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La nonviolenza e' in cammino.284
- Subject: La nonviolenza e' in cammino.284
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 10 Nov 2001 12:57:19 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 284 del 10 novembre 2001 Sommario di questo numero: 1. Alberto L'Abate, occorrono i corpi civili di pace 2. Calendario delle iniziative contro la guerra 3. Peppe Sini, processare gli assassini 4. Angelo Cavagna, digiuno contro la guerra 5. Francesco Comina, il crimine della guerra e il fango dell'ipocrisia 6. Luciano Benini, una mozione al Comune di Fano 7. Yukari Saito, l'araba fenice e il camaleonte infinito 8. Dodici consiglieri comunali di Milano contro la guerra 9. Associazione Resistenza e Pace: contro il terrorismo e contro la guerra 10. Associazione per la pace: rispettare la Costituzione 11. Associazione "Verdi ambiente e societa'": no alla guerra 12. Rete Lilliput e MIR di Fano: l'Italia e' in guerra, noi no 13. L'appello di Woody Powell 14. "Nigrizia": illusioni ottiche e politiche di pace 15. Hannah Arendt, l'inganno 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. PROPOSTE. ALBERTO L'ABATE: OCCORRONO I CORPI CIVILI DI PACE [Alberto L'Abate e' uno dei nostri maestri, e una delle figure piu' rilevanti della riflessione e dell'impegno nonviolento a livello internazionale. Nei prossimi numeri del notiziario diffonderemo una serie di suoi contributi particolarmente utili e centrali nella situazione attuale. Per contatti: labate at unifi.it] Nella risposta nonviolenta alla guerra non bastano le proposte di opposizione, del no giustissimo alla guerra, occorrono anche proposte in positivo, di alternative alla guerra stessa. Nella nonviolenza la dimensione costruttiva non e' secondaria ma fondamentale. Non c'e' "no" senza un "si'" alternativo. Altrimenti il movimento pacifista (solamente reattivo e con alti e bassi, cioe' che sparisce appena non c'e' guerra ed emerge nei momenti caldi) e quello nonviolento (proattivo, che grazie al fatto di perseguire progetti costruttivi non domorde mai ed e' sempre attivo, anche quando sembra di non essere in guerra - ma la fame del mondo e' una guerra continua) restano inefficaci. Per questo stiamo lavorando assiduamente per i corpi civili di pace, e, spero con successo, all'intervento di un corpo internazionale del genere in Afghanistan, in appoggio alla proposta della Croce Rossa Internazionale di corridoi umanitari in quel paese per aiutare la popolazione civile prima dell'inverno. Infatti la popolazione oltre ad essere martoriata dalle bombe (forse anche dalle nostre) e' uccisa dalla fame, ed anche dal freddo e dalle condizioni terribili dell'inverno afgano specie nelle zone di montagna. E credo che non sarebbe impossibile ottenere l'assenso dei talebani ad una proposta del genere se l'accompagnamento di questi aiuti non viene fatta da forze armate straniere ma da corpi civili di pace non armati. Il progetto e' ancora in studio, faremo sapere qualcosa di piu' preciso quando prende una forma piu' concreta. 2. CALENDARIO DELLE INIZIATIVE CONTRO LA GUERRA [Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte precise: la nonviolenza e la difesa dei diritti umani, del diritto internazionale, della legalita' costituzionale] Sabato 10 novembre - a Roma: Forum antiliberista, nell'ex mattatoio del quartiere Testaccio, ore 10: Spettacolo sulle lotte contadine, "Cantata per Melissa"; ore 11: sessione plenaria: Per la sovranita' alimentare. Dal lavoro della terra al lavoro per un'altra societa'; ore 13 sessione plenaria: Relazione dei gruppi di lavoro, presentazione del documento di chiusura, risoluzione sulla guerra economica, sociale e militare. - a Roma: manifestazione nazionale contro la guerra promossa dal Roma Social Forum: ore 15, corteo da piazza Esedra; ore 19, in piazza Bocca della verita' concerto spettacolo. - ad Acquedolci (ME): L'Associazione Culturale Mediterraneo pomuove un presidio per la pace in piazza Municipio con inizio alle ore 16. - a Bologna: alle ore 15 in piazza Nettuno: "L'acqua e' un bene privato? L'istruzione e la sanita' possono essere considerate merci?": manifestazione locale in contemporanea alla giornata di apertura del vertice WTO. Organizza il nodo bolognese della rete di Lilliput in collaborazione con il Bologna Social Forum. - A Viterbo: incontro di riflessione e preparazione di iniziative promosso dal "Centro di ricerca per la pace". - a Bassano del Grappa: alle ore 17 presso il centro sociale Stellarossa riunione delle associazioni venete contro la guerra (per informazioni: www.venetocontrog8.net). - a Volterra, alle ore 10 presso il Centro Studi Santa Maria Maddalena, convegno su: "Gli organismi geneticamente modificati: quali rischi per la salute?", promuove l'associazione Nicaragua Nicaraguita. - a Mestre (VE): alle ore 15 presso il Centro Culturale Candiani seminario su "Migrazioni: diritto alla casa e modelli di accoglienza", promosso dalla Pastorale Sociale del Lavoro, giustizia e pace. Per informazioni: tel.041906480. - A Mestre: alle ore 18 in piazza Ferretto fiaccolata in occasione dell'Anno internazionale del volontariato. Organizza il Centro di servizi del volontariato. Per nformazioni: tel. 041931720, e-mail: centroservizi.venezia at tin.it - a Viadana, alle ore 15-19 in piazza Manzoni: iniziativa nonviolenta; alle ore 21 a palazzo Greppi, Santa Vittoria di Gualtieri, cocnerto contro la guerra. * Domenica 11 novembre - a Viterbo: alle ore 16 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" incontro di formazione alla nonviolenza. - a Favaro Veneto (VE): alle ore 14,30 all'Auditorium del Consiglio di Quartiere dibattito su "Quale pace? Il Mondo tra guerre e terrorismi". Interverranno: Alessandro Sabiucciu (Assessore al Lavoro della Provincia di Venezia), Giannina Dal Bosco (Donne in nero), Carlo Campana (Emergency). Presenti le comunita' islamiche, palestinesi, Kurda, Tunisina, Senegalese veneziane. A conclusione, concerto di giovani studenti del Conservatorio di Venezia. Organizza l'Associazione per la pace. Info: tel. 041970310, e-mail: michela.vitturi at tin.it. - a Quarrata, alle ore 17, Anfiteatro della Casa della Cultura: "Payman", monologo che racconta la vita di Payman, donna del Sud Kurdistan (Kurdistan iracheno). di e con Annet Henneman. - a Vittorio Veneto: alle ore 10 in localita' La Crosetta, raduno di alpinisti ed ambientalisti in difesa dell'antica Foresta del Cansiglio. - a Vignate: ogni domenica dalle 10 alle 17 in piazza del comune si tiene un presidio contro la guerra, per questa domenica ci sara' materiale informativo di Banca Etica, e una raccolta di fondi per sostenere Emergency. Per contatti: maurizio.pleuteri at effegibrevetti.it * Lunedi 12 novembre - a Roma: alle ore 17, presso la scuola comunale dell'infanzia "Paola Biocca", via Galvani 4b, a due anni dalla scomparsa di Paola: tavola rotonda su "La societa' civile di fronte al terrorismo e alla guerra". Introduce: Fabrizio Battistelli (segretario generale dell'Archivio Disarmo), intervengono: Andrea Purgatori (giornalista), Mario Giro (Comunita' di Sant'Egidio), Dacia Maraini (scrittrice); partecipano: Ilaria Angeli (Franco Angeli editore), Lucia e Dario Biocca, Raffaella Bolini (Arci), Luca De Fraia (Campagna Sdebitarsi), Nicoletta Dentico (Medici senza Frontiere), Luis Germani (Centro Gino Germani), Giulio Marcon (ICS), Francesco Petrelli (Movimondo), Jeffrey Rowland (World Food Programme), Domitilla Senni (Greenpeace), Nino Sergi (Intersos), Giancarlo Tenaglia (Campagna italiana contro le mine), Maura Viezzoli (Cisp). Per informazioni: Archivio Disarmo (archidis at pml.it). - a Verona: alle ore 20,45, presso la Casa per la Nonviolenza (via Spagna 8, vicino alla Basilica di San Zeno, tel. 0458009803), incontro su: "Islam, nonviolenza, cristianesimo: guerra santa e guerra giusta tra teologia e storia"; introduce: prof. Claudio Cardelli (storico, del Movimento Nonviolento); intervengono: Mohamed Guerfi (imam di Verona), don Sergio Pighi (Comunita' dei Giovani); coordinano: Mao Valpiana ("Azione nonviolenta") e Alberto Tomiolo (Verona citta' possibile). - a Viterbo: alle ore 21 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo per preparare nuove iniziative contro la guerra. - a Mestre (VE): alle ore 17,30 presso il Centro Culturale Candiani: "Percorsi di pace, per capire, riflettere, scegliere", con Maria Turchetto (Universita' di Venezia), Alberto L'Abate (Universita' di Firenze), Elisabetta Bartuli (Universita' di Venezia; conduce Alberto Vitucci ("La nuova Venezia"). - a Bolzano: inizia la settimana della pace mondiale attraverso la scienza vedica Maharishi. Dal 12 al 18 novembre, presso il centro Harmoniae, via Portici 21. Durante la settimana della Pace Mondiale i membri del Partito della legge naturale dell'Alto Adige propongono una serie di conferenze su alcuni aspetti della scienza e delle tecnologie vediche Maharishi, per una Pace profonda e duratura. Per contatti: gbertarelli at hotmail.com * Martedi 13 novembre - a Viterbo: iniziativa del Centro di ricerca per la pace. * Mercoledi 14 novembre - a Orte (VT), al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, sesto incontro del corso di educazione alla pace. - a Mestre (VE): alle ore 17 presso il Centro Culturale Candiani, conferenza su "I movimenti radicali nel mondo mussulmano: genesi, evoluzione e crisi"; interverrano Mario Nordio (Universita' di Venezia) e Vincenzo Pace (Universita' di Padova), promuove il Centro Pace del Comune di Venezia, tel.0412747645-2747653. * Giovedi 15 novembre - a Roma: alle ore 21, presso il Cipax, in via Ostiense 152b, incontro con Roberto Baggio, della Direzione Nazionale del Movimento Sem Terra su: "MST, WTO e guerra. La lotta del Movimento Sem Terra in Brasile nell'attuale situazione internazionale". - A Torino: alle ore 20,30, presso il Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13, laboratorio della nonviolenza e osservatorio Internazionale: "Islam e fondamentalismo in Asia centrale", interviene Marco Buttino. * Venerdi 16 novembre - ad Alessandria: alle ore 21, presso la Camera del lavoro (via Cavour 27, tel. 0131308217), proposta di dibattito, di immagini e di testimonianze su "Popoli negati, popoli di troppo". Per avviare un percorso di riflessione, intrecciando la questione kurda con altre grandi questioni, in particolare l'esperienza zapatista. Presentazione del video: "Newroz 2001, osservatori di pace in Turchia", e del video "Aqui estamos", sulla marcia zapatista dal Chiapas a Citta' del Messico. - a Como: alle ore 21 nell'Aula Magna dell'Universita' (via Castelnuovo 7), convegno promosso dal Coordinamento comasco per la pace su "Addio alle armi. La nonviolenza come pratica e progetto di liberta'". - a Marghera (VE): alle ore 17, al Teatro Aurora, "Venezia per la vita: la campagna per l'abolizione della pena di morte nel mondo". - a Palermo: inizia il convegno internazionale su Danilo Dolci. - in Italia: sciopero dei lavoratori metalmeccanici * Sabato 17 novembre - a Milano: ore 16, in via Marco d'Agrate 11, festa di compleanno della casa per la pace. - a Marghera (VE): ore 9, in Piazzale Concordia, "Operazione nocciolina", campagna nazionale per l'autosviluppo, promosso da Mani tese in cooperazione con le associazioni contadine locali salvadoregne. Per informazioni: tel. 0412747645, e-mail: lucapozzato at libero.it - a Palermo: prosegue il convegno internazionale su Danilo Dolci. 3. PROPOSTE. PEPPE SINI: PROCESSARE GLI ASSASSINI La guerra, spiegava Gandhi, consiste nell'eseguire omicidi di massa. Questa guerra sta aggiungendo stragi a stragi, prosegue ed adempie gli intenti onnicidi della follia terroristica manifestatasi l'11 settembre. Questa guerra e' del tutto illegale secondo il diritto internazionale e la Costituzione italiana. I suoi responsabili, mandanti, esecutori e complici, devono essere denunciati e perseguiti secondo la legge. Si faccia cessare la guerra, si salvino milioni di vite umane, si ripristini la vigenza del diritto. E si perseguano i terroristi, tutti i terroristi, secondo i principi della civilta' giuridica, con un'operazione di polizia internazionale diretta dall'Onu, ed un tribunale penale internazionale. Si contrastino tutti gli atti di terrorismo, quelli commessi dai gruppi criminali, e queli commessi dagli stati. 4. INIZIATIVE. ANGELO CAVAGNA: DIGIUNO CONTRO LA GUERRA [Padre Angelo Cavagna e' presidente del Gavci, ed una delle figure piu' note dell'impegno nonviolento (per contatti: gavci at iperbole.bologna.it)] Digiuni contro terrorismo e guerra, a sostegno della campagna "Sbilanciamoci" per una Legge Finanziaria 2002 di Pace. In vista della partecipazione italiana alla guerra in atto, la proposta di Legge Finanziaria 2002 del Governo prevede un ulteriore aumento della spesa militare del 15%. La campagna "Sbilanciamoci", che coordina un nutrito gruppo di associazioni ed enti di impegno sociale, ha preparato un apposito Dossier sulla Legge Finanziaria 2002, presentato il 23 Ottobre presso la Sala del Cenacolo in vicolo Valdina, a Roma, adiacente a Montecitorio. Tale dossier contiene specifici suggerimenti di modifica della legge medesima in sede di discussione parlamentare, a disposizione dell'opinione pubblica e in special modo dei deputati e senatori che abbiano un minimo di coscienza di giustizia e di pace (per informazioni: www.manifestolibri.it, tel. 065881496, fax: 065882839). Pertanto il GAVCI, insieme ad altri movimenti, in particolare ai Beati i Costruttori di Pace, lancia un digiuno a staffetta contro la guerra (per tutta la durata della medesima), e un digiuno a tempo indeterminato (salva la vita) per una Finanziaria di Pace. Per il digiuno a staffetta contro la guerra, ognuno che intenda parteciparvi, segnali al GAVCI (tel. e fax: 0516344671, e-mail: gavci at iperbole.bologna.it) il nome e il giorno, o i giorni periodici (ad esempio: il lunedi di ogni settimana o il primo martedi di ogni mese...), nei quali intende fare il "digiuno rigoroso" (sola, solissima acqua; da mezzanotte a mezzanotte). Chi fa il digiuno a tempo indeterminato per una Finanziaria di Pace, condividendo almeno i punto principali del Dossier, in particolare contro le spese militari e per gli obiettori in servizio civile, segnali, sempre al GAVCI, il nome e le date di inizio e fine, cosi' da informarne di tanto in tanto la stampa. Data di inizio dei digiuni: 12 novembre. Dedichiamo questi digiuni a tutte le vittime di terrorismo e guerra. 5. RIFLESSIONE. FRANCESCO COMINA: IL CRIMINE DELLA GUERRA E IL FANGO DELL'IPOCRISIA [Francesco Comina (per contatti: f.comina at ilmattinobz.it) e' giornalista e saggista, impegnato nell'esperienza di Pax Christi. Questo intervento e' apparso il 9 novembre su "Il mattino" di Bolzano] Adesso, per favore, chi ha votato per la guerra eviti di partecipare a manifestazioni o iniziative per la pace. Lo faccia per rispetto di chi davvero crede che la pace sia ancora possibile, di chi e' convinto che essa sia il bene piu' grande dell'umanita' e che non esista pace con la guerra perche' i due termini sono, per definizione, asimmetrici, contrastivi, repulsivi l'uno dell'altro. O c'e' pace o c'e' guerra, "tertium non datur". Bisogna scriverlo con lettere di fuoco, inciderlo nelle coscienze degli individui, intagliarlo per sempre nel terreno fertile della cultura umana. La guerra e' distruzione, e' sterminio, la guerra uccide in poco tempo migliaia e migliaia di creature per la quasi totalita' innocenti. La guerra e' una invenzione diabolica e antiumana. La pace e' armonia, giustizia, responsabilita' e vita. Abbiamo almeno il pudore di non fare violenza al linguaggio, alle parole, al vocabolario. Ancora non ci hanno rivelato i retroscena del conflitto in Afghanistan che ci viene spacciato come operazione "duratura" contro il terrorismo: i missili e le bombe che ininterrottamente vengono lanciate sulle citta' devastate, a Kabul, Kandahar, Jalalabad, chi uccidono, chi terrorizzano, chi umiliano? I bambini scappano ogni giorno nei rifugi, buchi profondi delle montagne, senza sapere che i missili intelligenti dell'armata angloamericana scavano la terra, entrano nelle viscere della roccia e provocano uno sterminio annunciato; i vecchi si svegliano alla mattina con la casa sventrata cercando i brandelli di una vita sepolta sotto le macerie. Che colpa hanno i vecchi che vivono nell'Afghanistan dei talebani? E le donne chiuse nel manichino del burqa che responsabilita' hanno dell'eccidio infame contro le twin towers di New York? Che responsabilita' hanno della violenza terroristica che le minaccia continuamente? Perche' devono vivere fra il fuoco della legge che uccide e quello del "diritto internazionale" che le massacra insieme ai loro figli? La guerra e' questa, signori sostenitori dell'intervento armato in Afghanistan. La guerra e' l'istituzione militare e politica che lungo i secoli della storia ha prodotto un fiume impetuoso di sangue, ha creato le condizioni perche' nel mondo ci fosse la contrapposizione fra le civilta', fra le religioni, fra le culture. E' l'estasi per il massacro, la ricerca spasmodica del nemico da annientare, la soddisfazione per la vittoria agguantata con il sacrificio di vite umane; e' il cinismo delle culture che mirano all'egemonia del mondo, e' la durezza del cuore, l'insensibilita' al sentimento di umanita' che stringe tutti gli uomini in un'unica famiglia senza distinzioni di casta, di censo, di religione. Se la guerra e' il "prolungamento della politica con altri mezzi", come ha scritto von Clausewitz, in questa linea culturale che ha legittimato fino ad oggi il muoversi degli eserciti e' franata la saggezza dell'uomo con le sue istituzioni sacre e profane. Da Eraclito in poi c'e' un continuo ricorrere di termini giustificativi della guerra e della violenza vista ora come "lotta continua per l'eternita'" (Eraclito), ora come "salute etica dei popoli" (Hegel), ora come "impresa della sapienza suprema per preparare la conciliazione della legalita'" (Kant), ora come "igiene dei popoli" (de Maistre). E si potrebbe continuare all'infinito in questo gioco di svelamento del pensiero negativo che ha dato man forte al gusto per lo sterminio, un gusto acido e inebbriante, che il "sommerso" Bonhoeffer non esitava a definire profondamente stupido ("Dummheit") e irresponsabile. Ancora oggi, dopo le rivoluzioni del diritto internazionale che hanno messo fuori legge la guerra come strumento di giustizia internazionale (basta leggersi il passo della carta dell"Onu che definisce la guerra "flagello dell'umanita'", oppure l'articolo 11 della nostra Costituzione che utilizza il termine "ripudio" proprio per affermarne il sentimento di rigetto sdegnato da parte del nostro popolo: pronunciamenti usciti dalle devastazioni della sconda guerra mondiale), i dibattiti culturali e politici sono una riedizione fastidiosa delle vecchie argomentazioni giustificative, con quel tanto di patriottismo vanitoso che dal ministro Urbani al presidente Ciampi torna ad invocare il vessillo tricolore a difesa delle nostre famiglie e dei nostri figli. Perfino la Chiesa ormai non ha piu' la forza profetica di un tempo, quando papa Giovanni XXIII aveva esplicitamente definito la guerra come "aliena a ratione", cioe' fuori dalle categorie della razionalita' civile. Dalla "Pacem in Terris" in avanti il magistero ecclesiale aveva cercato di recepire il nuovo messaggio pacifista, che la lezione di Hiroshima ha invocato sulla terra. La paura dell'apocalisse cosmica, del "day after" possibile dato l'arsenale atomico delle grandi potenze mondiali, aveva portato i teologi piu' avanzati a indagare sulla incompatibilita' fra vangelo e guerra: dal "Tu non uccidere" di don Primo Mazzolari (attualizzato in seguito da sacerdoti come don Milani, padre Balducci, padre Turoldo, don Italo Mancini, don Tonino Bello), al manifesto per la concordia universale di Hans Kueng e Juergen Moltmann, la prospettiva della illegittimita' della guerra era sembrata ormai acquisita. Ma oggi, davanti al mutato scenario mondiale e con la nuova minaccia terroristica che smuove tutte le carte (senza sminuire l'angoscia della distruzione totale del pianeta) anche la Chiesa - a parte il richiamo alla giustizia dello stanco papa Wojtyla - si intruppa con il partito pro-intervento e strizza l'occhio alla mozione votata dalla maggioranza del parlamento che decide per l'invio delle truppe italiane in Afghanistan: "Gott mit uns", il Dio della Croce e' dalla nostra parte. In questo calo di tensione etica del nostro orizzonte culturale insorge come una grande speranza la sapienza umile di gran parte dei cittadini (il 70% secondo le statistiche nazionali), che credono inopportuna la partecipazione dell'Italia alla guerra in Afghanistan. I politici la vogliono come fosse un bene prezioso che ci fa entrare nel consesso delle nazioni "civili" (la guerra si badi bene, e non la pace da' lustro ai governi!), ma i cittadini la rifiutano con coscienza. In questa lacerazione profonda c'e' chi crede sia giusto rimanere nel mezzo. Ma non e' possibile. Si chiami Fassino o Veltroni, si chiami Boato o Camillo Ruini, non e' tempo di stare di qua e di la', votare per la guerra e manifestare a favore della pace: non e' giusto perche' si fa violenza alle parole, al buon senso, alla chiarezza delle cose e delle idee. La guerra e' guerra, la pace e' pace. Nel mezzo c'e' solo il fango malmoso dell'opportunismo e dell'ipocrisia. 6. DOCUMENTI. LUCIANO BENINI: UNA MOZIONE AL COMUNE DI FANO [Riportiamo questa mozione urgente contro l'entrata in guerra dell'Italia proposta al consiglio comunale di Fano da Luciano Benini, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR). Per contatti: lucben at libero.it] Il Consiglio comunale di Fano, considerato: - che non vi sono giustificazioni di alcun genere al terrorismo e che la lotta contro di esso rappresenta un preciso dovere morale e politico di ogni persona; - che il giorno 7 novembre 2001 il Parlamento italiano ha votato, a larga maggioranza, l'entrata in guerra dell'Italia; - che la guerra non realizza la giusta solidarieta' alle vittime dell'11 settembre, ma causa tante nuove vittime innocenti, nuovi immensi dolori e prolunga la dannata catena di odio e vendetta; - che la guerra, lungi dallo stroncarlo, imita e favorisce il terrorismo; - che la guerra diminuisce fortemente la sicurezza del nostro paese facendolo bersaglio privilegiato del terrorismo internazionale; - che la Costituzione italiana giusta e pacifica obbliga l'Italia, cioe' noi tutti, a "ripudiare la guerra (...) come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"; - Che degli italiani potrebbero uccidere dei civili, la maggior parte dei quali donne e bambini e, a loro volta, essere uccisi; - che e' necessaria una revisione seria e profonda di quel tipo di politica economica che, allargando il fossato fra paesi ricchi e poveri, ha condotto il mondo a una situazione intollerabile, prestando il fianco alla propaganda dei vari terroristi del momento; - che impostando la lotta al terrorismo attraverso la guerra si fa proprio il gioco dei terroristi che potrebbero assurgere agli occhi di molti al ruolo di vittime, di eroi e di guida della collera dei poveri; - che al contrario una forte azione di pace e di giustizia, rispettosa dei valori supremi della persona e delle culture dei vari popoli, offrirebbe una seria alternativa alla guerra e comincerebbe a costruire un mondo piu' giusto e piu' rappacificato, riducendo fortemente il rischio del terrorismo; esprime costernazione e sdegno per la decisione del Parlamento di approvare l'entrata in guerra dell'Italia. Affida al Sindaco e al Presidente del Consiglio il compito di comunicare al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera la riprovazione del Consiglio comunale di Fano e la sua opposizione alla guerra. 7. RIFLESSIONE. YUKARI SAITO: L'ARABA FENICE E IL CAMALEONTE INFINITO [Yukari Saito e' una prestigiosa giornalista e saggista giapponese che vive in Italia, impegnata per la pace e la nonviolenza. Per contatti: yukaris at tiscalinet.it] L'8 novembre, nel corso di una conferenza stampa, il comandante in capo dell'operazione americana in Afghanistan, il generale Tommy Franks, ha dichiarato che "non abbiamo mai detto che Osama bin Laden era un target di questi sforzi" (fonte: Yahoo! com. Notizie. "Commander Defends Afghan War Plan"). Si credeva che il motivo della guerra fosse che, per fare giustizia di quello che e' accaduto l'11 settembre, si doveva catturare bin Laden "o vivo o morto". Molti sostenitori dell'intervento militare, infatti, hanno giustificato il ricorso alle armi dicendo che "se i taliban avessero consegnato bin Laden, ora non ci sarebbe questa guerra". Invece? A questo punto, forse occorre ridefinire questa guerra: la sua causa: "araba fenice"; il suo nome di ri-ri-ri-battesimo: "Camaleonte infinito". 8. DOCUMENTI. DODICI CONSIGLIERI COMUNALI DI MILANO CONTRO LA GUERRA [Da Giovanni Colombo riceviamo e diffondiamo il seguente documento sottoscritto insieme a lui da altri undici consiglieri comunali di Milano (Basilio Rizzo, Milly Moratti Bossi, Maurizio Baruffi, Gianni Occhi, Daniele Farina, Davide Atomo Tinelli, Adriano Ciccioni, Giuliana Carlino, Letizia Gilardelli, Andrea Fanzago, Marco Cormio). Per contatti: giovanni.colombo12 at tin.it] Esprimiamo il nostro piu' profondo dissenso per la scelta fatta dal Parlamento italiano di inviare uomini e mezzi nella guerra in Afghanistan. Lo facciamo in nome del realismo perche' sono proprio i fatti che dimostrano la piu' totale inidoneita' di queta guerra a combattere il terrorismo islamico. Dopo un mese di bombardamenti, il collasso del regime di Kabul, premessa per la cattura di Bin Laden, non c'e' stato. La rivolta del Sud contro i Taliban non si e' materializzata. L'Alleanza del Nord si e' rivelata troppo debole per dare la spallata decisiva. Mai le previsioni delle intelligence occidentali sono state cosi' pessimistiche: aumenta l'odio di masse sterminate di poveri nei confronti dei ricchi occidentali, cresce il numero dei fondamentalisti, si preparerebbero altri piani di morte addirittura con l'utilizzo di armi nucleari. L'impulso al raffreddamento della situazione in Palestina non c'e' stato e il conflitto continua incandescente, con alta probabilita' di un coinvolgimento dell'intera regione medio-orientale. La guerra - per la sua tendenza ad autoalimentarsi, per le risorse economiche che mobilita, per all'atteggiamento culturale che sottintende - non e' in grado di fronteggiare la complessita' e la vastita' del male. La guerra non risolve. E' servita in Iraq? Saddam Hussein e' tuttora regnante. E' servita in Kossovo? Gli ex "amici" dell'Uck imperversano e stanno propagando il conflitto in Macedonia. La guerra e' assurda perche' colpisce sempre i soliti: milioni e milioni di innocenti, che andranno ad aggiungersi alle migliaia di morti delle Twin Towers. La guerra, questo si', serve a coprire il vuoto morale e politico dell'attuale classe politica italiana. Con la guerra pensano che l'Italia possa legittimarsi agli occhi del mondo come una grande nazione. Se sventoli la bandiera e spari, sei di serie A. E' questo un ragionamento che riteniamo ripugnante. Noi vogliamo continuare ad essere realisti. Il realismo chiede di fare quello che finora non si e' voluto fare: Onu con funzioni di governo mondiale, capacita' di intelligence per arrivare a colpire i veri colpevoli, lotta all'economia illegale e ai paradisi fiscali, creazione immediata dello Stato palestinese, superamento delle politiche economiche liberiste. Il realismo, soprattutto, non fa perdere la speranza. In quest'Italia sbandata, ci sono ancora molti uomini e donne di pace coraggiosi, che intendono stare su un piano diverso da quello di Bin Laden e dei suoi fanatici assassini - su un piano superiore -, che si impegnano testardi per un un mondo diverso, senza che tante altre vite umane vengano inutilmente spezzate. Noi vogliamo stare con loro. 9. DOCUMENTI. ASSOCIAZIONE RESISTENZA E PACE: CONTRO IL TERRORISMO E CONTRO LA GUERRA [Dall'associazione "Resistenza e Pace" (ass-rep at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Per la pace e la nonviolenza. Contro il terrorismo e contro la guerra. A due mesi dagli atroci attentati di New York e Washington, che hanno causato migliaia di vittime innocenti, ad oltre un mese dall'inizio dei bombardamenti anglo-americani sull'Afghanistan, che a loro volta hanno causato altre migliaia di vittime innocenti, e dopo l'entrata dell'Italia in guerra, non possiamo ignorare il pericolo che minaccia l'umanita'. In questo momento, in cui con maggiore evidenza si affacciano alla nostra coscienza tutti i motivi retorici e nefasti della guerra, non possiamo restare in silenzio. Vogliamo esprimere la nostra grave preoccupazione per la scelta del Governo e del Parlamento di offrire uomini e mezzi del nostro Paese per il prosieguo della guerra in territorio afgano. La nostra contrarieta' deriva dal dettato costituzionale che all'art. 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' di altri popoli e come mezzo di risoluzione della controversie internazionali". D'altra parte anche i conflitti piu' recenti (Iraq, Kosovo...) hanno ampiamente dimostrato quanto la guerra non risolva i problemi ma li trascini nel tempo e li aggravi. Tanto piu' questo conflitto sembra concedere nuovi argomenti, consensi e spazi d'azione al terrorismo che dice di voler debellare. In questo caso poi, ci sembra che continuino ad essere ignorate le Organizzazioni internazionali, che restano la strada maestra indicata dai padri che sottoscrissero la Carta delle Nazioni Unite. Infine rinnoviamo il nostro disappunto per la decisione della partecipazione italiana alla guerra in quanto tale decisione avviene nel momento in cui il conflitto ha ampiamente e tristemente dimostrato di non riuscire a risparmiare la vita dei civili che abitano l'Afghanistan e che subiscono cosi' un doppio conflitto. I soldati italiani vengono oggi usati per la gloria e la carriera di un gruppo di politici. C'e' da dubitare che i parlamentari che hanno votato si' alla guerra manderebbero i propri figli a combattere sul campo per gli "ideali" per cui scrivono i loro discorsi. Chiediamo l'immediata cessazione dei bombardamenti e di ogni altra operazione di guerra in Afghanistan. Chiediamo che il nostro Paese si dissoci dalla guerra e che sviluppi, in tutte le sedi, ogni possibile iniziativa per la pace, e per l'assistenza delle popolazioni profughe dell'Afghanistan. 10. DOCUMENTI. ASSOCIAZIONE PER LA PACE: RISPETTARE LA COSTITUZIONE [Dall'"Associazione per la pace" riceviamo e diffondiamo] L'"Associazione per la pace" invita tutti i cittadini, anche i cittadini militari, al rispetto della Costituzione Italiana e del Diritto Internazionale. "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo" (articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana). Noi rispetteremo la Costituzione Italiana, coscienti che le tre azioni indicate dall'articolo 11 siano l'unica possibile risposta al terrorismo e alle ingiustizie economiche e sociali che sottostanno ad esso. - L'Italia ripudia la guerra: quella che si sta combattendo in Afghanistan non e' un intervento di polizia internazionale e non puo' considerarsi lotta al terrorismo. La lotta al terrorismo si fa con la giustizia: colpendo i terroristi nei loro interessi economici, ma soprattutto dando mezzi e poteri ad un Tribunale Penale Internazionale che gli Usa non vogliono assolutamente. La Polizia Internazionale sotto l'egida dell'Onu purtroppo oggi e' solo un'idea, invece e' piu' "sicuro" bombardare dall'alto citta', ospedali, scuole, strade, tutto puo' essere considerato obiettivo strategico e i morti tra la popolazione civile uno spiacevole "inconveniente". - Consente alle limitazioni di sovranita': la posizione dell'Italia alla ricerca di un ruolo internazionale di primo piano al fianco degli Usa ci appare ridicola e drammaticamente in contraddizione con lo spirito di fondo cui sono nate le nazioni. Il percorso dovrebbe essere inverso, l'Italia dovrebbe richiamare gli Stati, e soprattutto l'Europa, ad un senso di responsabilita' verso le popolazioni coinvolte, ad un rispetto del diritto internazionale che non consente e non puo' avallare i bombardamenti, ad un impegno sempre piu' grande per la cancellazione delle ingiustizie economiche e l'affermazione dei diritti umani. La sovranita' dell'Italia, al contrario, non dovrebbe essere violata dalle pretese della Nato e degli Usa di poter fare sul nostro territorio cio' che vogliono, la tragedia del Cermis e' ancora nelle menti e nelle coscienze di tutti noi. - Promuove le organizzazioni internazionali: l'Italia si adoperi per la riforma delle Nazioni Unite, per la valorizzazione del Parlamento Europeo e per il dialogo tra paesi del nord e del sud del Mediterraneo. Ancora oggi due popoli a noi vicini aspettano che vengano loro riconosciuti i diritti fondamentali, il popolo palestinese ed il popolo kurdo. Gli accordi industrial-militari tra l'Italia e Israele e Turchia non ci sembrano assolvere all'impegno di promuovere le organizzazioni internazionali. 11. DOCUMENTI. ASSOCIAZIONE "VERDI AMBIENTE E SOCIETA'": NO ALLA GUERRA [Dall'associazione "VAS" (vasbiotech at tin.it) riceviamo e diffondiamo] In piazza e nei presidi per dire no alla guerra e si' alla pace. Alla base delle operazioni di guerra contro l'Afghanistan c'e' l'intreccio tra gli interessi del complesso militare-industriale (riarmo) e l'evidente negazione dei diritti umani, anche quando chi lancia bombe e missili si atteggia a difensore della liberta' e della civilta'. L'Associazione VAS (Verdi Ambiente e Societa'), che si batte da anni per un ambientalismo sociale ed ecopacifista, si dichiara fermamente contraria a qualsiasi partecipazione dell'Italia ad una guerra sempre piu' assurda ed ingiustificabile, che sta penalizzando popolazioni inermi e territori gia' disastrati, aggiungendo nuovi orrori alla violenza del terrorismo. Da cittadini di uno Stato che costituzionalmente "ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"; da ambientalisti preoccupati per il disastroso impatto di questi attacchi bellici; da nonviolenti convinti, ci opponiamo con forza alla complicita' del nostro Paese con una guerra pretestuosa e avventurista. Ferma e decisa la nostra condanna al terrorismo internazionale e a tutti i fondamentalismi che continuano a provocare migliaia di morti, come a New York. La guerra scatenata dagli americani contro quell'Afghanistan che essi stessi, al contrario, hanno ripetutamente armato e sostenuto nella sua involuzione antidemocratica ed integralista, paralizzandone per anni lo sviluppo socio-economico, rappresenta la sistematica violazione degli elementari diritti delle donne e degli uomini. Come hanno denunciato anche 30 vescovi di paesi del terzo mondo, c'e' il rischio che questi attacchi indiscriminati siano percepiti come "nuove forme di terrorismo" dalle vittime innocenti di una spirale di orrori di cui non s'intravvede la conclusione, col solo risultato di alimentare ulteriormente il fanatismo integralista ed i rischi di nuovi attacchi terroristici. L'Associazione "Verdi Ambiente e Societa'" lancia un appello a tutti coloro che vogliono la pace in Afghanistan, intesa come risultato di un effettivo disarmo, di uno sviluppo equo e durevole, e della difesa dei diritti umani e civili troppo a lungo negati. In tal senso, nel confermare la sua condanna della violenza terroristica e del fanatismo religioso, VAS appoggera' ogni iniziativa, compresa la disobbedienza civile e la resistenza nonviolenta, per ridiscutere e modificare l'atteggiamento dell'Italia coinvolta in prima persona in un conflitto armato che non e' giustificabile ne' moralmente, ne' giuridicamente, ne' politicamente. Al tempo stesso, VAS invita a manifestare solidarieta' concreta alla popolazione afgana, sostenendo tutte le possibili iniziative di tipo umanitario e sanitario e lancia un appello ad opporsi ad ogni forma d'intolleranza e di attacco strumentale nei confronti delle comunita' islamiche, in nome di un modello di convivenza democratica, pluralista e rispettosa di ogni cultura, la cui varieta' e' preziosa proprio come la biodiversita' a livello ecologico. 12. DOCUMENTI. RETE LILLIPUT E MIR DI FANO: L'ITALIA E' IN GUERRA, NOI NO [Attraverso Luciano Benini (lucben at libero.it), presidente del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), riceviamo e diffondiamo] La notizia del coinvolgimento diretto dell'Italia nella guerra in Afghanistan ci lascia costernati e indignati. Si tratta dell'ultimo atto (per ora) di una vicenda penosa per il nostro paese che ha visto il nostro governo pietire ripetutamente presso l'amministrazione americana perche' ci concedesse il "privilegio" di aggiungere ai loro i nostri soldati. L'Italia e' in guerra. Questo vuol dire che degli italiani potrebbero anche uccidere dei civili, la maggior parte dei quali donne e bambini e, a loro volta, essere uccisi. Siamo sicuri che molti di noi non vogliono che cio' accada. Vogliamo che chiunque ci veda sappia che siamo contrari alla guerra. Staremo tutti i mercoledi' di guerra, dalle ore 18 alle 19, in Piazza XX settembre. Mercoledi per ricordare il giorno infausto e sciagurato in cui il Parlamento italiano, salvo pochi parlamentari di cui diffonderemo la lista d'onore, ha deciso l'entrata in guerra dell'Italia. L'articolo 11 della nostra Costituzione recita inequivocabilmente che "L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", e anche i trattati internazionali che ci legano sono stati sottoscritti in accordo con questo principio costituzionale. Il voto del Parlamento italiano a favore dell'intervento armato e' dunque un atto di palese violazione di uno dei cardini su cui si regge il nostro ordinamento. I terroristi e quanti li finanziano sono da mettere in condizioni di non nuocere. Ma proprio per affermare i valori della civilta' si impone da parte nostra una revisione seria e profonda di quel tipo di politica economica che, allargando il fossato fra paesi ricchi e poveri, ha condotto il mondo a una situazione intollerabile, prestando il fianco alla propaganda dei vari terroristi del momento. Impostando la lotta al terrorismo attraverso la guerra, si fa proprio il gioco dei terroristi che potrebbero assurgere agli occhi di molti al ruolo di vittime, di eroi, di guide della collera dei poveri. La guerra contro l'Iraq non e' servita a cacciare Saddam Hussein, ha lasciato intatto il regime antidemocratico del Kuwait, ha provocato la morte di piu' di mezzo milione di bambini che per M. Albright, ex sottosegretario di Stato americano, sono stati un prezzo accettabile da pagare per riprendersi il petrolio del Kuwait. La guerra contro la Serbia ha prodotto morte e distruzione, ha rotto ogni prospettiva di convivenza fra Serbi e Kossovari, ha alimentato un eserciti di terroristi quale quello dell'UCK per disarmare il quale ora occorre nuovamente intervenire. Al contrario l'azione di pace nonviolenta, rispettosa dei valori supremi della persona e delle culture dei vari popoli, rafforza la possibilita' di sconfiggere il terrorismo, costruisce una vera cooperazione fra i popoli e avvia a soluzione i gravi problemi di ingiustizia internazionale per l'esistenza dei quali il terrorismo puo' cercare consensi e alibi. Staremo in piazza per ricordare la guerra, la sua atrocita', la sua inutilita'. Ci staremo in modo composto, coinvolgendo la gente nella riflessione, nel ricordo, nell'azione nonviolenta. Distribuiremo ogni mercoledi un comunicato sull'andamento della guerra e sulle iniziative nonviolente per opporvisi. Useremo un pezzo di stoffa bianco: appeso alla borsetta o alla ventiquattrore, attaccato alla porta di casa o al balcone, legato al guinzaglio del cane, all'antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola... Uno straccio di pace. E se saremo in tanti ad averlo, non potranno dire che l'Italia intera ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Vogliamo che quelli che sono contrari abbiano voce. Chiediamo l'adesione di singoli cittadini, ma anche comuni, parrocchie, associazioni, scuole e di quanti condividono questa posizione. Il vero nodo e', ancora una volta, etico-politico. 13. DOCUMENTI. L'APPELLO DI WOODY POWELL [Ridiffondiamo l'appello di Woody Powell del movimento "Veterans for Peace", sostenuto anche da Peacelink ed altri movimenti pacifisti e nonviolenti italiani ed internazionali. Per contatti: www.veteransforpeace.org, www.peace2001.org, www.peacelink.it] PeaceLink lancia assieme alla Global Peace Campaign giapponese e al movimento "Veterans for Peace" questo appello mondiale di Woody Powell, ex-combattente americano nella guerra di Corea. * Woody Powell: La migliore difesa Cari amici italiani, come potete immaginare facilmente, gli attacchi al World Trade Center di New York e al Pentagono a Washington sono stati gli atti criminali piu' atroci mai perpetrati nel mio paese. Soffro per le persone morte e insieme a quelle sopravvissute, tra le quali un caro cugino. Avendo anch'io provato gli stessi stati d'animo nella guerra in Corea, capisco e condivido i sentimenti d'incredulita', sgomento, paura, angoscia e rabbia che ci colgono in situazioni come questa. Nel mio caso, dopo la rabbia, pero' - grazie a Dio - e' tornato l'equilibrio. Dobbiamo essere equilibrati mentalmente per affrontare in maniera efficace il terrorismo e sconfiggerelo. Tutto cio' sara' a nostro vantaggio giacche' i terroristi sono ancora rimasti legati alla rabbia, rinchiusi dentro il rigido pensiero del fondamentalismo. Credo che sia un obbligo del nostro governo combattere il terrorismo in modo che non si riproducano le condizioni che lo hanno generato. Cio' significa, tra le altre cose, conoscere quali sono queste condizioni e come sono nate. Significa capire i terroristi. Conoscere il proprio nemico. Ogni volta che illustro questo punto mi si accusa di giustificare l'atto in se'. Lasciatemi dire categoricamente che capire il motivo dell'attacco non significa giustificarlo. Cio' semmai ci offre un indizio su come agire per un reale contributo alla sicurezza nazionale e mondiale. Ora che stiamo bombardando l'Afghanistan, le necessita' si fanno piu' urgenti. Ci sono milioni di Afghani che stanno per morire di fame e di freddo perche' gli aiuti, a causa delle bombe, non riescono a raggiungerli. Credo che dovremmo fermare i bombardamenti e rivolgere la nostra attenzione alla soluzione di questo disastro umanitario. Le nostre considerevoli risorse dovrebbero essere utilizzate per alleviare le sofferenze umane e non per crearne di ulteriori. Non credo che dovremmo intervenire con operazioni di terra perche' cio' porterebbe la regione ad affrontare un conflitto a lungo termine senza la speranza di un'eventuale stabilita'. Dovremmo ritirarci, mandar giu' il nostro orgoglio e la nostra sete di vendetta ed intraprendere il piu' difficile tragitto dello sviluppo del dialogo con i nostri opponenti. In altre parole, praticare la diplomazia. Se non ce la facciamo da soli dovremmo invitare una terza parte al tavolo delle trattative e partecipare ad un procedimento che non sara' solo sotto il nostro controllo. E' difficile per l'America pensare in questo modo. Parte di questo processo dovrebbe includere la consegna alla giustizia dei criminali che ci hanno attaccato. Vorrei che le Nazioni Unite fossero messe in condizioni di portare a termine questo compito. Sarebbe auspicabile un processo effettuato da un tribunale internazionale. E dopo? Qualunque piano dovrebbe includere uno studio serio sulle nostre relazioni con le popolazioni del mondo, e non solo con i loro governi, spesso improvvisati e impopolari. La convivenza reciproca richiede di trovare il giusto sistema per diventare i vicini di casa migliori. Ci sono motivi per cui la maggior parte del mondo ci vede come sfruttatori opportunistici di risorse vitali, piuttosto che come commercianti all'interno di un mercato libero. Dobbiamo capire questi motivi. Dobbiamo cambiare le nostre percezioni non attraverso delle relazioni pubbliche false ma con un atteggiamento nuovo e una politica di reciproca negoziazione. Cosa stanno facendo i "Veterani per la Pace"? I nostri membri sono impegnati in tutta l'America a portare avanti programmi educativi che permettano alla gente di esaminare la politica e l'azione pubblica in maniera critica, scrivendo editoriali, parlando agli studenti o ad ogni gruppo che ci ascolti, cercando insieme con loro la risposta a domande come: "Perche non si fidano dell'America ed hanno paura? ". All'estero, in collaborazione con delle persone del posto, realizziamo dei progetti per alleviare i danni causati dalle guerre. In Irak, per esempio, abbiamo ripristinato il sistema d'acqua potabile per 60.000 abitanti. Stiamo facendo ricerche, conferenze, cercando il modo migliore per guidare la nostra democrazia a migliorare la sicurezza mondiale; stiamo lavorando per un tempo in cui il terrorismo non sara' piu' considerato come la scelta finale dei senza speranza. * Questa lettera e' stata scritta da Woody Powell, ex-combattente americano nella guerra di Corea e Presidente del Movimento "Veterani per la pace", fondato negli USA nel 1985 per promuovere risposte nonviolente ai problemi mondiali e per abolire la guerra come strumento della politica internazionale. "Veterani per la pace" e' un'ONG (Organizzazione Non Governativa) rappresentata alle Nazioni Unite. Questa lettera e' diffusa dalla Global Peace Campaign (www.peace2001.org), un movimento nato in Giappone, il 15 di settembre, quattro giorni dopo la tragedia USA e dal movimento italiano PeaceLink (www.peacelink.it). Tra le iniziative promosse dalla Global Peace Campaign, proprio in questi giorni, si sta istituendo un premio per la pace, il "Global Peacemaker Award", per coloro che si adoperano, sia con le idee sia con i fatti, per l'eliminazione del terrorismo e della guerra nel mondo. Per ulteriori informazioni, vedere: www.bestgame.org 14. RIFLESSIONE. "NIGRIZIA": ILLUSIONI OTTICHE E POLITICHE DI PACE [Riportiamo l'editoriale del numero di novembre di "Nigrizia", l'ottima rivista promossa dia padri comboniani. Per contatti: redazione at nigrizia.it, www.nigrizia.it] Di fronte ai bombardamenti e alle azioni militari in territorio afgano vien da chiedersi: gli eserciti angloamericani sparano, ma chi prende la mira? E vien da rispondersi: la classe politica che in America e in Europa non riesce a staccarsi dallo strumento della "guerra giusta", che e' indissolubilmente legato alla cultura (in crisi) dell'interesse nazionale e della sicurezza nazionale armata; il terrorismo, che ha tutto l'interesse ad alimentare logiche di guerra e a cercare di annettersi settori consistenti dell'opinione pubblica musulmana mondiale. Dire, come dicono molti governanti occidentali, che l'attacco terroristico dell'11 settembre agli Stati Uniti e' un attacco a tutto l'Occidente, e far coincidere l'Occidente con il "Bene", e' un discorso reticente e pericoloso che rivela uno sguardo inattuale sul mondo. Un Occidente che abbia tratto qualche insegnamento dalla storia (quante volte il "Male" ha avuto il volto di noi occidentali?), per il peso politico che possiede e proprio per affermare i valori in cui crede, ha il dovere non di gettare benzina sui conflitti, ma di dare un contributo forte alla prevenzione delle crisi e dei terrorismi. Ma per farlo dovrebbe per primo superare la vecchia cultura delle sovranita' nazionali, che cozzano con la sicurezza collettiva e con l'interdipendenza mondiale, e assumere il criterio della governabilita' mondiale democratica - come ci ha piu' volte spiegato, anche su "Nigrizia", Antonio Papisca, esperto di diritto internazionale dell'Universita' di Padova. L'organismo piu' adatto a far questo c'e' gia', si chiama Onu e potrebbe condurre azioni politiche, diplomatiche, di polizia internazionale. Potrebbe, se gli stati occidentali gli attribuissero il ruolo giuridico e politico che gli spetta. Dunque l'Onu non e' inefficace, come recita un ritornello ricorrente; piuttosto non la si vuole efficace. Auguriamoci che il Nobel per la pace a Kofi Annan inauguri una nuova stagione. Per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamista, le bombe su Kabul non lo intaccano di certo. Semmai creano qui da noi l'illusione ottica che si stia facendo qualcosa di necessario mentre, in molte parti del pianeta, rischiano di gettare milioni di persone tra le braccia dell'integralismo islamico. Pensiamo all'Algeria, all'Egitto, al Marocco, alla stessa Libia: aumentano le difficolta' di chi in questi paesi cerca di dare una risposta culturale, sociale e politica all'integralismo. Ma pensiamo anche all'Italia: se e' vero (ed e' vero) che movimenti integralisti utilizzano il nostro paese come base per la loro penetrazione in Europa, la risposta italiana ed europea non puo' limitarsi alla repressione; deve muovere le leve di una politica responsabile (anche verso gli immigrati) che sia ponte per un dialogo continuo con l'islam moderato e che tolga il mondo islamico da quella condizione di marginalita' e subalternita' in cui si sente costretto. Una politica anche culturale - sulla quale la chiesa ha qualcosa da dire - che abbia all'ordine del giorno l'incontro, la conoscenza e la critica del pensiero islamico (vedasi il dossier di questo numero e anche quello del novembre dello scorso anno), ma anche la critica e l'autocritica del pensiero occidentale (che non coincide con quello "americano"). La Perugia-Assisi ha indicato che sono ancora molti a credere che e' possibile cambiare la qualita' della politica e la cultura politica. 15. MAESTRE. HANNAH ARENDT: L'INGANNO [Da Hannah Arendt, Politica e menzogna, Sugarco, Milano 1985, p. 111. E' un frammento del saggio "La menzogna in politica. Riflessioni sui Pentagon Papers" (ivi, pp. 85-122) la cui lettura o rilettura raccomandiamo caldamente] Quanti avevano intenzione di ingannare gli altri hanno cominciato ingannando se stessi. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 284 del 10 novembre 2001
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