Kisangani: gli scontri mettono a rischio l'azione internazionale di pace



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Azione internazionale nonviolenta di pace in Africa:  22 - 27 maggio 2002

Partecipazione al Simposio Internazionale per la Pace in Africa (SIPA 2)

"Libérons la Paix"

Kisangani, Repubblica Democratica del Congo





COMUNICATO STAMPA

Kisangani: gli scontri mettono a rischio l'azione internazionale di pace



Rivolta o messinscena? Sono in molti ad avere dubbi sull'origine degli scontri che hanno sconvolto Kisangani (Rep. Dem.Congo) il 14 maggio e che hanno portato all'uccisione di più di 30 persone (ma alcune fonti parlano di 300 morti), molte delle quali civili. In città, controllata dal gruppo ribelle filo-rwandese RCD-Goma, si respira adesso una calma carica di tensione. Il fallito tentativo di occupare Radio Kisangani, da parte di un gruppo di rivoltosi dello stesso RDC-Goma, ha portato a numerosi arresti, saccheggi da parte dei militari e a violente accuse, da parte del Governatore della martoriata città, alla locale società civile, alla quale è stata vietata qualsiasi attività. Sono stati chiusi i due aeroporti ed è stato proibita qualsiasi forma di assembramento pubblico. "La gente si sente abbandonata a se stessa ed è terrorizzata" sottolinea un missionario.

In molti temono che la rivolta sia stata però solo una crudele messinscena per rimilitarizzare la città e impedire lo svolgimento del Simposio Internazionale per la Pace in Africa - previsto proprio a Kisangani per la prossima settimana - che si poneva come continuazione con il Dialogo Intracongolese chiusosi da poco in Sudafrica. Al Simposio è prevista la partecipazione di più di 200 cittadini europei, la maggior parte dei quali italiani. I volontari in partenza per la missione di pace, ora messa fortemente a rischio, stanno inviando messaggi di sostegno alla società civile di Kisangani e all'Arcivescovo mons. Monsengwo, organizzatori del Simposio.

Il Governatore della città ha chiesto di rinviare l'iniziativa ad altra data per motivi di sicurezza, ma in molti ritengono invece che essa possa essere un aiuto per abbassare la tensione. "Per la popolazione - scrive un osservatore - il falso ammutinamento è stato uno stratagemma per impedire che si tenesse il Simposio. La gente ha manifestato un enorme interesse per questo incontro, in particolare perché la presenza della comunità internazionale farà loro sentire di non essere più abbandonati e che la speranza si affaccia all'orizzonte". Per lo stesso arcivescovo della città, "si continua a lavorare perché il simposio possa svolgersi". I promotori dell'iniziativa sono in contatto sia con l'Ambasciata italiana a Kinshasa che con le Nazioni Unite: i responsabili del settore Diritti Umani della Monuc (gli osservatori Onu) presenti a Kisangani ritengono l'iniziativa particolarmente importante per facilitare la ripresa di un percorso di pacificazione.

La guerra in atto in Congo coinvolge ben 6 stati africani (Rep.Dem.Congo, Rwanda, Burundi, Uganda, Angola, Zimbabwe), e, ha causato nell'Est della R.D.Congo almeno tre milioni di morti, sia a causa della violenza che per cause connesse agli scontri, come fame e assenza di cure. Un massacro legato al controllo e allo sfruttamento delle ingenti risorse (diamanti, oro, coltan, legname) di un'area ricca di materie prime ma la cui popolazione è paradossalmente molto povera.

L'iniziativa "anch'io a Kisangani", con partenza dall'Italia il 22 maggio, è stata richiesta proprio dalla società civile e dall'Arcidiocesi di Kisangani ed è promossa da un cartello di associazioni italiane (Beati i Costruttori di Pace, Break the Silence, Chiama l'Africa, Agesci, Emmaus, Gavci, Pax Christi, Missionari/e Comboniani, Dehoniani, Saveriani, Consolata, Pime, Arcidiocesi di Kisangani). Prevede incontri fra gruppi europei e africani impegnati su varie tematiche (donne, studenti, gruppi ecumenici, insegnanti, infermieri e medici dei centri sanitari, ong per lo sviluppo, ong per i diritti umani, sindacati, giornalisti), due giorni di lavoro del Simposio Internazionale per la Pace in Africa (con relazioni di personalità e semplici cittadini), momenti di festa, una preghiera interreligiosa e la marcia della pace per le strade della città.



Padova, 17 maggio  2002



Per informazioni: www.beati.org/sipa2, ufficio stampa Mariagrazia Bonollo 348/2202662,







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