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una nota dello scrittore Menene sulla marcia della pace
- Subject: una nota dello scrittore Menene sulla marcia della pace
- From: "AIASP" <aiasp at tiscalinet.it>
- Date: Sat, 13 Oct 2001 14:35:26 +0200
Riceviamo e volentieri proponiamo una nota dello scrittore Menene sulla marcia della Pace Perugia-Assisi del 14 ottobre 2001. "Devo aver letto da qualche parte, con il desiderio grande di prendere coscienza e sapere qualcosa del mio presente, che ci sono dei fascisti (sempre fecondo è il grembo che li alimenta e li sdogana) e alcuni ipocriti di sinistra, razza senza più radici e distante dal mondo del lavoro quanto lo sono sfruttatori ed oppressori, che mentre accarezzano sogni di prepotenza e scudi stellari che oscurano astri, luna e sole intendono confondersi con popoli vivi che hanno che inseguono un sogno di pace e la speranza di un mondo nuovo che appartenga agli uomini e alle donne e ad una qualità della vita meravigliosa. Pochi mesi fa a Genova si è consumata una repressione inaudita, si è assassinato un ragazzo, si è permesso ad infiltrati e incoscienti di minacciare la disobbedienza civile e pacata di chi lotta per una globalizzazione dei popoli contro ogni pretesa universalizzazione delle disuguaglianze. A Perugia non possono mandare eserciti armati, picchiare, reprimere, mortificare, uccidere, calpestare piccole e mai nascoste sane utopie e programmi possibili che minacciano iene voraci e ingordi profittatori. Ed ecco la nuova strategia in campo per farci indietreggiare, per confonderci, per dividerci, per annullare le nostre idee, per rubarci immagine, informazione vera, proposte e la stessa dignità : "andiamo, noi zombies, noi affamatori, noi responsabili di miseria e devastazioni ambientali, noi guerrafondai, noi del pensiero unico, intolleranti, cinici e meschini, padroni o servi sciocchi e giullari di un impero che rappresenta una crudele barbarie, andiamo tra le genti che aborriscono guerra e ingiustizie per annullarli, per confonderli, per spezzare la loro unità". Venite! Venite pure! Troverete chi cammina a testa alta, chi stringe con orgoglio le mani di ogni colore di un fratello e di una sorella, chi ha la forza della ragione, chi rappresenta la civiltà e sa sopportare anche l'odore nauseabondo delle vostri carni morte, della vostra falsità, della vostra responsabilità nel seminare erbacce dove si alimentano terrorismo e terrore. Venite! Venite pure! Con la vostra presunzione, gli sguardi bassi, la sfida a chi ripudiando l'etica dell'avere lavora per quella dell'essere. Guardateci negli occhi: provate a immaginare gli occhi di un bambino o di una bambina nel Chiapas, in una selva, in Africa e nel medioriente: gli occhi di un adolescente palestinese o (nella memoria) di un piccolo vietnamita, di una ragazza di strada in Guatemala, occhi che sorridono, e poichè non conoscete neppure la vergogna è giusto che noi vi si doni la nostra indifferenza. Non servirà a rendervi migliori ma a ricordarvi che non ci avete sconfitto: noi siamo la gioventù del mondo!" Associazione Internazionale di Amicizia e Solidarietà con i Popoli
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