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Un appuntamento domani: Ogni vittima ha il volto di Abele
- Subject: Un appuntamento domani: Ogni vittima ha il volto di Abele
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 3 Nov 2002 11:48:35 +0100
Ai mezzi d'informazione e soprattutto a varie care persone di volonta' buona OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE IL 4 NOVEMBRE, DALLE ORE 8 ALLE ORE 8,30, IN PIAZZA DEL SACRARIO A VITERBO, IL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE, IN DOLORE E IN SILENZIO, - COMMEMORA TUTTE LE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE, - DICHIARA IL DIRITTO E IL DOVERE DI OGNI ESSERE UMANO COME DELLE ISTITUZIONI DI OPERARE AFFINCHE' MAI PIU' SI FACCIANO GUERRE, - DENUNCIA L'OSCENITA' DEI FESTEGGIAMENTI DELLA GUERRA E DEI SUOI APPARATI DA PARTE DEI POTERI MILITARI E POLITICI CHE NUOVE GUERRE E NUOVE STRAGI PREPARANO. * "Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell) "L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana) Domani, 4 novembre, anniversario della conclusione per l'Italia della "inutile strage" della prima guerra mondiale, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo commemorera' tutte le vittime di tutte le guerre a Viterbo, in piazza del sacrario, dalle ore 8 alle ore 8,30. * La cerimonia sara' austera, composta, meditativa, silenziosa: come e' giusto quando si rivolge il pensiero ad esseri umani defunti, e massime quando si rivolge il pensiero ad esseri umani assassinati. Essa consistera' nella deposizione di un omaggio floreale e in una meditazione silenziosa. Essa attestera' l'impegno morale e civile di opporsi a tutte le guerre, che - come disse con espressione indimenticabile Mohandas Gandhi - sono sempre omicidi di massa. * La cerimonia si svolgera' dalle ore 8 alle ore 8,30. Un orario scelto anche per demarcare la distanza temporale e morale dalla oscena festa di esaltazione della guerra e dei suoi apparati che alcune ore dopo, in guisa di effettuale profanazione del riposo delle vittime, si terra' da parte dei comandi militari e politici. La cerimonia austera e silenziosa delle persone amanti della pace e addolorate per tutte le vittime delle guerre, contrapporra' visibilmente il silenzio del lutto e della fraternita' e sororita' umana, alla retorica e al frastuono degli osceni festeggiamenti "necrofili e insensati" (per usare le parole di Miguel de Unamuno) che poche ore dopo saranno esibiti da quegli stessi comandi politici e militari che la morte delle vittime di tutte le guerre festeggiano con l'esaltare la guerra ed i suoi esiti e i suoi apparati, e che prolungano il crimine della guerra preparando, promuovendo, avallando ed eseguendo nuove guerre omicide e onnicide. Il Centro di ricerca per la pace non partecipera' ai cinici ed offensivi festeggiamenti della morte e delle stragi organizzati dai comandi militari e politici, e denuncia con cio' come quelle lugubri e irresponsabili parate siano scherno malvagio e orribile umiliazione per le vittime della guerra, simbolico ucciderle ancora una volta. Il Centro di ricerca per la pace chiama tutte le persone di volonta' buona ad essere costruttrici di pace, ed in particolare chiama tutti i cittadini italiani, e quindi anche tutte le istituzioni italiane, al rispetto piu' rigoroso della legalita' costituzionale, fondamento del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta' e dei diritti di tutti quanti nel nostro territorio si trovino. E' la Costituzione della Repubblica Italiana che reca all'art. 11 il principio fondamentale, e il valore supremo, espresso con le lapidarie parole "L'Italia ripudia la guerra". Ogni vittima ha il volto di Abele. L'Italia ripudia la guerra. Mai piu' si faccia guerra: solo questo impegno rende lecito accostarsi alle vittime delle guerre in dolore e in solidarieta'. Chi ancora la guerra permette, promuove e propugna, le vittime offende e schernisce, ed aggredisce e disonora l'umanita' intera. Peppe Sini a nome del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 3 novembre 2002 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
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