[AI] Intervista a Steven Ouma Akot,della Commissione keniana per i diritti umani.



Perugia, 12 ottobre.

Perché è venuto all’Assemblea dell’Onu dei Popoli?

Perché oggi il mercato prende il posto dello stato, dei governi, 
l’economia comanda invece della politica. E questo va a svantaggio 
della gente, della maggioranza. Noi siamo qui per rappresentare questa 
gente della base e la nostra proposta è quella di formare un grande 
movimento di base che possa ribaltare la situazione. Bisogna ridare 
alla gente, alle comunità, ai gruppi di donne il loro ruolo. Sono loro 
che devono avere il potere vero, non il mercato.

Il terrorismo può essere sconfitto con la nonviolenza?

Il diritto alla vita va rispettato innanzitutto, e nonostante tutto. Né 
i terroristi, né i governi hanno diritto di uccidere. In realtà la 
democrazia globale è in grave diminuzione; e il governo-sistema degli 
Usa e della Gran Bretagna sta agendo per vendetta e per interessi 
piuttosto che per giustizia. Così ci dicono proprio i cittadini 
americani e britannici venuti a condividere con noi questa esperienza. 
Il fatto che a decidere siano i sistemi e non la gente è una minaccia 
per tutta l’umanità. Invece dovremmo cercare di capire le cause del 
problema del terrorismo e affrontarle una volta per tutte.

Qual è la situazione del Kenya oggi?

Io lavoro per i lavoratori, per i loro diritti, troppo spesso 
calpestati nelle piantagioni. Il loro punto di vista è il mio.
La crescita economica del Kenya si è arrestata e c’è grave crisi. Le 
fabbriche chiudono e la disoccupazione aumenta. Quindi il lavoratore è 
costretto a situazioni difficilissime: ha perso molti suoi diritti 
perché il padrone cerca di ottenere il massimo che può, calpestando 
sindacati e condizioni di lavoro e di vita che dovrebbero essere 
normali. (G.B.)