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[AI] Intervista Algerina - Cherifa Kheddar
- Subject: [AI] Intervista Algerina - Cherifa Kheddar
- From: volontari.sviluppo at katamail.com
- Date: Fri, 12 Oct 2001 18:26:41 +0200
Cherifa Kheddar e' la presidentessa della Federazione Internazionale Associazioni Vittime del Terrorismo (FIAVT), presente in Algeria, Francia, Spagna, Irlanda. Lei, algerina, il terrorismo lo conosce bene. Ha visto famiglie decimate, donne e bambini sgozzati solo perche' parenti di qualche attivista per i diritti umani. O anche solo perche' capitati al posto sbagliato nel momento sbagliato. "L'opinione pubblica internazionale pensa che il terrorismo in Algeria sia finito o, peggio ancora, che sia un passaggio obbligato per il paese - denuncia Cherifa - ma non è vero affatto" E "Association Djazairouna", la sezione algerina della FIAVT, ha più di 4000 aderenti, tutti famigliari delle vittime degli attentati. A loro sono forniti sostegni economici e morali, consulenze psicologiche e a breve si istituirà anche una sede giuridica per la difesa legale. Ma la lotta della FIAVT è prima di tutto una lotta politica per fermare il terrorismo islamico internazionale Qual e'il modo migliore per combattere il terrorismo, secondo voi, che ne avete esperienza diretta? La prima cosa è la concertazione di una lotta antiterroristica internazionale. Il che significa bloccare il traffico di armi (la maggioranza degli attentati in Algeria sono compiuti con armi italiane), fermare la propaganda dell'integralismo islamico che in paesi come l'Inghilterra continua a stampare giornali e riviste che incitano ai massacri, o che ha più di centomila siti Internet. Poi stroncare il traffico di droga e soprattutto il riciclo di denaro sporco che va a finanziare i terroristi. Attaccare la rete di finanziamento internazionale dei terroristi è il punto più importante. Solo questo li indebolirà veramente. Proprio la lotta alle reti di finanziamento del terrorismo pare sia uno dei punti messo in atto da Bush.. Si', certo, e questo ci da' speranza, se è una lotta seria. Solo che noi lo chiedevamo già dieci anni fa. Ci sono voluti i seimila morti di New York perché si muovesse qualcosa. E badate che fino ad ora gli Usa non hanno mai lottato veramente contro il terrorismo. Ci sono potenti integralisti islamici negli States, come Anouar Haddam, che hanno apertamente rivendicato alcuni attentati in Algeria, eppure non solo sono rimasti a piede libero, ma hanno addirittura rapporti diretti con politici americani. E riguardo i bombardamenti in Afghanistan? Non si combatte il terrorismo con la violenza. Tanto meno con le bombe su una popolazione già ridotta allo stremo dalla fame e la miseria, come quella dell'Afghanistan. Noi chiediamo che i terroristi siano processati e condannati secondo procedimenti legali. E questo e' possibile mettendo in atto seriamente le iniziative che ho detto prima. Pensiamoci un attimo: come mai dopo gli attentati dell'11 settembre sono state arrestate in poche ore diverse persone? La Cia le conosceva benissimo, perche' allora non ha agito prima? Che ruolo può avere, secondo voi, la societa' civile internazionale? Prima di tutto aiutarci a fare pressione sull'Onu perché si allarghi a più paesi la ratifica della Convenzione di Dublino del '96, che semplifica le procedure di estradizione per il processo di criminali all'estero. E perché i crimini di terrorismo siano compresi tra quelli di competenza della Corte penale internazionale creata a Roma nel '98. Ci sono molti modi legali e nonviolenti per combattere il terrorismo. E' ora di metterli in pratica seriamente.
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