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DIRITTO ALL'INFORMAZIONE NELL'ITALIA DI BERLUSCONI
- Subject: DIRITTO ALL'INFORMAZIONE NELL'ITALIA DI BERLUSCONI
- From: "Angelo Melocchi" <melang at bluewin.ch>
- Date: Wed, 6 Mar 2002 10:43:44 +0100
Da, clicca: <http://www.adista.it/>ADISTA n°19 dell'11 marzo 2002 "LIBERI DI"... ESPRIMERCI. LA DIFESA DEL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE NELL'ITALIA DI BERLUSCONI 31274. ROMA-ADISTA. "Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". E' questo il testo dell'articolo 21 della Costituzione Italiana che sancisce un diritto quanto mai attuale e in pericolo nell'Italia di Berlusconi, imbavagliata da un sistema radiotelevisivo in mano al patron di Mediaset e governata da un premier che si è ritagliato una legge ad hoc sul conflitto di interessi. A partire da queste constatazioni è nata l'"Associazione Articolo 21- Liberi di" su iniziativa di giornalisti, scrittori, edicolanti, giuristi, docenti e utenti della comunicazione che vogliono difendere il diritto alla libera espressione e al dissenso e l'operato della magistratura. Tra i firmatari dell'appello (che è possibile sottoscrivere via e-mail all'indirizzo <mailto:art21liberidi at yahoo.it>art21liberidi at yahoo.it, per telefono allo 06.67602245 o via fax allo 06.67609651) vi sono numerosi giornalisti e personalità impegnate nella società civile come Federico Orlando, Miriam Mafai, don Vinicio Albanesi, Rosi Bindi, don Luigi Ciotti, Domenico Gallo, Paul Ginsborg. Nel manifesto fondativo dell'associazione, presentata alla stampa il 27 febbraio, si denuncia la politica della maggioranza di centro-destra tesa a usare il Parlamento e la legge per proteggere gli interessi privati di Silvio Berlusconi e della sua parte politica, i frequenti attacchi alla magistratura, continuamente dileggiata e delegittimata nella sua funzione super partes di difesa della legge e dell'uguaglianza dei cittadini. Dal punto di vista dell'informazione, i firmatari mostrano preoccupazione per il "rapidissimo allineamento di gruppi editoriali al potere politico", il progressivo restringimento degli spazi di diversità al di fuori del duopolio televisivo Rai-Mediaset, con il fallimento nei mesi scorsi del progetto di "terzo polo" (dopo l'acquisizione de "La 7" da parte di Tronchetti Provera, alleato d'affari di Berlusconi), l'omologazione - con le recenti nomine al Consiglio di Amministrazione della Rai - del servizio pubblico radiotelevisivo, nei contenuti e nello stile, alla televisione privata. L'impegno dell'associazione è dunque di vigilare su abusi, censure ed autocensure, e di costituirsi come un punto di riferimento per iniziative culturali, legislative e giuridiche per elevare la qualità dell'informazione nel Paese.
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