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Documento del Centro Studi e Ricerche per la Pace dell¹Università di Trieste
- Subject: Documento del Centro Studi e Ricerche per la Pace dell¹Università di Trieste
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org>
- Date: Wed, 24 Oct 2001 00:10:56 +0100
- Organization: peacelink
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- Università degli Studi di Trieste Centro Studi e Ricerche per la Pace (http://www.units.it/cusrp/11_09_2001.html) Al Magnifico Rettore dell’Università di Trieste Ai Direttori di Dipartimento Alle Organizzazioni Sindacali dell’Università di Trieste A tutte le componenti dell’Università Ai mezzi di informazione Come è tristemente noto, l’11 settembre 2001 negli Stati Uniti quattro aeroplani sono stati dirottati e fatti precipitare su obiettivi civili e militari, provocando migliaia di vittime e ingenti danni. Il Centro Studi e Ricerche per la Pace dell’Università di Trieste condanna tali attentati coerentemente con i propri principi statutari che si ispirano alla cultura della pace e della non violenza. Ritiene che in questa situazione sia suo preciso dovere culturale oltre che morale, e logica prosecuzione dell’impegno scientifico che lo caratterizza, prendere posizione sulla guerra in corso. La guerra, al di là delle imprevedibili conseguenze umane e ambientali, non ha mai risolto i conflitti economici, politici e culturali che l’hanno generata. Il CUSRP considera in particolare che la diversità delle civiltà sia un dato sicuramente positivo sul piano culturale, e che le mobilitazioni militari in corso rischiano di demonizzarla a fini propagandistici. Il CUSRP sostiene che solo nel rispetto dei diritti dei diversi popoli, nella fine dello sfruttamento di intere aree geografiche, nella cooperazione paritaria tra economie, politiche e culture si possa avviare uno sviluppo umano solidale che porti alla soluzione dei conflitti esistenti. Il Centro considera che l’imbarbarirsi delle relazioni tra civiltà, religioni e culture sia un elemento pericoloso e foriero di effetti disastrosi; in particolare il CUSRP auspica che, sia nel mondo “islamico” sia in quello “cristiano”, si possano sviluppare le tendenze verso la comprensione e la tolleranza e si svuotino le campagne d’odio tipiche di ogni fondamentalismo. Riguardo alla risposta bellica all’atto terroristico, il Centro Studi e Ricerche per la Pace dell’Università di Trieste esprime le seguenti considerazioni: 1. Inutilità dell’azione militare - ritiene che l’azione militare che gli Stati Uniti e i loro alleati stanno mettendo in atto e che si configura come l’inizio di una vera e propria guerra di lunga durata non abbia alcun requisito come mezzo di prevenzione di azioni criminali di gruppi terroristici che appaiono radicati anche nei paesi occidentali, e non unicamente in un particolare paese islamico. Da questo punto di vista la risposta militare può al più essere considerata una sorta di rappresaglia, un’operazione certamente destinata nel lungo periodo a sollecitare nuove iniziative criminali e un’ulteriore destabilizzazione dell’area coinvolta; il CUSRP rileva con preoccupazione che è annunciata l’estensione dei bombardamenti contro altri paesi tuttora non nominati; 2. Coinvolgimento di civili innocenti - nota come nei conflitti armati degli ultimi anni, anche in quelli gestiti dagli stessi soggetti che sono scesi in campo oggi (Panama, Iraq, Bosnia, Sudan e Afghanistan, Serbia), i civili costituiscono la maggioranza delle vittime del conflitto, in aperta violazione di tutte le convenzioni sulla salvaguardia dei non combattenti; il CUSRP ritiene che la morte di civili sia un prezzo inaccettabile da pagare, che pone gli effetti dell’azione militare in corso sullo stesso piano di quelli dell’atto terroristico che ne dovrebbe costituire la giustificazione; il CUSRP rileva che il semplice annuncio dell’azione militare aveva già provocato in Afghanistan la fuga di centinaia di migliaia di persone in condizioni ai limiti della sopravvivenza, sfollati per i quali, colpevolmente, non si prevede ancora un aiuto logistico adeguato; il CURSP denuncia il fatto che la popolazione civile subirà gli effetti nefasti della guerra anche a livello alimentare, sanitario, psichiatrico, conseguenze tanto più gravi per l’approssimarsi della stagione fredda; il CUSRP ricorda inoltre che gli afgani non si sono tuttora ripresi dalle devastazioni della guerra civile e dai conflitti con le truppe di occupazione sovietica nonché dall’oppressione del governo dei talebani; 3. Opzione nucleare - giudica inammissibile l’impiego di armi nucleari, dinanzi alle quali impallidirebbero le conseguenze sanitarie e ambientali dell’uso dei proiettili all’uranio impoverito e si ripeterebbe l’orrore di Hiroshima e Nagasaki; il CUSRP legge con indignazione le dichiarazioni del Segretario alla Difesa statunitense sul possibile utilizzo dell’arma nucleare; il CUSRP rileva come ad oggi, per quanto a sua conoscenza, non vi siano state, in Italia, negli Stati Uniti o altrove, reazioni adeguate alla gravità di tali affermazioni; 4. Opacità del percorso decisionale e art.11 della Costituzione - sottolinea che a tutt’oggi non esiste un’effettiva rivendicazione dell’attentato; il CUSRP rileva che gli obiettivi dichiarati degli stati maggiori sembrano individuati piuttosto come nozione comune e come presunzione di responsabilità che come risultato di un processo investigativo[1]; la decisione operativa sembra interamente demandata agli apparati militari; di fronte alle recenti risoluzioni del Parlamento italiano che approvano l’intervento militare, il CUSRP ricorda invece che la Costituzione italiana, all’articolo 11, recita: “L’Italia ripudia la guerra come (…) mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; il CUSRP rileva che, una volta di più l’ONU, la cui assemblea dovrebbe comporre i conflitti internazionali, è completamente esclusa dal percorso decisionale; 5. La questione delle responsabilità - giudica che il governo degli Stati Uniti, anche se la sua popolazione è stata colpita da un gravissimo attentato terroristico, non abbia la credibilità morale per agire contro l’organizzazione dei talebani, avendola esso stesso finanziata negli anni ’80; il CUSRP ritiene che le cifre stanziate d’urgenza per fini militari all’indomani degli attentati (decine di migliaia di miliardi di lire, un importo pari ai bilanci finanziari annuali di diversi stati del Sud del Mondo) siano un’offesa ai quattro quinti più poveri del pianeta dove, per citare anche solo un dato eloquente fornito dall’ONU, sono decine di migliaia i bambini che muoiono di fame ogni giorno senza fare notizia; il CUSRP ricorda come gli Stati Uniti, il più importante contribuente al bilancio dell’ONU, siano in arretrato con i pagamenti per centinaia di miliardi; ricorda ancora come gli Stati Uniti non abbiano sottoscritto un certo numero di importanti trattati internazionali: la Convenzione di Ottawa sulle mine anti-uomo, la Convenzione sulle Armi Batteriologiche, il Trattato di Roma per la creazione di un Tribunale Criminale Internazionale delle Nazioni Unite, il Protocollo di Kyoto sull’ambiente etc.; 6. Auspici e richieste - come associazione pluralistica si associa all’auspicio formulato da tante personalità della cultura, della politica e del mondo religioso affinché il Presidente degli Stati Uniti e i governi alleati sospendano le operazioni belliche[2] - indirizza al Governo Italiano e al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, un appello affinché sia scrupolosamente verificato il rispetto dei trattati internazionali e della legge fondamentale nazionale; - chiede al Rettore dell’Università di Trieste di porre la questione della grave e pericolosa situazione internazionale di guerra all’ordine del giorno della prossima seduta del Senato Accademico, affinché l’Università, massima espressione di sensibilità culturale e attenzione critica, ribadisca l’esigenza della pace, un’esigenza primaria dell’umanità intera; - chiede ai dirigenti del Sistema Informativo dell’Università di Trieste di diffondere il presente messaggio a tutti i dipendenti dell’Università affinché anche questo testo possa contribuire a sensibilizzare la comunità universitaria e ad avviare un ampio dibattito sulla questione. Il Centro Studi e Ricerche per la Pace Trieste, 10 ottobre 2001 Adesioni al testo del presente comunicato vanno inviati all’indirizzo e-mail cusrp at units.it ovvero alla Segreteria del Centro Studi e Ricerche per la Pace dell’Università di Trieste c/o Federico Della Valle Dipartimento di Fisica via A. Valerio 2 34127 Trieste --Note--------------------------------------------------------------------------- [1] Ricordiamo, ad esempio, come anche per l’attentato del 1993 ad Oklahoma City si parlasse in un primo momento di una pista araba e solo più tardi si riconobbe la colpevolezza di un neonazista statunitense, che è stato recentemente giustiziato senza peraltro mettere a tacere le voci di un possibile coinvolgimento nell’attentato dei servizi segreti; lo stesso procedimento fu seguito con l’attentato all’aereo Pan Am nel 1988 a Lockerbie: la prima etichetta di colpevolezza fu assegnata all’Iran mentre in seguito furono processati due libici, dei quali uno fu assolto e l’altro è ancora in giudizio. [2] Tra le tante prese di posizione contro la guerra vogliamo ricordare qui quelle del Papa Giovanni Paolo II, del Segretario dell'ONU Kofi Annan, del Rettore dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite Martin Lees, dei premi Nobel Mairead Corrigan Maguire, Rigoberta Menchu, Adolfo Perez Esquivel e Dario Fo, dell’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, degli intellettuali Susan Sontag, Noam Chomsky, Robert Fisk, Eduardo Galeano, Umberto Galimberti e Edward Said, della deputata statunitense Barbara Lee, dell’ex Procuratore Generale USA Ramsey Clark. Un appello universitario che negli Stati Uniti ha avuto larghissimo seguito può essere trovato all’indirizzo http://home.uchicago.edu/~dhpicker/petition In Italia, in ambito universitario, segnaliamo l’appello dei docenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma (primo firmatario Marco Balsi, balsi at uniroma1.it) e la presa di posizione di Domenico Jervolino, docente di Filosofia del Linguaggio all’Università di Napoli (djervol at tin.it). ------- End of forwarded message -------
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