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Articolo di Riccardo Orioles sul "terrorismo" degli indiani
- Subject: Articolo di Riccardo Orioles sul "terrorismo" degli indiani
- From: <ricc at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Mon, 22 Apr 2002 15:59:49 +0200
Fonte: tanto per abbaiare - 15 aprile 2002 - n.122 ________________________________________ Indiani e cow-boys. "Il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato...". Gli stati uniti: il Dakota, l'Illinois, il Delaware... La maggior parte dei nomi degli Stati Uniti sono i nomi di antiche tribu' indiane. Che adesso non esistono piu'. I Delaware erano dei raccoglitori-pescatori che vivevano sulla costa atlantica; una piccola tribu'. Furono fra i primi a incontrare i coloni, e dunque fra i primi a estinguersi fino all'ultimo uomo. Gli Illinois, nella zona dei Laghi, erano cacciatori; il loro incontro con la civilta' avvenne ai primi dell'Ottocento e il loro ricordo oggi sopravvive soprattutto nel logo di alcune automobili di lusso - le Cadillac - cui un generoso ufficio marketing volle dare il nome di un capo indiano. I Dakota, infine - North Dakota e South Dakota - erano quelli che al cinema e nei nostri giochi dell'altro secolo venivano chiamati i Sioux. Da loro la civilta' occidentale arrivo' abbastanza tardi, quasi a mezzo Ottocento; avevano avuto tutto il tempo di raccogliere e allevare i cavalli sfuggiti alle mandrie degli spagnoli e di specializzarsi come cacciatori a cavallo nella prateria; e di sviluppare un ethos, fra il cavalleresco e il calabrese, che ne faceva personaggi ideali per i film d'avventure. Batterono un paio di volte la cavalleria degli Stati Uniti e poi, non possedendo ne' artiglieria ne' politica, vennero a loro turno estinti. Il capo, dal nome impronunciabile (approssimativamente tradotto in Toro), era l'incarnazione di tutto l'indianesimo e il terrorismo che popolava gl'incubi dei politici perbene. Non era un terrorismo inventato: le fattorie isolate - che i coloni, ignoranti o noncuranti della politica, impiantavano nel mare d'erba nonostante i trattati che lo vietavano - venivano assalite e bruciate alla prima occasione e i loro abitatori, uomini donne e bambini, uccisi. I giovani guerrieri tornavano poi a rifugiarsi nella tribu'; pochi giorni dopo, una colonna con artiglieria piombava sul villaggio che li aveva accolti (o almeno su uno simile, che e' lo stesso) e lo radeva al suolo, facendo attenzione a che non sopravvivesse nemmeno una squaw (matrice di futuri terroristi) o un papoose, terrorista fra pochi anni. "L'unico indiano buono e' l'indiano morto": la frase, probabilmente, non fu mai pronunciata dal generale Sherman; ma effettivamente sopra gli indiani vivi non si possono innalzare citta' e fabbriche mentre sopra gl'indiani morti si'. Le trattative con Toro furono dichiarate impossibili molto a lungo; alla fine, ci fu un trattato (anzi, due o tre trattati) in seguito al quale i Dakota consegnarono armi e cavalli mentre a Toro fu data autorita' e indipendenza sopra alcune baracche, rapidamente invase, peraltro, alla prima occasione dalla truppa. Toro fu ucciso alla fine da un indiano civilizzato, uno scout dell'esercito, che gli sparo' dopo una lite. Aveva avuto il tempo di essere portato in giro - in un momento "politico" - nel circo del Selvaggio West, che traverso' l'Europa e gli Stati Uniti, e di essere intervistato da un giornalista. "Gli uomini bianchi? Eh, ci hanno portato via tutto, non si sono comportati bene". "E gli indiani? Cosa mi dice degl'indiani?". Il vecchio capo dette uno sguardo in giro, guardo' quel ragazzo con la divisa da scout, quella donna col crocefisso al collo, quel vecchio completamente muto barricato nei suoi pensieri, quel gruppo di bambini che giocavano vestiti di stracci d'uniforme, e gridando in inglese. "Indiani? Non ci sono piu' indiani. Io sono l'ultimo". * * * Sono stati due i genocidi, almeno due. Uno fu l'Olocausto, scientifico e concentrato in pochi anni. L'altro, quello d'America, ha richiesto due secoli - non c'era ancora un Hitler, ne' come tecnologia ne' come cultura - per andare a buon fine. Entrambi fanno parte di noi, entrambi c'insegnano qualcosa. Entrambi sono le tentazioni costanti della nostra parte malata. Dei due, in questo momento, il piu' pericoloso e attuale e' il secondo. Spingere indietro, escludere, colonizzare. Avere una fase eroica, di rischi affrontati insieme, disciplinarsi fermamente, tener testa ai selvaggi, senza paura. E in premio di questo coraggio, alla fine, una famigliola felice che tranquillamente semina la terra (adesso sua) rimuovendo le ossa che affiorano, ultimo involontario lascito di altri esseri umani. Il genocidio riuscito, insomma. La nostra bella civilta' - "bella" senza ironia; quasi con tenerezza - si basa anche su questo. Non rimuoviamo questo fatto. E non ripetiamolo, soprattutto.
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