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HRW sull'alleanza del nord in afghanistan
- Subject: HRW sull'alleanza del nord in afghanistan
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Thu, 18 Oct 2001 21:59:37 +0200
Un buon numero di dirigenti collegati all'emergente coalizione delle forze d'opposizione in Afghanistan ha un passato costellato di gravi violazioni dei diritti umani, secondo quanto afferma l'organizzaione Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi. « Gli Stati Uniti e i loro alleati non dovrebbero collaborare con dirigenti che hanno un passato di brutali violenze tale da far dubitare della loro legittimità in Afghanistan » ha detto Sidney Jones, direttore esecutivo della sezione Asia di Human Rights Watch. « Qualunque paese dia il proprio aiuto all'opposizione afghana dovrà essere considerato responsabile del modo in cui quell'aiuto potrà essere usato ». Human Rights Watch ha particolarmente insistito affinché nessuna collaborazione venga intrapresa con personaggi come Abdul Rashid Dostum, capo delle milizie Junbish ; Haji Muhammad Muhaqqiq, ufficiale superiore di Hizb-i Wahdat ; Abdul Rasul Sayyaf, leader dell'ex Ittihad-i Islami ; Abdul Malik Pahlawan, già alto dirigente della Junbish. Le violazioni registrate fra il 1999 e il 2000 nelle aree controllate da una fazione del Fronte Unito comprendono esecuzioni sommarie, incendi di case e saccheggi, principalmente diretti contro l'etnia Pashtun e contro chiunque fosse sospettato di sostenere i Taliban. Il Fronte Unito, come gli stessi Taliban, ha inoltre reclutato ragazzi di età anche inferiore ai 15 anni. Le diverse formazioni che compongono il Fronte Unito hanno peeraltro commesso un gran numero di violenze contro la popolazione civile, nel periodo fra la caduta del regime di Najibullah nel 1992 e la conquista di Kabul da parte dei Taliban nel 1996. « Nessuno dei capi Afghani è mai stato riconosciuto responsabile di violazioni dei diritti umani - ha detto Jones - ora è giunto il momento di spezzare questo meccanismo di impunità, e spetta agli Stati Uniti e ai loro alleati riuscire a farlo ». ASSISTENZA MILITARE ALL'OPPOSIZIONE AFGHANA Per rispondere agli attacchi dell'11 settembre contro il World Trade Center e il Pentagono, il governo degli Stati Uniti ha cominciato a organizzare quel che definisce come un'alleanza contro il terrorismo. In tale contesto, gli Stati Uniti hanno espresso il loro sostegno alla creazione di una vasta coalizione da contrapporre ai Taliban, che attualmente controllano la maggior parte dell'Afghanistan. Questa opposizione dovrebbe includere forze che oggi fanno parte del Fronte Unito - noto anche col precedente nome di Alleanza del Nord - nonché ex-sostenitori dei Taliban. Un certo numero di capi militari , già attivi nella guerriglia contro l' esercito sovietico fra il 1979 e il 1989 ed ora confluiti nel Fronte Unito potrebbero esere inclusi in questa vasta coalizione. Ma molti di questi capi, che siano ancor in funzione oppure no, e che oggi sono impazienti di unirsi alla coalizione in progetto, hanno un pesante passato di violazioni dei diritti umani in Afghanistan. Human Rights Watch nutre il fondato timore che un sostegno incondizionato - militare, politico, diplomatico o finanziario - fornito alla nuova coalizione da cui potrebbe uscire il futuro governo dell' Afghanistan possa incoraggiare altri abusi. Nel rispondere ai crimini contro l'umanità commessi lo scorso 11 settembre, gli Stati Uniti non dovranno aver ricorso a metodi che contravvengano ai fondamentali diritti umani e alle leggi correnti, nè fornire sostegno a forze che usino quei metodi. APPOGGIO PER L'OPPOSIZIONE AFGHANA Benché gli Stati Uniti affermino di non aver finora fornito armi all' opposizione afghana, recenti notizie di stampa fanno supporre che si apprestino a garantire sostegno politico e forse anche militare al Fronte Unito e ad altri gruppi armati afghani. Il segretario americano alla Difesa, Donald Rumsfeld, ha dichiarato lo scorso 30 settembre : « C'è molta gente in Afghanistan, come certe tribù nel Sud e l'Alleanza del Nord a Nord, che si oppone ai Taliban (sic). Noi dobbiamo riconoscere l'importanza del loro contributo all'azione anti-terrorista, anti-Taliban, e trovare il modo di appoggiarli ovunque sia necessario. » Il governo ha peraltro rifiutato ogni commento sulle notizie secondo le quali gli Stati Uniti stavano già offrendo segretamente sostegno economico al Fronte Unito. Il Fronte Unito potrebbe usare eventuali nuove risorse economiche per rimpinguare le sue scorte comprando armi dalla Russia. Questa è stata infatti, con l'Iran, fra i principali fornitori di armi al Fronte Unito negli ultimi anni. Entrambi i paesi hanno importanti interessi strategici in Afghanistan e ancora pochi giorni or sono hanno riaffermato il loro sostegno al Fronte Unito. Il ministro russo della Difesa, Serghiei Ivanov, ha dichiarato il 26 settembre che la Russia « ha fornito costante appoggio all'Alleanza del Nord fin dal 1996 ». Il giorno prima, il presidente Vladimir Putin aveva detto che la Russia « si apprestava ad intensificare la collaborazione con il governo afghano di Rabbani, internazionalmente riconosciuto, e intendeva fornire al suo esercito maggiore aiuto sotto forma di forniture di armi ». Il presidente russo faceva qui riferimento al braccio armato del Fronte Unito, cioè allo Stato Islamico d'Afghanistan guidato da Burhanuddin Rabbani, che occupa il seggio dell'Afghanistan all' ONU fin da quando fu cacciato da Kabul, nel 1996. In Iran, il ministro della Difesa Ali Shamkhani ha dichiarato ai giornalisti il 1.o ottobre : « Continuiamo a sostenere l'Alleanza del Nord come in passato » e ha risposto affermativamente a chi gli chiedeva se questo appoggio implicasse anche la fornitura di armi. La misura e il tipo di aiuto militare fornito in passato da Russia e Iran al Fronte Unito sono descritti nei particolari dal rapporto di Human Rights Watch dal titolo « Crisi di impunità : il ruolo di Pakistan, Russia e Iran nel fomentare la guerra civile in Afghanistan », disponibile all'indirizzo Http://www.hrv.org/reports/2001/afghan2 CHE COS'E' IL FRONTE UNITO/ALLEANZA DEL NORD ? Nel 1996, quando i Taliban conquistarono la capitale Kabul, i gruppi a loro avversi formarono un'alleanza chiamata Fronte Nazionale Islamico Unito per la Salvezza dell'Afghanistan, comunemente noto come Fronte Unito. Questa formazione sostiene il governo che era stato deposto dai Taliban, denominato Stato Islamico d'Afghanistan (SIA). Il presidente del governo deposto Burhanuddin Rabbani resta presidente dell'ISA e leader ufficiale del Fronte Unito. Nell'ultimo anno la sua residenza ufficiale era nella città di Faizabad, nell'Afghanistan settentrionale. Ma il vero potere era nelle mani di Ahmad Shah Massoud, il capo militare del Fronte Unito assassinato lo scorso settembre, che ricopriva anche la carica di ministro della Difesa dell'ISA. La lista delle formazioni che compongono il Fronte Unito ha subito frequenti cambiamenti, ma include oggi : Jamiati Islami-yi Afghanistan (che designeremo come Jamiat-i Islam) . Jamiat-i Islami è stato uno dei primi partiti islamici afghani, fondato negli anni '70 dagli studenti dell'Università di Kabul dove il suo leader, Burhanuddin Rabbani, era docente alla Facoltà di Diritto Islamico. Anche se Rabbani è rimasto il capo ufficiale di Jamiat-i Islami, la figura più prestigiosa del partito era Ahmad Shah Massoud. Rabbani e Massoud sono entrambi Tagiki (quindi musulmani Sunniti di lingua Persiana) anche se originari di due aree diverse. La base di potere « etnica » di Massoud è storicamente situata nelle province nordorientali di Parwan e Takhar, dove aveva costituito nei tardi anni '80 una struttura amministrativa regionale, il Supervisory Council of the North (SCN, Shura-yi Nazar-i Shamali). Le forze di Massoud hanno beneficiato di un sostegno anche militare proveniente soprattutto da Russia e Iran. Hizb-i Wahdat-i Islami-yi Afghanistan (Partito Islamico Unitario dell'Afghanistan, che designeremo come Hizb-i Wahdat) Si tratta del maggiore partito Shiita afghano, che trova appoggio soprattutto nella comunità etnica Hazara. Inizialmente, Hizb-i Wahdat era stato creato da Abdul Ali Mazari per unificare otto partiti Shiiti alla vigilia della caduta del governo comunista. Attualmente il suo leader è Muhammad Karim Khalili. Il capo del suo Concilio Esecutivo del Nord, Haji Muhammad Muhaqqiq, dirigeva le forze del partito a Mazar-i Sharif nel 1997. Hizb-i Wahdat ha ricevuto sostanziali aiuti, anche militari, dall' Iran, ma i rapporti fra il governo iraniano e i dirigenti del partito sono sempre stati turbati da conflitti di potere. Un altro aiuto significativo gli viene dai commercianti di etnia Hazara. Junbish-i Milli-yi Islami-yi Afghanistan (Movimento Islamico Nazionale dell'Afghanistan, che designeremo come Junbish) Junbish ha riunito un certo numero di formazioni del Nord, prevalentemente di etnia Uzbeca, già attive come milizie del governo comunista e che si erano ribellate al presidente Najibullah nel 1992. Ne facevano parte anche numerosi ex-dirigenti e amministratori del precedente regime, di lingua Persiana ma appartenenti a gruppi etnici diversi, nonché alcuni capi guerriglia di etnia Uzbeca. Nel 1988 aveva perduto ogni controllo territoriale , e da quel momento un buon numero dei suoi comandanti era passato nei ranghi dei Taliban. Fondatore e principale dirigente del Junbish era stato Abdul Rashid Dostum, rapidamente salito dalla funzione di guardia del corpo a leader della più potente milizia del presidente Najibullah. Uno dei principali aiutanti di Dostum era Abdel Malik Pahlawan. Nel 1992 il gruppo assunse il controllo dell'importante città del nord Mazar-i Sharif, insieme con altre formazioni , e resse anche gran parte delle province di Samangan, Balkh, Jowzjan, Faryab e Baghlan. Junbish, che è di fatto una coalizione di diverse milizie, ha rappresentato la più importante forza in campo nella regione del Nord fra il 1992 e il 1997, pur essendo sempre dilaniata da conflitti interni. Dal 1998, data della caduta di Mazar, Junbish è stata quasi completamente inattiva, benché Dostum sia tornato nel Nord dell'Afghanistan lo scorso aprile. Harakat-i Islami-yi Afghanistan (Movimento Islamico dell'Afghanistan) Si tratta di un partito Shiita che non ha mai voluto confluire nel Hizb-i Wahdat, è diretto dall'Ayatollah Muhammad Asif Muhsini ed stato alleato del Jamiat-i Islami dal 1993 al 1995. I suoi dirigenti sono soprattutto Shiiti non di etnia Hazara. Il più importante dei suoi capi militari è il Generale Anwari. Il sostegno a questo gruppo è giunto dall'Iran. Ittihad-i Islami Bara-yi Azadi Afghanistan (Unione Islamica per la Liberazione dell'Afghanistan) Questa formazione è diretta da Abdul Rasul Sayyaf. Durante la guerra contro i Sovietici, Sayyaf ottenne considerevoli aiuti dall'Arabia Saudita. Numerosi volontari arabi, finanziati da imprenditori sauditi, combatterono con le forze di Sayyaf. IL FRONTE UNITO E I DIRITTI DELL'UOMO Durante tutto il periodo della guerra civile in Afghanistan, le maggiori formazioni dei due opposti schieramenti si sono ripetutamente macchiate di violazioni dei diritti umani e delle norme umanitarie internazionali, fra cui assassinî, indiscriminati bombardamenti aerei e d'artiglieria , aggressioni dirette contro la popolazione civile, esecuzioni sommarie, volenze carnali, persecuzioni su base etnica o religiosa, reclutamento e impiego di bambini nelle operazioni di combattimento, uso di bombe antiuomo. Molte di queste violazioni risultano essere state « molto frequenti o sistematiche », un criterio che basta a connotarle come crimini contro l'umanità. Benché commesse nel contesto di un conflitto armato interno , le violazioni che implicano attacchi indiscriminati o diretti contro le popolazioni civili sono sempre più chiaramente riconosciute a livello internazionale come equiparabili ai crimini di guerra. Le violazioni commesse da gruppi che fanno parte del Fronte Unito sono state ampiamente documentate. Molte di queste - descritte qui di seguito - risalgono al periodo 1996-1998, quando le forze del Fronte Unito controllavano gran parte delle regioni settentrionali ed erano a distanza di tiro (d'artiglieria) da Kabul. In seguito a una serie di rovesci militari, le unità superstiti del Fronte Unito sono state respinte su posizioni puramente difensive nei loro ridotti d'origine, situati nelle zone nordorientali e centrali dell'Afghanistan. Vi sono comunque state numerose segnalazioni di violazioni anche in aree temporaneamente occupate dalle diverse fazioni del Fronte unito : esecuzioni sommarie, incendio di abitazioni civili e saccheggi, principalmente diretti contro l' etnia Pashtun e contro chiunque fosse sospetto di sostenere i Taliban. Ragazzi di età inferiore ai 15 anni sono stati reclutati come combattenti e usati nelle operazioni contro le unità armate dei Taliban. I vari gruppi che compongono il Fronte Unito hanno anche un deplorevole curriculum di aggressioni alle popolazioni civili attuate fra la caduta del regime di Najibullah nel 1992 e la conquista di Kabul da parte dei Taliban nel 1996. Le violazioni della legge intenazionale sui diritti umani commesse dalle varie fazioni facenti parte del Fronte unito comprendono : Fra la fine del 1999 e l'inizio del 2000 : fuggiaschi provenienti da villaggi appartenenti o vicini al distretto di Sangcharak hanno riferito di esecuzioni sommarie, incendi di abitazioni e sistematici saccheggi avvenuti nei quattro mesi in cui quell'area era sotto il controllo del Fronte Unito. Un certo numero di esecuzioni erano state eseguite sotto gli occhi dei famigliari delle vittime. Le aggressioni erano essenzialmente dirette contro persone di etnia Pashtun e, in alcuni casi, anche Tajik. Fra il 20 e il 21 settembre 1998 : numerosi razzi d'artiglieria furono lanciati contro i quartieri settentrionali di Kabul ; uno di loro colpì un affollato mercato notturno. Le vittime furono, secondo le diverse fonti, da 75 a 180. Gli attacchi furono attribuiti alle forze di Massoud che a quel tempo erano attestate a circa 25 mioglia a nord di Kabul. Un portavoce del comandante del Fronte Unito, Ahmad Shah Massoud, negò che si fossero prese di mira le popolazioni civili. In un comunicato stampa del 23 settembre, il Comitato Internazionale della Croce Rossa definì l 'attacco come indiscriminato, e il più sanguinoso registrato a Kabul negli ultimi tre anni. Fine maggio 1997 : circa 3'000 soldati Taliban fatti prigionieri furono vittime di esecuzioni sommarie a Mazar-i Sharif e negli immediati dintorni, ad opera delle forze Junbish agli ordini del Gen. Abdul Malik Pahlawan. Queste uccisioni furono immediatamente successive alla rescissione di una breve alleanza con i Taliban e alla cattura dei combattenti Taliban che erano rimasti intrappolati nella città. Un certo numero di soldati Taliban furono condotti nel deserto e abbattuti, altri furono gettati nei pozzi e dilaniati con bombe a mano. 5 gennaio 1997 : alcuni aerei del Junbish scaricarono bombe anti-uomo su quartieri residenziali di Kabul.Numerosi civili furono uccisi o feriti in seguito a questo attacco indiscriminato, nel quale furono anche usate bombe di tipo convenzionale. Marzo 1995 : forze della fazione guidata dal Comandante Massoud, il Jamiat-i Islami, commisero violenze carnali e saccheggi dopo la cattura del quartiere di Karte Seh a Kabul, abitato prevelentemente da gente di etnia Hazara. A conferma, un rapporto pubblicato nel 1996 dal Dipartimento di Stato americano sulle violazioni dei diritti umani affermava che « le truppe di Massoud si abbandonarono a saccheggi sistematici e a violenze carnali sulle donne » Nella notte dell'11 febbraio 1993, le forze del Jamiat-i Islami congiuntamente a quelle della fazione Ittihad-i Islami diretta da Abdul Rasul Sayyaf attuarono un'incursione nei quartieri orientali di Kabul, uccidendo, « facendo scomparire » gente di etnia Hazara e violentando su larga scala. Il numero dei morti fu valutato fra 70 e 100. In aggiunta a quanto già elencato, i vari gruppi che compongono il Fronte unito hanno commesso un gran numero di altre violazioni dei diritti umani internazionalmente riconosciuti. Negli anni che precedettero la presa del potere da parte dei Taliban, quei gruppi si erano spartiti gran parte del paese, continuando a battersi per il controllo della capitale, Kabul. Soltanto nel 1994, circa 25'000 persone furono uccise a Kabul, in gran parte vittime civili degli attacchi con razzi ed artiglieria. Un terzo della città fu ridotto in macerie, il resto subì danni enormi. Nelle aree controllate dalle varie fazioni non vi era in pratica alcuna norma di legge. Nella stessa Kabul, le forze del Jamiat-i Islami, dell'Ittihad e dell'Hizb-i Wahdat si macchiarono tutte indistintamente di violenze carnali, esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, torture e « sparizioni ». A Bamiyan, i comandanti dell'Hizb-i Wahdat praticavano correntemente la tortura a scopo di estorsione. RESPONSABILITA' O IMPUNITA' A tutt'oggi, non un solo capo Afghano è stato chiamato a rispondere di violazio ni delle leggi umanitarie internazionali. Il Fronte Unito, in particolare, non ha mostrato alcuna intenzione di mettere sotto accusa alcuno dei suoi comandanti con un passato di pesanti violazioni dei diritti umani. Anzi, il rappresentante dello Stato Islamico dell' Afghanistan ( e del Fronte Unito) negli USA, Mohammed Eshaq, ha dichiarato in risposta a una precisa domanda rivoltagli in una pubblica riunione a Washington D.C. il 2 ottobre 2001 che le atrocità commesse dal Fronte Unito erano state « esagerate » e che mentre « i criminali saranno processati, non si può esigere che tutti i dirigenti del Fronte siano chiamati a rispondere del loro operato » poiché un simile progetto non sarebbe « praticabile ». Il fatto che il Fronte Unito abbia evitato di chieder conto ai suoi dirigenti militari delle atrocità commesse in passato fa temere che anche in futuro esso possa ricorrere agli stessi metodi se soltnto le circostanze glielo consentiranno. In seguito a una serie di rovesci militari, il Fronte Unito è stato prticamente ridotto ad attestarsi , in questi ultimi anni, nei suoi territori « d'origine ». Ma se le sue fortune politiche dovessero mutare, grazie all'appoggio degli Stati Uniti o di chiunque altro, questo passato di sistematiche violazioni e di perenne impunità non potrà che incoraggiare i suoi capi a persistere nei loro comportamenti criminali. Human Rights Watch segnala con particolare inquietudine il rischio che le varie fazioni del Fronte Unito cerchino di vendicarsi sui Taliban - e sull' etnia Pashtun in generale - il giorno in cui , ad esempio, il Fronte Unito riuscisse a riconquisare Mazar-i Sharif. In queste condizioni, fornire un incondizionato sostegno materiale e politico senza segnalare con chiarezza che le violazioni dei diritti umani non saranno tollerate, non potrà che incoraggiare i suddetti capi militari a persistere nel loro comportamento. Un simile sostegno inevitabilmente rafforzerà, invece di spezzarlo, l'infernale circolo dell'impunità che già ha inflitto indicibili sofferenze al popolo afghano. Per questa ragione gli Stati Uniti, la Russia, l'Iran e qualsiasi altro stato che fornisca aiuto all'opposizione afghana devono assumere ogni responsabilità per il modo in cui il loro appoggio potrà essere usato. In caso contrario essi si faranno in qualche modo complici di ogni abuso futuro e dovranno quindi accettare la responsabilittà di questi crimini. LA LEGGE LEATHY Negli Stati Uniti, la legge proibisce espresssamente di fornire assistenza a qualunque unità di forze di sicurezza straniere che abbiano commesso evidenti violazioni dei diritti umani. Nota come « Legge Leathy », questa norma comprende due clausole nell'emanazione legislativa dell'anno fiscale 2001. La legge Leathey si applica allo Stato Islamico dell'Afghanistan (ISA) e al suo braccio armato, il Fronte Unito, perché l'ISA continua ad essere il solo governo afghano internazionalmente riconosciuto. La Sezione 563 del Foreign Operations Appropriations Act per l'anno fiscale 2001 vieta la fornitura di fondi disponibili in base a quelle disposizioni « a qualunque unità delle forze di sicurezza di un paese straniero se il Segretario di Stato ha prove attendibili che tali unità abbiano commesso gravi violazioni dei diritti umani, a meno che il Segretario accerti e segnali ai Committees for Appropriations che il governo del paese in questione ha intrapreso efficaci misure volte a sottoporre a giudizio i membri responsabili di quelle unità delle forze di sicurezza. » Analogamente, la sezione 8092(a) del Defense Appropriation Act per l'anno fiscale 2001 vieta di fornire fondi mobilitati in virtù di quelle stesse disposizioni « per sostenere qualunque tipo di programma di addestramento che coinvolga unità delle forze di sicurezza di un paese straniero , ove il Segretario alla Difesa abbia ricevuto informazioni attendibili dal Dipartimento di Stato secondo cui le suddette unità abbiano commesso patenti violazioni dei diritti umani, a meno che siano state avviate tutte le necessarie azioni correttive. » Da quest'ultimo provvedimento può essere derogato in « circostanze straordinarie ». RACCOMANDAZIONI DI HUMAN RIGHTS WATCH Per spezzare il mortale circolo dell'impunità, Human Rights Watch esorta Stati Uniti, Russia, Iran, ed ogni altro Stato che fornisca o intenda fornire un qualche sostegno diretto o indiretto, di ordine militare, politico, diplomatico o finanziario, sulla base di accordi bilaterali o multilaterali, alle fazioni che compongono il Fronte Unito o a qualunque altro gruppo armato d'opposizione in Afghanistan alle seguenti azioni : - scoraggiare attivamente e rifiutare qualunque appoggio ad ogni gruppo o coalizione che annoveri dirigenti macchiatisi di serie violazioni degli standard umanitari internazionali, inclusi - ma senza escludere altri - Abdul Rashid Dostum, capo della milizia Uzbek nota col nome di Junbish ; Haji Muhammad Muhaqqiq, alto dirigente dell'Hizb-i Wahdat ; Abdul Rasul Sayyaf, leader dell'ex-Ittihad-i Islami ; e Abdul Malik Pahlawan, già alto dirigente della Junbish. porre come condizione a qualunque sostegno militare o finanziario per il Fronte Unito , le sue varie fazioni o qualsiasi altro gruppo armato dell' opposizione afghana un chiaro impegno a rispettare le leggi internazionali sui diritti umani, e a consentire ad osservatori delle Nazioni Unite o di organismi indipendenti l'esercizio di verifiche sull'osservanza delle predette norme. Segnalare con fermezza che serie violazioni di questi termini provocherebbero la cessazione di ogni aiuto. porre come condizione a qualunque aiuto militare o finanziario per il Fronte Unito , le sue varie fazioni e qualunque altro gruppo dell'oposizione afghana un chiaro impegno a non usare mine antiuomo. in linea con le disposizioni internazionalmente accettate, esigere che il Fronte Unito cessi ogni forma di reclutamento e di impiego di ragazzi sotto i 18 anni come soldati, e che provveda immediatamente a smobilitare i minori attualmente in servizio. - fare pressione sul Fronte Unito affinché vengano portati in giudizio tutti i suoi membri, inclusi gli ex-responsabili militari, che siano stati coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali. porre come condizione ad ogni forma di aiuto ai gruppi armati dell' opposizione afghana la garanzia di accesso per il Comitato Internazionale della Croce Rossa a tutte le aree controllate da questi gruppi e a tutte le persone detenute sotto il loro controllo. - evitare ogni forma di collaborazione che poss essere interpretata dai violatori dei diritti umani - e dalla popolazione - come implicito sostegno alle pratiche arbitrarie. E infine, si esortano particolarmente gli Stati Uniti a : applicare la Legge Leathy con rigore e senza deroghe. - controllare in modo seguito qualunque tipo di aiuto fornito al Fronte Unito o ad altri gruppi dell'opposizione afghana, e riferire con regolarità sul modo in cui questo aiuto viene usato , accertando che questi gruppi osservino sempre le norme internazionali sui diritti umani . Nello change the world before the world changes you www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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