Perché Berlusconi manifesta? Perche' ha i pacifisti tra i suoi elettori



La manifestazione pro-Usa organizzata oggi è segno di imbarazzo, di debolezza e di inquietudine. Infatti il NO ALLA GUERRA è trasversale e tocca tutti gli schieramenti. Lo ha rivelato un sondaggio d'opinione pubblicato ieri dal Corriere della Sera che documenta un appoggio limitato al 37% degli italiani per quanto riguarda la partecipazione delle nostre Forze Armate alle azioni militari. Tale appoggio (ripartito fra sinistra, centro e destra) è minoritario a sinistra e nel centrosinistra (22% sul totale di quell'elettorato), limitato al centro (33% sul totale di quell'area politica) e si attesta su un nient'affatto plebiscitario 59% nell'ambito dell'elettorato di destra e centro-destra. Per cui la manifestazione pro-Usa di oggi è il tentativo di raccogliere dei consensi attualmente mancanti per evitare di mostrare lo scollamento fra orientamento del Parlamento e orientamento dell'opinione pubblica. Buoni segnali arrivano per i pacifisti: raccolgono consensi a sinistra (64 votanti su 100), al centro (39 votanti su 100) e anche a destra (26 votanti su 100): la media è del 44% sull'opinione pubblica globale. E' il segnale che il movimento per la pace ha radici non solo a sinistra ma anche al centro e nel centro-destra. La cultura dei diritti umani, messa in crisi da questa guerra, è ormai patrimonio che travalica singole identità politiche. Il "no alla guerra" e' quindi trasversale e non puo' essere bollato come antiamericanismo o come complicità con il terrorismo: le accuse ai pacifisti si ripercuotono come un boomerang su qualunque parte politica le lanciasse. Spetta ora a noi saper gestire intelligentemente questa partita e tenere in scacco i sostenitori della guerra facendo leva sulle forti contraddizioni e i deficit di consenso entro cui su muovono e su cui rischiano di inciampare e cadere rovinosamente.