Sul referendum del 6 ottobre a Bolzano



Ai mezzi d'informazione e ad alcuni amici

 

In occasione del referendum che si terra' domenica 6 ottobre a Bolzano inviamo un intervento del nostro collaboratore Benito D'Ippolito a sostegno della conferma della saggia decisione del Comune di Bolzano di mutare il nome di Piazza della Vittoria in Piazza della Pace.

 

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo aderisce all'appello promosso da Pax Christi che riportiamo in calce al presente comunicato.

 

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

 

Viterbo, 4 ottobre 2002, giorno in cui si ricorda Francesco d'Assisi

 

Mittente: Centro di ricerca per la pace

strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

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* Benito D'Ippolito: Agli amici suoi di Bolzano

 

Cosi' alla fine a questo si riduce

tutto il dilemma del mondo:

se preferibile sia una vittoria

che reca cataste di morti

e le anime e gli occhi offuscati per sempre

o la pace, nutrice dei popoli

e delle nostre magre gioie e luminose

madre feconda e condizione necessaria.

 

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* Appello del Consiglio nazionale di Pax Christi

 

Il Consiglio nazionale di Pax Christi esprime tutto il suo sostegno alla decisione del sindaco di Bolzano, Giovanni Salghetti Drioli e alla sua giunta, di cambiare il nome della piazza tanto contesa passando da Vittoria a Pace. Ci sembra un atto di apertura ad un orizzonte di convivialita' delle differenze, come direbbe don Tonino Bello, oltre che un messaggio di armonia in un momento storico che vive nel terrore della guerra preventiva e permanente.

Sappiamo bene cosa significa quella piazza per i cittadini di lingua tedesca dell'Alto Adige, che hanno vissuto il dramma della "sconfitta" nella grande guerra e la perdita del territorio. E poi, ancora, sotto il nazifascismo, hanno dovuto subire la pressione dell'Italia da una parte con l'arroganza di un sistema che avrebbe voluto togliere i vincoli culturali e linguistici delle popolazioni sudtirolesi e dall'altra con la prepotenza aggressiva del Terzo Reich che rivendicava spazi per il suo folle progetto di costruire una Grande Germania (pensiamo quali lacerazioni produsse l'accordo di Berlino del '39 con le relative opzioni).

Per troppo tempo il nome della Vittoria ha diviso le popolazioni dell'Alto Adige-Sudtirolo tant'e' che quella piazza venne conosciuta in tutto il mondo come la piazza dello scontro etnico fra italiani e tedeschi, e il monumento come il simbolo dell'italianita' antagonista al mondo tedesco (la scritta latina ne e' la testimonianza).

E dunque bene ha fatto il sindaco Salghetti a mettere fine ad un periodo cosi' lungo di divisione per trovare una parola (pace) che sintetizzi gli sforzi di quanti, in Alto Adige, hanno lavorato con passione e speranza affinche' si aprisse un capitolo nuovo nella storia della terra "laboratorio di convivenza".

La testimonianza degli obiettori al nazismo Josef Mayr-Nusser e Franz Thaler, la passione civile di Alexander Langer, gli sforzi politici di tutti coloro che hanno voluto ricucire vecchi rancori e vecchie lacerazioni, sono sintetizzati in questo passaggio dalla vittoria alla pace.

Tanto piu' oggi, all'inizio del terzo millennio, in un mondo in cui l'interazione fra i gruppi umani e' sempre piu' la regola della vita, superare un concetto come "vittoria" rappresenta una conquista culturale importante per tutta la comunita' europea. A questo proposito ci sembrano davvero fuori luogo le dichiarazioni di quanti da una parte esaltano la novita' Europa unita e dall'altra premono su antichi "valori" della nostra storia passata.

Come cristiani, dunque, e come uomini di pace ci sentiamo in dovere di invitare i cittadini di Bolzano a dare concretamente un segno di pace il prossimo 6 ottobre, giorno del referendum sulla piazza, affinche' davvero non vincano battaglie di retroguardia culturale e politica, ma avanzi la convivenza e l'armonia fra le differenze che rende cosi' ricco e interessante l'Alto Adige-Sudtirolo.

 

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