Spendi e spandi, non ci sto



Articolo per il "sole" e Calendario del popolo

"Spendi e spandi, non ci sto".

Non ho retto al richiamo recondito della mia " ligurita' ", spero si dica cosi', desiderando dire la mia, adesso.

Mi riferisco al recentissimo appello volto a spendere palanche senza pensare al risparmio.

Subito mi e' venuta alla mente la merenda che mia nonna mi confezionava al mare, pane, burro e zucchero; la spiaggia erano le " barche " nel quartiere Fornaci a Savona, Riviera Ligure di Ponente.

Non ti comperavano una " craffa " neppure se piangevi in cinese eppure la vita scorreva senza patemi, complice l'eta' e i divertimenti che, sebbene semplici, erano lo scopo principe di un adolescente.

Cosa fosse il risparmio lo percepivi subito, era la luce accesa nella stanza deserta, l'ascensore che non usavi mai , fino ai mozziconi usati raccattati ovunque per le cartine di uno zio.

I fiammiferi usati costituivano, poi, materia prima per la costruzione di castelli con recinti, porte e merlature; bellissimo!

Gli orti  ti insegnavano a non sprecare nulla; tutto era riciclabile.

Il risparmio era il vestito che non ti comperavano perche', quello che avevi, era ancora buono.

Il regalo era il mantenerti a scuola forse perche', a quei tempi, la cosa aveva un costo. Oggi, mi sembra allora.

Sobrieta'? Chiamiamola cosi'.

In ogni caso sei diverso se comprendi il valore delle cose; da ragazzo e' un'impresa ardua, non te lo ficcano in testa manco a morire, dopo diviene un'abitudine, una regola, uno stile di vita, insomma.

Forse il troppo, stroppiera', ma, in ogni caso, il risparmio e' segno di rispetto per il frutto del lavoro, dimostra intelligenza e senso pratico.

Per tale motivo sono orgoglioso della mia " Ligurita' " e nessuno, dico nessuno, mi convincera' del contrario soprattutto se penso che devo sfamare i miei figli che, con le parole, si saziano poco.

Ognuno detti pure i suoi proclami ma verra' un giorno in cui tutti i " raccoglitori di mozziconi " guardando le " cicale " abbagliate dal sole diranno loro: " Ma tu ci credi a tutto? " questo era cio' che mi diceva sempre mio nonno novantenne quando stavamo seduti insieme accanto allo schermo che proietta i desideri, una sorta di " specchio delle mie brame ", dal nome: TV.

Attenzione! La realta' e' su un'altro binario.

Non perdiamo la coincidenza!

Detto questo, buon sperpero a tutti.




Daniele Tissone