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PeaceLink a Porto Alegre - invio un articolo
- Subject: PeaceLink a Porto Alegre - invio un articolo
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 01 Feb 2002 15:59:41 +0100
Sarà lanciata una campagna di informazione contro i mercanti di armi che stanno ottenendo la modifica della legislazione italiana
Porto Alegre: un'altra informazione è possibile
PeaceLink presenta in Brasile un laboratorio Internet per la partecipazione sociale e la condivisione democratica delle informazioni
PeaceLink è in questi giorni in Brasile dove si tiene il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.
Porto Alegre è la città in cui si stanno sperimentando nuove forme di democrazia partecipativa. Il Corriere del Giorno ne ha dato ampio risalto in un'apposita pagina del 1° febbraio. A Porto Alegre si incontrano, per la seconda volta a distanza di un anno, i gruppi (e individualità di spicco come vari Premi Nobel) che in tutto il mondo operano per un futuro ecologicamente sostenibile, di giustizia, di pace e di difesa dei diritti umani. Il Forum Sociale Mondiale è una grande "officina" di idee in cui si sta superando la logica dei "controvertici" per generare invece un evento planetario "in positivo", che raccoglie non solo e non tanto la protesta ma soprattutto la proposta e la progettualità.
PeaceLink - all'interno di questo evento internazionale - ha portato la propria esperienza presentando un "workshop", ossia un laboratorio sulla telematica. E' un confronto fino ad ora mai sperimentato con altri attivisti - provenienti da tutto il mondo - ed esperti nel settore delle comunicazioni e della telematica. Ne deriveranno forme di collaborazione e di sinergia fino ad ora lasciate al campo della teoria e delle ipotesi.
Il workshop (laboratorio) ha come titolo "Grassroot media against mainstream media: experiences of social activities based on information sharing". In altri termini si mettono a confronto i "media di base" (grassroot media, ossia quelli radicati "in basso" fra i movimenti) e i "media dominanti" (mainstream media, ossia quelli che costituiscono il flusso centrale della comunicazione attuale): è un confronto di esperienze di attività sociali basate sulla condivisione delle informazioni. La partecipazione sociale alla vita delle città e della comunità mondiale richiede infatti una sempre più decisa azione di condivisione delle informazioni per essere soggetti coscienti del cambiamento sociale.
A condurre il laboratorio è Francesco Iannuzzelli, portavoce internazionale di PeaceLink, e nella sua relazione sono contenute le esperienze che abbiamo realizzato e che ben conoscono coloro i quali ci seguono con attenzione. "Come ottenere democrazia nei media?" E' questa la domanda che fa da filo conduttore e che segue un'impostazione di base orientata a rendere i cittadini protagonisti del "fare informazione". Nell'era dell'informazione i gruppi di attivismo sociale stanno infatti imparando a produrre notizie, articoli, bollettini e siti web che possono raggiungere direttamente la gente, a basso costo e senza l'intermediazione dei media dominanti e delle agenzie stampa. Vi sono molte esperienze nelle quali la produzione di libere informazioni è il campo principale di azione sociale per un gruppo di volontari. PeaceLink (www.peacelink.it) promuove questo laboratorio in quanto rappresenta una di queste esperienze. PeaceLink è un'organizzazione basata su una rete di persone che sin dal 1991 produce informazioni sulla pace, i diritti umani, la giustizia sociale e l'ecologia, dimostrando che non solo "un mondo diverso è possibile" ma che anche "una nuova informazione è possibile", mettendo il potere nelle mani della gente, di quella gente che non poche volte i media commerciali usano come comparsa per quiz, dimenticandola quando invece ha voglia di parlare.
PeaceLink è determinata a stringere alleanze internazionali con quelle associazioni impegnate a costruire un villaggio globale solidale che sappia essere una valida alternativa al villaggio globale dei media dominanti.
In questo momento Internet è diventata terreno di contesa fra poteri di vertice e poteri di base e si sta sviluppando un dibattito e un'attenzione forte attorno alle questioni della censura, delle restrizioni alla libertà di espressione, dei controlli governativi che arrivano fino a violare la segretezza della corrispondenza (si pensi ad Echelon). L'uso sociale della crittografia (ossia delle tecniche per rendere non controllabili dai servizi segreti o da intrusi i messaggi e-mail) e dell'anonimato in rete costituiscono questioni importanti per limitare l'invadenza dei controlli di governi illiberali e repressivi; ed è anche una difesa nei confronti di governi che - pur dichiarandosi "liberali" - non riununciano a violare la segretezza della corrispondenza che le Costituzioni democratiche considerano un diritto inviolabile.
La necessità di costruire reti informative indipendenti è ancora più evidente in queste ore in cui si sta consumando, nel più assoluto silenzio, un vero e proprio colpo di mano per togliere ai cittadini la possibilità di conoscere dove vanno a finire le armi italiane che vengono vendute.
E’ infatti attualmente in discussione nelle Commissioni riunite Esteri e Difesa il disegno di legge n.1927 per la ratifica ed esecuzione dell’accordo quadro relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività per la difesa europea, che comporta, al contempo, emendamenti alla legge n. 185/90 sulla trasparenza e il controllo del commercio di armi. Tali emendamenti introdotti possono avere conseguenze sulla trasparenza e il controllo del commercio delle armi, sulla pace e la sicurezza sia italiana che internazionale. Il risultato è che una parte significativa delle esportazioni di materiale di armamento semplicemente scomparirà dalle possibilità di controllo degli organi parlamentari, della stampa e dell’opinione pubblica.
Questa informazione "nascosta" sarà la base da cui nascerà una campagna informativa che metta i parlamentari italiani di fronte alle loro gravi responsabilità nel caso passassero le modifiche alla legge che i mercanti di armi da anni chiedevano.
Siamo di fronte all'ennesima conferma della necessità di disporre di media di base indipendenti, quelli per cui PeaceLink è presente a Porto Alegre. Un'informazione diversa è pertanto non solo possibile ma anche necessaria.
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
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