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 Traduzione di Barbara Cerboni









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L'imposizione di leggi draconiane non è una soluzione al terrorismo



Michael Ratner




Vivo solo a pochi isolati dal Word Trade Center. A New York stiamo ancora
piangendo la perdita di così tante vite dopo gli attacchi alla nostra
città. Noi vogliamo arrestare e punire i terroristi, eliminare la rete
terroristica e prevenire attacchi futuri. Ma la guerra che il governo ha
dichiarato al terrorismo, e alcune delle misure anti-terrorismo
pianificate, comprendono una riduzione di libertà e diritti costituzionali
che riguardano molti di noi.



Le conseguenze interne della guerra al terrorismo prevedono massicci
arresti di immigrati, la creazione di uno speciale nuovo ministero,
Homeland Security, per la sicurezza del territorio nazionale e la messa a
punto di una legislazione che garantisce ai servizi segreti e di polizia
poteri molto più ampi per intromettersi nelle vite degli americani. La
guerra al terrorismo implica anche diffuso controllo e censura di
informazioni da parte dei media, implica mettere a tacere il dissenso, e un
assai diffuso isolamento etnico e religioso di gente musulmana, araba e
asiatica.

La pretesa necessità di questa guerra interna è discussa. La nuova
legislazione e altre azioni governative hanno come premessa la convinzione
che i servizi segreti non siano riusciti a fermare l'attacco dell'11
Settembre perché gli sono mancate possibilità di spionaggio per trovare ed
arrestare i mandanti dell'attentato. Anche se né il governo né le agenzie
hanno dimostrato che questa è la ragione.

Questa guerra interna dà agli americani un falso senso di sicurezza,
facendoci credere che frontiere più protette, servizi segreti resi molto
più potenti e un aumento della sorveglianza fermeranno il terrorismo. Gli
Stati Uniti non sono ancora uno stato di polizia. Ma anche uno stato di
polizia non potrebbe fermare terroristi intenzionati a causarci dei danni.
E la fantasia della Fortezza America non ci permette di esaminare le cause
che stanno alla base del terrorismo e le conseguenze di decine d'anni di
politica estera americana in medio oriente, in Afghanistan e da altre
parti. A meno che il risentimento contro gli Stati Uniti non sia studiato e
reindirizzato, il terrorismo continuerà.

Il nuovo regime legale

Il governo ha stabilito un piano tripartito nei suoi sforzi per sradicare
il terrorismo negli Stati Uniti. Il presidente Bush ha istituito un nuovo
ministero per la sicurezza sul territorio nazionale; l'FBI sta conducendo
indagini su migliaia di individui e associazioni e sta attuando centinaia
di arresti. E il Congresso sta emanando nuove leggi che garantiscono nuovi
ampi poteri all'FBI e ai servizi segreti per intercettare e spiare gente
negli Stati Uniti.

Il ministero per la sicurezza sul territorio nazionale

Il 20 Settembre il presidente Bush annunciò la nascita del ministero
Homeland Security, dotato di un'assemblea di informatori, con lo scopo di
coordinare gli sforzi anti-terrorismo e di prendere precauzioni per
prevenire e per rispondere al terrorismo. Non è ancora noto come funzionerà
questo ministero, ma molto probabilmente cercherà di centralizzare i poteri
di servizi segreti e agenzie di polizia - un lavoro difficile se non
impossibile - di alcune delle 40 agenzie in competizione. Quelli che si
occupano della sua istituzione sono preoccupati che diventi una agenzia di
'super' spionaggio, e che, come implica il suo stesso nome, le forze
militari cominceranno a giocare un ruolo nelle azioni di polizia interne.

Indagini e arresti dell'FBI

L'FBI ha sempre fatto più che dare la caccia ai criminali; come la CIA da
lungo tempo considera se stessa come protettrice dell'ideologia
statunitense. Quelli che si sono opposti alla politica di governo -
lavoratori per i loro diritti civili, oppositori della guerra del Vietnam,
oppositori delle guerre nascoste del periodo di Raegan, intellettuali
dissidenti - sono stati ripetutamente sorvegliati e le loro attività sono
state interrotte dall'FBI.

Come immediata conseguenza dell'attacco dell'11 settembre, il Procuratore
Generale John Ashcroft ha concentrato la sua attenzione su coloro che non
avevano cittadinanza, sia che si trattasse di residenti permanenti,
studenti, lavoratori temporanei, o turisti. Normalmente uno straniero può
essere detenuto solo per 48 ore prima dell'archiviazione delle accuse. Il
nuovo regolamento di Ashcroft consente che gli stranieri arrestati siano
detenuti senza accusa per un tempo 'ragionevole', presumibilmente mesi o
ancora di più.

L'FBI ha dato il via a massicce detenzioni e indagini di individui sospetti
di collusioni con il terrorismo, quasi tutti gente di origine
medio-orientale senza cittadinanza; ne sono stati arrestati più di 1100.
Molti sono stati trattenuti per giorni senza poter contattare un avvocato o
senza sapere di cosa erano accusati; molti sono ancora detenuti. Per pochi,
se ce ne sono stati, è stato provato che avessero delle connessioni con gli
attacchi dell'11 Settembre e sono rimasti in prigione anche se erano stati
scagionati. In alcuni casi delle persone sono state arrestate solamente
perché provenienti da paesi come il Pakistan o perché era scaduto il loro
visto universitario. Storie di maltrattamenti di tali detenuti non sono rare.

A quanto pare, alcuni degli arrestati non sono disposti a parlare con
l'FBI, benché gli siano state offerte sentenze con permanenze in prigione
più brevi, lavori, soldi e nuove identità. Sorprendentemente, l'FBI e il
dipartimenti di Giustizia stanno discutendo dei metodi per costringerli a
parlare che prevedono tra l'altro, 'l'uso di droghe o di tattiche di
pressione come quelle utilizzate negli interrogatori israeliani'. Il
termine preciso per descrivere queste tattiche è tortura. Il nostro governo
vuole torturare delle persone per farle parlare. C'è resistenza a questo
persino da parte di ufficiali di polizia. Un ex-capo dell'FBI della sezione
contro il terrorismo, disse in un articolo del New York Newsday di Ottobre:
'La tortura va assolutamente contro la mia natura. Molto probabilmente si
sta avendo a che fare con la persona sbagliata e si rischia di fargli del
male o di ucciderla.'

Siccome la tortura è illegale negli Stati Uniti e anche secondo la legge
internazionale, gli ufficiali statunitensi rischiano di essere denunciati
per tali pratiche. Per questo hanno suggerito di fare il loro sporco lavoro
in un altro paese. Vogliono estradare i sospetti in paesi alleati, dove i
servizi di sicurezza minacciano i membri della famiglia e usano la tortura.
Sarebbe difficile immaginare un segnale più sinistro del periodo di
repressione che ci sta davanti.

L'FBI sta anche attualmente indagando delle associazioni affermando che
sono legate al terrorismo - tra cui associazioni pacifiste come la parte
statunitense delle Donne in Nero, che organizzano veglie per protestare
contro la violenza nei territori di Israele e Palestina. L'FBI ha
minacciato di forzare membri delle donne in nero a dare informazioni sulla
loro associazione, pena l'arresto. Un membro del gruppo ha detto :'Se l'FBI
non può o non vorrà distinguere tra gruppi che hanno collusioni con
l'ostilità e il terrorismo e attivisti per la pace che combattono alla luce
del giorno contro tutte le forme di terrorismo, allora siamo in guai seri.'

Sfortunatamente l'FBI non fa questa distinzione. Stiamo assistendo non solo
ad un rastrellamento di migliaia di persone per sospetti inconsistenti, ma
anche ad un indagine a tutto campo del dissenso negli Stati Uniti.

La nuova legislazione anti-terroristica

Nel momento in cui sto scrivendo, il Congresso degli Stati Uniti ha
approvato un'ampia nuova legislazione anti terroristica, e il presidente
Bush presto la ratificherà, destinata sia ai cittadini statunitensi che
agli stranieri. La legislazione proposta incontra più opposizione di quanto
ci si potrebbe aspettare in questi tempi difficili. Una coalizione
nazionale per la protezione della libertà politica costituita da oltre 120
gruppi che vanno dalla sinistra alla destra si è opposta agli aspetti
peggiori della nuova legge proposta. Essi sono riusciti a fare qualche
modifica di piccola entità, ma i provvedimenti più problematici rimangono,
e sono descritti di seguito:

Diritti degli stranieri

Prima della legislazione, le leggi anti terroristiche che erano state
approvate come conseguenza dell'attentato del 1996 all'edificio federale in
Oklahoma avevano già dato al governo ampi poteri per arrestare, trattenere
e deportare stranieri basandosi su evidenza segreta - evidenza che né lo
straniero né il suo avvocato poteva conoscere o confutare. La legislazione
attualmente proposta rende le cose ancora peggiori per gli stranieri.

Primo, la legge permetterebbe 'fermo obbligatorio a tempo indeterminato' di
stranieri dichiarati dalla procura generale 'sospetti terroristi'. Tra
questi potrebbero esserci stranieri coinvolti in risse da bar o coloro che
hanno solamente fornito assistenza umanitaria ad organizzazioni sfavorite
negli Stati Uniti. Una volta dichiarato in questo modo, uno straniero può
essere messo in prigione a tempo indefinito senza reali opportunità di un
ricorso legale. Fino ad ora, tale 'detenzione preventiva' era considerata
nettamente anticostituzionale.

Secondo, la legge attuale permette la deportazione di stranieri che
supportano attività terroristiche; la legge proposta renderebbe gli
stranieri deportabili per quasi qualsiasi tipo di legame con un
'organizzazione terroristica'. Benché questo cambiamento sembri avere una
certa superficiale plausibilità, esso rappresenta un pericoloso attacco ai
diritti americani di associazione protetti dalla costituzione.
'Organizzazione terroristica' è un termine più ampio ed indefinito che
potrebbe comprendere anche gruppi di liberazione come l'IRA (Irish
Republican Army), il Congresso Nazionale Africano, o associazioni civiche
che non sono mai state coinvolte in attività violente come Greenpeace. Uno
straniero che dà solo aiuti medici o umanitari a gruppi simili, o
semplicemente supporta il loro messaggio politico in un qualche modo
pratico, può essere messo in carcere a tempo indeterminato.

Più potere all'FBI e alla CIA

Un elemento chiave della nuova legge è la vasta diffusione delle
intercettazioni. Negli Stati Uniti l'intercettazione è permessa, ma
generalmente solo quando c'è ragionevole motivo di credere che sia stato
commesso un crimine e, in tal caso, un magistrato ratifica un mandato di
intercettazione in cui sono specificati periodi di tempo limitati, i numeri
dei telefoni intercettati, e il tipo di conversazioni che possono essere
ascoltate.

Nel 1978 fu fatta un'eccezione a queste severe richieste, permettendo
all'intercettazione di essere praticata per raccogliere informazioni per i
servizi segreti su governi esteri e organizzazioni terroristiche estere. Fu
stabilita una corte segreta che potesse approvare tali intercettazioni
senza richiedere che il governo dimostrasse l'evidenza di una condotta
criminale. Nel fare ciò potevano essere trascurate le garanzie
costituzionali previste quando si indaga su un crimine. Eventualmente, la
giurisdizione della corte segreta poteva essere allargata così da
permettere all'FBI di perquisire case ed abitazioni oppure ottenere
registrazioni bancarie e cose simili. La corte segreta è qualcosa di più di
un timbro per la richiesta di intercettazioni da parte delle agenzie di
spionaggio. Ha autorizzato oltre 10000 intercettazioni nei suoi 22 anni di
esistenza, circa un migliaio l'anno scorso, e pare che non abbia mai
rifiutato una richiesta.

Con la nuova legge, la stessa corte segreta avrà il potere di autorizzare
intercettazioni e perquisizioni di abitazioni in casi di crimine generico -
non solo per raccogliere informazioni sui servizi segreti esteri. L'FBI
potrà intercettare individui e organizzazioni senza scontrarsi con le
condizioni stringenti della costituzione. La legge autorizzerà la corte
segreta a permettere intercettazioni di ogni tipo su qualsiasi telefono,
computer o cellulare che potrebbe essere usato da un individuo sospetto.
Sarà permessa una vasta lettura delle e-mail, anche prima che il ricevente
le apra. Saranno ascoltate o lette migliaia di conversazioni che non hanno
nulla a che fare con persone sospette o con qualsiasi crimine.

La nuova legislazione è piena di molti altri ampliamenti del potere
d'indagine e di accusa, tra cui un più vasto uso di agenti segreti da
infiltrare nelle organizzazioni, periodi di detenzione più lunghi e
sorveglianza a vita per coloro che hanno scontato la loro condanna, un
ampliamento dei crimini che possono essere puniti con la pena di morte e
termini di prescrizione più lunghi. Un'altra clausola della nuova legge
rende colpevole una persona se non comunica all'FBI se lui o lei ha
'ragionevole base per credere' che qualcuno sta per commettere un attentato
terroristico. Le parole usate in questa clausola sono così vaghe che
chiunque, benché innocente, con un qualunque legame a qualche sospetto
terrorista possa essere perseguito.

Soprattutto la nuova legislazione rappresenta uno dei più schiaccianti
attacchi alla libertà degli ultimi 50 anni. E' improbabile che ci renda più
sicuri; è certo che ci renderà meno liberi.

Censura interna: ufficiale ed ufficiosa

La censura negli Stati Uniti durante questo periodo di guerra è selvaggia.
Il segretario della stampa alla Casa Bianca, Ari Fleisher, ha avvertito che
'la gente deve stare attenta a quello che dice e a quello che fa'. Un
atteggiamento diffuso è quello per cui 'o stai con noi o sei contro di
noi'; polemizzare con le pratiche e le politiche degli Stati Uniti è
considerato impatriottico. A coloro che dissentono dai tamburi di guerra o
a quelli che vogliono analizzare le cause degli attacchi, quasi non viene
data voce; se osano parlare sono attaccati aspramente. La logica è che non
dobbiamo criticare la nostra nazione o la guerra e che esaminarne le cause
è come giustificare i terroristi.

Questo è quello che è successo quando Susan Sontag, intellettuale di New
York, ha contestato il presupposto che l'attacco dell'11 Settembre fosse un
assalto alla 'civiltà' o alla 'libertà'. Al contrario lei scrisse che era
un attacco all''autoproclamata superpotenza mondiale, intrapreso come
conseguenza di precise azioni e alleanze americane'. E' stata furiosamente
attaccata dai media americani come parte della 'folla che odia l'America' e
come 'moralmente ottusa'. Quasi chiunque che osi esaminare cosa potrebbe
esserci dietro il sentimento di odio di molti mediorientali verso l'America
viene attaccato per questi punti di vista. Il New York Daily News ha
descritto quelli che cercano le radici del terrore come 'regrediti agli
anni 60, Mussulmani radicali, frange ultrasinistre, e solo degli
insignificanti scarabocchi ...(che) potrebbero piacere al nemico'.

Si sta verificando anche l'autocensura dei media e di organizzazioni
liberali. Spesso questo avviene semplicemente con la mancata diffusione di
punti di vista alternativi - si mostra in realtà di interrompere il
microfono a metà frase ad un ospite che sta discutendo di un intervento
legale anziché militare. Una stazione radio a quanto pare si è scagliata
contro un ben noto giornalista per aver diffuso un'intervista con Barbara
Lee, un membro del Congresso che ha votato contro la guerra. Un certo
numero di giornalisti è stato attaccato per aver criticato il presidente.
Le stazioni televisive hanno raramente coperto la protesta contro la guerra
e i punti di vista di coloro che si oppongono alla guerra sono stati
sviliti. Una testata del New York Times su una dimostrazione di pace
titolava 'I manifestanti sollecitano la pace con i terroristi', nonostante
la manifestazione chiedesse che i terroristi fossero portati davanti alla
giustizia.

Quasi non è permesso criticismo da parte di leader statunitensi - anche
quando non siano legati alla guerra. Due delle maggiori organizzazioni per
l'ambiente, il Sierra Club e il Natural Resources Defense Council hanno
evitato di diffondere messaggi che criticassero le politiche ambientali di
Bush, e una di esse ha anche eliminato dei commenti critici dal suo sito
Internet. La lunga sezione del sito in cui si criticavano le politiche del
sindaco di New York, Giuliani, è stata rimossa e sostituita con un
messaggio di supporto per lui. Un gruppo di agenzie giornalistiche, tra cui
il New York Times, ha deciso di non pubblicare i risultati del loro nuovo
conteggio di voti per le discusse elezioni presidenziali in Florida; si è
creduto che avrebbe minato la credibilità del presidente.

La censura del Governo sta diventando sempre più manifesta. In un primo
momento il presidente Bush disse che avrebbe ridotto le informazioni
militari e di intelligence al Congresso. Questo avrebbe tagliato fuori il
Congresso dalle operazioni di guerra lasciando tutte le decisioni nelle
mani del presidente - un atto sia pericoloso, sia incostituzionale.
Fortunatamente, il presidente ha fatto marcia indietro nel giro di pochi
giorni, ma non si sa bene se stia dando un rapporto esauriente al Congresso.

Comunque, la stampa riceve pochissime informazioni. Riceve succinte notizie
di carattere generale sugli affari militari, ma ai giornalisti non è
permesso di accompagnare le truppe fino alla portaerei e neanche in Oman,
dove ci sono le basi militari. Ne è stato dato libero accesso agli
ufficiali governativi. Molti hanno rifiutato di concedere interviste.
Queste sono probabilmente le più severe limitazioni alla stampa nella
storia degli Stati Uniti, di sicuro da prima della seconda guerra mondiale.

Il più considerevole atto di censura è stato la richiesta del governo che i
cinque maggiori canali televisivi non mandassero in onda interamente le
dichiarazioni preregistrate di Osama Bin Laden e dei suoi compagni. La Casa
Bianca dichiarò che non voleva che fossero trasmessi estesamente messaggi
di propaganda di Bin Laden riguardanti l'uccisione di americani, e che
quelle affermazioni avrebbero potuto contenere codici segreti. Nessuna
delle due ragioni ha molto senso: le affermazioni di Bin Laden sono già
ampiamente disponibili in tutto il mondo e trasmetterle negli Stati Uniti
servirebbe più probabilmente a costruire consenso, tra gli americani, nei
confronti della guerra, e non a metterlo in discussione. Per quanto
riguarda i messaggi segreti, il governo ha ammesso di non averne trovato
nessuno. Ciò nonostante i canali televisivi hanno acconsentito a non
trasmettere le registrazioni, e il governo ha esteso la sua richiesta agli
organi di stampa.

Gli Stati Uniti sono sempre stati orgogliosi delle proprie garanzie
costituzionali per la libertà di espressione e di stampa, una libertà
considerata particolarmente importante in tempo di guerra, quando un
energico dibattito pubblico è essenziale per la democrazia.

Non è raro che i governi ricorrano alla soluzione di imporre leggi
draconiane in tempo di guerra o di crisi nazionale. E' successo spesso
negli Stati Uniti e da altre parti. Dovremmo imparare dagli esempi della
storia: tempi di isteria, di guerra e di instabilità non sono tempi per
precipitarsi a promulgare nuove leggi che diminuiscano la nostra libertà e
garantiscano maggiore autorità al governo e ai suoi servizi segreti e di
polizia.

Il governo statunitense ha concettualizzato la guerra al terrorismo come
guerra permanente, una guerra senza frontiere. Il terrorismo ci sta
spaventando tutti, ma è ugualmente deprimente pensare che in nome
dell'antiterrorismo i nostri governi stiano decidendo di sospendere
permanentemente le libertà costituzionali.







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Traduzione di Barbara Cerboni
  Michael Ratner è un esperto legale in diritti umani al Center for
Constitutional Rights di New York.