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Svoltasi oggi a Viterbo cerimonia pacifista per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
- Subject: Svoltasi oggi a Viterbo cerimonia pacifista per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 4 Nov 2002 11:01:20 +0100
Comunicato stampa "Ogni vittima ha il volto di Abele" Si e' svolta oggi a Viterbo la cerimonia di memoria delle vittime di tutte le guerre, e di impegno affinche' mai piu' vi siano guerre, promossa dal Centro di ricerca per la pace. Nel silenzio piu' rigoroso, nella compostezza piu' completa, depositato un fiore dinanzi a ciascuno dei tre monumenti alle vittime delle guerre. * Questa mattina in piazza del sacrario a Viterbo si e' svolta la cerimonia di commemorazione delle vittime di tutte le guerre promossa dal Centro di ricerca per la pace con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e con l'impegno sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "L'Italia ripudia la guerra". Nel silenzio e nel raccoglimento piu' profondi e' stato deposto un fiore dinanzi al sacello delle vittime della prima guerra mondiale, un altro fiore e' stato deposto dinanzi al monumento che ricorda le vittime della seconda guerra mondiale, ed un terzo dinanzi alla lapide che ricorda in particolare le vittime del nazifascismo. La cerimonia ha avuto inizio alle ore 8 e si e' conclusa alle ore 8,30. La scelta dell'orario e' stata determinata dalla precisa e netta volonta' di distanziare temporalmente oltre che sul piano morale l'iniziativa di commemorazione delle vittime delle guerre promossa dalla struttura pacifista, rispetto alla "festa della guerra e degli apparati di morte" che alcune ore dopo sara' oscenamente inscenata dai comandi militari e dalle autorita' politiche. Possa venire presto un tempo in cui non si permettera' piu' di insultare la memoria delle vittime della guerra; possa venire presto un tempo in cui sara' proibito di oscenamente festeggiare la guerra, l'uccidere, gli apparati di morte; possa venire un tempo in cui si adempia la speranza e la profezia del compianto padre Ernesto Balducci: che la guerra, uscita per sempre dalla sfera della razionalita', sia infine cancellata dalla storia umana. * Conclusasi l'iniziativa, il responsabile del Centro di ricerca per la pace, Peppe Sini, ha diffuso la seguente dichiarazione: 1. La guerra e' nemica dell'umanita', poiche' essa consiste nell'uccisione di esseri umani. Non solo: nell'epoca aperta dall'orrore di Hiroshima la guerra mette in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana. Cosicche' e' un indispensabile imperativo morale e civile, e un cruciale necessario progresso culturale e politico, il ripudio assoluto della guerra, la sua assoluta e definitiva esclusione dal novero dei mezzi a disposizione dell'umanita' per gestire e risolvere i conflitti. 2. Vanno smascherati e confutati gli speciosi sofismi di quanti la guerra propugnano: - La guerra non e' efficiente nel contrastare il terrorismo: poiche' essa e' prosecuzione e seminagione di stragi, odio e terrore: essa e' il trionfo del terrorismo; e' terrorismo elevato all'ennesima potenza. - La guerra non e' efficiente nel contrastare le dittature: poiche' essa le dittature provoca e moltiplica, e poiche' essa stessa riducendo gli esseri umani a nulla e' dittatura e nichilismo nella sua essenza e nel suo farsi. - La guerra non e' di natura diversa dall'omicidio: solo che essa omicidi esegue su scala di massa. E' quindi ingigantimento dell'omicidio, omicidio in forma di strage. E poiche' giustamente consideriamo un progresso grande e un provvedimento necessario - fortunatamente in Italia gia' inserito nell'ordinamento - l'abolizione dai sistemi penali della cosiddetta "pena di morte" (scilicet: omicidio di eseri umani da parte di ordinamenti giuridici), a maggior ragione dobbiamo estendere tale giudizio e tale interdetto alla guerra, che appunto consiste nell'irrogazione della morte a tanti esseri umani oltretutto senza processo e nella gran parte di essi del tutto innocenti di qualsivoglia crimine. Se prendiamo sul serio la nostra stessa legislazione penale, a maggior ragione la guerra e' incompatibile col nostro stato di diritto, con la nostra democrazia, con la nostra civilta' giuridica, con la nostra civile convivenza. 3. Solo chi ripudia la guerra e' fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana e alla Carta delle Nazioni Unite, ovvero alle fondamentali fonti di diritto cui tutti dovremmo ispirarci nel nostro agire. Con riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana, che all'articolo 11 inequivocabilmente ed irrevocabilmente "ripudia la guerra", va sottolineato che siamo in presenza di un obbligo di legge per tutti cogente, non eludibile da parte di alcun cittadino italiano, non eludibile da parte di alcuna istituzione italiana che in tanto e' legittima in quanto fedele alla Costituzione. 4. Ma infine e decisivamente: la guerra consiste nell'uccidere, nega quindi il diritto alla vita. ma se si nega il diritto alla vita, cessa la base materiale di tutti i diritti umani e il primo e fondante di essi diritti; e cessa altresi' la possibilita' della convivenza, della societa', della civilta'; e cessa infine l'umanita' stessa come esistenza concreta degli individui che la compongono, come solidarieta' che tutti gli esseri umani tiene insieme, come impresa ed essenza comune - la cultura umana, la civilta' umana, la condizione umana, l'umana famiglia - di tutti gli esseri umani passati, presenti e futuri; e come sentimento, come concetto, come realta'. 5. Le vittime delle guerre passate devono essere un perenne monito affinche' non abbiano luogo nuove guerre che nuove vittime provocherebbero. Il rispetto alle vittime dovuto deve estrinsecarsi nell'impegno ad impedire che nuove vittime vi siano. 6. Solo chi si oppone a nuove guerre esprime sincero lutto e solidarieta' autentica per le vittime delle guerre passate. Chi invece nuove guerre propugna, prepara, decide, avalla, comanda ed esegue e' indegno di commemorare le vittime delle guerre passate, poiche' col suo agire nuovamente le uccide e le umilia. 7. Solo se si e' costruttori di pace si e' avversari della guerra. E solo se si e' avversari della guerra si raccoglie il muto messaggio delle vittime della guerra, l'appello che dal loro volto, dalla loro vicenda promana. E per essere costruttori di pace occorre fare la scelta teoretica e pratica, morale e civile, della nonviolenza. La nonviolenza e' la scelta dell'opposizione integrale, la piu' nitida e la piu' intransigente, alla violenza in tutte la sue forme: alle oppressioni, come alle dittature, come al terrorismo, come alle guerre. La nonviolenza, come ebbe a scrivere Aldo Capitini, e' il varco attuale della storia. * Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Viterbo, 4 novembre 2002 (anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale)
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