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La nonviolenza e' in cammino. 268
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 268
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 25 Oct 2001 08:40:28 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 268 del 25 ottobre 2001 Sommario di questo numero: 1. Donne in nero: campagna Nafas ("Respiro") di accoglienza di profughe e profughi in Pakistan 2. Francesco Iannuzzelli, di ritorno dall'azione diretta nonviolenta di Faslane 3. Un appello da Trieste 4. I mercoledi in silenzio per la pace a Genova 5. Per la pace in Kurdistan e la democrazia in Turchia 6. Il 25 ottobre a Torino 7. Il 25 ottobre a Roma Fernanda Navarro 8. Benedetta Frare, il 25 ottobre a Perugia 9. Il 27 ottobre a Bologna 10. Il 29 ottobre a Cagliari 11. Un convegno a Chieti il 30 ottobre 12. Scuola di educazione alla pace a Roma 13. Annarosa Buttarelli: un pensiero di Edith Stein 14. Letture: AA. VV., Il progetto migratorio tra aspettative collettive e liberta' individuali 15. Letture: Liana Fiorani, Dediche a don Milani 16. Letture: Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve 17. Presentazione di ZNet e ZNet-It 18. Per studiare la globalizzazione: da Francesco Tonucci ad Antonio Tricarico 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento 20. Per saperne di piu' 1. INIZIATIVE. DONNE IN NERO: CAMPAGNA NAFAS ("RESPIRO") DI ACCOGLIENZA DI PROFUGHE E PROFUGHI IN PAKISTAN [Da Nadia Cervoni (giraffan at tiscalinet.it), impegnata nell'esperienza delle Donne in nero, riceviamo e diffondiamo] Le Donne in Nero in collaborazione con HAWCA (Humanitarian Assistance for the women and children of Afghanistan) promuovono la campagna di raccolta fondi di emergenza per l'accoglienza di profughe e profughi afghani in Pakistan. Le Donne in Nero sono un movimento internazionale di donne pacifiste. Ripudiano ogni forma di guerra, di terrorismo e di violazione dei diritti umani e civili, ricercano pratiche nonviolente per la risoluzione dei conflitti, promuovono la diplomazia dal basso. A muoverle e' sempre la relazione diretta con le donne dei luoghi difficili, palestinesi, israeliane, dei Balcani, afghane, kurde, algerine, con tutte coloro che lavorano per l'affermazione di una politica internazionale delle donne libere da guerre violenze e poverta', per la pari opportunita' e i diritti. Dal 1999 le Donne in Nero collaborano e sostengono le donne afghane attraverso l'HAWCA. L'HAWCA e' una organizzazione non governativa composta per la maggioranza da donne profughe afghane, con sede a Peshawar in Pakistan. Opera sia nei campi profughi pakistani che in varie province dell'Afghanistan. Lavorano per la cessazione dei conflitti e per la ripresa di un processo di pace guidato dai principi della democrazia. Aree prioritarie dei loro interventi sono l'istruzione per donne, bambine e bambini, l'assistenza sanitaria e progetti di piccola imprenditoria femminile. Dal 2000, anno della siccita' in Afghanistan, tra le sue missioni l'HAWCA ha quella di accogliere il continuo arrivo di profughi che scappano dalla terribile situazione in cui si trova il loro paese. Attualmente, soffocata dal regime dei Talebani e schiacciata dalle bombe degli Stati Uniti d'America e dei loro alleati, la popolazione afghana vive un ennesimo tragico momento della sua storia. Migliaia di profughe e profughi, mancanza di prospettive di ricostruzione. Intrecciare insieme i fili della solidarieta' nella sofferenza e nella speranza di pace vuol dire anche dare un sospiro di sollievo a queste donne ed uomini direttamente colpiti dal peggiore dei mali causati da esseri umani su altri esseri umani, la guerra. Con 35.000 lire si garantisce ad una famiglia afghana profuga in Pakistan per un mese: coperte, 5 kg di olio da cucina, 20 kg di farina 15 kg di riso, 5 kg di zucchero. Con altre L.35.000 si garantiscono le medicine necessarie alle cure sanitarie familiari. Per sostenere l'HAWCA con le Donne in Nero si puo' contribuire: - tramite bonifico bancario da una qualsiasi banca o presso le filiali di Banca Etica al n. c/c 103344, Banca Popolare Etica, Padova, Codice ABI 5018, Codice CAB 12100, causale Rete Donne in Nero; - oppure con un versamento sul c/c postale n. 12182317 intestato a Banca Etica, indicando nella causale il n. di c/c 103344, Rete Donne in Nero. Per informazioni Campagna Nafas/Donne in Nero: tel. 0669950217, fax 0669950200, cell. 3292007016 oppure 3294159514 oppure 3494484269, e-mail: zeldalilliput at tiscalinet.it 2. INIZIATIVE. FRANCESCO IANNUZZELLI: DI RITORNO DALL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DI FASLANE [Francesco Iannuzzelli, pacifista nonviolento impegnato nell'esperienza di Peacelink, ha preso parte all'azione diretta nonviolenta di Faslane del 23 ottobre. Per contatti: francesco at href.org] Vi scrivo questo resoconto della manifestazione nonviolenta di lunedi' 23 ottobre a Faslane, in Scozia. La manifestazione era stata organizzata dal CND scozzese insieme a Trident Ploughshares allo scopo di bloccare gli ingressi della base militare britannica di Faslane; questa manifestazione si svolge tutti gli anni (da quest'anno due volte all'anno) per protestare contro la presenza dei sottomarini nucleari balistici britannici che sono dislocati nella base. Per informazioni piu' dettagliate su cosa sono questi sottomarini vi consiglio di leggere questa FAQ: http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/rischio_nucleare/sottomarini/tride nt.shtml all'interno della sezione disarmo del sito di PeaceLink, dove trovate anche altre informazioni sulla campagna di PeaceLink contro il rischio nucleare: http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/rischio_nucleare Alla manifestazione hanno partecipato circa mille persone, giunte da tutta la Gran Bretagna; l'eta' dei manifestanti era molto varia, da bambini giocosi di dieci anni a novantenni arzilli e battaglieri. Alle 7 di mattina ci siamo legati le braccia dentro dei tubi di plastica, formando cosi' delle catene umane ben difficili da sciogliere, e ci siamo sdraiati per terra davanti agli ingressi della base, bloccandone l'accesso ai dipendenti che vi si recano al lavoro la mattina. La manifestazione aveva e ha sempre avuto in passato la caratteristica di essere assolutamente nonviolenta. I manifestanti si sdraiano per terra e oppongono ragionevole resistenza ai tentativi delle polizia di rimuoverli, e la polizia stessa opera con ragionevole forza le procedure di arresto. Training nonviolenti si erano svolti nei giorni precedenti per preparare i manifestanti, e la polizia era stata informata dei dettagli della manifestazione, ma non ne ha impedito lo svolgimento come avrebbe potuto (sarebbe bastato bloccare i pullman prima della partenza da Glasgow). Mi sembra importante far rilevare questo aspetto, ovvero di come sia possibile manifestare nonviolentemente il dissenso verso la guerra, arrivare anche ad un atto forte come il blocco di una base militare e confrontarsi con la polizia senza che la situazione degeneri in alcun modo. Al clima molto pacifico e di reciproca fiducia ha sicuramente contribuito il proverbiale carattere amichevole degli scozzesi, sia dalla parte dei manifestanti che da quella dei poliziotti, e soprattutto la presenza di una vasta fascia della popolazione, anziani, famiglie, bambini, preti, deputati, etc., tutti quanti attivi in questa forma di disobbedienza civile e pronti anche a farsi arrestare. In merito e' interessante ricordare che, secondo un recente sondaggio, il 51% della popolazione scozzese appoggia queste proteste contro le basi militari. Le attivita' di sgombero sono cominciate poco dopo e sono continuate per tutta la mattina; per la polizia e' stato particolarmente laborioso rompere le catene umane e ha dovuto far ricorso a seghetti elettrici, pinze e forbici per tagliare i tubi e rompere le corde e le catene. Come conseguenza della manifestazione, le attivita' della base sono rimaste bloccate per circa 5 ore. Alla fine 171 persone sono state arrestate, in maggioranza donne, e trasportate verso le vicine stazioni di polizia. Tra gli arrestati anche tre membri del parlamento (due scozzesi e un'irlandese), due pastori della chiesa scozzese e numerosi anziani. Io sono stato trasportato insieme ad altri nella vicina Glasgow, dove dopo le pratiche di routine sono stato rinchiuso in cella insieme ad altri due manifestanti. I miei compagni di cella sembravano usciti direttamente da un film di Ken Loach (a parte gli scherzi, uno di loro ha effettivamente fatto la comparsa in alcuni film di Loach) e, nonostante l'apparenza (e la temperatura) gelida della prigione di Glasgow, la polizia si e' mostrata gentile e corretta. Tutti siamo stati notificati del reato commesso, identificati, fotografati e ci sono state prese le impronte digitali mediante un moderno apparecchio informatico. Fortunatamente non siamo stati sottoposti al prelievo per la schedatura del DNA (al quale comunque ci saremmo opposti, per quanto possibile). Dopo circa 9 ore di cella siamo stati rilasciati, per primi cosi' come per primi eravamo stati arrestati. Via via anche tutti gli altri manifestanti sono stati rilasciati e chi non e' partito subito ha trovato rifugio presso il Kinning Park Community Centre che ci ha offerto ospitalita' per la notte. Ora l'iter giudiziario procedera' con l'invito a comparire per il processo che si svolgera' tra qualche mese. Le pratiche legali pero' sono lunghe e vengono spesso lasciate decadere o convertite in una semplice multa. La prossima manifestazione sara' a febbraio 2002 e se non ricevero' il "warning" (ovvero l'intimazione a non commettere piu' il reato in questione pena una detenzione decisamente piu' lunga), vi partecipero' nuovamente. Concludendo, il blocco parziale di una base militare, utilizzando tecniche nonviolente e coinvolgendo ampie fasce della popolazione, e' una dimostrazione molto forte e interessante di come la disobbedienza civile sia uno strumento molto potente di denuncia e di informazione contro la guerra. Quasi tutti i media britannici (e anche alcuni italiani, grazie alla tempestiva e pressante campagna informativa organizzata al riguardo da PeaceLink) hanno dato risalto alla vicenda e dato spazio alle voci dei manifestanti, che hanno avuto cosi' l'occasione di denunciare non solo l'assurdita' degli armamenti nucleari, ma anche della guerra attualmente in corso in Afghanistan. C'e' infatti un legame stretto tra Faslane e Kabul, in quanto i sottomarini nucleari britannici schierati contro l'Afghanistan sono partiti proprio da questa base qualche settimana fa. Ci tengo infine a ringraziare tutti coloro che sono stati vicini a me e a tutti gli arrestati attuando come forma di solidarieta' il digiuno fino alla liberazione di tutti i manifestanti. 3. MATERIALI. UN APPELLO DA TRIESTE [Diffondiamo questo appello del Centro studi e ricerche per la pace dell'Universita' di Trieste (www.units.it/cusrp/11_09_2001.html)] Come e' tristemente noto, l'11 settembre 2001 negli Stati Uniti quattro aeroplani sono stati dirottati e fatti precipitare su obiettivi civili e militari, provocando migliaia di vittime e ingenti danni. Il Centro studi e ricerche per la pace dell'Universita' di Trieste condanna tali attentati coerentemente con i propri principi statutari che si ispirano alla cultura della pace e della nonviolenza. Ritiene che in questa situazione sia suo preciso dovere culturale oltre che morale, e logica prosecuzione dell'impegno scientifico che lo caratterizza, prendere posizione sulla guerra in corso. La guerra, al di la' delle imprevedibili conseguenze umane e ambientali, non ha mai risolto i conflitti economici, politici e culturali che l'hanno generata. Il Centro considera in particolare che la diversita' delle culture sia un dato sicuramente positivo sul piano culturale, e che le mobilitazioni militari in corso rischiano di demonizzarla a fini propagandistici. Il Centro sostiene che solo nel rispetto dei diritti dei diversi popoli, nella fine dello sfruttamento di intere aree geografiche, nella cooperazione paritaria tra economie, politiche e culture si possa avviare uno sviluppo umano solidale che porti alla soluzione dei conflitti esistenti. Il Centro considera che l'imbarbarirsi delle relazioni tra religioni e culture sia un elemento pericoloso e foriero di effetti disastrosi; in particolare il Centro auspica che, sia nel mondo islamico sia in quello cristiano, si possano sviluppare le tendenze verso la comprensione e la tolleranza e si svuotino le campagne d'odio tipiche di ogni fondamentalismo. Riguardo alla risposta bellica all'atto terroristico, il Centro esprime le seguenti considerazioni: 1. Inutilita' dell'azione militare - ritiene che l'azione militare che gli Stati Uniti e i loro alleati stanno mettendo in atto e che si configura come l'inizio di una vera e propria guerra di lunga durata non abbia alcun requisito come mezzo di prevenzione di azioni criminali di gruppi terroristici che appaiono radicati anche nei paesi occidentali, e non unicamente in un particolare paese islamico. Da questo punto di vista la risposta militare puo' al piu' essere considerata una sorta di rappresaglia, un'operazione certamente destinata nel lungo periodo a sollecitare nuove iniziative criminali e un'ulteriore destabilizzazione dell'area coinvolta; il Centro rileva con preoccupazione che e' annunciata l'estensione dei bombardamenti contro altri paesi tuttora non nominati; 2. Coinvolgimento di civili innocenti - nota come nei conflitti armati degli ultimi anni, anche in quelli gestiti dagli stessi soggetti che sono scesi in campo oggi (Panama, Iraq, Bosnia, Sudan e Afghanistan, Serbia), i civili costituiscono la maggioranza delle vittime del conflitto, in aperta violazione di tutte le convenzioni sulla salvaguardia dei non combattenti; il Centro ritiene che la morte di civili sia un prezzo inaccettabile da pagare, che pone gli effetti dell'azione militare in corso sullo stesso piano di quelli dell'atto terroristico che ne dovrebbe costituire la giustificazione; il Centro rileva che il semplice annuncio dell'azione militare aveva gia' provocato in Afghanistan la fuga di centinaia di migliaia di persone in condizioni ai limiti della sopravvivenza, sfollati per i quali, colpevolmente, non si prevede ancora un aiuto logistico adeguato; il Centro denuncia il fatto che la popolazione civile subira' gli effetti nefasti della guerra anche a livello alimentare, sanitario, psichiatrico, conseguenze tanto piu' gravi per l'approssimarsi della stagione fredda; il Centro ricorda inoltre che gli afghani non si sono tuttora ripresi dalle devastazioni della guerra civile e dal conflitto con le truppe di occupazione sovietica nonche' dall'oppressione del governo dei talebani; 3. Opzione nucleare - giudica inammissibile l'impiego di armi nucleari, dinanzi alle quali impallidirebbero le conseguenze sanitarie e ambientali dell'uso dei proiettili all'uranio impoverito e si ripeterebbe l'orrore di Hiroshima e Nagasaki; il Centro legge con indignazione le dichiarazioni del Segretario alla Difesa statunitense sul possibile utilizzo dell'arma nucleare; il Centro rileva come ad oggi, per quanto a sua conoscenza, non vi siano state, in Italia, negli Stati Uniti o altrove, reazioni adeguate alla gravita' di tali affermazioni; 4. Opacita' del percorso decisionale e art.11 della Costituzione - sottolinea che a tutt'oggi non esiste un'effettiva rivendicazione dell'attentato; il Centro rileva che gli obiettivi dichiarati degli stati maggiori sembrano individuati piuttosto come nozione comune e come presunzione di responsabilita' che come risultato di un processo investigativo (1); la decisione operativa sembra interamente demandata agli apparati militari; di fronte alle recenti risoluzioni del Parlamento italiano che approvano l'intervento militare, il Centro ricorda invece che la Costituzione italiana, all'articolo 11, recita: "L'Italia ripudia la guerra come (...) mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"; il Centro rileva che, una volta di piu', l'ONU, la cui assemblea dovrebbe comporre i conflitti internazionali, e' completamente esclusa dal percorso decisionale; 5. La questione delle responsabilita' - giudica che il governo degli Stati Uniti, anche se la sua popolazione e' stata colpita da un gravissimo attentato terroristico, non abbia la credibilita' morale per agire contro l'organizzazione dei talebani, avendola esso stesso finanziata negli anni '80; il Centro ritiene che le cifre stanziate d'urgenza per fini militari all'indomani degli attentati (decine di migliaia di miliardi di lire, un importo pari ai bilanci finanziari annuali di diversi stati del Sud del Mondo) siano un'offesa ai quattro quinti piu' poveri del pianeta dove, per citare anche solo un dato eloquente fornito dall'ONU, sono decine di migliaia i bambini che muoiono di fame ogni giorno senza fare notizia; il Centro ricorda come gli Stati Uniti, il piu' importante contribuente al bilancio dell'ONU, siano in arretrato con i pagamenti per centinaia di miliardi; ricorda ancora come gli Stati Uniti non abbiano sottoscritto un certo numero di importanti trattati internazionali: la Convenzione di Ottawa sulle mine anti-uomo, la Convenzione sulle armi batteriologiche, il Trattato di Roma per la creazione di un Tribunale Penale Internazionale delle Nazioni Unite, il Protocollo di Kyoto sull'ambiente, etc.; 6. Auspici e richieste - come associazione pluralistica si associa all'auspicio formulato da tante personalita' della cultura, della politica e del mondo religioso (2) affinche' il Presidente degli Stati Uniti e i governi alleati sospendano le operazioni belliche; - indirizza al governo italiano e al presidente della Repubblica, garante della Costituzione, un appello affinche' sia scrupolosamente verificato il rispetto dei trattati internazionali e della legge fondamentale italiana; - chiede al rettore dell'Universita' di Trieste di porre la questione della grave e pericolosa situazione internazionale di guerra all'ordine del giorno della prossima seduta del Senato Accademico, affinche' l'Universita', massima espressione di sensibilita' culturale e attenzione critica, ribadisca l'esigenza della pace, un'esigenza primaria dell'umanita' intera; - chiede ai dirigenti del sistema informativo dell'Universita' di Trieste di diffondere il presente messaggio a tutti i dipendenti dell'Universita' affinche' anche questo testo possa contribuire a sensibilizzare la comunita' universitaria e ad avviare un ampio dibattito sulla questione. Trieste, 10 ottobre 2001 Adesioni al testo del presente comunicato vanno inviati all'indirizzo e-mail cusrp at units.it ovvero alla segreteria del Centro Studi e Ricerche per la Pace dell'Universita' di Trieste, c/o Federico Della Valle, Dipartimento di Fisica, via A. Valerio 2, 34127 Trieste * Note 1. Ricordiamo, ad esempio, come anche per l'attentato del 1993 ad Oklahoma City si parlasse in un primo momento di una pista araba e solo piu' tardi si riconobbe la colpevolezza di un neonazista statunitense, che e' stato recentemente giustiziato senza peraltro mettere a tacere le voci di un possibile coinvolgimento nell'attentato dei servizi segreti; lo stesso procedimento fu seguito con l'attentato all'aereo Pan Am nel 1988 a Lockerbie: la prima etichetta di colpevolezza fu assegnata all'Iran mentre in seguito furono processati due libici, dei quali uno fu assolto e l'altro e' ancora in giudizio. 2. Tra le tante prese di posizione contro la guerra vogliamo ricordare qui quelle del papa Giovanni Paolo II, del segretario dell'ONU Kofi Annan, del rettore dell'Universita' per la Pace delle Nazioni Unite Martin Lees, dei premi Nobel Mairead Corrigan Maguire, Rigoberta Menchu', Adolfo Perez Esquivel e Dario Fo, dell'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, degli intellettuali Susan Sontag, Noam Chomsky, Robert Fisk, Eduardo Galeano, Umberto Galimberti e Edward Said, della deputata statunitense Barbara Lee, dell'ex Procuratore Generale USA Ramsey Clark. Un appello universitario che negli Stati Uniti ha avuto larghissimo seguito puo' essere trovato all'indirizzo http://home.uchicago.edu/~dhpicker/petition In Italia, in ambito universitario, segnaliamo l'appello dei docenti della Facolta' di Ingegneria dell'Universita' La Sapienza di Roma (primo firmatario Marco Balsi, balsi at uniroma1.it) e la presa di posizione di Domenico Jervolino, docente di Filosofia del Linguaggio all'Universita' di Napoli (djervol at tin.it). 4. INIZIATIVE. I MERCOLEDI IN SILENZIO PER LA PACE A GENOVA [Riceviamo e diffondiamo] Tutti i mercoledi, dalle ore 18 alle 19, i pacifisti della rete contro g8 manifestano silenziosamente a Genova, sui gradini del Palazzo Ducale, la propria opposizione al terrorismo ed alla guerra. L'iniziativa si ripete settimanalmente dall'indomani dell'attentato di New York. Di seguito, il testo del volantino distribuito. Scrivono gli intellettuali palestinesi Yaser Abed Rabbo, Hanan Ashrawi, Mahmud Darwish, a proposito dell'attentato alle Twin Towers: "Non c'e' nessuna causa -neanche una causa giusta- che possa fare delle uccisioni di civili innocenti un atto legittimo. Il terrore non lastrica la strada della giustizia ma e' il cammino piu' breve per l'inferno. Noi condanniamo e deploriamo questo crimine orrendo, condanniamo chi l'ha pianificato e perpetrato, con tutta la nostra forza. La nostra partecipazione al dolore delle vittime, al dolore delle loro famiglie e dell'intero popolo americano in questi momenti difficili non e' che l'espressione del nostro profondo impegno verso l'unicita' del destino umano". Con questa premessa, che facciamo pienamente nostra, chiediamo a tutti di voler resistere alla tentazione irrazionale, derivante dalla repulsione per l'attentato dell'11 settembre, di chiedere una immediata e forte reazione militare. Tale atteggiamento conduce inevitabilmente a giustificare la guerra in atto contro le citta' dell'Afghanistan. Guerra che nulla ha a che fare con un intervento di polizia internazionale. Nessuna guerra ha mai raggiunto l'obiettivo dichiarato, come quello di colpire i responsabili di atti criminali; ogni guerra ha sempre provocato distruzione e morte tra la popolazione inerme, ed ha lasciato in eredita' alle popolazioni stesse risentimenti ed odi verso coloro che hanno colpito ed il mondo che rappresentano. Ogni guerra ha creato cioe' il brodo di coltura ideale per fanatici estremisti ed assassini. Siamo sempre piu' convinti che non gli Usa, la Gran Bretagna, la Nato con atti di guerra, ma soltanto un'organizzazione mondiale autorevole sia lo strumento idoneo per la soluzione di situazioni simili a quella dell'11 settembre. Ad attivarsi contro ogni crimine perpetrato nei confronti dei popoli potrebbe essere un'Onu riorganizzata secondo principi di assoluta parita' tra tutti i suoi membri e munita di una polizia internazionale. Giulio Marcon, presidente del Consorzio Italiano di Solidarieta', ha dichiarato: "E' riprovevole che proprio molti dei paesi oggi protagonisti della coalizione internazionale antiterrorismo (tra cui gli Stati Uniti che dal terrorismo sono stati colpiti) abbiano di fatto impedito, anche recentemente, la costituzione di sedi di giudizio, come la Corte Penale Internazionale, che avrebbero potuto giudicare e perseguire gli autori dei crimini contro l'umanita' di New York e di Washington". Fino a quando nel mondo regnera' l'ingiustizia, la pace restera' una parola vuota. Se i paesi piu' ricchi del mondo non cesseranno di voler governare il pianeta da soli, secondo regole che li rendono sempre piu' ricchi a discapito dei piu' poveri,la pace non potra' essere raggiunta. Occorre individuare, giudicare e perseguire solo i colpevoli. No alla guerra, si' alla giustizia e alla pace. Rete contro g8 per la globalizzazione dei diritti www.controg8.org Per informazioni: Norma Bertullacelli 0105704871, 3473204042; Antonio Bruno 0106982958, 3393442011; Graziella Gaggero 010594796, 3474197646; Mariangela Grixoni 3478300100; Roberto Leoni 0105220512; Pino Parisi 3392179295; Attilio Ratto 3357475647; Sergio Tedeschi 010460483. 5. UN APPELLO. PER LA PACE IN KURDISTAN E LA DEMOCRAZIA IN TURCHIA [Il testo di questo appello (promosso mesi addietro) e l'elenco aggiornato delle adesioni a sostegno di esso, abbiamo ripreso dall'ultimo numero di "Newroz 2001", n. 7 del 23 ottobre 2001, news from Kurdistan, notiziario mail a cura dell'associazione Azad. Redazione c/o Villaggio globale, Ex-mattatoio, Lungotev. Testaccio snc, 00154 Roma, tel. 0657302933 - 3396504639 - 3333510598, fax/segr. 0657305132, e-mail ass.azad at libero.it] Da un anno il movimento kurdo in Turchia, per la prima volta nella storia dei movimenti di liberazione, ha rinunciato unilateralmente all'uso delle armi ed ha avanzato una proposta aperta di dialogo per la pace e la democrazia in Turchia e nell'intero Kurdistan. Mentre si riaccendono venti di guerra nel Kurdistan irakeno, e da quella regione e dalla Turchia s'intensifica l'esodo dei profughi, questa proposta non ha ancora trovato una forte sponda nelle istituzioni, nella societa' civile e nei movimenti pacifisti europei. Ci impegnamo affinche' il Duemila sia l'anno zero d'una nuova storia, attraverso: - la ripresa di quella "diplomazia dal basso" che nell'aprile del '97 produsse la Conferenza internazionale di Roma, per aprire la strada a una vera trattativa di pace; - la legittimazione a questo fine, in Europa e in Turchia, degli organismi rappresentativi del popolo kurdo, a partire dal suo parlamento in esilio, il Knk (Congresso nazionale kurdo), e dal suo maggiore partito, il Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan); - una forte pressione internazionale per l'abolizione della pena di morte in Turchia e per un'amnistia che sottragga all'isolamento e al carcere i prigionieri politici a partire da Abdullah Ocalan, rifugiato riconosciuto in Italia, oggi in pericolo di vita nella cella della morte di Imrali; - un'estesa cooperazione internazionale e una rete di gemellaggi, progetti, delegazioni e presenze europee che diano forza ai movimenti delle donne e della societa' civile kurda e turca per la pace, e che contribuiscano allo sforzo per il ritorno dei milioni di profughi e la ricostruzione dei villaggi distrutti e minati, abolendo la legislazione di emergenza che grava sulle province kurde e fermando progetti devastanti che incentivano l'esodo, come il sistema di dighe sul Tigri e l'Eufrate; - il blocco, gia' richiesto da Amnesty International, della fornitura alla Turchia di elicotteri, blindati ed altri armamenti atti alla repressione; - un'accoglienza civile dei profughi kurdi, ai quali va garantita protezione umanitaria e asilo in Italia e il ricongiungimento con i familiari in Europa, aprendo canali che li sottraggano al traffico illegale. Primi firmatari: padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; padre Nicola Giandomenico, coordinatore Tavola della pace; Gianni Mina', giornalista; Giovanni Conso, giurista; Luisa Morgantini, parlamentare europea; Flavio Lotti, coordinatore Enti locali per la pace; Tom Benettollo, presidente Arci; Dino Frisullo, segretario di Senzaconfine; Angela Bellei, presidente di Azad; Giuseppe Di Lello, europarlamentare e magistrato; Sandra Mecozzi, dell'Ufficio internazionale Fiom-Cgil; don Tonio Dell'Olio, presidente di Pax Christi; don Andrea Bigalli, parroco a S. Casciano (Fi); Mario Gay, presidente del Cocis; Domenico Gallo, magistrato, di "Pace e diritti"; Peppe Sini, responsabile Centro ricerca per la pace di Viterbo; Massimo Ghirelli, direttore Archivio Immigrazione; Alessandra Tebaldi e Flavio Pessina, della cooperativa Amandla (Bergamo); Simonetta Tunesi, vicecoordinatrice Anpa - Agenzia protezione ambiente; Barbara Laveggio, direttrice Istituto Cooperazione allo sviluppo (Alessandria); Giuseppe Faso, Moreno Biagioni e altri ("Africa insieme" Toscana); Armando Michelizzo (Comitato solidarieta' con la gente ex-jugoslava - Ivrea); M. Lepore, O. Ciavatti, L. Ropa (Sinistra giovanile Bologna); Kolja Canestrini (Studi per la pace, Milano); Giorgio Ellero (Circolo Gramsci Prc, Trieste); Mariella Console (Torino); padre Marcello Storgato (superiore Missionari Saveriani); don Gianni Novello (vicepresidente Pax Christi, comunita' Santa Maria delle Grazie, Rossano C.); Debora Dameri (Roma); Titta Davala' (Consiglio federale Verdi); Nicoletta Dentico, presidente di "Medici senza frontiere"; Nino Sergio, presidente dell'ong "Intersos"; Elisa Lion e Giuseppe Schiavello, per "Mani tese"; Giancarlo Tenaglia, Giacomo Viola ("Campagna mine", Nobel per la pace '97); Davide Cerruti e Giannina Dal Bosco, per l'"Associazione per la pace"; Luciano Benini, presidente del Mir; padre Angelo Cavagna, presidente del Gavci; Stefano Guffanti e Roberto Minervino, segreteria nazionale Loc; Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta". 6. INCONTRI. IL 25 OTTOBRE A TORINO [Dalle Acli di Torino (aclitorino at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo] Culture in silenzio e in dialogo: per dire no al terrorismo, per dire no alle guerre. Giovedi 25 ottobre, alle ore 21.00, in Piazza Castello, angolo via Garibaldi, Torino. L'incontro e' promosso dalle seguenti associazioni torinesi (elenco provvisorio): Acli, Acmos, Agesci, Arci, Associazione Giovanile Salesiana, Associazione Solidarieta' Giovanile, Azione cattolica, Beati costruttori di pace, Cap, Centro Studi Sereno Regis, Centro Teologico, Cittadella delle Civilta' (APS, CCM, CISV, LVIA, CICSENE, RETE, MAIS, MSP), Comitato di Solidarieta' con il popolo del Guatemala, Commissione Diocesana per l'Ecumenismo, Commissione Evangelica per l'Ecumenismo, Comunita' Ortodossa Romena, Coop. Mondo Nuovo, Gioc, Gruppo Abele, Il Foglio, Insieme per Graz, Meic, MIR - Movimento Nonviolento, Missioni Consolata, Pax Christi, Rete di Lilliput, Loc, SCS/CNOS, Scuola per l'alternativa, Sermig, Strumenti di Pace, Tempi di fraternita', Vis. Interverranno: don Piero Gallo, Parroco di SS. Pietro e Paolo a San Salvario; Victoria Monsey, statunitense, membro Commissione Distrettuale Nord Italia Chiese Valdesi Metodiste; Elvio Arancio, Responsabile Confraternita Sufi di Torino; Elsa Bianco, Vicepresidente Nazionale Unione Buddista Italiana; Padre Giorgio Vasilescu, Parroco Comunita' Ortodossa Romena; Enrico Peyretti, Mir - Movimento Nonviolento. 7. INCONTRI. IL 25 OTTOBRE A ROMA FERNANDA NAVARRO [Da Democrazia Popolare (democraziapopolare at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo] Il giorno 25 ottobre presso la Casa dei Popoli, in viale Irpinia 52, a Roma, dalle ore 16, si terra' un incontro con Fernanda Navarro, del Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale (FZLN) del Chiapas, gia' collaboratrice di Bertrand Russell e Salvador Allende; e con Anselmo Schwertener, del Movimento Senza Casa del Brasile. All'incontro saranno presenti numerosi artisti ed intellettuali. Per informazioni: tel. e fax: 062752439. 8. INCONTRI. BENEDETTA FRARE: IL 25 OTTOBRE A PERUGIA [Da TransFair (transfai at intercity.it) riceviamo e diffondiamo] TransFair Italia e Save the Children lanciano "Cioccolatopositivo: piu' diritti, piu' cacao". Una campagna di sensibilizzazione sul legame tra produzione di cioccolata e le condizioni di vita e i diritti dei bambini. Eurochocolate ha aperto le porte di Perugia alle grandi e piccole aziende che hanno fatto del cacao, l'oro dei maya, motivo di guadagno e di prestigio. Ma la produzione di questo prodotto, fonte di gioia per il palato e oggetto della passione di milioni di persone, determina, in molti casi, precarie condizioni di vita di migliaia di individui e la negazione dei diritti dei bambini nei paesi fornitori di cacao. Se ne ricordano pero' TransFair Italia e Save the Children, lanciando una campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta all'opinione pubblica e alle aziende produttrici di cacao. Dopo una prima fase informativa, gli obiettivi a medio e lungo termine della campagna prevedono il coinvolgimento di consumatori e aziende intorno ai seguenti elementi: a. Realizzazione di un osservatorio indipendente con il compito di verificare l'eticita' dei cicli produttivi di cioccolata in relazione al rispetto dei diritti dell'infanzia; b. Sostegno ad iniziative di cooperazione e sviluppo a favore dei bambini nelle comunita' direttamente coinvolte nella coltivazione di cacao; c. Integrazione di prodotti equi e solidali nei "cataloghi" delle aziende produttrici italiane; d. Non adeguamento delle aziende dolciarie alla normativa europea sui grassi vegetali che, se applicata, si rivela sia in contrasto con la tutela dei coltivatori di cacao sia con la produzione di una cioccolata di "qualita'" per i consumatori. La campagna verra' presentata alla stampa giovedi 25 ottobre alle ore 12 a Palazzo Donini, in Corso Vannucci 96, alla presenza dei rappresentanti dell'amministrazione comunale di Perugia. Un punto informativo sara', inoltre, allestito da TransFair Italia e Save the Children in piazza Danti, dietro la cattedrale. Oltre ad accedere alle informazioni, il pubblico potra' degustare il cioccolato e il cacao garantiti da TransFair, biologico e non, prodotto da aziende che acquistano da piantagioni senza impiego di lavoro minorile, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei criteri internazionali del Commercio Equo e Solidale. Save the Children e' il piu' grande movimento internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dei bambini. Opera in oltre 120 paesi nel mondo con una rete di 32 organizzazioni volontarie e un ufficio di coordinamento internazionale: la International Save the Children Alliance. Save the Children porta aiuti immediati ai bambini in situazioni di emergenza, come guerre o catastrofi naturali, e sviluppa progetti che consentono miglioramenti sostenibili e di lungo periodo a beneficio delle generazioni future. E' presente in Italia dal 1998. TransFair e' un marchio internazionale di garanzia, che, adottando le condizioni del Commercio Equo e Solidale, presente in Europa da circa trent'anni, apre la possibilita' di nuovi contatti e mercati a piccoli produttori associati del Sud del Mondo. TransFair Italia e' un'associazione, nata nel 1995 ad opera di diverse realta' non profit, che gestisce a livello nazionale il marchio e lo concede in uso a importatori, aziende e catene distributive che acquistano i prodotti alle condizioni del Commercio Equo e Solidale. Per maggiori informazioni: Benedetta Frare, TransFair Italia, tel. 0498750823, 3488243386; Filippo Ungaro, Save the Children Italia, tel. 064740354. 9. INCONTRI. IL 27 OTTOBRE A BOLOGNA [Riceviamo e diffondiamo] Il Comune di Bologna e il Centro Amilcar Cabral, in collaborazione con la Biblioteca "Natalia Ginzburg", e con il patrocinio del Quartiere Santo Stefano, promuovono sabato 27 ottobre, alle ore 16,30, nella sala delle conferenze, Quartiere Santo Stefano, via Santo Stefano 119, a Bologna, l'incontro su "Vivere da profughi: la testimonianza di una donna medico afghana dai campi profughi di Pakistan e Afghanistan". Partecipa la dotteressa Sima Samar,, fondatrice della ong sanitaria afghana "Shuhada"; introduce Anna Vanzan. 10. INCONTRI. IL 29 OTTOBRE A CAGLIARI [Dall'associazione Teatro Utopia (utopie at katamail.com) riceviamo e diffondiamo] L'associazione Teatro Utopia con il patrocinio dell' Universita' degli Studi di Cagliari organizza un incontro-dibattito su utopie e mondo moderno: "Le utopie non muoiono all'alba". Intervengono: Enrico Euli, operatore socio-culturale, su "Utopie ed ecologia"; Antioco Floris, critico cinematografico, su "Utopie e cinema"; Pierpaolo Loi, insegnante, su "Utopie e nonviolenza", Maurizio Pittau, formatore, su "Utopie ed economia". L'iniziativa si svolgera' lunedi 29 ottobre, con inizio alle ore 18,30, presso la sala conferenze "Maria Carta", e.r.s.u. settore culturale, via trentino 15, a Cagliari. Per informazioni: Teatro Utopia, via borromini 3, 09121 Cagliari, fax: 07020169993, e-mail: utopie at katamail.com, web: www.utopie.it/teatroutopia.htm 11. INCONTRI. UN CONVEGNO A CHIETI IL 30 OTTOBRE [Riceviamo e diffondiamo] Le Associazioni "Aiutiamoli a Vivere" e "Sud - 360 gradi" organizzano il convegno sul tema: "Conoscersi per costruire nella pace un mondo migliore: dalla mesopotamia culla e memoria storica della civilta'". Presso l'Auditorium del Rettorato dell'Universita' "G. d'Annunzio" di Chieti, martedi 30 ottobre dalle ore 9,30 alle 14. Presiedera' il rettore dell'Universita', Franco Cuccurullo. Apriranno i lavori: il presidente di "Aiutiamoli a Vivere", Tusio de Iuliis, ed il coordinatore di "Sud - 360 gradi", Cristian Cicala. Interverranno: Raphael I, patriarca della Chiesa di UR dei Caldei; Edoardo Menichelli, arcivescovo di Chieti-Vasto; Abdul-Razzaq Al-Hashimi, presidente di "Solidarieta' e Pace", Iraq; Jawed Khan, Comunita' musulmana pakistana in Italia; Stefano Chiarini, giornalista de "Il manifesto"; Raad Al-Hayali, presidente dell'Associazione di Amicizia Iraq-Italia. Durante la giornata del convegno, saranno esposte presso l'Auditorium: una mostra di 35 opere originali dei migliori artisti iracheni dell'Arte della Scrittura Araba ed una mostra fotografica sugli effetti dell'embargo sul popolo iracheno. Per Informazioni: tel. e fax: 0854470661, cell. 3280874950, 3479365368, e-mail: yuro.doc at inwind.it 12. INCONTRI. SCUOLA DI EDUCAZIONE ALLA PACE A ROMA [Dall'associazione Satyagraha (onlus.satyagraha at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo] Il Settore Educazione alla Pace ed alla Mondialita' della Caritas Diocesana di Roma e l'Associazione "Satyagraha - la forza della verita'" organizzano un nuovo ciclo della Scuola di educazione alla pace sul tema "Un'economia in-debita". Il corso e' strutturato in 5 incontri: - martedi 30 ottobre, ore 20,30: Il debito dei "paesi in via di sviluppo": genesi, storia ed attori del problema, con Marco Zupi (ricercatore CeSPI); - martedi 6 novembre, ore 20,30: Il nodo dello sviluppo, la globalizzazione e il debito estero: ruolo delle istituzioni e ruolo dei cittadini, con Riccardo Moro (Comitato ecclesiale italiano per la riduzione del debito estero dei paesi piu' poveri); - martedi 20 novembre, ore 20,30: Siamo in debito: il problema del debito raccontato da chi lo vive in prima persona, con Gottfried Onah (docente di antropologia culturale all'Universita' Urbaniana); - martedi 27 novembre, ore 20,30: Un'alternativa concreta ad un'economia ingiusta: consumo critico, commercio equo e finanza etica come strumenti di impegno quotidiano, con Leonardo Becchetti (docente di economia politica all'Universita' di Tor Vergata); - martedi 11 dicembre, ore 20,30: Informare e sensibilizzare: le campagne ed i movimenti, con Alberto Castagnola (Rete Lilliput), Oliviero Bettinelli (responsabile S.E.P.M.), padre Paolo Foglizzo s. j. ("Aggiornamenti Sociali"). Gli incontri si svolgeranno nei locali della parrocchia Gesu' divin maestro, via Vittorio Montiglio 18 (Zona Pineta Sacchetti). Per informazioni: Andrea Guerrizio, Caritas Diocesana di Roma, tel. 0669886383, fax: 0669886250, e-mail: a.guerrizio at caritas.it 13. FRASI COLTE AL VOLO. ANNAROSA BUTTARELLI: UN PENSIERO DI EDITH STEIN [Da Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Cortina, Milano 2000, p. 91] Edith Stein... pensa, ad esempio, che non ci debbano essere medici, ma solo mediche. La salute va gestita dalle donne perche' sono aliene dall'oggettivita'. Per la stessa ragione il potere esecutivo, l'educazione delle donne (anche degli uomini) vanno affidati a quelle che sono in grado di tenere lontano dai corpi e dalle anime l'astrazione e la volonta' di dominare. 14. LETTURE. AA. VV.: IL PROGETTO MIGRATORIO TRA ASPETTATIVE COLLETTIVE E LIBERTA' INDIVIDUALI AA. VV., Il progetto migratorio tra aspettative collettive e liberta' individuali, L'Harmattan Italia, Torino 1999, pp. 160, lire 28.000. La curatrice della collana Anna Ottavia Defilippi Roman presenta cinque ricerche: di Chiara Lainati, Tunisini a Palermo: spazi, relazioni e identita' in gioco; di Francesca Borghetti, I marocchini nel centro storico di Genova; di Simone Tosi, Pratiche alimentari, identita' e inserimento degli immigrati (Milano); di Paola Massignan, Salute e migrazione. La comunita' peruviana a Torino; di Roberta Villetti, Modelli autorappresentativi e dinamiche sociali della comunita' somala a Torino. 15. LETTURE. LIANA FIORANI: DEDICHE A DON MILANI Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (AQ) 2001, pp. 736, lire 50.000. L'autrice, gia' benemerita degli studi milaniani, ha raccolto in questo volume le dediche che i visitatori della tomba di don Milani lasciano nel registro del cimitero. Un documento di grande interesse, di cui dovremo tornare a parlare. Per richieste: Edizioni Qualevita (una delle piu' importanti case editrici nonviolente), via Buonconsiglio 2, 67030 Torre dei Nolfi (AQ), tel. 3495843946, 086446448, e-mail: sudest at iol.it 16. LETTURE. ERIC J. HOBSBAWM: IL SECOLO BREVE Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano 1997, 2000, pp. 714, lire 19.900. Uno sguardo d'insieme sul Novecento di uno dei piu' grandi storici contemporanei, un libro appassionante e suscitatore di riflessioni. 17. INFORMAZIONE. PRESENTAZIONE DI ZNET E ZNET-IT [Da Sergio De Simone (sdesimone at gmx.net) riceviamo e diffondiamo] ZNet-It e' un'iniziativa che mira a rendere disponibile in italiano il sito della rivista radical americana Z Magazine, cui contribuiscono intellettuali come Noam Chomsky, Michael Albert, ecc. Potete accedere alla Guida alla Lettura completa del sito all'indirizzo http://www.zmag.org/Italy/content.htm * Temi: reazioni al terrore; globalizzazione; economia partecipativa; femminismo. * Pilger, Una guerra nella tradizione USA http://www.zmag.org/Italy/pilger-tradition.htm "Cio' che non si dice nei notiziari di oggi e' che la "guerra contro il terrorismo" viene sfruttata allo scopo di raggiungere obiettivi che consolidano il potere americano. Questi includono: la corruzione e il soggiogamento di governi corrotti e vulnerabili nell'Asia centrale ex-sovietica, cruciale per l'espansione americana nella regione e lo sfruttamento dell'ultima riserva di petrolio e gas al mondo che non sia stata ancora spillata; l'occupazione Nato della Macedonia, che marca uno stadio finale della sua odissea colonialista nei Balcani; l'espansione dell'industria militare americana; e l'accelerazione della liberalizzazione dei commerci". * McVeigh, Cessate i bombardamenti... http://www.zmag.org/Italy/mcveigh-plead.htm "Due milioni di afgani hanno bisogno di donazioni di cibo per poter far fronte all'inverno e 500 mila di loro saranno completamente tagliati fuori se l'assistenza non li raggiungera' entro meta' novembre, hanno dichiarato le organizzazioni di assistenza". * George Monbiot, "Genocidio o Pace" http://www.zmag.org/Italy/monbiot-genorpeace.htm "Ma il nuovo consenso ha dimenticato qualcosa... E' il fattore che ha sconfitto Napoleone e probabilmente Hitler. E' l'elemento che arresta qualunque operazione umanitaria. E', chiaramente, l'inverno... Questo e' il dettaglio che cambia tutto; la lettera "s" che fa la differenza tra "laughter" (risata) e "slaughter" (massacro). Possiamo scegliere tra un genocidio futile ed una pace produttiva. Non dovrebbe essere una scelta troppo dura da prendere". * George Galloway, Non saremo messi a tacere http://www.zmag.org/Italy/galloway-silenced.htm "Il governo e' stato ripetutamente avvertito delle spaventose conseguenze del suo tango con il fondamentalismo islamico in Afghanistan. Molti di noi hanno descritto da allora la marea sorgente dell'Islam radicale, provvista di boe dai nostri doppi principi verso Palestina ed Iraq e dal nostro sostegno a re fantocci, generali e presidenti da 99% di voti nel mondo musulmano - ora risibilmente schierati dietro l'operazione "liberta' duratura". La settimana prossima, tra te' e biscotti al n. 11 di Downing Street, dovra' cortesemente spiegare alla mia vecchia amica Hilary Armstrong che io, per quanto mi riguarda, non verro' imbavagliato. Questo bombardamento deve fermarsi - e la guerra e' troppo importante per esser lasciata a ministri e generali riuniti in conclave". * Fisk, Promesse, promesse http://www.zmag.org/Italy/fisk-promises.htm "Il problema, temo, e' che senza un senso della storia non possiamo capire l'ingiustizia. Riconosciamo quella ingiustizia solo quando, dopo anni di indolenza, cerchiamo di corrompere i nostri alleati potenziali con promesse di immensa importanza storica... perche' siamo in guerra - diciamogli cio' che vogliono sentire, promettiamo loro cio' che vogliono - qualunque cosa, fintanto che possiamo lanciare le nostre armate nello spazio nella nostra piu' recente "guerra contro il male". * Albert, Cosa c'e' di cosi' complesso http://www.zmag.org/Italy/albert-complex.htm "Cio' che dobbiamo fare e' precisamente quello che vorremmo fosse fatto dagli altri: opporci alle politiche barbariche con le nostre parole ed azioni, scuotere numeri sempre maggiori di dissenzienti, e alimentare un'adesione sempre maggiore al dissenso... I popoli in tutto il mondo si stanno incamminando lungo questo sentiero... e noi dovremmo fare lo stesso". * Albert, Allocazione partecipativa http://www.zmag.org/Italy/PE/albert-pe-8.htm "E vogliamo che le decisioni economiche siano determinate da gruppi in competizione l'uno con l'altro per il benessere e la sopravvivenza? O vogliamo pianificare i nostri sforzi congiunti in maniera democratica, equa ed efficiente, in modo che tutti gli attori siano in grado di avere una giusta influenza e ricevano un beneficio in sintonia con quello degli altri?". * Galeano, Simboli http://www.zmag.org/Italy/galeano-simboli.htm "Non e' solo il terrorrismo islamico che tiene i suoi "dormienti": e' anche il terrorismo di stato. Uno dei protagonisti del Piano Condor negli anni delle dittature militari nell'America del Sud, il colonnello uruguagio Manuel Cordero, ha dichiarato che la guerra sporca "e' l'unica maniera" di combattere il terrorismo, e che sono necessari sequestri, torture, assassini e scomparse. Ha esperienza ed offre la sua manodopera". * Una presentazione di ZNet e ZNet-It: - Z Magazine e' una rivista politica indipendente che sviluppa un pensiero critico della vita politica, culturale, sociale ed economica degli Stati Uniti. Al centro di questo pensiero e' la considerazione che le dimensioni razziale, sessuale, politica e di appartenenza di classe sono le chiavi per la comprensione ed il miglioramento delle condizioni della vita contemporanea. Z Magazine si propone inoltre di contribuire concretamente agli sforzi degli attivisti per un futuro migliore. Z Magazine non accetta pubblicita' a pagamento: il nostro prodotto e' la rivista e non lettori-merce-di-scambio con gli inserzionisti. http://www.zmag.org - ZNet-It e' una iniziativa di un gruppo di attivisti italiani per rendere disponibile ad un pubblico piu' vasto i materiali giudicati piu' interessanti presenti su ZNet. ZNet-It e' esclusivamente disponibile on-line e fondata sul contributo volontario di traduzioni. http://www.zmag.org/Italy 18. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA FRANCESCO TONUCCI AD ANTONIO TRICARICO * FRANCESCO TONUCCI Profilo: è nato a Fano nel 1940. Ricercatore presso l'Istituto di Psicologia del CNR. Nel 1991 ha promosso il progetto "'Una città dei bambini". Opere di Francesco Tonucci: La ricerca come alternativa all'insegnamento, Firenze 1972; A tre anni si fa ricerca, Firenze 1976; La valutazione come lettura dell'esperienza, Bologna 1978; Guida al giornalino di classe, Bari 1980; La città dei bambini, Bari 1996. E' anche autore di tavole a fumetti che firma '"Frato"; ha pubblicato i suoi disegni anche in volume: Con gli occhi del bambino, Milano 1981; La solitudine del bambino, Firenze 1985. * ANTONIO TORRENZANO Profilo: insegnante, collaboratore di varie testate, impegnato nella cooperazione internazionale. Opere di Antonio Torrenzano: con Marc Augé, Dialogo di fine millennio. Tra antropologia e modernità, L'Harmattan Italia, Torino; con Serge Latouche, Immaginare il nuovo. Mutamenti sociali, globalizzazione, interdipendenza Nord-Sud, L'Harmattan Italia, Torino 2000. * ALUISI TOSOLINI Profilo: direttore della rivista "Alfazeta". Opere di Aluisi Tosolini: Thomas Sankara, Emi; (con G. Girardi e A. Grossi), Samuel Ruiz, Alfazeta, Parma 1996; ha curato e scritto insieme ad altri autori vari libri-inchiesta: Bujumbura città dell'odio; Madagascar, democrazia in cammino; Rwanda un anno dopo, volere la pace; Sierra Leone, un popolo alla prova; tutti editi da Alfazeta. * JEAN-LEONARD TOUADI Profilo: giornalista e saggista, esperto dei problemi internazionali, profondo conoscitore del rapporto Nord-Sud. * ALAIN TOURAINE Profilo: illustre sociologo e cattedratico francese, nato nel 1925. Opere di Alain Touraine: tra gli ultimi lavori segnaliamo particolarmente Come liberarsi del liberismo, Il Saggiatore, Milano 2000. * PAOLO TRANCHINA Profilo: psicologo analista, impegnato nel movimento di psichiatria democratica; ha lavorato a Milano, Arezzo, Firenze, Torino; ha insegnato all 'Università di Verona e diretto la rivista "Fogli di informazione". Opere di Paolo Tranchina: Norma e antinorma, 1978; Il segreto delle pallottole d' argento, 1984; Psicoanalista senza muri, 1989; Portolano di psicologia, 1994. * NICOLA TRANFAGLIA Profilo: storico, docente all'Università di Torino. Opere di Nicola Tranfaglia: La mafia come metodo, Laterza, Roma-Bari 1991; Mafia, politica e affari. 1943-91, Laterza, Roma-Bari 1992; a cura di, Cirillo, Ligato e Lima. Tre storie di mafia e politica, Laterza, Roma-Bari 1994. * GIOVANNI TRAPANI Profilo: nato nel 1940 è scomparso a Roma sul finire del 1998. Emigrato in Belgio vi conosce Hem Day (pensatore anarchico e nonviolento, Bruxelles 1902-1969) e ne prosegue la riflessione e la lotta. Anarchico e nonviolento, diffonde materiale di riflessione, promuove incontri e dibattiti. * MARCO TRAVAGLIO Profilo: nato a Torino nel 1964, giornalista, scrive su "La Repubblica", "L' Espresso", "Micromega". Opere di Marco Travaglio: (con Paolo Griseri e Massimo Novelli), Il processo. Storia segreta dell'inchiesta Fiat, Editori Riuniti, Roma 1997; Il manuale del perfetto impunito, Garzanti, Milano 2000; (con Elio Veltri), L'odore dei soldi. Origini e misteri delle fortune di Silvio Berlusconi, Editori Riuniti, Roma 2001; (con Peter Gomez), La repubblica delle banane, Editori Riuniti, Roma 2001. * BRUNO TRENTIN Profilo: antifascista e partigiano (figlio di Silvio Trentin), dirigente sindacale, parlamentare europeo. * SILVIO TRENTIN Profilo: nato nel 1885 e deceduto nel 1944, giurista, eroe dell'antifascismo e della Resistenza in Francia e in Italia. * ANTONIO TRICARICO Profilo: impegnato nella Campagna per la riforma della Banca Mondiale. Indirizzi utili: e-mail: riforma-BM at cambio.it 19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 20. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 268 del 25 ottobre 2001
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