report e testimonianza a riguardo dell'uccisione a Jeniini di un funzionario UN



Una testimonianza e un report a riguardo dell'uccisione di Ian Hook 
dipendente dell'UNRWA agenzia delle nazioni unite che aiuta rifugiati 
palestinesi.Traduzione a cura di Luca.
ciao Fabrizio
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"CITTADINO BRITANNICO E BAMBINO PALESTINESE UCCISI A JENIN VENERDI"

Venerdi' 22 novembre le forze israeliane hanno attaccato il campo 
profughi di Jenin uccidendo un bambino palestinese ed un ingegnere 
britannico, Ian Hook (30 anni).
Secondo le informazioni raccolte dal LAW, verso le 8;45 di venerdى, le 
forze israeliane supportate da decine di carri armati, apache e jeep 
sono entrate nel campo profughi di Jenin. Sono penetrate nel mezzo del 
campo profughi, dalla parte di Burqen St., verso la zona al-Zahra della 
città.
L'incursione è stata accompagnata da fuoco indiscriminato diretto verso 
le strade, le case, i palazzi e i civili senza distinzione. Intorno 
alle 10;00, le forze israeliane hanno circondato la casa di Ibrahim 
Naghnineh, con il pretesto che stesse nascondendo 
palestinesi "ricercati" da Israele. Diversi cecchini israeliani si sono 
posizionati sopra i tetti di alcuni edifici iniziando a sparare contro 
la casa di Naghnineh, e contro chiunque si muovesse nella zona, 
causando la fuga di molte persone. Il figlio di Naghnineh, Nidal (28 
anni) e Abdullah al-Wahsh (20 anni) sono stati arrestati e portati in 
un luogo sconosciuto.
Di seguito, un bulldozer dell'esercito ha demolito tre case, dove 
vivevano sei famiglie. Un gruppo di bambini hanno poi iniziato a tirare 
pietre alle forze israeliane, le quali hanno risposto sparando, 
uccidendo Mohammad Bilalweh (12 anni), colpito all'occhio sinistro. 
Testimoni oculari hanno dichiarato al LAW che il bambino è stato ucciso 
da una distanza di circa un centinaio di metri. Altri tre bambini sono 
stati feriti: Jaber Hassan (12 anni), colpito all'addome; Zakariyya 
Sirhan (13 anni), colpita da una scheggia nella schiena; Amjad Omar (12 
anni), colpito al
istro.
Le forze israeliane hanno continuato a sparare persino dopo l'uccisione 
di Mohammad, ferendo una volontaria irlandese della Mezzaluna Rossa 
palestinese, Kwefa Patterfly (25 anni), la quale è stata colpita alla 
gamba sinistra mentre cercava di assistere il ferito.
Nel pomeriggio, le forze israeliane hanno ricominciato a sparare 
indiscriminatamente nel mezzo del campo profughi, colpendo il palazzo 
dell'UNRWA. Gli impiegati del palazzo non sono potuti evacuare a causa 
della pesante sparatoria.
Ian Hooks, che lavorava per l'UNRWA come direttore del progetto di 
ricostruzione del campo profughi di Jenin è uscito dall'edificio 
intorno alle 13;30, avvisando le forze israeliane del pericolo in cui 
si trovavano gli altri impiegati, chiedendogli di facilitare la loro 
uscita ad assicurare la loro sicurezza.
Un testimone oculare ha dichiarato che Hook è uscito dall'ufficio, 
supercontrollato dai cecchini, innalzando una bandiera delle Nazioni 
Unite. Si è fermato di fronte all'entrata dell'ufficio e ha chiesto ai 
soldati, compreso il cecchino sopra il tetto, di smettere di sparare. 
Non hanno ascoltato la sua richiesta, e hanno aperto il fuoco da una 
distanza di 20 metri, a dispetto della bandiera dell'ONU che teneva 
bene in vista.
Hooks è stato colpito allo stomaco accasciandosi poi a terra. Diversi 
impiegati sono accorsi nel tentativo di rianimarlo. Tuttavia, le forze 
israeliane hanno impedito a chiunque di avvicinarsi al corpo. Hanno 
persino impedito alle ambulanze di intervenire.
Dopo questo, alcune persone dentro al palazzo sono corse verso l'altra 
parte d'entrata nel lato sud, e dopo mezz'ora hanno raggiunto il corpo. 
Hooks è stato portato all'ospedale Dr. Khalil Suleiman di Jenin. E' 
morto durante il tragitto.
Secondo il referto medico emesso dal sopraccitato ospedale, Hooks è 
stato colpito nella parte sinistra dello stomaco, ed il proiettile è 
uscito dalla parte destra del fondo schiena. E' poi stato riscontrato 
che un proiettile si è infilato sulla parte si
erano pure scheggie nel corpo.
Dopo l'omicidio di Hooks, il portavoce israeliano ha cercato di 
addossare la colpa a dei palestinesi armati, con l'accusa di essersi 
trovato in mezzo a pesanti scontri a fuoco tra forze israeliane e 
palestinesi, dichiarando che Hooks era uscito con un cellulare in mano, 
e i soldati israeliani l'hanno ucciso erroneamente pensando fosse un 
combattente palestinese.

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CAOIMHE BUTTERFLY PARLA A ANNIE HIGGINS NEL CAMPO PROFUGHI DI JENIN,
Palestina 22 Novembre 2002

Nella rioccupazione di oggi del campo profughi di Jenin, l'IDF ha 
trasformato la parte inferiore del campo in una zona militare chiusa 
durante la mattinata, impiegando circa 12 carri armati, 10 jeep e 
almeno due elicotteri apache da combattimento. 
Stavo cercando di stare nel mezzo tra i bambini disarmati e i carri 
armati, quando ho ricevuto una chiamata da un amico che chiedeva il mio 
aiuto per evacuare la sua figlia ammalata, considerando che l'esercito 
non permetteva alle ambulanze di entrare. Sono andata con un amico, un 
giornalista palestinese e siamo stati immediatamente arrestati, assieme 
ad un altro volontario internazionale, e portati in un luogo dove circa 
altri venti palestinesi erano trattenuti.
Erano bendati, ammanettati, nudi con i soli pantaloni o mutande, e sono 
stati picchiati duramente.
Dopo essere stata trattenuta per due ore ed interrogata
ra di andarmene. Ho 
chiesto il permesso di rimanere con gli uomini, nella speranza di far 
ridurre al minimo le violenze, ma i soldati hanno rifiutato, dicendo 
che ciٍ non era permesso. Quando ho rifiutato di andarmene, sono stata 
forzatamente portata via, spinta per la strada, sentendomi dire che se 
fossi ritornata nella zona mi avrebbero sparato.

Sono tornata indietro dalla strada da cui ero venuta, passato il 
palazzo delle Nazioni Unite. Lى, ho parlato per poco tempo con Iain 
Hook, direttore del progetto dell'UNRWA (United Nations Relief Works 
Agency) a Jenin, il quale ha detto che stava cercando di negoziare con 
i soldati per le donne e i bambini in modo da farli andare a casa. E' 
uscito fuori dal palazzo dell'ONU sventolando una bandiera blu delle 
Nazioni Unite; l'unica risposta in inglese ricevuta dal megafono dei 
soldati è stata: "Non ci importa chi siete o se siete delle Nazioni 
Unite. Vaff.....o e tornate a casa!"
Stavano già cercando di tornare a casa. Iain ha aggiunto che le cose 
non si mettevano bene. Ha insistito che voleva procurare un passaggio 
sicuro per i suoi 40 lavoratori palestinesi e per se stesso usando 
tutti i mezzi legali, ad esempio un coordinamento ufficiale con 
l'esercito. Alcuni impauriti genitori hanno iniziato a fare un buco nel 
muro del palazzo per evacuare i bambini che si trovavano là per un 
programma di vaccinazione. Abbiamo accompagnato alcuni di essi alle 
loro case.

Dopo questo, sono tornata di nuovo verso la casa della bambina 
ammalata. Per la strada ho incontrato un gruppo di bambini che mi hanno 
detto che un ragazzino di dieci anni amico mio, era stato ferito dal 
fuoco di un carro armato, uno dei quali sosteneva al cervello. Cosى, 
sono andata dove i bambini erano radunati, e i carri armati stavano 
sparando su di loro all'impazzata. Ho camminato giù per la strada tra 
bambini e carri armati fino a raggiungere una distanza di 50 metri da 
esso, cercando di comunicare con i soldati. Li ho implorati di n

sparare contro bimbi disarmati. In quel momento, hanno smesso di 
sparare. Alcuni istanti dopo, un apc (mezzo blindato, ndt)sorvolava 
sopra il carro armato. Potevo vedere le loro facce chiaramente e 
immagino che lo stesso valeva per loro. Avevo già notato in precedenza 
entrambi i carri armati. Un soldato è uscito fuori, mostrando solo il 
busto, dall'abitacolo del secondo veicolo con un fucile in mano 
iniziando a sparare. All'inizio ha sparato in aria, disperdendo la 
maggior parte dei bambini che hanno iniziato a correre verso un angolo 
della parte sinistra della strada. Tuttavia, tre bambini sono rimasti 
ed ho cercato fisicamente di portarli verso l'angolo, spingendoli. 
Guardandomi indietro ho scorto il soldato che dall'apache stava 
puntando il suo fucile verso di me da circa un centinaio di metri.
Mi ha sparato sulla caviglia, vicino alla svolta nell'angolo. Quando 
sono caduta hanno continuato a sparare nella mia direzione. Ho 
strisciato per un pezzo, e poi alcuni dei ragazzini mi hanno tirato. 
Nessuna ambulanza è potuta entrare nel campo profughi, cosى sono stata 
portata via con una barella fatta in casa fino al luogo dove 
un'ambulanza della Mezzaluna Rossa ha potuto raggiungermi vicino 
all'entrata del campo profughi. Mentre mi trovavo nel pronto soccorso 
dell'Ospedale di Jenin, Iain Hook dell'UNRWA è stato portato dentro. E' 
morto pochi minuti dopo.

Ci hanno detto che quando gli hanno sparato, l'esercito israeliano ha 
proibito ad un'ambulanza dell'ONU, con lo stemma bene in vista, di 
evacuarlo per il trasporto per circa mezz'ora, e durante questo tempo 
ha perduto tantissimo sangue. Alla fine lo staff dell'ambulanza lo ha 
evacuato attraverso il muro posteriore che gli impiegati avevano tirato 
giù in precedenza.

Essendo stata presente nel campo profughi tutta la mattina, posso 
testimoniare che tutti i combattenti palestinesi avevano smesso di 
sparare due ore prima che noi fossimo feriti. Quando sono passata dal 
palazzo dell'ONU in mattinata, era 
 dai cecchini 
dell'esercito israeliano che sparavano a chiunque dentro il campo 
profughi. Due persone sono state uccise e sei ferite. Tutte, tranne una 
sono state colpite dal fuoco dei carri armati fuori dalla zona che 
l'esercito aveva dichiarato chiusa per motivi militari.
Non sono stata coinvolta in alcun tipo di sparatoria, al contario di 
quanto l'IDF falsamente attribuisce, e credo che neppure Iain sia stato 
coivolto...

Tahani/Higgins
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Cuiva Butterfly
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