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La nonviolenza e' in cammino. 341
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 341
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 14 Jan 2002 18:54:24 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 341 del 13 gennaio 2002 Sommario di questo numero: 1. Sylvia Plath, la perfezione 2. Walden Bello, il mondo a senso unico 3. Convocazione della riunione del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento per il 10 febbraio 2002 (e verbale della riunione del 25 novembre 2001) 4. A Spilamberto per accostarsi alla nonviolenza 5. A Roma il 16 gennaio presentazione del libro "L'anarchico e l'ebreo. Storia di un incontro" 6. Riletture. Hannah Arendt, Il pescatore di perle 7. Riletture. Franco Fortini, Attraverso Pasolini 8. Riletture. Orlando Franceschelli, Karl Loewith 9. Riletture. Vladimir Jankelevitch, Henri Bergson 10. Riletture. Italo Mancini, Bonhoeffer 11. Riletture. Simonetta Tabboni, Norbert Elias 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento 13. Per saperne di piu' 1. SCORCIATOIE. SYLVIA PLATH: LA PERFEZIONE [Da Sylvia Plath, Lady Lazarus e altre poesie, Mondadori, Milano 1976, 1998, p. 87. E' il verso di inizio della stupenda poesia "I manichini di Monaco". Sylvia Plath e' tra le piu' alte voci poetiche (che vuol dire: voci di esseri umani) del Novecento] La perfezione e' terribile, non puo' avere figli. 2. RIFLESSIONE. WALDEN BELLO: IL MONDO A SENSO UNICO [Walden Bello e' una delle voci piu' autorevoli del movimento per la globalizzazione dei diritti. Questo articolo e' apparso in due puntate sul quotidiano "Il manifesto" il 10 e il 12 gennaio. Alcune tesi qui sostenute andrebbero discusse ed a nostro avviso diversamente articolate, contestualizzate e complessificate; ma il testo e' significativo anche perche' esemplare non solo di alcune delle giuste ragioni, delle corrette interpretazioni e delle opportune proposte, ma anche delle semplificazioni, delle reticenze, delle mezze verita', delle aporie e degli errori (anche gravissimi) presenti nel riflettere e nell'agire del plurale ed assai contraddittorio movimento che si oppone alla globalizzazione neoliberista, ed anche per questo ci pare utile proporlo ai nostri interlocutori] Secondo la logica di Washington ormai si dovrebbe festeggiare dappertutto coi fuochi d'artificio, mentre i crociati dell'anti-terrorismo mirano al nascondiglio di Osama bin Laden a Tora Bora. Invece l'Europa resta fredda, c'e' apprensione in tutto il Sud, e un profondo sconforto attanaglia molta parte del mondo arabo e musulmano. Le ragioni sono evidenti: almeno 4.000 morti, molti dei quali civili, quattro milioni di profughi, il ritorno a un caos tribale accompagnato dallo smembramento dell'autorita' centrale. Cio' che bin Laden e la sua organizzazione hanno fatto e' stato orribile e ingiustificabile - ma e' lecito fare questo a un paese in nome della giustizia? Ancora una volta, gli americani hanno distrutto la citta' allo scopo di salvarla. Washington, comunque, non permettera' che simili inezie sciupino il suo stato d'animo da trionfatore. I Taleban e Al Qaeda sono stati annientati, ma questa vittoria ha per il Pentagono un significato piu' ampio. Una forza aerea massiccia e dotata di strumenti di precisione pu' far vincere le guerre senza quasi impiegare le truppe di terra e, dunque, quasi senza vittime americane. Con questa rinnovata fiducia in cio' che lo storico militante Russel Weigley ha chiamato "the American Way of War" - massiccia potenza di fuoco, alta tecnologia, vittoria totale - Washington sta ora prendendo seriamente in considerazione lo stesso tipo di intervento in altri stati, accusati di fornire aiuto e sostegno ai terroristi. I principali candidati sono Yemen, Sudan, Somalia e Iraq. E sarei stupito se gli eventi in Afghanistan non avessero contribuito a rafforzare il ruolo militare degli Usa nella guerra alla droga in Colombia. Newsweek riferisce che le autorita' colombiane, alla ricerca di un ruolo piu' risolutivo degli Usa, stanno ora "cercando di dimostrare i paralleli tra i Taliban e i loro movimenti guerriglieri...". Insieme al ritorno della fiducia nell'"American Way of War", l'intervento diretto negli affari dei paesi in via di sviluppo sta ottenendo una rinnovata rispettabilita'. A Washington e a Londra, da settembre, il rispetto per la sovranita' nazionale e per l'autodeterminazione si e' ulteriormente ridotto. Gli intellettuali conservatori danno voce alle opinioni che stati potenti non possono esprimere... ancora. Una formulazione arrogante viene da Paul Johnson, autore di Modern Times: "... la miglior soluzione a medio termine sara' riportare in vita il vecchio sistema della Lega delle nazioni, basato sul "mandato", che ha ben funzionato come forma rispettabile di colonialismo tra le guerre... I paesi che non possono vivere in pace con i loro vicini e che combattono una guerra nascosta contro la comunita' internazionale non possono aspettarsi l'indipendenza totale. Con tutti i membri permanenti del Consiglio di sicurezza che ora appoggiano, in gradi diversi, l'iniziativa americana, non dovrebbe essere difficile escogitare una nuova forma di "mandato" alle Nazioni Unite che ponga gli stati terroristici sotto una supervisione". Non sorprende che poche di queste analisi affrontino le ragioni fondamentali di risposte estreme come il terrorismo: confini coloniali che hanno assicurato conflitti post-coloniali, marginalizzazione persistente dei nuovi paesi in un ordine economico globale iniquo, il persistente controllo del Nord di aree contenenti massicce riserve di petrolio e gas per rifornire di petrolio la civilta' ad alto consumo energetico dell'Occidente. La prossima fase in Afghanistan si sta trasformando nell'ultimo esperimento del nuovo sistema basato sull'"amministrazione fiduciaria" o sul "mandato" che fa seguito al fallimento della prima importante iniziativa, fallimento dovuto all'atteggiamento recalcitrante della Somalia nel 1993. All'Unione europea si chiede di fornire - sotto la leadership britannica, naturalmente - una forza di occupazione permanente mentre l'Onu, per riempire il vuoto politico, dovrebbe mediare per un "governo rappresentativo" tra i gruppi tribali in competizione tra loro. Washington sembra operare in base al seguente principio: unilateralismo nell'azione militare, multilateralismo nell'ingegneria politica - in modo da far ricadere la colpa sugli altri, se la struttura politica dovesse crollare. Intanto, sul fronte interno, le leggi e i decreti presidenziali che restringono i diritti alla privacy e alla libera circolazione sono stati approvati con una rapidita' e una facilita' stupefacenti. Nemmeno la guerra fredda era stata presentata in termini cosi' totalitari come la guerra al terrorismo. Scrivendo su The Nation, David Corn osserva che a sole nove settimane dall'inizio di questa guerra, negli Usa sono state approvate leggi, e firmati decreti presidenziali, che istituiscono tribunali militari segreti per giudicare cittadini non statunitensi; criminalizzano gli immigrati; autorizzano il procuratore generale a mettere gli stranieri sotto chiave a tempo indeterminato sulla base di semplici sospetti; estendono l'uso di intercettazioni e perquisizioni segrete; consentono il ricorso a prove segrete nei procedimenti di immigrazione a cui gli stranieri non possono accedere, ne' possono respingere; distruggono la segretezza della relazione cliente-avvocato consentendo al governo di spiarla; istituzionalizzano i profili razziali ed etnici. Allo stesso modo, molti alleati europei degli Stati Uniti hanno subito approfittato del clima di lotta al terrorismo per cercare di far passare un insieme di leggi che prima dell'11 settembre erano ferme. In Europa, comunque, i cittadini e i parlamenti non si stanno dimostrando cosi' disponibili - compreso, a sorpresa, il parlamento britannico. Quest'ultimo ha bocciato la proposta draconiana di Tony Blair che avrebbe permesso ai rappresentanti dell'accusa di arrestare e tenere in carcere a tempo indeterminato qualunque straniero sospettato di terrorismo. La legislazione post-11 settembre e' altrettanto preoccupante per le sue conseguenze internazionali. Cio' a cui assistiamo e' l'istituzionalizzazione di un regime di unilateralismo legale: l'ultimo pacchetto di leggi e decreti presidenziali ha dato a Washington il potere di fare all'estero praticamente qualunque cosa per catturare i terroristi. Le forze armate americane ne hanno dato prova proprio di recente quando, in un'azione del tutto simile alla pirateria, sono salite senza autorizzazione a bordo di una nave di Singapore nel Mare Arabico, hanno immobilizzato l'equipaggio e lanciato un'infruttuosa ricerca dei terroristi. Se in quella ricerca fosse stato scoperto un sospetto, il Pentagono avrebbe potuto trasferirlo in una base Usa, per esempio in Germania, processarlo li' in un tribunale militare segreto e, se fosse stato giudicato colpevole in un processo molto meno rigoroso della giustizia civile, sarebbe stato trasportato negli Stati Uniti per essere ucciso o imprigionato, magari anonimamente. La collaborazione da parte degli stati nel cui territorio i terroristi saranno catturati sarebbe gentile ma non serve, grazie. Gli attacchi di Al Qaeda su New York e Washington sono stati il miglior regalo che gli Usa e l'establishment globale potessero ricevere nella congiuntura storica precedente l'11 settembre. Soltanto poche settimane prima, circa 300.000 persone avevano marciato a Genova nella piu' grande dimostrazione di forza mai data dal movimento contro la globalizzazione capitalistica (anti-corporate globalisation movement). Le proteste di Genova sottolineavano il fatto che la legittimita' delle principali istituzioni del governo globale dell'economia - il Fondo monetario internazionale (Fmi), la Banca mondiale e l'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) - era piu' che mai in ribasso, cosi' come lo era l'intera dottrina di liberalizzazione, deregulation e privatizzazione che va sotto il nome di economia neo-liberale o "Washington consensus". Questa crisi di legittimita' era accresciuta dal fatto che si intrecciava con una profonda crisi strutturale dell'economia globale. Prima dell'11 settembre, una erosione di legittimita' offuscava anche le istituzioni del governo politico nel Nord, in particolare negli Stati Uniti. Un numero crescente di americani aveva cominciato a rendersi conto che la loro democrazia liberale era stata corrotta in modo cosi' pervasivo dalla politica del capitale (corporate money politics), da meritare piuttosto la definizione di plutocrazia. Nelle elezioni presidenziali Usa del 2000, il senatore John McCain aveva condotto una campagna "popolare" incentrandola su una questione: la riforma di un sistema di controllo capitalistico (corporate control system) del sistema elettorale che, fatte le debite proporzioni, non ha eguali al mondo. Il fatto che il candidato piu' favorito dal "big business" avesse perso il voto popolare - e, secondo taluni studi, anche il voto elettorale - e fosse comunque stato eletto presidente, non aveva certo contribuito ad affermare la legittimita' di un sistema politico che era stato descritto da molti osservatori come uno stato di "guerra civile culturale" tra conservatori e liberals. Pur capendo il profondo senso di ingiustizia che trasforma persone comuni in terroristi, i progressisti hanno sempre condannato il terrorismo non solo perche' esso prende vite innocenti, ma anche perche' apre la strada alla controrivoluzione. In verita', gli eventi successivi all'11 settembre si sono svolti secondo il copione classico. Mentre il fumo delle rovine del World Trade Center era ancora denso, il responsabile Usa per il commercio Robert Zoellick ha approfittato dell'occasione per rilanciare la globalizzazione capitalistica (corporate-driven globalization). Sostenendo che era necessario accelerare la liberalizzazione per contrastare il colpo subito dall'economia mondiale con l'11 settembre, Zoellick, il commissario europeo per il commercio Pascal Lamy e il direttore del Wto Mike Moore, hanno provveduto a intimorire i paesi in via di sviluppo costringendoli ad approvare il lancio di una nuova fase di liberalizzazione del commercio durante il quarto meeting del Wto a Doha, in Qatar, lo scorso novembre. La Dichiarazione di Doha ha rimesso in piedi il processo di liberalizzazione del commercio, cioe' il Wto, dopo la sconfitta patita a Seattle. Anche Horst Kohler, direttore del Fondo monetario internazionale, e Jim Wolfensohn, presidente della Banca mondiale, hanno visto la guerra come un'opportunita' per contrastare la crisi delle loro istituzioni. Kohler ha allegramente collaborato a trasformare il Fondo in un elemento chiave del programma complessivo di Washington su stati strategici come il Pakistan e l'Indonesia, abbandonando a se stesso un paese non strategico come l'Argentina, che e' sull'orlo della bancarotta. E Jim Wolfensohn, la cui presidenza e la cui istituzione erano minacciate dalle critiche da destra e da sinistra, ha usato l'11 settembre per proiettare la Banca mondiale come partner privilegiato del Pentagono nella guerra contro il terrorismo, rivestendo il ruolo "soft" consistente nell'affrontare la poverta' che nutre il terrorismo. Per quanto riguarda la crisi del governo politico negli Usa, l'11 settembre ha fatto di George W. Bush, da presidente di una minoranza il cui partito ha perso il controllo del Senato, il presidente forse piu' potente che gli Usa abbiano avuto in tempi recenti - con un gradimento del suo operato dell'86%, secondo un recente sondaggio del New York Times. I liberals, nel frattempo, si sono fatti vieppiu' intimidire. Lo studioso costituzionalista liberal di Harvard Laurence Tribe ha giustificato l'uso dei tribunali militari e la detenzione a tempo indeterminato di oltre 1200 persone, mentre il suo altrettanto famoso collega Alan Dershowitz, riferisce The Nation, "ha suggerito che l'uso della tortura possa essere giustificato, a patto che sia stato autorizzato". Il livello cui gli attacchi alle liberta' tradizionali possono ora arrivare impunemente e' apparso chiaro recentemente, quando il ministro della giustizia John Ashcroft ha deriso quanti avevano criticato le misure di sicurezza dell'amministrazione Bush definendoli allarmisti "che spaventano le persone amanti della pace con fantasmi di liberta' perdute e aiutano i terroristi". Tre sviluppi sono particolarmente pericolosi per il movimento contro la globalizzazione capitalistica. Primo: la polizia, dopo essere stata messa alla berlina per la sua tattica basata sulle provocazioni a Genova, ha ritrovato fiducia nel nuovo contesto, segnato da una maggiore accettazione da parte del pubblico di limitazioni ai diritti politici fondamentali. Secondo: la definizione di "terrorista" in uso sia nella legislazione europea che in quella americana e' talmente vaga da poter essere applicata a gruppi non violenti che sposano la disobbedienza civile, un'arma essenziale del movimento, o a gruppi che causino qualche danno alla proprieta', ma con modalita' simboliche che non nuocciono a nessuno. Terzo: l'afflusso di centinaia di migliaia di persone alle frontiere per i grandi eventi puo' ora facilmente essere contrastato, invocando la nuova legislazione che legalizza il ricorso arbitrario all'interrogatorio, alla detenzione, all'espulsione o al divieto di ingresso per gli stranieri, sulla base del semplice sospetto che si tratti di terroristi, fiancheggiatori di terroristi, o compagni di viaggio dei terroristi. Tutto questo sta avendo un effetto raggelante sulle proteste di massa. Tuttavia, l'11 settembre potrebbe rivelarsi una impasse temporanea da cui il movimento contro la globalizzazione capitalistica puo' trarre maggiore forza. In verita', se c'e' un aspetto chiaramente positivo nella situazione attuale, questo e' che tre movimenti che prima avevano proceduto separatamente - il movimento pacifista, il movimento per i diritti umani e il movimento contro la globalizzazione capitalistica - considerano ora cruciale collaborare piu' strettamente l'uno con l'altro. 3. MATERIALI. CONVOCAZIONE DELLA RIUNIONE DEL COMITATO DI COORDINAMENTO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO PER IL 10 FEBBRAIO 2002 (E VERBALE DELLA RIUNIONE DEL 25 NOVEMBRE 2001) [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org); per contatti: azionenonviolenta at sis.it] Cari amici, e' convocata la decima riunione del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, che si terra' il giorno domenica 10 febbraio a Verona, con inizio alle ore 10,30. Si ricorda a tutti gli eletti e ai rappresentanti dei gruppi locali l'importanza del Coordinamento, e si raccomanda la presenza e la puntualita'. Ordine del giorno: 1. Approvazione verbale precedente (allegato); 2. Verso il XX Congresso Nazionale del Movimento Nonviolento (12-14 aprile, Ferrara); 3. Bilancio consuntivo 2001 e preventivo 2002; 4. Campagna iscrizioni al Movimento Nonviolento e abbonamenti ad "Azione nonviolenta" per il 2002; 5. Resoconto dell'assemblea del Mir / Federazione dei nonviolenti (Rocco Pompeo); 6. Resoconto del seminario della Tavola della Pace (Rocco Pompeo e Renato Fiorelli); 7. Dopo l'assemblea della Rete di Lilliput (Pasquale Pugliese e Massimiliano Pilati); 8. Resoconto del seminario sul Corpo Civile di Pace (Mao Valpiana e Daniele Lugli); 9. Obiezione dei cittadini / Manifestazione specifica nonviolenta; 10. Varie ed eventuali. Il luogo dell'incontro e' la Casa per la nonviolenza, in via Spagna 8 a Verona (tel. 0458009803) che si trova vicino alla Basilica di San Zeno. Siete pregati di comunicare preventivamente la presenza o l'assenza. Chi desidera puo' arrivare fin dal sabato (sara' sabato "gnocolar") e fermarsi a dormire (meglio se muniti di sacco a pelo), cosi' potremo cenare insieme con una bella "gnocolada" (per i vegetariani col pomodoro, per i carnivori col musso). Vi aspettiamo tutti. Coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento. * Verbale dell'incontro del 25 novembre 2001 Presenti: Adriano Moratto, Piercarlo Racca, Daniele Lugli, Sandro Canestrini, Pasquale Pugliese, Rocco Pompeo, Matteo Soccio, Mao Valpiana, Flavia Rizzi, Sergio Albesano, Luciano Capitini, Paolo Predieri, Elena Buccoliero, Massimiliano Pilati. Assenti giustificati: Giovanni Mandorino, Pina Maisano e tutto il gruppo di Palermo. Discussione dell'ordine del giorno 1. Approvazione del verbale precedente Il verbale viene approvato senza obiezioni. Discussione: 1. la marcia Perugia-Assisi - dibattito e valutazione; 2. il congresso del Movimento Nonviolento; 3. il seminario su laicita' e nonviolenza; 4. la dichiarazione di obiezione del cittadino; 5. la Rete Lilliput; 6. "Azione Nonviolenta"; 7. Iniziative contro la guerra e attivita' delle sedi; 8. varie e indispensabili. * 1. la marcia Perugia-Assisi - dibattito e valutazione Daniele ricorda le premesse di questa marcia per quanto riguarda il Movimento Nonviolento (l'incontro a Perugia con Flavio Lotti, l'accordo sulle modalita' di partecipazione del Movimento Nonviolento). Sottolinea la chiarezza delle posizioni espresse dalla Tavola per la Pace sulla guerra e propone di scrivere una lettera di apprezzamento in merito. La valutazione sulla marcia Perugia-Assisi, soprattutto da parte di chi era presente (Daniele, Luciano, Mao), e' nettamente positiva per la grande affluenza di persone e per il sincero spirito di ricerca con cui si e' venuti a contatto, in tema di nonviolenza e delle sue radici, che proviene dagli ambienti piu' disparati. Luciano nota come il movimento di giovani dopo-Genova sta sfuggendo a tutte le strutture tradizionali preesistenti, associative e di partito, e questo apre una grande occasione per tutti gli amici della nonviolenza. Sergio osserva che mai come nell'ultimo periodo si e' parlato tanto di nonviolenza e di Aldo Capitini, anche se a volte in modo confuso oppure tendendo a "santificare" Capitini, e conferma l'importanza di essere presenti. Mao conferma una vastissima presenza, variegata, non incasellabile, ed esprime un rammarico per la scarsa presenza del Movimento Nonviolento: una migliore capacita' di esserci in modo organizzato ci avrebbe permesso di contattare un vastissimo numero di persone, la vendita militante di "Azione nonviolenta" (solo al banchetto sono state vendute 2.500 copie, ma si sarebbe potuto fare molto di piu') e insomma una presenza "politica" piu' riconoscibile. Piu' in generale, Mao pone l'esigenza di rafforzarci per mantenere una struttura stabile capace di rispondere all'enorme mole di richieste sulla nonviolenza che ci arriva dagli ambienti piu' diversi e da innumerevoli realta' locali. Riferisce la sua partecipazione a due incontri molto partecipati, a Treviso (organizzava la Rete Lilliput, l'incontro era in un cinema, 500 persone presenti) e a Como (700 persone ad un incontro di una giornata intera, organizzata dal Comitato comasco per la pace). Pasquale, che non ha potuto partecipare alla marcia, porta un diverso punto di vista, maturato attraverso la stampa e i servizi tv. Resta una ambiguita' di fondo tra nonviolenza e pacifismo generico: a Perugia tutti erano per la pace, anche coloro che pensano di raggiungerla con mezzi di guerra. Invita a pensare ad un momento rituale del Movimento Nonviolento sul tema del disarmo e della nonviolenza, come lo e' stata la marcia dello scorso anno, non per disperdere le forze ma per precisare una posizione di pacifismo nonviolento. Forse potremmo pensare ad una marcia oltre Assisi, come era stato proposto durante la preparazione della Marcia del 2000. Massimiliano concorda con Pasquale e porta la sua esperienza bolognese dove la Rete Lilliput locale, di cui e' portavoce, aderisce al Social Forum. "Vedo l'importanza del dialogo ma c'e' da farsi venire l'ulcera, bisogna essere molto rompicoglioni, studiare molto, adottare un atteggiamento metodico e il meno aggressivo possibile. Poi le Tute Bianche, Rifondazione, i sindacati... cercano tutti di tirare acqua dalla loro parte". Proprio per questo Rocco Pompeo invita a recuperare la dimensione di studio e di crescita interna al Movimento Nonviolento, mantenendo una forte identita' e rappresentativita'. Rispetto alla adesione alla Tavola per la Pace, invita alla cautela. Anche Matteo, raccontando la sua esperienza alla Casa per la Pace di Vicenza, sente il rischio di "diventare portatori d'acqua per dare spazio ad iniziative di altri". Rispetto alla Tavola per la Pace, alla quale ci e' stato proposto di aderire, vede la possibilita' di difficolta' per il futuro della Tavola, dato lo spostamento a destra di molte amministrazioni locali che potrebbero decidere di uscire dal coordinamento degli enti locali per la pace. Decisioni: - Verra' inviata la lettera di apprezzamento alla Tavola per la Pace. - Per quanto riguarda la partecipazione alla Tavola, Rocco Pompeo prendera' parte al prossimo seminario dell'Onu dei Popoli (14-16 dicembre) insieme a Luciano Benini, Fiorelli e forse Mao Valpiana, per vedere come proseguono i lavori. Solo dopo si decidera' se partecipare alla Tavola oppure no. - Verr? inviata una lettera a quanti hanno partecipato alla marcia 2000, a chi ha collaborato a sostenerla (Emmaus, Emergency...) e a chi avremmo voluto con noi, per aprire il confronto sulla nonviolenza come "varco attuale della storia". - Si mette all'ordine del giorno del prossimo coordinamento lo studio di una manifestazione specifica, da mantenere nel tempo, secondo quanto espresso da Pasquale e condiviso da tutti. * 2. il congresso del Movimento Nonviolento Daniele apre con alcune informazioni organizzative: la sede sara' effettivamente Ferrara, dal 12 al 14 aprile, forse presso il Ce.Doc., un Centro di Documentazione con una buona sala riunioni e la possibilita' di salette per le commissioni, con una biblioteca ben fornita sui temi di nostro interesse. Per dormire si daranno possibilita' diverse, tra ostello e alberghi a diversi prezzi. Per il venerdi sera si prevede una iniziativa pubblica, come gia' nello scorso congresso. Tra i relatori potrebbe esserci Marco Revelli. E' del parere di mantenere nei lavori del congresso la massima apertura a quanti abbiano l'intenzione di condividere un serio cammino di crescita sulle orme della nonviolenza, offrendo la disponibilita' del coordinamento per momenti precedenti di approfondimento presso realta' locali interessate. Rocco concorda con quanto detto e propone una giornata di preparazione al congresso, una sorta di seminario nazionale aperto. Se ne vede l'opportunita' e nel contempo le difficolta' organizzative, dati anche i tempi piuttosto ristretti. Sergio invita a pensare anche sistemazioni economiche per studenti e a organizzare per il sabato sera una proposta di aggregazione "leggera". Luciano invita a pensare il congresso come un momento in cui porre le basi per il movimento futuro, pensando alla nostra associazione e piu' in generale alle istanze di cambiamento presenti nel paese. Si potrebbe prevedere una commissione congressuale sulle possibilita' di lotta per nuovi diritti-bisogni-doveri. Pasquale approva l'invito a Revelli e propone come secondo relatore Giuliano Pontara. Rispetto alla proiezione esterna del congresso indica due strade parallele: da una parte i partecipanti alla marcia del 2000, da contattare con lettera formale, dall'altra la Rete Lilliput, per la quale dobbiamo pensare se e come vogliamo coinvolgerla. Un modo per caldeggiare la presenza lillipuziana potrebbe essere la proposta di commissioni su temi comuni, per esempio: l'economia nonviolenta, con Nanni Salio; il rapporto tra Movimento Nonviolento e movimenti contrari alla globalizzazione economica, e come introdurre la nonviolenza in questi movimenti. Approva la preparazione di serate per stare insieme. Mao ricorda che il primo numero 2002 di "Azione Nonviolenta" iniziera' il dibattito congressuale. Il materiale da pubblicare su quel numero deve pervenire entro il 10 gennaio. Dovrebbe esserci un intervento di presentazione del congresso da parte della segreteria allargata. Bisognera' anche orientarsi sulla mozione di conclusione, visto che prima del congresso ci saranno uno o al massimo due coordinamenti. Conferma il lavoro per commissioni. Per la serata del venerdi vedrebbe, tra i relatori, Peter Kammerer. Decisioni: La scansione dei lavori potrebbe essere: - venerdi: nel pomeriggio le iscrizioni, poi la serata pubblica; - sabato: relazione di Daniele e lavoro in commissioni, serata "aggregativa"; - domenica: conclusioni. Relatori del venerdi sera: Marco Revelli (lo contatta Daniele), Giuliano Pontara e Peter Kammerer (li contatta Mao). * 3. il seminario su laicita' e nonviolenza Si snoda un dibattito partecipato in cui si mescolano obiettivi, premesse e aspettative molto diverse e a volte contrastanti. Si parla di approfondire gli aspetti di religiosita' e nonviolenza in Capitini (Daniele), e/o in Gandhi, forse cercando l'attualizzazione rispetto ai fondamentalismi religiosi risorgenti (Sergio, Pasquale), forse cercando il coinvolgimento di altri, forse lasciando il compito del seminario al prossimo coordinamento (Flavia), forse aspettando sul seminario un pronunciamento del MIR (Luciano), che probabilmente non ci sara' perche' ne' questo ne' la federazione MIR-Movimento Nonviolento sono all'ordine del giorno del prossimo incontro MIR (Piercarlo), forse pensando al seminario come momento di apertura (Rocco), o piuttosto come nostro approfondimento sulle radici dell'agire nonviolento (Matteo), o ancora come momento di rilancio della matrice laica del Movimento Nonviolento (Sandro)... Decisione: Per tutte queste ragioni, si vede l'impossibilita' di raggiungere adesso un punto di accordo e si decide di sospendere il seminario. * 4. la dichiarazione di obiezione del cittadino Viene rivisto il testo della dichiarazione di obiezione del cittadino, che in sintesi comprende: - la dichiarazione di obiezione alla guerra e alla sua preparazione; - l'opzione personale per la nonviolenza attiva, attraverso diverse possibilita'; - l'impegno a orientare i propri consumi secondo principi di semplicita' volontaria e di consumo critico. Il testo comprende l'impegno personale a finanziare iniziative di contrasto della guerra, indicando diverse possibilita'. Questa parte del testo viene discussa in particolare. Piercarlo propone di finalizzare la raccolta fondi su un unico fondo, gestito da MIR-Movimento Nonviolento, i quali di volta in volta decidono, in modo pubblico e trasparente, come impegnare quello che viene raccolto. Questo consente un controllo e una conoscenza precisa di quanto viene versato. D'altro canto, dice Piercarlo, in questo modo rischiamo di porci come concorrenziali rispetto alla campagna di obiezione fiscale, ancora in corso. Daniele, che insieme ad altri ha partecipato al primo incontro del Gruppo di Lavoro Tematico sulla Nonviolenza promosso dalla Rete di Lilliput, riporta la richiesta, da parte dei lillipuziani, di rilanciare l'obiezione fiscale in una forma che preveda livelli diversi e semplici di partecipazione. In questo spirito, propone di sottoporre il nostro testo a Roberto Minervino, attraverso Stefano Guffanti, suggerendogli di farlo proprio come proposta per la Rete di Lilliput. Decisione: Mao contattera' Stefano Guffanti per proporgli l'obiezione del cittadino. * 5. la Rete Lilliput Pasquale aggiorna i presenti sulle prospettive della Rete di Lilliput dopo le tre assemblee macroregionali e in vista di quella nazionale che si terra' a gennaio. Si sofferma in particolare su due aspetti: 1. l'organizzazione interna della Rete: si sta affermando a livello nazionale l'orientamento di allargare il tavolo intercampagne alle associazioni che ne hanno fatto richiesta e ad alcuni rappresentanti dei nodi locali. Rispetto ai rapporti con il Social Forum, si e' orientati per non aderire nazionalmente all'Italian Social Forum, mantenendo rapporti di collaborazione su singole iniziative e lasciando ai nodi locali la liberta' di orientarsi come ritengono giusto. 2. Rete Lilliput e scelta nonviolenta: e' stato deciso l'avvio di un Gruppo di Lavoro Tematico sulla nonviolenza, che si e' gia' incontrato a Bologna una prima volta, rivolgendo l'attenzione sia ai metodi di lavoro all'interno della rete, sia alla nonviolenza come tema in se' e per se'. Vi hanno preso parte esponenti di parecchie associazioni: MIR, Pax Christi, Beati i Costruttori di Pace, Peacelink, LOC e, la piu' rappresentata, il Movimento Nonviolento. Si e' deciso, in sintesi: la formazione dei GAN (Gruppi di Azione Nonviolenta) nelle citta', l'apertura di una lista di discussione sulla nonviolenza aperta a quanti siano interessati, l'organizzazione di un seminario di due giorni su Rete Lilliput e scelta nonviolenta, come premessa ai percorsi formativi dei GAN, l'apertura di una lista di formatori disponibili, l'avvio di un gruppo di traduttori che lavorino su contributi stranieri significativi. Secondo Pasquale, "i nodi locali si aspettano molto e il GLT sulla nonviolenza e' un terreno fertile, ricettivo, dove far confluire idee". Daniele riprende ulteriori elementi della riunione di Bologna (lo scambio delle iniziative delle citta', l'intenzione di riprendere la campagna sulle banche armate...) e insiste sull'invito a pensare manifestazioni caratterizzate dall'apertura del dialogo (e del dubbio) con la gente. Ha la sensazione che non verranno proposte unitarie se non saranno le associazioni di esperienza a passarle. Decisione: Luciano si impegna a elaborare una proposta da mettere in rete, a partire dal verbale dell'incontro del GLT. * 6. "Azione nonviolenta" Mao: Il giorno precedente e' saltata la riunione di redazione. Si e' deciso in gruppo ristretto di portare a 40 pagine l'ultimo numero del 2001, per dare spazio al convegno su Lanza del Vasto senza sacrificare gli altri temi. Pasquale propone un inserto con materiali, magari tradotti da altre riviste, utile per la formazione dei formatori. Luciano ha un manuale di formazione alla nonviolenza utilizzato nel Burundi, che potrebbe essere tradotto dal francese e utilizzato allo scopo. Matteo propone di portare su cd-rom le annate di "Azione nonviolenta". Decisioni: - Sergio, per sua candidatura, prosegue la rubrica sulla storia e diventa curatore di quella sulle recensioni. - Massimiliano, per sua candidatura, curera' la presentazione delle realta' che compongono la Rete di Lilliput. - L'inserto per la formazione formatori e' senz'altro programmabile se qualcuno se ne cura. - E' in programmazione (per marzo?) un numero speciale sui Balcani, curato da Silvia Neirotti. - Gli abbonamenti 2002 vengono portati a 25 euro, altrettanto per le iscrizioni al Movimento Nonviolento, e 45 euro per chi sottoscrive entrambi. Resta la riduzione al 50% per i giovani. - Entro febbraio bisognera' esaurire tutti i depliant del Movimento Nonviolento, perche' portano i prezzi in lire. - La collezione completa di "Azione nonviolenta", in vendita a lire 500.000 per i membri del coordinamento, viene prenotata da Massimiliano, Pasquale e Rocco. * 7. iniziative contro la guerra e attivita' delle sedi Adriano racconta le iniziative di Brescia: lo straccio della pace, il digiuno a staffetta dal 14 novembre in collaborazione con la Diocesi, i volantini con i punti interrogativi sulla guerra lasciati sulle auto in sosta, il funerale all'art. 11 della Costituzione, in sintesi l'intento di porsi come "volantini viventi, per rispondere alle distorsioni dei media e per suscitare nella gente dubbi sulla validita' della risposta armata all'11 settembre". * 8. varie ed indispensabili 8-9 dicembre, Venezia - Pax Tibi, il primo salone nazionale dell'editoria per la pace. Decisione: il Movimento Nonviolento partecipa con un suo stand. Assicurano la disponibilita' Mao, Flavia e Matteo, forse Elena. WRI: ci chiedono se e' possibile inviare uno di noi come responsabile WRI al Forum di Porto Alegre. Decisione: Mao chiedera' a Franco Perna se e' disponibile. Fondazione Langer: ci propongono di collaborare ad un workshop previsto per febbraio-marzo, per offrire elementi di formazione comune all'intervento in situazioni di conflitto, rivolto ad un gruppo misto di 15 giovani soldati e 15 giovani intenzionati a partecipare al corpo civile di pace. Decisione: inviamo una lettera in cui prendiamo atto con soddisfazione dell'iniziativa. Le forze non armate: Rocco presenta una iniziativa che si terra' a Roma, referenti l'Accademia dei Lincei e l'Ufficio Servizio Civile, sulle prospettive del servizio civile volontario che risulta penalizzato rispetto al servizio militare volontario (nessuna prospettiva di carriera, sottovalut azione dell'importanza dell'intervento non armato...). Commissione permanente per i diritti umani contro la globalizzazione: e' stata costituita, vi partecipano nomi illustri per impegno e sensibilita'. Viene presentata l'8 dicembre e avra' la prima sessione a Genova in marzo. I temi non sono ancora definiti. Incontro nazionale MIR, 8-9 dicembre: decisione: sara' presente Rocco Pompeo, oltre a chi e' membro sia del MIR che del Movimento Nonviolento. Il prossimo coordinamento nazionale: decisione: sara' di un solo giorno, a Verona, il 27 gennaio (data da verificare, poi spostata al 10 febbraio). 4. INCONTRI. A SPILAMBERTO PER ACCOSTARSI ALLA NONVIOLENZA [Riceviamo e diffondiamo] "Satyagraha. Proposte di conoscenza e riflessione per un percorso di educazione alla pace", Spilamberto, gennaio-aprile 2002 Nel trentesimo anno di attivita' l'Associazione Overseas riflette sull'attualita' dei principi che ne hanno ispirato la costituzione proponendo ai soci, agli amici e a tutte le persone interessate un percorso formativo di educazione alla pace. L'itinerario ripercorre le tappe essenziali della tradizione nonviolenta indiana tracciata da Gandhi e Vinoba, e prosegue con la conoscenza del movimento nonviolento in Italia quali componenti fondamentale per la formazione di una cultura di pace. Il contributo degli ospiti che introdurranno ogni riflessione costituira' una singolare occasione di incontro con testimoni significativi del movimento nonviolento. * sabato 26 gennaio 2002: "Satyagraha: il contributo di Mohandas K. Gandhi per la costruzione della pace" con padre Angelo Cavagna. In ideale continuita' con lo spirito del recente incontro interreligioso di Assisi, la giornata si concludera' con una preghiera per la pace. * sabato 16 febbraio 2002: "Grama Swaraj: una lettura dellíeconomia gandhiana" con Roberto Burlando. * sabato 9 marzo 2002: "Sarvodaya: la lunga marcia di Jagannathan e Krishnammal per la liberazione dei senza terra" con Laura Coppo. * sabato 6 aprile 2002: "Esperimenti con la verita': la nonviolenza in Italia ieri e domani" con Luciano Capitini. * sabato 20 aprile 2002: "Antiche come le montagne: ricerca della verita' e nonviolenza nel cammino delle fedi" con Alberto L'Abate. E' possibile raggiungere la sede dell'incontro dal mattino. Ogni giornata sara' orientata alla meditazione e al digiuno. Al termine della giornata e' prevista una sobria cena vegetariana. Gli incontri si terranno il sabato dalle ore 15 alle 18,30 a Spilamberto presso la sede dell'Associazione Overseas in via Castelnuovo R. 1190/2. Per informazioni e contatti rivolgersi a: Overseas, tel/fax: 059785425, e-mail: overseas at orion.it E' gradita la comunicazione della partecipazione. 5. INCONTRI. A ROMA IL 16 GENNAIO PRESENTAZIONE DEL LIBRO "L'ANARCHICO E L'EBREO. STORIA DI UN INCONTRO" [Dalla rivista trimestrale "Libertaria" (info at libertaria.it) riceviamo e diffondiamo] La casa editrice Eleuthera presenta il volume a cura di Amedeo Bertolo, L'anarchico e l'ebreo. Storia di un incontro. Mercoledi 16 gennaio, alle ore 20, presso la libreria Bibli, via dei Fienaroli 28 a Roma (Trastevere), dibattito con: Tullia Zevi (Comunita' ebraica romana), Furio Biagini (Universita' di Lecce), Predrag Matvejevic (Universita' La Sapienza di Roma), Lello Perugia (Comunita' ebraica romana); coordina Enrico Ferri (Universita' Roma Tre). Alle ore 21 concerto dell'orchestra Ozen, musica klezmer, sefardita e della tradizione popolare ebraica. Per informazioni: tel. 0226143950. Cosa hanno in comune una dottrina materialista nata dall'illuminismo e dal socialismo, e una prassi politica rivoluzionaria, con una religione che lega il destino di un popolo al suo "patto con Dio"? Cosa hanno in comune l'anarchismo ateo e l'ebraismo, prima religione monoteista della storia? Apparentemente nulla. Eppure queste due realta', a prima vista cosi' diverse, tra la fine del XIX secolo e la prima meta' del XX si sono incontrate dando luogo a un vero e proprio movimento ebraico-libertario, con decine di migliaia di militanti sparsi lungo la diaspora yiddish, tra la Russia e le Americhe. Questo libro ricostruisce sotto la prospettiva storica, politica, culturale e sindacale, questo incontro fecondo. 6. RILETTURE. HANNAH ARENDT: IL PESCATORE DI PERLE Hanna Arendt, Il pscatore di perle. Walter Benjamin 1892-1940, Mondadori, Milano 1993, pp. 112, lire 15.000. Hannah Arendt racconta Walter Benjamin; lo stesso testo ma in sensibilmente diversa traduzione (e con diversa organizzazione dell'apparato di note) e' in Hannah Arendt, Il futuro alle spalle, Il Mulino, Bologna 1981, nuova edizione 1995. 7. RILETTURE. FRANCO FORTINI: ATTRAVERSO PASOLINI Franco Fortini, Attraverso Pasolini, Einaudi, Torino 1993, pp. 276, lire 24.000. In questa raccolta di scritti fortiniani su Pasolini quasi una sorta di rissosa lotta corpo a corpo di riflessioni, esperienze, interpretazioni e fraintendimenti dell'altro che si contrastano ed illuminano a un tempo, e compongono insieme un quadro, e il contesto, della ricerca e dell'impegno civile di due dei piu' severi e lacerati e veritieri intellettuali italiani del Novecento. 8. RILETTURE. ORLANDO FRANCESCHELLI: KARL LOEWITH Orlando Franceschelli, Karl Loewith. La sfida della modernita' tra Dio e nulla, Donzelli, Roma 1997, pp. 240, lire 25.000. Una sensibile ed accurata ricostruzione dell'itinerario intellettuale del grande pensatore. 9. RILETTURE. VLADIMIR JANKELEVITCH: HENRI BERGSON Vladimir Jankelevitch, Henri Bergson, Morcelliana, Brescia 1991, pp. 388, lire 40.000. Leggere Jankelevitch e' sempre una festa; e leggere Jankelevitch che in questo libro del 1959 ripercorre da par suo la riflessione di Bergson e' una festa nella festa. 10. RILETTURE. ITALO MANCINI: BONHOEFFER Italo Mancini, Bonhoeffer, Vallecchi, 1969, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 486, lire 45.000. Italo Mancini, Dietrich Bonhoeffer. Due maestri. Una lettura necessaria. 11. RILETTURE. SIMONETTA TABBONI: NORBERT ELIAS Simonetta Tabboni, Norbert Elias. Un ritratto intellettuale, Il Mulino, Bologna 1993, pp. 312, lire 36.000. Una bella monografia sul grande studioso della societa' e delle culture. 12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 341 del 13 gennaio 2002
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