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[Centomovimenti News] Numero 1
- Subject: [Centomovimenti News] Numero 1
- From: "Centomovimenti.it" <info at manipulite.it>
- Date: Sun, 8 Sep 2002 21:55:26 +0200
Numero 1 sabato 7 settembre 2002 Una nota dal webmaster Cari amici iscritti alla nostra newsletter, chi frequenta quotidianamente internet sa benissimo che purtroppo sul web non ci sono solamente utenti "perbene" ma anche personaggi che dedicano il loro tempo a cercare di arrecare danno agli altri utenti. Da sempre ci si divide tra chi li identifica in soggetti psichicamente perversi e chi invece pensa a semplici mercenari che vendono le loro capacità tecniche a chi ha interesse a danneggiare un'azienda o una qualsiasi comunità di persone che realizza un sito web. Anche noi, per la seconda volta in una settimana, siamo stati oggetto delle "attenzioni" di qualcuno che si è divertito ad entrare nel nostro server bloccandolo con un'azione che in gergo tecnico viene definita "mail bombing". In parole povere il suo attacco ha bloccato il nostro server di posta elettronica impedendoci di inviare la newsletter di ieri (venerdì). Pazienza! Ci ha fatto perdere ore di sonno e ore di lavoro, ma la newsletter parte lo stesso oggi. E partirà domani, partirà tutti i giorni, a costo di non dormirci più la notte e di fare i turni per fronteggiare quella che, non trovo altre parole per definirla, è semplicemente l'opera di uno o più delinquenti. Senza altre aggettivazioni che francamente darebbero loro solo una apparente "giustificazione" che non meritano neanche. Buona lettura, dunque! Giovanni Pecora AVVISO IMPORTANTE! Considerato l'altissimo numero di adesioni già pervenute per la manifestazione del 14 settembre a Roma il comitato organizzatore ha deciso di spostare il luogo della manifestazione da Piazza del Popolo a PIAZZA SAN GIOVANNI La nuova destinazione, ed il conseguente adeguamento di strutture e costi, implica per tutti noi una moltiplicazione degli sforzi per cercare, con ottimismo e fiducia, di raggiungere un numero ancora più imponente di partecipanti. Uno strumento di coinvolgimento molto importante sarebbe quello di consigliare a tutti i nostri amici e conoscenti l'iscrizione a questa newsletter. In questo numero: - Andrea Camilleri: Perchè parteciperò alla manifestazione del 14 settembre - L'appello di Gianfranco Bettin per la manifestazione - Bananas: la rubrica quotidiana di Marco Travaglio Perchè parteciperò alla manifestazione del 14 settembre (di Andrea Camilleri) Con una tuta blu da jogging, circondato dai suoi membri del gabinetto in giacca e cravatta, Berlusconi, al termine del Consiglio dei ministri, ha dichiarato alla stampa che la proposta di legge Cirami è prioritaria e va approvata al più presto possibile. Apro una parentesi. Perché Berlusconi ama farsi vedere in tuta da jogging anche quando non dovrebbe, per un minimo di rispetto verso ciò che rappresenta e i suoi stessi elettori? Sappiamo le conseguenze di questa sua forsennata mania su coloro che gli stanno attorno per sudditanza, rovinose cadute, crolli fisici, infarti sfiorati e via di seguito, ma non conosciamo le ragioni che questa mania hanno provocato. Io vorrei portare un mio modesto contributo: penso che Berlusconi, conoscendosi meglio di ogni altro, tenti di scappare da se stesso. Senza naturalmente riuscirci. Qualche ministro, a vederlo conciato in tuta, ha avuto un'atterrita premonizione: vuoi vedere - si è detto - che ai prossimi Consigli dovremo presentarci tutti in felpa e fare dieci giri di tavolo al galoppo ogni mezz'ora? Chiusa la parentesi. Con questa dichiarazione, Berlusconi ha fatto due cose: ha gettato la maschera e ha voluto fare un gesto di sfida. Dando la priorità alla legge Cirami rispetto alle vere priorità (economia allo sfacelo, sanità allo sbando, scuola nel caos, conti pubblici alla deriva, inflazione in salita, disoccupazione al Sud in aumento), egli vuole salvare se stesso e i suoi più fidati amici dai processi che li vedono coinvolti. È cosa risaputa. La prima azione che faranno i suoi avvocati-deputati, una volta approvata questa legge, sarà quella di ricorrere al legittimo sospetto contro i giudici di Milano e di Palermo. E così guadagneranno tempo fino alla prescrizione del reato. Berlusconi è un recordman in fatto di prescrizioni. Il gesto di sfida poi è un gesto d'arroganza: con quella frase Berlusconi ordina ai suoi e agli alleati, che non hanno più dignità, di votare la legge ad ogni costo facendo leva sui numeri, vale a dire sulla stragrande maggioranza di yesmen alla Camera e al Senato. E l'opposizione non potrà fare nulla se non coraggiosamente, ma vanamente, cercare di contrastare la preponderanza numerica degli avversari. Finito il Consiglio dei ministri, Berlusconi ha indossato giacca e cravatta ed è volato all'informale riunione dei ministri degli Esteri europei dove si è affrettato a dichiarare che firmerà un patto bilaterale con gli Usa in controtendenza all'Ue: con questo patto bilaterale, i soldati americani che commetteranno eventuali atrocità in territorio italiano non saranno sottoposti al giudizio del tribunale internazionale, ma godranno, in Italia, dell'impunità. In parole povere, gli Stati Uniti possono comportarsi nel nostro paese come in una colonia. A Berlusconi non interessa nulla che gli altri paesi europei abbiano diverso convincimento, lui preferisce allinearsi con Israele, la Romania e Timor-Est, perché ogni idea di tribunale e di giustizia lo sconvolge, gli fa alzare la pressione, non lo fa dormire la notte, gli fa cadere i pochi capelli che gli restano e gli aumenta le rughe invano nascoste dal fondotinta. La giustizia, per Berlusconi, è come il panno rosso per il toro. Quest'uomo rappresenta un autentico pericolo per l'Italia e l'Europa. Ecco perché sarò presente alla manifestazione del 14 settembre. E accanto a me, naturalmente, ci sarà il commissario Salvo Montalbano. Mi piacerebbe molto se, tra la folla, egli potesse riconoscere tanti dei suoi lettori. Andrea Camilleri L'appello di Gianfranco Bettin per la manifestazione Così tanti da non poter fare nemmeno un girotondo. Così Fede e qualcun altro (perfino nel centrosinistra) saranno contenti: neanche un girotondo. Sarà possibile se il 14 settembre arriverà a Roma, e da Roma in piazza del Popolo, anche solo una piccola parte di tutti coloro che non ne possono più di assistere inerti al degrado della nostra vita civile, all'assalto alle istituzioni per appaltarle al partito-azienda e alle sue filiali e ai suoi stallieri (a volte anche ai suoi pushers), e perfino - udite udite: e si oda anche il silenzio basito di D'Amato in queste settimane di fronte ai capolavori dei suoi protetti - perfino all'incancrenirsi dei vizi e delle distorsioni strutturali nel sistema economico che si era appena incominciato a superare. O anche, semplicemente, se verrà a Roma anche solo una parte di coloro che non ne possono più di farsi rappresentare nell'universo mondo da una macchietta di Presidente del Consiglio, uno che è un incrocio tra Galliani e Dell'Utri, non so se mi spiego. Se saremo così tanti, non si potrà, appunto, fare nemmeno un girotondo. Così saranno serviti coloro i quali un giorno sì e un giorno pure ironizzano sull'infantilismo e sul candore da Biancaneve dell'originale forma di lotta (si, è una forma di lotta). Magari costoro preferiscono il nero profondo del black bloc: più facile usarlo per spaventare la gente e, soprattutto, quei "moderati" che l'estremismo, l'affarismo e l'autoreferenzialità berlusconiani ha reso inquieti e, nella scorsa "primavera dei movimenti", disponibili a cambiare posizioni e opinioni. Di questa efficacia dei girotondi, di questa loro capacità di sfondamento nello stesso elettorato di centrodestra, i più consapevoli sono proprio gli uomini e i servi e i megafoni del Cavaliere. Per tutti costoro, i girotondi assomigliano assai più ai giri degli indiani attorno al quadrato del generale Custer a Little Big Horn. In questo, sono davvero più lucidi di certi strateghi napoleonici del centrosinistra, che continuano a ironizzare e, naturalmente, a dire che "ci vuole ben altro". Ma questo ha a che fare con un'altra partita, tutta dentro il centrosinistra, tutta interna allo sforzo di rinnovarne non solo e non tanto le elité politiche quanto, e ben di più, le forme di comunicazione e di espressione, la capacità di rappresentanza del più vasto e ricco universo dell'Italia non berlusconiana. Ma, appunto, è un discorso che si potrà fare in seguito. Dopo piazza del Popolo. Se posso aggiungere una cosa, vorrei ricordare che un altro girotondo, una cosa mai vista in quella città, si è svolto domenica primo settembre a Treviso per festeggiare la vittoria degli immigrati che occupavano il sagrato del Duomo e per contestare il razzismo del sindaco leghista Gentilini, con la partecipazione di centinaia di persone. Quel girotondo ha convocato per domenica 15 settembre, in concomitanza col Padania Day di Bossi che si terrà a Venezia, lo "Humanity Day" antirazzista che si terrà a Treviso. Saremo in tanti, sabato 14, Roma. Venite in tanti, il giorno dopo, a Treviso. Gianfranco Bettin BANANAS rubrica quotidiana a cura di Marco Travaglio Un eroe dei nostri tempi "Non ho compreso bene le ragioni per cui della mia legge si debba occupare anche la Commissione Affari costituzionali. Che c'entra la Costituzione?". Melchiorre Cirami, il terzo re magio del presepe berlusconiano dopo Baldassarre e Gasparri, è passato dal giusto orgoglio per aver dato il suo nome alla legge salvasilvio alla comprensibile prostrazione per un illegittimo sospetto che circola sul suo conto: aver partorito una norma incostituzionale. I suoi colleghi magistrati (quelli veri) lo ripetono da due mesi, ma ora lo dicono anche il Quirinale, Marco Follini del Ccd (il partito di Cirami) e persino Filippo Mancuso: non si può sospendere automaticamente ogni processo per 6 mesi appena un avvocato salta su invocando la legittima suspicione. Nel 1996, infatti, per sbloccare il processo Enimont paralizzato da un'analoga richiesta dei difensori di Craxi, la Consulta stabilì che quella paralisi era incostituzionale. Riproporla per legge oggi, infischiandosi di quella pronuncia, sarebbe troppo persino per la Casa delle Libertà. Ma non per Cirami: "Mi chiedo - dice alla Stampa - se Follini abbia fatto studi giurisprudenziali". Un attacco indiretto anche al ministro Castelli, laureato in ingegneria elettronica? No, l'apparenza non deve ingannare. Melchiorre, come tutti i giureconsulti di scuola giustinianea, bisogna saperlo leggere tra le righe. Quando domanda "che c'entra la mia legge con la Costituzione?" non fa altro che confessare. Con la Costituzione non c'entra nulla. Infatti è incostituzionale. Marco Travaglio Appuntamento a domani! >>> <http://www.centomovimenti.it> Centomovimenti News - copyright © 2002 - >>>Tutti i diritti riservati Direttore responsabile: Lamberto Sechi - direzione at centomovimenti.it Webmaster/Editor: Giovanni Pecora - Se non riesci a visualizzare correttamente questa newsleter clicca sul link sottostante: http://www.centomovimenti.it/newsletter/01.htm
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