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IL LEGNAME ILLEGALE CHE FINANZIA LE ARMI ARRIVA ANCHE IN ITALIA
- Subject: IL LEGNAME ILLEGALE CHE FINANZIA LE ARMI ARRIVA ANCHE IN ITALIA
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Sun, 11 Nov 2001 14:03:27 +0100
Denuncia di Greenpeace con azione simbolica a Roma (News ITALIA PRESS) Greenpeace ha recentemente portato alla luce un' agghiacciante vicenda legata al commercio illegale di legname. Si tratta di una storia dai contorni "torbidi", che lega la distruzione ambientale allo sfruttamento e al traffico di armi, e che ha purtroppo un inspiegabile sbocco commerciale nel nostro paese. Sulla vicenda abbiamo sentito Sergio Baffoni di Greenpeace Italia, che ci ha spiegato approfonditamente la situazione, che lega l'Oriental Timber Company, un'impresa della Malesia, alla Tecnoalp, un'impresa della provincia di Alessandria, passando per la Liberia e la Sierra Leone, due paesi da anni travagliati da terribili guerre civili. Lo abbiamo chiesto anche alla Tecnoalp, che però ha rifiutato di passarci una persona che potesse rilasciarci dichiarazioni. Può spiegarci nel dettaglio cosa avete scoperto, e quali sono i contenuti dello studio che avete presentato al ministero delle Infrastrutture? "La OTC e' un'impresa del legname legata al traffico d'armi. Questo è indicato dal rapporto del comitato degli esperti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU: questa impresa malese svolge infatti un ruolo essenziale nella guerra civile in Sierra Leone, fornendo strutture e mezzi per il traffico di armi. In particolare esisto rapporti di finanziamento nei confronti del RUF, organizzazione militare tristemente conosciuta per pesantissime violazioni dei diritti umani. Bisogna sapere che in Liberia da quando l'ONU ha vietato il commercio di diamanti, il legno è diventato la principale fonte di reddito e di valuta pregiata per l'acquisto di armi. La OTC opera tra l'altro in un regime extrabudgettario, cioè non paga alcuna tassa, e questa è una prima ragione che la svincola in qualche modo da ogni forma di controllo. Noi abbiamo scoperto che questa compagnia importa anche in Italia: abbiamo rilevato la presenza di tronchi con il marchio OTC nei porti di Salerno e di Ancona, e abbiamo come principale degli acquirenti italiani la Tecnoalp, un' impresa della provincia di Alessandria, che produce prevalentemente semilavorati in Azobè, un legno molto resistente che in gran parte proviene dalla Liberia. La Tecnoalp ha inoltre tra i suoi principali acquirenti le Ferrovie dello Stato, che oltretutto stanno valutando di abbandonare definitivamente l'utilizzo del rovere soprattutto per le traversine dei binari, per realizzare tutto in Azobè. È inoltre significativo che l'Italia abbia aumentato negli ultimi anni l' importazione di legname dall'Africa del 2500%, e questo è avvenuto esattamente in coincidenza con questo coinvolgimento con l'OTC: è gravissimo, come lo è il fatto che in tutto questo sia coinvolta anche una struttura a capitale pubblico. Quali sono a fronte di questa situazione le vostre richieste? La richiesta in generale è che vengano adottate delle strutture di rifornimento commerciali chiare e trasparenti. Bisogna evitare ovunque possibile l'acquisto di prodotti in legno provenienti da foreste primarie, e dove fosse necessario adottare una certificazione internazionale riconosciuta che garantisca dei livelli accettabili di sostenibilità ambientale e soprattutto sociale. Avete anche fatto un'iniziativa simbolica per portare alla luce questa vicenda? Ieri abbiamo scaricato due tonnellate di Azobè davanti al ministero delle Infrastrutture, per consegnare una prova tangibile. Sopra ogni tronco abbiamo scritto "OTC=Traffico di Armi", riprendendo la risoluzione del consiglio delle Nazioni Unite. Qual è stata la risposta del ministero e delle Ferrovie che avete contattato nei giorni scorsi? Le Ferrovie studieranno di inserire nei prossimi acquisti la certificazione internazionale. È uno studio che speriamo portino avanti, e speriamo che raggiunga dei risultati concreti. Abbiamo parlato anche con alcuni funzionari del ministero, che ci hanno assicurato che intendono mandare una lettera alle ferrovie, facendo pressione per la certificazione. Inoltre ci hanno assicurato che solleveranno la questione legata alla certificazione degli acquisti pubblici anche in sede di Presidenza del Consiglio. E invece la Tecnoalp... La Tecnoalp ha assicurato che il loro legno proviene addirittura da a-forestazione, cioà da rimboschimento. Il problema è che possono esserci passaggi intermedi di assicurazione di sostenibilità fatti a livello informale, ma questo è ben diverso dalla certificazione internazionale, e questa la Tecnoalp non la possiede. Pensa che la vicenda rappresenti un caso isolato, oppure crede che sia l' esempio più calzante di una totale deregulation nell'ambito del commercio internazionale? Sono convinto che rappresenti la punta dell'iceberg di un fenomeno tragicamente parecchio diffuso. Non esistono regole e controlli per contrastare il commercio illegale del legno: tra l'altro i G8 si erano impegnati un paio di anni fa a contrastare questo commercio, eppure proprio gli otto paesi più industrializzati sono tra i principali importanti di legno illegale. È poi la punta dell'iceberg, perchè sono moltissimi i traffici poco chiari, non solo per la provenienza ambientale, ma anche per le implicazioni criminali che vi sono dietro. C'è totale torbidità, e questo è gravissimo, anche perchè i consumatori non sono per nulla tutelati. Claudio Robba/News ITALIA PRESS Nello change the world before the world changes you www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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