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(AI) PERUGIA, Interventi Papisca e Fabre
- Subject: (AI) PERUGIA, Interventi Papisca e Fabre
- From: "Elisabetta Proietti" <elipro at hotmail.com>
- Date: Thu, 11 Oct 2001 22:05:00 +0200
PERUGIA - "Siamo qui per ricordare e ribadire che il mondo, l'economia, le leggi appartengono ai popoli e devono essere fatte a misura dei popoli". Antonio Papisca, direttore del Master europeo sui diritti umani e docente di relazioni internazionali all'Università di Padova, è intervenuto poco fa alla prima giornata della 4 Assemblea dell'Onu dei Popoli. Riaffermando che "politica non significa arbitrio", Papisca ha elencato gli strumenti che sono già in mano ai governi internazionali e ai popoli, senza che nulla ci si debba inventare per praticare una vera giustizia internazionale: le risoluzioni delle Nazioni Unite, il corpus di convenzioni che costituiscono il Diritto internazionale dei diritti umani, il Codice di Diritto penale internazionale. "Un mondo interdipendente, che è sempre più piccolo e vulnerabile in ogni sua parte, ha bisogno di governabilità adeguata, all'interno di un contesto in cui i governanti sentano il bisogno della lettimazione popolare, e non solo a livello locale". Perché cresca la "pace positiva", quindi, occorre che le classi politiche sentano forte la pressione popolare. Papisca ha precisato come ogni passo rischi di essere vano se non si difendono le isituzioni internazionali multilaterali: senza le quali non ci sono i siti dove attuare la partecipazione: "Ciascun membro della famigli aumana è sovrano, perché ciascuno di noi è in sé, in maniera innata, depositario dei diritti fondamentali. E tanti sono i passi avanti cui l'impegno "dal basso" ha condotto negli ultimi anni, come ha ricordato Jean Fabre, dell'UNDP (Programma per le Nazioni Unite per lo sviluppo): abbiamo aumentato di otto anni le possibilità di vita di un bambino, abbiamo dimezzato la mortalità infantile e abbiamo fatto sì che cento paesi nel mondo abbiano cambiato regime. Insomma, la riproposizione di quello che costituisce la ragion d'essere dell'Assemblea di Perugia: la coscienza che una legge non si afferma finché non ci si impegna, ogni giorno, per affermarla. Eli.Pro.
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