa reticenza nel proclamarla inevitabile. Il
motivo - a nostro avviso - c'è e sta nel semplice fatto che l'opinione
pubblica occidentale, pur non simpatizzando certamente per Saddam Hussein,
allo stesso tempo non è convinta che costituisca una minaccia immediata ed
urgente alla sicurezza globale.
Sul "Foglio", il quotidiano diretto dal "giornalista con l'elmetto",
Giuliano Ferrara, troviamo ad esempio la notizia (18-12-02) che "per sette
americani su dieci Bush non dà prove sufficienti per attaccare l'Iraq. Lo
dice un sondaggio del Los Angeles Times".
Nello stesso giornale l'apertura, lo stesso giorno, è: "Il Pentagono si
prepara al first strike dell'informazione". Sottotitolo: "Una direttiva su
come convincere gli alleati scettici".
L'articolo del Foglio scrive: "Il Pentagono ha appena fatto sapere ai
giornali che sta considerando una "direttiva segreta" per operazioni tese a
influenzare in senso filoamericano l'opinione pubblica e i politici
all'estero". A cominciare dall'Europa e dalla Germania".
Basta così. Non dilunghiamoci ancora. Concentriamoci sul punto cruciale: la
guerra è decisa ma ha bisogno di una campagna propagandistica per essere
fatta digerire alla stessa opinione pubblica americana, oltre che dei paesi
amici e neutrali.
Sono gli interessi petroliferi, economici e geopolitici della principale
potenza mondiale a sospingerla e a renderla imminente.
Resta comunque un dato di fatto: per quante ragioni valide possa avere il
governo statunitense nel volere, con la guerra, il "cambio di regime" a
Baghdad, queste ragioni non sono condivise dal suo popolo e dai popoli dei
paesi occidentali.
Il popolo italiano in special modo, tutti i sondaggi lo confermano, anche se
non condivide pienamente le ideologie pacifiste, è comunque, nella sua
grande, stragrande maggioranza, assolutamente contrario alla guerra e
contrario a qualsiasi coinvolgimento del nostro Paese in essa.
Tuttavia - possiamo scommetterci - dovesse scoppiare la guerra, questo
orientamento popolare non sarà per nulla rispecchiato dai grandi media: il
monopolio imperfetto "RAISET" (o "MEDIARAI"), i network televisivi, la
grande stampa.
Se, poniamo, il 27 gennaio 2003, 12 anni esatti dopo la prima "Guerra del
Golfo", riprendessero i massicci bombardamenti su Baghdad, stiamo pur sicuri
che assisteremmo, in televisione, per il mese programmato, ad uno spettacolo
a senso unico: i lampi e i fuochi pirotecnici, su sfondo verdastro, della
città che brucia, mandati in onda ad ogni ora del giorno e della notte.
Nel frattempo speciali su speciali con gli ospiti in studio: politici,
militari, esperti di strategia, opinionisti tutti concordi nel martellare
sulla "necessità razionale" dei bombardamenti.
La guerra verrà mostrata come un videogame avvincente, asettico,
tecnologicamente programmato e proiettato in una dimensione virtuale: si
vedrebbero i missili
"intelligenti", sparati dalla cabina di regia dei piloti, che si dirigono
verso i rispettivi target indicati da graziosi simboli disegnati; non si
vedrebbero le stesse bombe finire "collateralmente" su case-scuole-ospedali,
cadere sulle teste dei civili, mutilare corpi, magari decapitare bambini.
I pochi "pacifisti" invitati verrebbero, nella migliore delle ipotesi,
sbeffeggiati come "anime belle", e si giungerebbe persino ad insinuare che
alcuni si sarebbero venduti ai petrolieri russi o francesi.
La grande stampa suonerebbe, ossessivamente, la stessa musica declinando,
per l'uso cartaceo, la cacofonia da videogame nella chiacchiera assordante
di un Risiko da bar.
Editoriali, pagine e pagine di servizi, un bombardamento di notizie per la
massima parte preconfezionate e precotte. Non si parlerà, in modo
deformato, che di guerra, tutto il resto, la vita quotidiana con i suoi
problemi, scomparirà.
Fino alla inevitabile, scontata, rapida "vittoria" del più forte, che verrà
chiamata "pace".
Ed è a questo snodo del ragionamento che avanziamo la nostra proposta: le
piccole radio non potrebbero fare ascoltare anche l'altra campana?
Non potrebbero, dando voce alla opposizione contro la guerra, esprimere
l'opinione ed i sentimenti inascoltati della maggioranza della gente?
Non vi chiediamo - badate bene - una scelta di campo "pacifista", ma
semplicemente una presa di posizione democratica, nel senso del pluralismo
della libera manifestazione del pensiero.
Voi, piccole emittenti, siete già un potente strumento di comunicazione, ma
non dimostrate piena consapevolezza di ciò.
Sta di fronte a voi una occasione unica per rimarcarlo: rispecchiare
l'opinione popolare nel momento stesso in cui essa verrà clamorosamente
ignorata.
Gli altri con la propaganda, voi con il popolo!
Vi chiediamo di attivare "Radiolibertà": un'ora al giorno di trasmissioni
contro la guerra, meglio se in contemporanea, autogestite dalla galassia dei
gruppi di base che si oppongono all'intervento militare contro l'Iraq.
Sarebbe, da parte vostra, un modo per giustificare e nobilitare la vostra
funzione comunicativa; un modo per restituire dignità alla professione
giornalistica, che vediamo gettata nel fango dal circo televisivo.
Un'ora, solo un'ora, per l'altra campana basterà. E sarete voi ad offrire il
microfono.
La gente, che vi fa vivere ascoltandovi, quando si cercherà di farvi
chiudere con nuovi decreti "ammazzaemittenti" (e con le false riforme a
favore dei monopolisti), se ne ricorderà. Non credete?
Ma in ogni caso - con soddisfazione - potrete dire di aver venduto cara la
pelle.
Siete stati, per un mese, Radiolibertà!

Per quanto ci riguarda, vi assicuriamo il massimo impegno per fare da
catalizzatori della "galassia no-war", a cui darete la parola ed aiuterete
ad esprimersi nel "giusto" formato radiofonico.

(Per finire, un appello nell'appello: quanti più sottoscriviamo il presente
testo, tanto meglio è!).

Alfonso Navarra - vicepresidente Confonlus Tel. 02-8645.2672
Alessandro Rizzo - Pro Natura Milano Tel. 347-487.8241
Anna Bernardi - Nastrino Blu Tel. 02-50314092
Laura Lauria - Comitato per la pace Rho (Milano)
Maria Teresa Gavazza - Rete di Lilliput Nodo di Alessandria
Francesco Locascio - segreteria MIR
Don Angelo Lini - Missionario degli Italiani in Svizzera
Carlo Gubitosa - Alberto L'Abate - Anna Luisa Leonardi








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Cari amici costruttori di pace,

dal 15 gennaio la vostra comunicazione può cominciare a giostrare anche su
una sponda radiofonica: Radio Forum infatti parte come emittente internet
che trasmette in Real audio ed è possibile già produrre programmi
ascoltabili da un pubblico, sia pure ridotto.

Un buon Natale a tutti per commiato.

Vi riporto la lettera che ho indirizzato a Carlo Gubitosa, responsabile di
Peacelink, che ho sentito molto coinvolto nel nostro progetto di Radio non
profit.

LA VOCE DEI SENZA VOCE E' OPERATIVA DA SUBITO!

La Radio non profit è scandita da tre tappe:
1- attivazione emittente su Internet in Real Audio (parte dal 15 gennaio
2003);
2- attivazione programmazione su frequenza satellitare (aprile 2003);
3- collegamento satellitare delle trasmissioni FM in contemporanea (novembre
2003).
L'appello per "Radiopace" è un tentativo di anticipare la terza fase in
relazione all'esigenza di dare voce alla galassia no-war durante l'attacco
all'Iraq.

di Alfonso Navarra e Alessandro Rizzo

Lo spazio radiofonico libero ed indipendente di Forum RadioTV - il progetto
di radio satellitare non profit lanciato nella conferenza stampa del 4
dicembre scorso a Roma dalla Confonlus e dalla REA (Radiotelevisioni europee
associate) - sarà operativo da subito con la tecnologia Real Audio.
La Confonlus organizza una ventina di associazioni nazionali impegnate nei
campi dell'ecologia, della pace, della salute, dei diritti dei cittadini.
La REA ha costituito un "POLO RADIOTV" insieme ad altri due sindacati (GRI e
AIRL) della piccola emittenza: organizzano circa 400 piccole emittenti
radiofoniche locali diffuse su tutto il territorio nazionale.
Già dal 15 gennaio ci si potrà collegare via Internet al sito
www.forumradiotv.org ed ascoltare mediante PC i primi programmi organizzati
in files formato MP3.
L'obiettivo della radio non profit è di rendere il cittadino protagonista
attivo dell'informazione: quindi le associazioni della galassia sociale,
mediatrici tra il cittadino e le forme comunicative, possono cominciare ad
organizzarsi per confezionare le loro audiocassette, convertirle in formato
MP3, quindi indirizzarle anche per posta eletronica all'archivio della Radio
non profit.
Le audiocassette dovranno rispettare alcune regole minime del formato
radiofonico: pezzi max di 15 minuti, parlato a più voci alternate, mai
monologhi più lunghi di due minuti (è dimostrato che diversamente
l'attenzione dell'ascoltatore si spegne e non c'è comprensione e ricordo di
quanto detto) ...
Le audiocassette - meglio se su supporto minidisk - potranno anche essere
spedite per posta prioritaria allo studio delle REA, via dei Pioppi, 20 -
00030 S. Cesareo (Roma).
Le Radio del circuito "POLOSAT" - formato dalla REA e dagli altri due
sindacati, citati, della piccola emittenza, GRI e AIRL - prelevano
dall'archivio elettronico i programmi e li mandano in onda, ciascuna secondo
le esigenze specifiche del proprio palinsesto.
Un impegno particolare è assicurato da subito da due emittenti romane: Radio
Roma e Radio Nostalgia.
Buona parte dei programmi prodotti e archiviati verranno mandati in onda in
FM da queste due emittenti.
L'attuazione del progetto di radio satellitare non profit è quindi
articolata in tre fasi: la prima fase è prettamente dedicata alla
attivazione di uno spazio radiofonico digitale e telematico dove sarà
prevista una diffusione ridotta dal punto di vista quantitativo, ma
propedeutica e funzionale alla costituzione dello spazio radiofonico
satellitare, secondo passaggio della fase attuativa del progetto.
La terza fase prevede infine la trasmissione in contemporanea, sulle
frequenze FM delle piccole emittenti consorziate, quindi captabili dai
"normali" apparecchi radiofonici,  dei programmi autogestiti su tematiche
sociali prodotti dalla redazione sociale di Forum RadioTV.
Se collocata nella fascia oraria di massimo ascolto, dalle 7 alle 9 della
mattina, la programmazione sociale in contemporanea FM potrebbe raccogliere
un'audience minimo di 1 milione di ascoltatori!
La trasmissione radiofonica satellitare avrà inizio a cavaliere tra il mese
di marzo ed il mese di aprile prossimi.
Il collegamento in contemporanea FM mediante circuito satellitare dovrebbe
partire nel novembre-dicembre 2003.
Le fonti di finanziamento per la gestione di tale spazio libero ed
indipendente saranno di tre tipologie.
La prima fonte sarà costituita dalle convenzioni che saranno stipulate con
le CORECOM, le Commissioni Regionali per la Comunicazione; la seconda sarà
costituita dalla concessione di uno spazio di trasmissione a dieci radio
libere ed indipendenti, interessate alla trasmissione satellitare; infine,
la terza, sarà costituita dalla sottoscrizione popolare delle associazioni e
dei gruppi di base che promuovono azioni di stampo sociale e politico di
dimensione territoriale e militante.
La banda satellitare concessa alla Radio Forum Tv è a disposizione di tutti
coloro che vogliano usufruire di uno spazio di libera informazione e di
espressione del pensiero: coloro che, invece, verseranno i contributi
potranno ottenere uno spazio fisso autogestito.
Il contenuto della programmazione radiofonica è assolutamente basato sull'
informazione e la creazione di dibattito e di inchiesta sulle problematiche
sociali e civili che interessano e coinvolgono le persone, i cittadini, le
realtà associative e collettive che operano nell'ambito sociale del terzo
settore no-profit e politico di base.
E', questa, un mezzo comunicativo operativo a livello giornalistico
militante e che offrirà una programmazione alternativa rispetto all'
informazione promossa dai media ufficiali e di massa, asservita alle
manipolatorie logiche di potere, fortemente influenzata da interessi
corporativi economici finanziari e altamente dequalificata dal punto di
vista culturale ed etico.
Sottolineamo che è necessario già da ora reperire materiale informativo per
poter concretizzare il progetto e renderlo incisivo: senza materiale la
radio digitale, già pronta per l'uso, sarà muta e non avrà inizio nella
propria programmazione.
La redazione nazionale si strutturerà già da adesso in tre gruppi
redazionali locali: la redazione operativa a Milano in Via Dogana, 2, (tel.
02-8645.2672) è di riferimento complessivo per le redazioni sociali dei
gruppi che devono procedere all'autogestione della loro produzione. E'
prevista una redazione locale operativa in Basilicata, già operativa nell'
ambito della redazione locale di Radio Due, cui farà riferimento la realtà
concernente il Sud d'Italia ed, infine, la redazione sede centrale e
nazionale di San Cesareo, sede nazionale della REA e della Confonlus, che si
occuperà di notiziari e servizi centrali..
La prima trasmissione che darà il via alla programmazione del palinsesto
radiofonico della radio satellitare sarà la messa in onda della Conferenza
programmata per martedì 14 gennaio, presso la Sala Alessandrina dell'
Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, Ospedale Santo Spirito, Lungotevere
in Sassia 3 in Roma, dal titolo :"Le strade malate: infrastrutture,
sicurezza e mobilità", organizzata dal Centro Studi Ambiente Economia e
Ricerca, Italia Nostra e dalla Confonlus.
Il progetto Radio satellitare non profit vuole rendere partecipi coloro che
non hanno voce per rendere attuativo un principio espresso formalmente sulla
Carta Costituzionale: la libertà di espressione del pensiero tramite ogni
forma di comunicazione. e l'accessibilità alla medesima.
Il progetto non è più un sogno: ma è ormai una realtà possibile ed un'
opportunità per le realtà radiofoniche esistenti indipendenti e locali,
altamente vessate e fortemente messe in pericolo dalla volontà governativa
di rendere istituzionale l'iniquo monopolio informativo mediatico, oggi
predominante a livello comunicazionale e mediatico ufficiale, e per tutti
coloro, persone e associazioni, che vengono oscurati ed emarginati da un
mondo informativo iniquo e fortemente soggetto agli arbitri censori di
corporazione predominanti di potere economico ed istituzionale.