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Una pagina del diario di Lorenzo da Gaza
- Subject: Una pagina del diario di Lorenzo da Gaza
- From: "Fabri Bellini" <ibrizie at hotmail.com> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 24 Sep 2002 23:46:05 +0200
Una pagina del diario di Lorenzo da Gaza Cari tutti ieri dopo un`attesa di due giorni siamo riusciti a raggiungere Gaza. Per riuscire a passare il check point ci siamo alzati molto presto al mattino, che il sole non si era ancora visto in cielo. In citta`, prima di prendere il taxi, abbiamo passato delle ore in compagnia di una persona davvero speciale. Uno di quegli animi sensibili dall`intelligenza acuta di cui nessuno sa niente, ma che da tanti anni lavora negli scantinati del mondo, accerchiata dal dolore di troppa gente che dalla vita non puo` che uscirne malconcia. Suoniamo al campanello. Di fronte a noi un portoncino azzurro ben tenuto. Non si sente alcun rumore: probabilmente non c`e` elettricita` ed il campanello non funziona. F. bussa timidamente. Niente. Bussa forte - suggerisco. TOC...TOC. Si sentono dei passi, la porta si apre. Una donnina bassa, vestita di blu e con una specie di cuffietta ci guarda. Abbraccia Fabrizio mentre ci chiede come stiamo e poi mi stringe la mano. Suor S. - si presenta. Ci fa strada attraverso un piccolo giardino e comincia a borbottare qualcosa a proposito di una famiglia che sta li`. Come si entra nella piccola casetta ( a misura di suorina!) una donna araba ci stringe la mano. Ci sono anche una ragazzina ed un bambino sui sette anni. Suor S. inizia subito a raccontarci la storia delle persone che ci stanno difronte sedute sul divanetto vicino all`ingresso. Il padre e` stato imprigionato venti anni fa dai soldati di Israele - dice. Lo anno torturato; da allora non riesce a mantenerli. Il figlio maggiore e` stato ucciso. Il secondogenito e` ora in carcere mentre la madre e` gravemente ammalata. Il cuore non funziona a dovere e tutte le articolazioni sono doloranti a causa dell`artrite. I figli sono in tutto sette e non hanno di che vivere. Suor S. ci guarda con gli occhi lucidi ed esclama: - sono tanti anni che sto qui, questa e` una famiglia che ha una storia come troppe altre ed io comincio ad essere stanca. Abbiamo seguito il corso degli eventi fin dal settantadue vivendo qui con la gente. Di giorno in giorno si ripete la stessa storia: li sfiancano, li umiliano e poi quando qualche disperato va a farsi saltare entrano con carriarmato e quant`altro ed ammazzano, torturano, incarcerano -. Guarda la donna. Si vede che soffre molto, non riesce a muovere la mano sinistra. Le chiede come sta. - Questa donna morira` senza potersi sdraiare - continua. Qui si vive nella menzogna. Democrazia e` solo una bella parola che dopo tanti anni fa racapriccio. Dicono di loro che sono i criminali, che sono i terroristi. Nessuno sa che ogni giorno mangiamo quel che ci portano. Non hanno niente ormai, neanche la speranza, ma ci donano il pane. Da quando sono qui le cose vanno cosi` e comincio ad essere stanca -. Tace. Non c`e` odio nella sua voce. Rabbia si` ma non odio,penso appena finisce di parlare. Da quando siamo arrivati si sento in corpo quella sensazione di dolore che oramai conosco. Mi sembra quasi di sentirla meglio, stavolta. Anche le gambe hanno qualcosa. La donna con i figli se ne torna alla propria disperazione, noi parliamo ancora con suor S. Si parla della situazione politica, di non violenza e della chiesa. La suorina ci dice che la chiesa secondo lei ha grosse colpe assieme a tutto l`occidente. Ci parla dei pozzi di petrolio su cui pesano grossi interessi e dice che non si puo`continuare in eterno con la carita`, occorre dare a ognuno cio` che gli spetta. Occorre impegno. Detto cosi` puo` sembrare l`orazione di un politico incravattato. La differenza e` che tutto in suor S. profuma di verita` e non di ipocrisia. Ci parla come una mamma zeppa di dolore ed alla fine tutti e tre rimaniamo zitti, schiacciati, oppressi dal nostro essere uomini ma con in fondo all`anima la consapevolezza di non essere soli. Prendo la chitarra ed intoniamo un canto. Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao...La tensione, la disperazione comincia a camminare. A passi lenti e pesanti ci lascia. Tornera` e noi saremo li` ad aspettarla, un poco piu` pronti a spogliarci delle inutili paure, di modo che ci passi attraverso e s`infranga contro la Vita come l`onda fa sulla sabbia. _________________________________________________________________ MSN Foto è il sistema più facile per condividere e stampare foto online: http://photos.msn.it
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