rossonotizienet n. 20



ROSSONotizieNet
numero 20              ottobre 2002

periodico elettronico dell'Associazione Culturale Punto Rosso


FERMIAMO LA GUERRA - FERMIAMO IL MASSACRO
Fermiamo la mano degli apprendisti stregoni che, pur di mantenere il
dominio sulle risorse strategiche, di occupare regioni del mondo cruciali,
di perpetuare un ordine mondiale iniquo, non recedono di un passo dallo
scatenare l'inferno. Basta con lo scempio dei corpi, dell'ambiente, della
democrazia, della cultura, della vita. Basta morti, basta dolori, basta
distruzioni. Basta con la banda di avventurieri che pretende di governare
il mondo.
L'Associazione Culturale Punto Rosso e il Forum Mondiale delle Alternative
daranno come sempre il loro contributo, assieme al movimento, alle forze
politiche, agli uomini e alle donne di buona volontà, di contrinformazione,
di controcultura e di mobilitazione per affermare la giustizia e la pace.



sommario

- Il Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative al Forum Sociale Europeo
di Firenze
1) seminario sulla guerra ed imperialismo Usa
2) seminario su movimento e politica
3) seminario sulla non-violenza
4) seminario sull'acqua

- corsi della LUP-Libera Università Popolare

- iniziative dei Punto Rosso locali

- materiali: Dopo Johannesburg di Emilio Molinari



FORUM SOCIALE EUROPEO

I seminari proposti al Forum Sociale Europeo di Firenze (6-10 novembre
2002) da parte del Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative in
collaborazione con altri organismi sono vari.
Ve li segnaliamo. Invitiamo tutti a partecipare al Forum Sociale Europeo.

Iscrizioni e Informazioni sul sito <http://www.fse-esf.org>www.fse-esf.org




seminario al FSE



"LA TERRA NON E' UN MAPPAMONDO CON CUI GIOCARE"



L'EGEMONISMO-IMPERIALISMO USA, LA GUERRA

E IL MOVIMENTO DI OPPOSIZIONE MONDIALE



Filosofia e pratica della guerra permanente globale. Le mire
dell'amministrazione Usa per il controllo delle aree strategiche mondiali,
delle risorse indispensabili (petrolio, gas, acqua) e per impedire il
sorgere di potenze rivali. La guerra in corso in Afghanistan e in Palestina
e i preparativi per l'offensiva contro l'Iraq, il Plan Colombia ecc. nel
contesto di una politica europea inesistente o puramente subalterna agli
Stati Uniti. Il pacifismo storico e il nuovo pacifismo nella riflessione e
nella mobilitazione del popolo di Porto Alegre.

La possibilità della pace è messa in grave pericolo dalla politica di
guerra permanente inaugurata dopo l'11 settembre dal governo degli Stati
Uniti. E' la prosecuzione dell'egemonia e della guerra unipolare Usa
(Guerra del Golfo e Guerra dei Balcani) dopo la fine della guerra fredda.

Il tentativo di allargare a livello planetario l'egemonia militare e
politica degli Usa sta provocando la crescita pericolosissima
dell'instabilità geopolitica a cui si risponde con l'opzione della guerra.
Come sempre ne fanno le spese i popoli, e tra questi soprattutto gli strati
sociali poveri e più indifesi. Dall'Afghanistan all'Iraq, dalla Palestina
alla Cecenia, dalla Colombia ai tanti teatri di guerra in Africa. L'Europa
sta a guardare, se non collabora attivamente, dimostrando una statura
politica minima e una evidente contraddizione con le premesse ideali e
politiche di pace su cui si dovrebbe fondare l'Unione. Una speranza può
venire dal basso. Il popolo di Porto Alegre riprende le grandi ragioni
storiche del vecchio pacifismo ed è impegnato a riflettere e a elaborare un
nuovo pacifismo. Esso promana dalla teoria e dalla pratica antiliberista
come radicale rifiuto del modello egemonico-imperialistico su scala
mondiale, distruttore della vita associata e della vita del pianeta, del
quale la guerra è uno degli aspetti più criminali.



FIRENZE - VENERDI' 8 NOVEMBRE 2002 ore 14.30-18.30

FORTEZZA DA BASSO



intervengono

KEN COATES (Bertrand Russell Peace Foundation), SAMIR AMIN (Forum Mondiale
delle Alternative), AHMED BEN BELLA (Fondazione Nord-Sud), EDMILSON
RODRIGUES (sindaco Belem-Forum Panamazonico), MUSTAFA BARGHOUTI (Ass. naz.
palestinese), CARLOS TABLADA (Centro di Ricerca sull'economia
mondiale-Cuba), HAMIYA KUMAR BAGCHI (economista indiano-Forum Sociale
Asiatico). Siamo in attesa di risposta di ARUNDHATI ROY (scrittrice
indiana), di SCOTT RITTER (ex ispettore dell'Onu in Iraq)

VITTORIO AGNOLETTO (Cons. Int. FSM), GIULIETTO CHIESA (giornalista e
saggista, Megachip), ISIDORO MORTELLARO (Università di Bari), MANLIO
DINUCCI (saggista), LIDIA MENAPACE (Conv. perman. di donne contro le
guerre), RAFFAELE SALINARI (pres. Terre des Hommes), GIOVANNI BERLINGUER
(Associazione Aprile)

coordinano GIORGIO RIOLO e JOSÉ LUIZ DEL ROIO (Punto Rosso-Forum Mondiale
delle Alternative).

organizzano

BERTRAND RUSSELL PEACE FOUNDATION, ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO-FORUM
MONDIALE DELLE ALTERNATIVE, FEDERAZIONE INTERNAZIONALE TERRE DES HOMMES,
MEGACHIP, ATTAC ITALIA, RIVISTA ALTERNATIVE



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seminario al FSE





"SORTIRE DA SOLI E' L'AVARIZIA,

SORTIRE ASSIEME E' LA POLITICA"

don Lorenzo Milani





LA POLITICA COME BENE COMUNE:

IL MOVIMENTO CONTRO IL NEOLIBERISMO

DISCUTE CON LA SINISTRA EUROPEA

Nell'epoca per eccellenza della crisi della politica, un necessario
confronto per la ridefinizione dell'agire politico, della rappresentanza
politica, della democrazia rappresentativa ai fini di una feconda
interazione tra istanze e culture del movimento antiliberista e forze
politiche europee



Intendere la politica come bene comune significa sottrarla all'idea che
essa debba rispondere esclusivamente agli interessi sociali ed economici
della parte dominante della società o che essa debba considerarsi una delle
tante occupazioni sul mercato. Significa impegnarsi per riappropriarsene e
per rifondarla. Un bene comune riguarda tutti e deve essere condiviso tra
tutti.

Le istituzioni politiche e la rappresentanza sono occasioni, tra le altre,
perché la politica come bene comune possa svolgere il suo compito. Ancor
più nel caso dei valori propri di una sinistra politica che dovrebbe
assumersi in pieno e costitutivamente tale questione cercando di proporre
una rifondazione radicale della attuale sfera politica, oggi quasi
totalmente subalterna agli imperativi del neoliberismo. Per questo crediamo
sia utile un confronto aperto tra chi, come noi, ha posto a fondamento di
ogni azione collettiva il rifiuto della logica neoliberista e la ricerca di
un legame sociale fondato sull'uguaglianza e la solidarietà, con chi, nei
partiti e nelle istituzioni in Europa, si definisce di sinistra in forza
dell'impegno per la piena e almeno tendenziale realizzazione di questo
binomio.



FIRENZE - GIOVEDI' 7  NOVEMBRE 2002 ORE 14.30-19

FORTEZZA DA BASSO



 intervengono

FRANÇOIS HOUTART (Segr. Fma), SUSAN GEORGE (Pres. TNI), MICHAEL BRIE (pres.
Fondazione Rosa Luxemburg), VITTORIO AGNOLETTO (Fsm), CHRISTOPHE AGUITON
(Attac France), MIGUEL RIERA (Edit. El Viejo Topo), BORIS KAGARLISTKY
(Moscow Times, Tni), EUSTACHE KOUVELAKIS (Actuel Marx), MARCO BERSANI
(Attac Italia), JOSÉ BOVÉ (Via campesina), EMILIO MOLINARI (Punto
Rosso-Fma), HILARY WAINWRIGHT (Red Pepper, Uk), MARIA LUISA BOCCIA(Crs)

interventi di rappresentanti forze politiche:

Sinistra Unita Europea: FRANCIS WURTZ (Francia), FAUSTO BERTINOTTI
(Italia), NICOS KONSTANTOPOULOS (Grecia).

Socialisti Europei: CESARE SALVI (Italia), ANNE VAN LANCKER (Belgio)

Verdi: ALFONSO PECORARO SCANIO (Verdi),  MONICA FRASSONI (pres. gruppo eur.
Verdi)

coordinano MARIO AGOSTINELLI (Punto Rosso-Fma), ELISABETH GAUTHIER
(Transform!), BRID BRENNAN (Tni)

organizzano

ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO-FORUM MONDIALE DELLE ALTERNATIVE, RETE
TRANSFORM!, TRANSNATIONAL INSTITUTE

in collaborazione con RIVISTA ALTERNATIVE, ATTAC ITALIA



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Forum sociale europeo





LA NON-VIOLENZA COME RIVOLUZIONE:

ALLE RADICI DELLA VIOLENZA E DELLA GUERRA

NELLE NOSTRE SISTEMAZIONI RELIGIOSE E CULTURALI





La non-violenza non è più solo utopia da sognatori: sta soppiantando il suo
opposto, cioè la violenza, come nuovo fondamento della razionalità. La
lotta per la sopravvivenza della specie ha inventato l'antagonismo e la
guerra e le ha dato i connotati della razionalità, informando di violenza
tutti gli aspetti della civiltà: economia, culture, diritto, religioni,
relazioni interpersonali. Oggi, di fronte alla mostruosità distruttiva
degli arsenali bellici e di fronte alla percezione nuova che ha l'umanità
di essere un'unica famiglia in una minuscola fragile casa, la stessa lotta
per la sopravvivenza sta inventando la non-violenza come unica riserva di
vita. E' un vero processo rivoluzionario lento e sotterraneo che a noi
vedenti/ciechi è appena percepibile per segni. Ed è una rivoluzione globale
che cioè investe tutti i campi del convivere. Investe in particolare le
religioni e i grandi sistemi ideologici. Occorre aprire gli occhi, andare
oltre le consuete politiche che motivano settorialmente e in base a
contingenze il no alla violenza e alla guerra, analizzare le radici della
violenza ovunque esse si annidino, in modo da partecipare più
consapevolmente ed efficacemente alla scommessa della non-violenza come
rivoluzione globale. Occorre anche recuperare in positivo i valori della
liberazione nella tradizione cristiana e delle altre religioni e nella
elaborazione ed esperienza marxista.





FIRENZE GIOVEDI' 7 NOVEMBRE ore 14.30

FORTEZZA DA BASSO



Intervengono:



ENZO MAZZI (Comunità dell'Isolotto) Esistono radici della violenza nelle
religioni monoteiste e più in particolare nel cristianesimo?
GIULIO GIRARDI (teologo della liberazione, Forum Mondiale delle
Alternative) La funzione della violenza nei grandi sistemi ideologici:
liberale/capitalista e marxista/comunista
ELISABETH GREEN (teologa femminista e saggista) Le radici della violenza e
della guerra nella cultura patriarcale.
Coordina FRANCOIS HOUTART (Segr. FMA).

promuovono

Comunità cristiane di base, Pax Christi, Associazione Culturale Punto
Rosso-Forum mondiale delle alternative, ARCI , Centro ecumenico Agape
(valdesi), Noi siamo Chiesa, , Cgil Lavoro Società Cambiare Rotta e altri
in via di definizione fra cui Rete di Lilliput, Fiom, Agesci.



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Acqua, aria, terra e energia: l'Europa contro lo sviluppo insostenibile.



SEMINARIO  DI  APPROFONDIMENTO

Beni e Diritti :

ecosistema ed acqua quale strategia  per il loro riconoscimento

come beni comuni mondiali



Firenze -  8 novembre -  Ore 14,30-17,30

Fortezza da Basso - Firenze



Enti promotori

Comitato italiano per il Contratto Mondiale per l'Acqua -CIPSI - Campagna
Acqua  Bene  comune

Legambiente  - Ass. Culturale Punto Rosso - Rete di Lilliput-

in collaborazione con  ATTAC  Italia   -- Campagna ACME Francia -Campagna
ACME Québec

( Canada) - Coalizione Svizzera ONG contro la privatizzazione - Coalizione
Europea contro la privatizzazione -- Forum del Terzo Settore -Tavola della
pace -



Obiettivo e temi di approfondimento :

aggiornamento  sulle iniziative della società civile a sostegno del
Contratto Mondiale dell'acqua, dopo il vertice di Johannesburg

alleanze a livello europeo a  difesa dell'ecosistema  e dell'acqua  come
beni comuni patrimoniali dell'umanità

strategie a difesa dell'acqua come diritto e bene comune in funzione dei
prossimi appuntamenti internazionali  ( Forum di Porto Allegre - Conferenza
di Kyoto)



Relatori .

14,30 - Apertura lavori

       Saluto introduttivo e coordinamento lavori

       Rosario Lembo ( CIPSI - Campagna Acqua ben comune)

 La rivoluzione dell'acqua

  Riccardo Petrella      -  Segretario Comitato internazionale Contratto
Mondiale Acqua

Interventi

Acqua e Ambiente

Roberto della Seta  / Roberto Ferrante     - Legambiente

Acqua e Terra

Gianfranco Bologna  -   Rete Lilliput                                -

Acqua e Diritti

Emilio Molinari  -  Comitato italiano Acqua - Punto Rosso



Contributi al dibattito

Italia       -    Massimo Rossi    -  Enti locali per l'Acqua

Francia   -    Jean Luc Tuly     -  Comitato Francese per il Contratto Mondiale

Canada   -    Serge Roy           -  Associazione Quebec per il Contratto
Mondiale

Europa   -                                 -   Coordinamento europea ONG
(Austria -Germania -

                                                          Svizzera )
contro la privatizzazione

    Dibattito



Ore 17.00  - La proposta del Contratto Mondiale dopo Johannesburg : l'Altro
Kyoto

                    con Riccardo Petrella









LUP- LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE

prossimi corsi

Dipartimento di studi internazionali
Patrice Lumumba

Introduzione alla Storia dell'India
Quattro incontri introduttivi alla storia dell'India, con un approccio
interpretativo critico rispetto ai paradigmi storiografici tradizionali,
attento alle dimensioni proprie, culturali, sociali e politiche, del grande
paese asiatico. Un contributo per comprenderne il ruolo e le prospettive
nell'attuale globalizzazione.

Durata: quattro incontri.
Luogo: Punto Rosso, via Morigi 8, 20123 Milano.
Quota di partecipazione: 25 Euro

Marted" 1 ottobre 2002, ore 18.30-20.30
Introduzione alla storia dell'India Relatore: Michelguglielmo Torri
(Università di Torino)
Nell'occasione presentazione del libro di M. Torri, Storia dell'India,
Laterza, Roma 2000.

Gioved" 17 ottobre 2002, ore 18.30-20.30
L'india coloniale e la lotta per l'indipendenza Relatrice: Marzia Casolari

Gioved" 24 ottobre 2002, ore 18.30-20.30
L'India indipendente Relatrice: Marzia Casolari

Gioved" 31 ottobre 2002, ore 18.30-20.30
L'india nella globalizzazione Relatrice: Marzia Casolari



Dipartimento di storia della filosofia e del pensiero umano
Ernst Bloch

Il pensiero occidentale attraverso le sue grandi opere
A seguito del grande interesse suscitato dai corsi svolti nei due anni
passati sulla storia del pensiero occidentale, riprendiamo questo percorso
a partire dalle grandi opere di questo pensiero, come momenti paradigmatici
della storia della filosofia.

Settimo corso:
L'Etica di Spinoza

Durata: 3 lezioni
Luogo: Punto Rosso, Via Morigi 8, Milano
Quota di iscrizione: 15 Euro

Marted" 8 ottobre 2002, ore 18.30-20-30
Introduzione alla filosofia di Spinoza Relatore: Giorgio Giovannetti

Marted" 15 ottobre 2002, ore 18.30-20-30
L'Etica (I) Relatore: Vittorio Morfino

Marted" 22 ottobre 2002, ore 18.30-20-30
L'Etica (II) Relatore: Vittorio Morfino

Ottavo Corso:
L'illuminismo e J. J. Rousseau

Durata: 3 lezioni
Luogo: Punto Rosso, Via Morigi 8, Milano
Quota di iscrizione: 15 Euro

Marted" 12 novembre 2002, ore 18.30-20-30
L'illuminismo, la politica e J. J. Rousseau Relatore: Giorgio Giovannetti

Marted" 19 novembre 2002, ore 18.30-20-30
L'illuminismo, l'antropologia e J. J. Rousseau Relatore: Mario Domina

Marted" 26 novembre 2002, ore 18.30-20-30
L'illuminismo, la pedagogia e J. J. Rousseau Relatore: Francesco Muraro





INIZIATIVE DEI PUNTO ROSSO LOCALI


PUNTO ROSSO CARRARA ORGANIZZA DUE INCONTRI:

IL MONDO NELL'EPOCA DELLA GUERRA GLOBALE

MASSA - GIOVEDI 24 OTTOBRE ORE 21
SALETTA DEL TEATRO GUGLIELMI
VIA DEL BASTIONE

LA DEMOCRAZIA DOPO L'11 SETTEMBRE
IL CASO DI BATASUNA


PARTECIPANO
Mauro Bulgarelli
deputato Verde
Euzkadi Josè Antonio Egido,
esponente della sinistra basca
Marco Santopadre  
Giornalista di Radio Citta' Aperta

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CARRARA - VENERDI 25 OTTOBRE ORE 21
SALA DI RAPPRESENTANZA DEL COMUNE
PIAZZA 2 GIUGNO

OBIETTIVO IRAQ

LE STRATEGIE USA NELL'AREA DEL MEDIORIENTE

PARTECIPA

MANLIO DINUCCI

SAGGISTA E COLLABORATORE DE "IL MANIFESTO"

L'INCONTRO SARA' SVOLTO CON L'AUSILIO DELLA PROIEZIONE DI DOCUMENTI,
IMMAGINI E SCHEDE


per informazioni
Ernesto Ligutti cell. 347-1085533 e-mail:
<mailto:puntorosso.carrara at tin.it>puntorosso.carrara at tin.it





MATERIALI




Dopo Johannesburg

di Emilio Molinari (nostro inviato)



Un sommario giudizio su Johannesburg?

D 'accordo!  E spero che Solidarietà e i compagni che la animano e mi
conoscono da anni, non  mi fraintendano se userò giudizi trancianti.

Il Summit è stato un fallimento. E questo l'hanno detto in tanti. Un
fallimento dal punto di vista ambientale, sociale ed istituzionale ecc.

Sarà giusto in un'altra sede e in un altro momento discutere ogni paragrafo
del documento conclusivo e valutare quanta elemosina, nei mezzi impegni
presi da ricchi e potenti, andrà ai poveri e agli esclusi della terra, o
quanti "pannicelli tiepidi", verranno applicati sulla fronte di questo
pianeta mortalmente aggredito da  un tumore maligno.

In questo momento mi sembra che il problema sia cogliere gli elementi di
fondo di questo fallimento ed individuare cosa e chi ha fallito. Spero di
riuscire nell'intento.

Ebbene.

Per prima cosa con Johannesburg si opera una grande e storica espulsione.

L'espulsione dalla cultura politica e giuridica, dai rapporti politici
universali, dalle relazioni umane, tra gli stati e tra istituzioni , di un
grande principio: quello del diritto umano.

Il diritto umano: con Johannesburg, esce definitivamente di scena e con ciò
sembra chiudersi un lungo percorso della storia politico- sociale
dell'umanità.

Questa umanità nel tentativo di affermare  questo diritto, darle
istituzioni e ordinamenti rappresentativi che lo garantissero e
sanzionassero, ha scritto molte delle pagine della propria narrazione,
come  direbbe Riccardo Petrella..

Il diritto umano è il grande "incompiuto" della recente storia umana, ma è
sempre rimasto protagonista sullo sfondo, come obiettivo da realizzare o
come richiamo o cultura a cui uniformare le azioni e le leggi.

Ecco, a Johannesburg il continuo divieto una minoranza di nazioni, o il
generale divieto posto da una sola nazione  come gli USA, il cui presidente
non partecipa al summit perché troppo occupato in una guerra, ad introdurre
il principio del rispetto del diritto umano su ogni questione trattata, ha
finito col diventare  la sanzione politica d'espulsione dal summit del
principio stesso.

Divieto ad introdurre il principio del diritto umano, nella cornice
istituzionale per lo sviluppo sostenibile.

Divieto al riconoscere l'accesso all'acqua come un diritto umano.

Divieto al riconoscere l'accesso ai servizi sanitari di base, come un
diritto umano.

Divieto a definire accordi ( ILO ) sul lavoro internazionale che
definiscano la incompatibilità col diritto umano.

Sono stati messi parzialmente in discussione i principi di Precauzionalità
e Responsabilità  nei confronti dell'umanità, nell'applicazione delle
scoperte scientifiche nella produzione di beni e merci, in campo
agroalimentare, farmacologico ecc...

Questo ricorrente motivo di fondo, diventa  inevitabilmente la sostanza
politica del Summit.

Una sostanza che finisce con l'annullare decine di risoluzioni dell'ONU, ma
ancor più cancellare nei fatti, la Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani scritta, voluta e votata dall'assemblea delle nazioni unite nel 1948
alla fine di una sanguinosa guerra mondiale.

Ecco perché a Johannesburg assieme ai diritti umani, esce di scena l'ONU
che non ha saputo difendere la sua principale carta costitutiva, e tutto
ciò ancora una volta mentre (come alla vigilia della crisi della Società
delle Nazioni) risuonano tamburi di guerra.

Guerra e diritti umani, un binomio sul quale  oggi sta in bilico l'umanità.

Che cosa è oggi, diritto umano?

L'acqua, non lo è.

Anche se il presidente Nelson Mandela ha proposto di metterla al centro del
Summit e della cooperazione per lo sviluppo mondiale, l'acqua dopo
Johannesburg, non è un diritto umano. E' un bene economico, una merce che
si paga alla multinazionale che la porterà, attraverso accordi bilaterali
di partnership.

 E i poveri?. Sono un caso doloroso…ma c'è sempre la carità!!!

Che ne sarà di quel  miliardo e 400.000 persone che oggi sulla terra non
hanno l'accesso all'acqua?  il Summit Sud Africano ci dice che solo la metà
entro il 2015 potrà avere soddisfazione.

E gli altri? E quelli che si saranno aggiunti per effetto dell'aumento
della popolazione? C'è la condanna a morte? C'è la rivolta disperata? C'è
il suicidio?



Il massimo ed unico e rappresentativo organismo planetario non risponde, il
silenzio ci dice che questa questione non centra con lo sviluppo
sostenibile.

Però i negoziatori americani riescono o impongono a portare al centro della
risoluzione l'invito alle nazioni a concentrare le loro azioni nella lotta
al terrorismo internazionale, che causa seri ostacoli…. allo sviluppo
sostenibile.



Il fallimento dell'ONU perciò è a mio giudizio totale.

Ma Johannesburg è un altrettanto fallimento dell'Europa, che si accontenta
di portare a casa  una foglia di fico cioè, quello che rimane del
protocollo di Kyoto, ma rinuncia ad avere il benché minimo ruolo nei
confronti della tragedia Africana, dei paesi poveri e in via di sviluppo.
Ripiegata in questo, sugli interessi delle onnipresenti multinazionali
dell'acqua come Vivendi, o sulla lobby dei grandi e ultrafinanziati
agricoltori della comunità europea, che non rinunciano né al protezionismo
dei loro prodotti, né all'acqua semi-gratuita



E' il fallimento dell'ambientalismo occidentale, quello che sullo sviluppo
sostenibile si è praticamente avvitato. Che ha pensato che le imprese e le
multinazionali fossero semplicemente da convincere sulla bontà di alcune
tecnologie dolci. L'ambientalismo dell'arroganza dei tecnici dei
professori, che ha zittito la politica, i movimenti la partecipazione
attiva delle persone. Sicuro  che i consigli avrebbero convinto tutti,
multinazionali comprese e che alla fine, conseguentemente, sono diventati
consulenti di consigli di amministrazione o di ministeri.

E' il fallimento dell'ambientalismo del primato del PIL, dello sviluppo
misurabile solo da questo caposaldo. Che è solo questione di usare sistemi
non inquinanti. Che mette sullo stesso piano l'inquinamento dei paesi
poveri e di quelli ricchi ecc…Che ha sempre evitato di dire ciò che oggi,
dopo Johannesburg,  è costretto a dire dalle pagine del Corriere della Sera
un produttivista e liberista come Giovanni Sartori e cioè: che non si
tratta solo d'inventare produzioni meno inquinanti, ma che occorre produrre
di meno consumare di meno, noi qui in occidente.

In una parola è il fallimento dell'ambientalismo delle grandi associazioni
ambientaliste dal WWF a Legambiente e dei partiti Verdi europei che hanno
governato questo nostro continente.

Pensate, tutti costoro sono andati a Johannesburg senza aver sciolto ed
essersi pronunciati su di un nodo che poi si è visto essere quello
fondamentale, quello della mercificazione dell'acqua.

E' il fallimento dell'ambientalismo della pulizia delle spiagge, delle
domeniche senza automobili, delle campagne sponsorizzate delle
multinazionali, delle rottamazioni.



Non lo dico con acredine, ma perché considero il fallimento di Johannesburg
un evento talmente drammatico, e per la prima volta ammesso da tutti, da
non avere alcun senso dire io l'avevo detto. Ma che deve pur costringerci
tutti a rivedere criticamente il nostro agire e a ripensare ai contenuti e
alle strategie per affermarli in nome dell'interesse più grande : la
salvezza del pianeta. Parole grosse? Retoriche? Dette qui sembrano tali, ma
a Johannesburg erano tremendamente reali e nell'aria che si respirava.





E' il fallimento infine del moderatismo di sinistra, del suo iperealismo,
del suo pragmatismo tutto teso al "vincere", che è ormai cultura di un
popolo di elettori e di intellettuali, trasversale all'intero centro
sinistra e ad una parte dello stesso movimento No Global.  Il moderatismo
di sinistra, chiuso in una visione nazionale e in un localismo impotente ed
egoista, indifferente a ciò che si decideva a Johannesburg,  incapace di
includere il mondo nei propri pensieri e nella formulazione dei suoi
programmi, che non conta niente, sia al nord che al sud del mondo, che
considera il piccolo uomo che governa l'Italia e che non conta altrettanto
un bel niente nella politica del pianeta, l'unico dei suoi problemi e
l'unico dei suoi contenuti, il  suo solo ed unico programma.

Quello che per legittimarsi ha vissuto e vive tutt'ora di alcune
mistificazioni, quali quella di definire  la necessaria radicalità di
alcuni contenuti, con l'estremismo ideologico o verbale, o con i
comportamenti più o meno violenti ecc…

Fatto salva la mia convinzione che ogni tipo di violenza debba essere
bandita, sono convinto che abbiamo la necessità di affermare invece
contenuti e obiettivi fortemente radicali, e linee di demarcazione politica
con gli interessi forti e con certe istituzioni internazionali ben precise,
controcorrente rispetto il sentire comune della gente e totalmente
contrastati dagli interessi forti dei padroni della terra che, per
disgrazia nostra e del genere umano, esistono ancora. E che tutto questo
non centra niente con l'estremismo, con la violenza e con la stupidità di
certi comportamenti estremamente minoritari ed isolati.

Ma che invece, questo s", senza ideologismi, verbalismi incomprensibili dai
più, con linguaggi pacati, convincenti, documentati e ragionati, non
specialistici, non cifrati da "addetti ai lavori", senza sinistrismi ed
avanguardismi di diversa natura, abbiamo bisogno di prendere questi
contenuti e farli diventare cultura e sensibilità di tante persone, farci
capire da loro. Perché l'unica forza è la convinzione, la partecipazione e
la lotta dei cittadini del mondo.

E che, senza farci caricature, abbiamo tutti il problema di rinventare come
si lotta oggi e di come si vince oggi, nell'era del potere globale
criminale che abbiamo visto all'opera a Johannesburg .



Emilio Molinari

(Vicepresidente del comitato italiano per un contratto mondiale sull'acqua)



 11.9.2002





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