La nonviolenza e' in cammino. 252



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 252 dell'8 ottobre 2001

Sommario di questo numero:
1. Alessandro Marescotti: comincia la guerra, lavoriamo per la pace
2. A Viterbo in piazza contro la guerra
3. Alcune cognizioni di base per l'azione diretta nonviolenta contro la
guerra
4. Un dossier sulla guerra
5. Peppe Sini, una proposta urgente: scrivere, telefonare, parlare ai
parlamentari
6. Franca Ongaro Basaglia, in che modo lottare
7. Tre lettere di Pierre Marchand
8. Operazione Colomba, un progetto di educazione alla pace
9. Tre iniziative di pace viterbesi
10. Letture: Tahar Ben Jelloun, Le pareti della solitudine
11. Letture: Serafino Murri, Krzysztof Kieslowski
12. Letture: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson
13. Gli scartafacci di Biricocolo: quelli che
14. Per studiare la globalizzazione: da Salvatore Senese a Victor Serge
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. ALESSANDRO MARESCOTTI: COMINCIA LA GUERRA, LAVORIAMO PER LA
PACE
[Alessandro Marescotti e' presidente di Peacelink, la fondamentale rete
telematica pacifista: sito: www.peacelink.it]
PeaceLink si fa portavoce di tutte le donne e gli uomini di buona volonta' e
di pace che in questo momento scelgono di non appoggiare una ritorsione
militare che aggiungera' vittime innocenti alle vittime innocenti dell'11
settembre.
Migliaia di persone in Italia e nel mondo lavoreranno per la pace e non
sceglieranno di militarizzare le proprie menti.
Al popolo della pace forniremo tutto il supporto Internet sul sito
www.peacelink.it su cui stiamo gia' diffondendo un dossier sulla guerra.
Stanno nascendo azioni nonviolente in tante citta' e per tale fine abbiamo
lanciato una "chiamata alla pace"; chiunque potra' segnalarsi nel database
dei volontari della pace; occorre cliccare qui per inserire i propri dati o
per cercare altri amici nella propria citta' a cui unirsi:
http://db.peacelink.it/volontari
Inoltre l'agenzia di informazione PeaceLink News dara' informazioni non stop
a questo indirizzo: http://www.peacelink.it/webgate/pcknews/maillist.html
Scegliamo la via della lotta al terrorismo non basata sulla vendetta e sulla
guerra ma sul diritto internazionale e sui civili strumenti della giustizia.
Scegliamo la via del buon senso che porto' (nel diciassettesimo secolo
insanguinato dalle guerre di religione) Cartesio a scrivere: "Chi vede come
noi uomini siamo fatti e pensa che la guerra e' bella o che valga piu' della
pace e' storpio di mente".

2. INIZIATIVE. A VITERBO IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA
La sera e la notte del 7 ottobre, dopo l'inizio della nuova guerra che viola
la legalita' internazionale e aggiunge stragi a stragi, alcuni pacifisti si
sono incontrati a Viterbo in piazza del Comune, di fronte al Comune e alla
Prefettura, per manifestare la loro convinzione ed il loro impegno contro il
terrorismo e contro la guerra.
Durante il sit-in si e' conversato con tutti i passanti che si sono fermati
e si e' cercato di chiarire le forti ragioni dell'opposizione alla guerra,
alle stragi, al crimine, alla violenza.
Una prolungata ed approfondita riflessione si e' svolta particolarmente
sulla nonviolenza, animata dal responsabile del "Centro di ricerca per la
pace", ieri al quinto giorno di digiuno di condivisione, di meditazione e di
preparazione all'azione diretta nonviolenta, contro il terrorismo e contro
la guerra.
Nei prossimi giorni sono naturalmente previste ulteriori iniziative per la
pace, la legalita', il rispetto della vita di tutti gli esseri umani, per
l'impegno nonviolento contro la guerra e il terrorismo.

3. MATERIALI. ALCUNE COGNIZIONI DI BASE PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
CONTRO LA GUERRA
[Il seguente brano, originariamente scritto e diffuso il 10 aprile del 1999,
abbiamo estratto dalla nostra "Documentazione sull'azione diretta
nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei
bombardieri (che vale anche come esortazione alla nonviolenza e come piccola
guida pratica per agire se si dovesse nuovamente presentare la necessità di
fermare stragi in corso e di difendere la legalità costituzionale)" del 25
settembre 2000]
La nonviolenza contro la guerra: istruzioni per l'uso (10 aprile 1999)
* Parte prima
- E' possibile difendere i diritti umani scatenando una guerra?
Noi diciamo di no, poiché la guerra è essa stessa la più tragica violazione
dei diritti umani.
La vicenda della guerra attuale ci dimostra che proprio l'inizio dei
bombardamenti ha scatenato orrori indicibili.
I diritti umani si difendono solo con la pace, la solidarietà, la
democrazia, la condivisione, la lotta nonviolenta.
- E' possibile opporsi alla guerra con la nonviolenza?
Noi diciamo di sì, poiché la nonviolenza è un metodo di lotta coerente ed
efficace, ed è anzi l'unico metodo di lotta che contrasta l'ingiustizia e la
violenza fino alla radice, rifiutandosi di compiere a sua volta ingiustizie
e violenze.
*
Contro la violenza: sette argomenti più uno
Elenchiamo alcune ragioni essenziali per cui occorre essere rigidamente
contro la violenza.
Citiamo da Giuliano Pontara, voce Nonviolenza, in AA.VV., Dizionario di
politica, Tea, Torino 1992:
I. il primo argomento "mette in risalto il processo di escalation storica
della violenza. Secondo questo argomento, l'uso della violenza (...) ha
sempre portato a nuove e più vaste forme di violenza in una spirale che ha
condotto alle due ultime guerre mondiali e che rischia oggi di finire nella
distruzione dell'intero genere umano";
II. il secondo argomento "mette in risalto le tendenze disumanizzanti e
brutalizzanti connesse con la violenza" per cui chi ne fa uso diventa
progressivamente sempre più insensibile alle sofferenze ed al sacrificio di
vite che provoca;
III. il terzo argomento "concerne il depauperamento del fine cui l'impiego
di essa può condurre (...). I mezzi violenti corrompono il fine, anche
quello più buono";
IV. il quarto argomento "sottolinea come la violenza organizzata favorisca l
'emergere e l'insediamento in posti sempre più importanti della società, di
individui e gruppi autoritari (...). L'impiego della violenza organizzata
conduce prima o poi sempre al militarismo";
V. il quinto argomento "mette in evidenza il processo per cui le istituzioni
necessariamente chiuse, gerarchiche, autoritarie, connesse con l'uso
organizzato della violenza, tendono a diventare componenti stabili e
integrali del movimento o della società che ricorre ad essa (...). «La
scienza della guerra porta alla dittatura» (Gandhi)".
A questi argomenti da parte nostra ne vorremmo aggiungere altri due:
VI. un argomento, per così dire, di tipo epistemologico: siamo contro la
violenza perché siamo fallibili, possiamo sbagliarci nei nostri giudizi e
nelle nostre decisioni, e quindi è preferibile non esercitare violenza per
imporre fini che potremmo successivamente scoprire essere sbagliati;
VII. soprattutto siamo contro la violenza perché il male fatto è
irreversibile (al riguardo Primo Levi ha scritto pagine indimenticabili
soprattutto nel suo ultimo libro I sommersi e i salvati).
Agli argomenti contro la violenza Pontara aggiunge opportunamente un ultimo
decisivo ragionamento:
"I fautori della dottrina nonviolenta sono coscienti che ogni condanna della
violenza come strumento di lotta politica rischia di diventare un esercizio
di sterile moralismo se non è accompagnata da una seria proposta di
istituzioni e mezzi di lotta alternativi. Di qui la loro proposta dell'
alternativa satyagraha o della lotta nonviolenta positiva, in base alla
duplice tesi a) della sua praticabilità anche a livello di massa e in
situazioni conflittuali acute, e b) della sua efficacia come strumento di
lotta" per la realizzazione di una società fondata sulla dignità della
persona, il benessere di tutti, la salvaguardia dell'ambiente.
*
* Parte seconda
La nonviolenza non è un corpus dogmatico, ma è una teoria-pratica
sperimentale che si sviluppa creativamente nel corso della lotta contro la
violenza.
Un bel libro per una prima conoscenza è la raccolta ragionata (a cura di
Giuliano Pontara) di alcuni scritti di Mohandas Gandhi, Teoria e pratica
della nonviolenza, Einaudi, Torino.
- Una definizione classica: la carta ideologico-programmatica del Movimento
Nonviolento
Una definizione breve e precisa degli obiettivi e dei metodi di chi si batte
per la nonviolenza è nella carta ideologico-programmatica del Movimento
Nonviolento fondato da Aldo Capitini:
«Il movimento nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
I. l'opposizione integrale alla guerra;
II. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'
oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
III. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura,
e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
IV. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'
impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli».
*
Alcuni aspetti della nonviolenza
- Nonviolenza come teoria-prassi etico-politica per la dignità umana e la
difesa della biosfera
I. coerenza tra mezzi e fini
II. il principio responsabilità
III. l'umanizzazione della lotta
IV. la compresenza dell'altro
V. il rispetto per la vita
VI. per un'umanità di eguali
- Nonviolenza come metodologia di lotta e di gestione dei rapporti e dei
conflitti
I. le tecniche della nonviolenza
II. processi decisionali e modelli organizzativi
III. comunicazione ed interazione
IV. l'azione diretta nonviolenta
- Nonviolenza come strategia
I. negare il consenso all'ingiustizia
II. un approccio processuale (dinamico, trasformativo) e relazionale
III. il programma costruttivo ed i fini sovraordinati
IV. la partecipazione di tutti e la condivisione
V. realizzazione degli obiettivi ed inveramento dei princìpi nel corso
stesso della lotta
- Nonviolenza come progetto politico, economico, sociale
I. nonviolenza e politica, la politica della nonviolenza
II. la proposta economica della nonviolenza
III. il progetto di una società nonviolenta
*
La nonviolenza è lotta
I. E' lotta. E' lotta contro la violenza, contro l'ingiustizia, contro la
menzogna. E' lotta perché ogni essere umano sia riconosciuto nella sua
dignità; è lotta contro ogni forma di sopraffazione; è lotta di liberazione
per l'uguaglianza di tutti nel rispetto e nella valorizzazione della
diversità di ognuno.
II. E' la forma di lotta più profonda, quella che va più alla radice delle
questioni che affronta. E' lotta contro il potere violento, cui si oppone
nel modo più completo, rifiutando la sua violenza e rifiutando di riprodurre
violenza.
III. Afferma la coerenza tra i mezzi ed i fini, tra i metodi e gli
obiettivi. Tra la lotta e il suo risultato c'è lo stesso rapporto che c'è
tra il seme e la pianta. Chi lotta per la liberazione di tutti, deve usare
metodi coerenti. Chi lotta per l'uguaglianza deve usare metodi che tutti
possano usare. Chi lotta per la verità e la giustizia deve lottare nel
rispetto della verità e della giustizia.
IV. E' lotta contro il male, non contro le persone. E' lotta per difendere e
liberare, per salvare e per convincere, e non per umiliare o annientare
altre persone.
V. E' lotta fatta da esseri umani che non dimenticano di essere tali. Che
non si abbrutiscono, che non vogliono fare del male, bensì contrastare il
male. E' lotta per l'umanità.
VI. La nonviolenza è il contrario della viltà. E' il rifiuto di subire l'
ingiustizia; è il rifiuto di ogni ingiustizia, sia di quella contro di me,
sia di quelle contro altri. La nonviolenza è lotta. E' lotta per la verità,
è lotta per la giustizia, è lotta di liberazione e di solidarietà, è lotta
contro ogni oppressione.
*
* Parte terza
L'azione diretta nonviolenta: una sintesi in nove punti
Per una prima informazione una utile sintesi è offerta dal fondamentale
lavoro di Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, vol. I, alle pp.
132-133, che qui riassumiamo: "E' opinione comune che l'azione nonviolenta
possa portare alla vittoria solo in tempi molto lunghi, più lunghi di quelli
necessari alla lotta violenta. Ciò può essere vero in alcuni casi, ma non è
necessariamente sempre così (...). Esaminando e correggendo i pregiudizi nei
confronti dell'azione nonviolenta siamo spesso in grado di farne risaltare
con più evidenza le caratteristiche positive:
I. (...) questo metodo non ha niente a che vedere con la passività, la
sottomissione e la codardia; queste devono essere prima rifiutate e vinte,
proprio come in un'azione violenta.
II. L'azione nonviolenta non deve essere messa sullo stesso piano della
persuasione verbale o puramente psicologica (...); è una sanzione e un
metodo di lotta che comporta l'uso del potere sociale, economico e politico
e il confronto delle forze in conflitto.
III. L'azione nonviolenta non si basa sul presupposto che l'uomo sia
fondamentalmente "buono", ma riconosce le potenzialità umane sia al "bene"
che al "male" (...).
IV. Coloro che praticano l'azione nonviolenta non sono necessariamente
pacifisti o santi; l'azione nonviolenta è stata praticata il più delle volte
e con successo da gente "qualsiasi".
V. Il successo di un'azione nonviolenta non richiede necessariamente
(sebbene possa esserne facilitato) basi e princìpi comuni o un alto grado di
comunanza di interessi e di vicinanza psicologica tra i gruppi in lotta
(...).
VI. L'azione nonviolenta è un fenomeno occidentale almeno quanto orientale
(...).
VII. L'azione nonviolenta non si basa sul presupposto che l'avversario si
astenga dall'uso della violenza contro i nonviolenti, ma prevede di dover
operare, se necessario, contro la violenza.
VIII. Non c'è nulla nell'azione nonviolenta per prevenire che venga usata
tanto per cause "buone" quanto per cause "cattive", sebbene le conseguenze
sociali in quest'ultimo caso siano molto diverse da quelle provocate dalla
violenza impiegata per lo stesso scopo.
IX. L'azione nonviolenta non serve solo nei conflitti interni a sistemi
democratici, ma è stata largamente praticata contro regimi dittatoriali,
occupazioni straniere e anche contro sistemi totalitari".
*
Le tecniche della nonviolenza
Il più ampio repertorio di tecniche della nonviolenza è costituito dal
secondo volume della fondamentale opera di Gene Sharp, Politica dell'azione
nonviolenta: 2. le tecniche, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986. Sharp
descrive 198 tecniche di azione nonviolenta.
L'elenco proposto da Sharp è organizzato nel modo seguente: 1. tecniche di
protesta e persuasione nonviolenta, comprendenti dichiarazioni formali,
forme di comunicazione rivolte a un pubblico più vasto, rimostranze di
gruppo, azioni pubbliche simboliche, pressioni su singoli individui,
spettacoli e musica, cortei, onoranze ai morti, riunioni pubbliche,
abbandoni e rinunce. 2. Tecniche di noncollaborazione sociale, comprendenti
ostracismo nei confronti delle persone, noncollaborazione con eventi,
consuetudini ed istituzioni sociali, ritiro dal sistema sociale. 3. Tecniche
di noncollaborazione economica, comprendenti a) i boicottaggi economici:
azioni da parte dei consumatori, azioni da parte di lavoratori e produttori,
azioni da parte di mediatori, azioni da parte di proprietari e negozianti,
azioni di natura finanziaria, azioni da parte di governi; b) gli scioperi,
tra cui gli scioperi simbolici, scioperi dell'agricoltura, scioperi di
gruppi particolari, scioperi normali dell'industria, scioperi limitati,
scioperi di più industrie, combinazioni di scioperi e blocchi economici (tra
cui l'hartal, ed il blocco economico). 4. Tecniche di noncollaborazione
politica, comprendenti rifiuto dell'autorità, noncollaborazione di cittadini
col governo, alternative dei cittadini all'obbedienza, azioni da parte di
personale governativo, azioni governative interne, azioni governative
internazionali. 5. Tecniche di intervento nonviolento, comprendenti
intervento psicologico, intervento fisico, intervento sociale, intervento
economico, intervento politico.
Un bel libro sulle tecniche della nonviolenza è ancora quello classico di
Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, di recente ristampato da Linea
d'Ombra Edizioni, Milano.
*
L'addestramento alla nonviolenza
Citiamo da Aldo Capitini (Le tecniche della nonviolenza, p. 127): "Una parte
del metodo nonviolento, tra la teoria e la pratica, spetta all'addestramento
alla nonviolenza. Le ragioni principali per cui è necessaria questa parte
sono queste:
I. l'attuazione della nonviolenza non è di una macchina, ma di un individuo,
che è un insieme fisico, psichico e spirituale;
II. la lotta nonviolenta è senza armi, quindi c'è maggior rilievo per i modi
usati, per le qualità del carattere che si mostra;
III. una campagna nonviolenta è di solito lunga, e perciò è utile un
addestramento a reggerla, a non cedere nemmeno per un istante;
IV. la lotta nonviolenta porta spesso sofferenze e sacrifici: bisogna già
sapere che cosa sono, bisogna che il subconscio non se li trovi addosso
improvvisamente con tutto il loro peso;
V. le campagne nonviolente sono spesso condotte da pochi, pochissimi, talora
da una persona soltanto; bisogna che uno si sia addestrato a sentirsi in
minoranza, e talora addirittura solo, e perfino staccato dalla famiglia".
*
Alcune schede da L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza
Sull'addestramento alla nonviolenza in italiano c'è un buon manuale, a cura
di Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha Editrice,
Torino 1985; il libro ha per sottotitolo "introduzione teorico-pratica ai
metodi", ed in effetti affianca ad alcuni saggi analitici anche una serie di
esercizi pratici e due utili appendici, una sul teatro politico di strada,
ed una di brevi schede su vari aspetti della nonviolenza.
Riportiamo qui in sintesi alcune schede dal libro curato da L'Abate.
- I quattro princìpi fondamentali dell'azione diretta nonviolenta: 1.
definite i vostri obiettivi; 2. comportatevi con onestà ed ascoltate bene;
3. amate i vostri avversari; 4. date agli avversari una via d'uscita.
- Sei mosse strategiche dell'azione nonviolenta: indagate; negoziate;
educate; manifestate; resistete; siate pazienti.
- Quattro suggerimenti pratici: siate creativi; preparate i vostri
partecipanti; comunicate; controllate gli eventi.
- Presupposti validi della nonviolenza: 1. i mezzi devono essere adeguati ai
fini; 2. rispettare tutte le forme di vita; 3. trasformare le opposizioni
piuttosto che annientarle; 4. ricorrere a creatività, spirito, amore; 5.
mirare a cambiamenti incisivi.
- Risposta nonviolenta alla violenza personale: 1. formulate con chiarezza i
vostri obiettivi; 2. non lasciatevi intimorire; 3. non intimorite; 4. non
abbiate timore di affermare ciò che è ovvio; 5. non comportatevi da vittime;
6. cercate di tirar fuori la parte migliore della personalità del vostro
avversario; 7. non bloccatevi al cospetto della violenza fisica; 8.
continuate a parlare e ad ascoltare. La comunicazione è il fulcro della
nonviolenza.
- Indicazioni procedurali per la discussione e l'azione nonviolenta: 1.
nella discussione praticate il giro degli interventi; 2. condividete le
abilità e praticate la rotazione delle responsabilità; 3. valorizzate i
sentimenti; 4. lavorate insieme in modo cooperativo; 5. incontratevi anche
separatamente; 6. incontratevi in piccoli gruppi; 7. usate il metodo del
consenso nel prendere le decisioni.
*
Piano di lavoro per una campagna di lotta nonviolenta
Preliminarmente:
- chi vuole partecipare ad una campagna di lotta nonviolenta deve essere
disposto a condividere rigorosamente gli obiettivi, i metodi e la disciplina
collettiva, che devono quindi essere preliminarmente discussi fin nei minimi
dettagli affinché sia chiaro a tutti per cosa ci si impegna e come: una
lotta nonviolenta ha delle regole rigorose e richiede ai partecipanti un
impegno serio, una adeguata preparazione, convinzione e condivisione,
coerenza e disciplina, capacità critica e creativa, rispetto per gli altri.
I. conoscere: informarsi; raccogliere documentazione; studiare;
II. definire gli obiettivi: obiettivi finali ed intermedi; tempi dell'
iniziativa; risorse finanziarie ed umane; organizzazione e compiti;
interlocutori da coinvolgere
- strumenti di verifica periodica e di eventuale ridefinizione degli
obiettivi;
III. iniziative e loro gradualità: rendere note le proprie
richieste/proposte; notificarle agli interlocutori specifici; diffondere l'
informazione alla società in generale; protestare contro l'ingiustizia;
agire contro l'ingiustizia; mantenere sempre aperta la comunicazione.
*
Il Manuale per l'azione diretta nonviolenta di Walker
Uno strumento di lavoro a nostro avviso insuperato è il breve testo di
Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, Edizioni del
Movimento Nonviolento, Perugia 1982. Ne riportiamo il sommario: 1.
Preparazione. 2. Lancio di un programma costruttivo. 3. Aspetti generali del
metodo. 4. L'addestramento. 5. Il piano dell'azione. 6. I preparativi dell'
azione. 7. Studio della situazione legale. 8. Messa a punto di una
disciplina collettiva. 9. Sviluppo di una campagna di propaganda. 10. Raduno
dei partecipanti. 11. Inizio dell'azione. 12. Come fronteggiare le
rappresaglie. 13. Mantenere la vitalità del movimento. 14. I dirigenti. 15.
Quando la lotta si prolunga.

4. MATERIALI. UN DOSSIER CONTRO LA GUERRA
E' stato predisposto da Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, e
puo' essere consultato e scaricato dalla home page del sito telematico
pacifista: www.peacelink.it

5. UN APPELLO. PEPPE SINI: UNA PROPOSTA URGENTE: SCRIVERE, TELEFONARE,
PARLARE A TUTTI I PARLAMENTARI
[Questo appello e' stato diffuso ieri, prima dell'inizio della guerra.
L'autore sta svolgendo un digiuno di condivisione, meditazione  e
preparazione all'azione diretta nonviolenta]
Cari amici ed egregi signori,
tra pochissimi giorni il Parlamento italiano si pronuncera' sulla
partecipazione italiana alla guerra che si va preparando.
* Convincere il Parlamento alla legalita' e alla pace
Abbiamo ormai pochissimo tempo per convincere il governo, i parlamentari
tutti e il capo dello Stato a non infrangere la Costituzione, a non violare
il diritto internazionale, a non precipitare il nostro paese nella guerra, a
non rendere l'Italia coresponsabile di nuove stragi.
Dobbiamo convincere chi rappresenta il nostro paese a fare quanto in suo
potere per difendere la pace, la legalita', il diritto alla vita di tutti
gli esseri umani.
Dobbiamo convincerli ad impegnarsi contro la guerra e contro il terrorismo,
contro ogni guerra e contro ogni terrorismo.
* Alcuni dati di fatto
Anche se i nostri interlocutori non condividono le nostre peculiari opinioni
di amici della nonviolenza, tuttavia anche essi riconoscono alcuni dati di
fatto incontrovertibili:
- che i gruppi criminali non hanno lo status di soggetto belligerante
secondo il diritto internazionale;
- che stragi mostruose come quelle dell'11 settembre scorso non sono
qualificabili come guerra ai sensi del diritto internazionale;
- che perseguire, processare e punire i mandanti e i complici dei terroristi
suicidi e pluriomicidi e' un dovere della comunita' internazionale: un
dovere da realizzare con gli strumenti del diritto, con la riaffermazione
della legalita', con la forza della ragione, della giustizia, dell'umanita';
- che il diritto internazionale non consente lo scatenamento di una guerra
sulla base delle stragi terroristiche commesse da un gruppo criminale l'11
settembre scorso;
- che la Costituzione della Repubblica Italiana esplicitamente proibisce la
partecipazione italiana a una guerra come quella che si va preparando.
Nulla puo' giustificare una guerra che aggiungera' stragi alle stragi,
orrore all'orrore, vendette a vendette.
Nulla puo' giustificare una guerra che puo' avere esiti catastrofici a
livello planetario.
* Un appello
L'ora e' grave.
Possa essere ciascuno illuminato dai valori morali, civili, filosofici e
religiosi in cui crede.
Possa ciascuno fare quanto in suo potere per scongiurare la guerra e far
fallire i piani onnicidi dei terroristi e di chi li imita, li riproduce,
prosegue ed accresce gli orrori da essi commessi.
* Una proposta
Scriviamo lettere, facciamo telefonate, andiamo a cercare a casa tutti i
governanti ed i parlamentari che conosciamo, e chiediamo loro in nome della
nostra amicizia di non cooperare ad una barbara follia.
Scriviamo al capo dello Stato, scriviamo al capo del governo, scriviamo a
tutte le autorita' istituzionali, e chiediamo loro di rispettare la
Costituzione della Repubblica Italiana cui hanno giurato fedelta', chiediamo
loro in nome della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico di
non rendersi e di non rendere il nostro paese complice della guerra voluta
dai terroristi.
La guerra puo' essere fermata, i piani dei terroristi possono essere
sconfitti; la legalita' puo' essere difesa, vite umane possono essere
salvate. Ma dobbiamo agire adesso.
Adesso dobbiamo convincere il Parlamento italiano.
* Se non vi riusciremo
E se non vi riusciremo dovremo predisporci ad essere noi direttamente,
semplici cittadini, semplici esseri umani, a resistere nonviolentemente alla
guerra qualora essa venisse scatenata.
E dovremo resistere con la nonviolenza, con la limpidezza della nonviolenza,
con la forza della nonviolenza: preparando e promuovendo l'azione diretta
nonviolenta, la disobbedienza civile di massa, lo sciopero generale.

6. RIFLESSIONE. FRANCA ONGARO BASAGLIA: IN CHE MODO LOTTARE
[Da Franca Ongaro Basaglia, Una voce, Il Saggiatore, Milano 1982, p. 56.
Franca Ongaro Basaglia e' uno dei nostri punti di riferimento]
Il mondo attuale e' invaso da suoni che coprono il silenzio mortale che
accompagna cio' che ci sta uccidendo. In che modo lottare perche' la parola
non diventi frastuono e perche' l'azione non sia un gesto applaudito o
ignorato?

7. MATERIALI. TRE LETTERE DI PIERRE MARCHAND
[Queste lettere sono state diffuse il 15 settembre. Per contatti con Pierre
Marchand (candidato per il Premio Nobel per la Pace per il 2001): e-mail:
dipti.marchand at wanadoo.fr]
I. Lettera ai membri del Congresso degli Stati Uniti
Egregio Senatore,
e' con la piu' profonda tristezza che i popoli del mondo hanno assistito
alla tragedia dei terribili eventi accaduti martedi' 11 settembre in
America. Il ricordo del giorno di questa atrocita' che rimarra' in tutti noi
ha mosso a lacrime di shock e tristezza molti milioni di persone.
Condividiamo il dolore del popolo americano in questo momento di bisogno e
inviamo le nostre condoglianze a tutti.
Violenza + violenza = piu' violenza. E i bambini, tutti i nostri bambini,
non desiderano altra violenza e altre guerre.
Gli Stati Uniti d'America e tutti i Paesi del mondo avevano deciso di
proclamare questo primo decennio del nuovo millennio il "Decennio
internazionale per una cultura di pace e nonviolenza per i bambini del
mondo".
La risoluzione approvata all'unanimita' dice:
"Convinti che un tale decennio, all'inizio del nuovo millennio, sosterrebbe
molto gli sforzi della comunita' internazionale per promuovere la pace,
l'armonia, tutti i diritti umani, la democrazia e lo sviluppo in tutto il
mondo, proclamiamo il periodo 2001-2010 Decennio internazionale per una
cultura di pace e nonviolenza per i bambini del mondo;
invitiamo gli stati membri a prendere le misure necessarie per far si' che
la pratica della pace e della nonviolenza venga insegnata a tutti i livelli
nelle rispettive societa', comprese le istituzioni educative;
chiamiamo i rilevanti enti delle Nazioni Unite, in particolare l'Unesco e il
Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef) e invitiamo le
organizzazioni non governative, gli enti e i gruppi religiosi, le
istituzioni educative, gli artisti e i mezzi di comunicazione a sostenere
attivamente il decennio a favore di tutti i bambini del mondo" (LV riunione
plenaria - risoluzione A/RES/53/25).
Abbiamo accettato la nostra responsabilita' a insegnare la pratica della
nonviolenza ai nostri figli: la violenza non funziona. Io sono un
"sognatore", lo so, "ma non sono il solo".
Possiamo insegnare ai nostri figli solo attraverso il nostro atteggiamento e
il nostro impegno. Le parole non sono di grande aiuto. Per favore, per i
vostri figli e per tutti i bambini - senza discriminazioni - accettate di
assumervi - oggi - il seguente impegno:
tentare di praticare la nonviolenza. Per favore firmate il breve testo che
segue, gia' firmato da 74 milioni di persone di tutto il mondo (cfr. sito
web dell'Unesco).
* Impegno personale alla pratica della nonviolenza
- Insieme possiamo trasformare la cultura di guerra e violenza in una
cultura di pace e nonviolenza. Questo richiede la partecipazione di
ciascuno. Offre ai giovani e alle future generazioni dei valori che possono
ispirarli a plasmare un mondo di dignita' e armonia, un mondo di giustizia,
solidarieta', liberta' e prosperita'. La cultura di pace rende possibile lo
sviluppo sostenibile, la tutela ambientale e la realizzazione personale di
ciascun essere umano.
- Riconoscendo la mia parte di responsabilita' per il futuro dell'umanita',
specialmente per i bambini di oggi e per quelli delle generazioni future,
prometto - nella mia vita quotidiana, nella mia famiglia, sul lavoro, nella
mia comunita', nel mio Paese e nella mia regione - di:
1. rispettare la vita e la dignita' di tutte le persone senza
discriminazioni o pregiudizi;
2. praticare la nonviolenza attiva, rifiutando la violenza in tutte le sue
forme: fisica, sessuale, psicologica, economica e sociale, in particolare
verso i piu' poveri e i piu' vulnerabili, come bambini e adolescenti;
3. condividere il mio tempo e le mie risorse materiali in uno spirito di
generosita' per porre fine all'esclusione, all'ingiustizia e all'oppressione
politica ed economica;
4. difendere la liberta' di espressione e la diversita' culturale, dando
sempre la preferenza al dialogo e all'ascolto piuttosto che al fanatismo,
alla diffamazione e al rifiuto degli altri;
5. promuovere un consumo responsabile e pratiche di sviluppo che rispettino
tutte le forme di vita e preservino l'equilibrio della natura del pianeta;
6. contribuire allo sviluppo della mia comunita', con la piena
partecipazione delle donne e il rispetto dei principi democratici, per
creare insieme nuove forme di solidarieta'.
Inviare il piu' presto possibile a: nonviolence at vsnl.net, o faxare a: +33
344863907.
Per favore consegnate copie di questa lettera ai vostri colleghi senatori e
ai mezzi d'informazione.
"Dove sono finiti tutti i nostri cari?... Che cosa mai abbiamo imparato?"
Che il nostro Dio d'amore vi benedica e vi porti ispirazione.
Con il mio piu' profondo rispetto e gratitudine,
Pierre Marchand, essere umano, marito, padre e nonno; fondatore della
fondazione Appeal of the Nobel Peace Laureates for the Children;
appresentante della International Fellowship of Reconciliation to Unesco;
assegnatario dell'US Fellowship of Reconciliation Award for Peace 2000;
vostro fratello.
*
II. Lettera al presidente degli USA
Onorevole Presidente,
La prego di accettare le mie piu' sentite condoglianze e il mio dolore per
cio' che e' accaduto.
Uccidere degli uomini che hanno ucciso altri esseri umani per insegnare
loro - e ai bambini in tutto il mondo - che uccidere e' sbagliato non mi
sembra il modo piu' appropriato per evitare ulteriore violenza e
promuovere - con i fatti - il rispetto della vita umana, che e' sacra,
ciascuna vita.
Prego che l'insegnamento della nonviolenza del Mahatma Gandhi e del vostro
grande Martin Luther King possa aiutarLa a trovare un modo migliore in
questo primo anno del "Decennio internazionale per una cultura di pace e
nonviolenza per i bambini del mondo".
Che tutta questa sofferenza ci renda tutti coscienti del modo in cui evitare
tali sofferenze in futuro.
Che il Signore onnipotente benedica e doni ispirazione a Lei e al Suo
governo.
Con il mio piu' profondo rispetto, gratitudine e amore.
P.S.: Se posso essere utile in qualsiasi modo, sono a Sua disposizione.
*
III. Lettera all'l'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America in Francia
Eccellenza,
posso avere l'onore di incontrarLa alla date e all'ora per Lei piu'
opportune?
Vorrei offrire 15 giorni di digiuno silenzioso e di preghiere: e' possibile
all'interno della sua ambasciata?

8. FORMAZIONE. OPERAZIONE COLOMBA: UN PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA PACE
[Dall'Operazione Colomba riceviamo e volentieri diffondiamo questa proposta.
Invitiamo tutti i nostri interlocutori a proporre alle scuole con cui sono
in vario modo in contatto di aderire alla proposta. Per contatti con
l'Operazione Colomba: via della Grotta Rossa 6, 47900 Rimini, tel.
0541751498, fax: 0541751624, e-mail: operazione.colomba at libero.it, sito:
www.geocities.com/opcol]
Le esperienze di condivisione con i poveri, gli emarginati, gli oppressi da
diverse forme di disagio, la volonta' e l'esigenza di andare alle cause che
creano le ingiustizie e rimuoverle, al fine di sradicare la poverta', ci ha
posto in questi anni alcune domande.
Chi sono i poveri? Perche' sono poveri? Cos'e' la violenza? Dove abita la
violenza? Quante forme di violenza? Cos'e' la guerra? A chi serve la guerra?
Chi ne fa le spese? Ci sono risposte? La Nonviolenza? Cos'e' la Pace?
Questo groviglio di domande ed altre ancora ci spinge avanti in un cammino
alla ricerca di risposte, scandisce la nostra quotidianita', al fianco di
chi soffre.
Tuttavia proprio le persone che incontriamo sul nostro cammino, nelle
case-famiglia, nelle zone di guerra, nelle cooperative sociali e sulla
strada, ci chiedono di portare la loro voce, il loro punto di vista, agli
studenti delle scuole, e nei vari luoghi di aggregazione.
I poveri ci chiedono, nostro malgrado, di dire che sono protagonisti della
storia, una storia scritta al di fuori delle mura di una societa' dove il
numero degli esclusi e' perennemente in crescita.
Innanzitutto mai come oggi, dobbiamo riconoscerlo e non dobbiamo aver paura
di dirlo e di scriverlo, i poveri non sono un caso sventurato, un dogma
infelice o qualcos'altro di simile. Purtroppo non possiamo dissociare la
parola poverta' da oppressione  od emarginazione.
I poveri oggi sono un'esigenza dei ricchi, che altrimenti non avrebbero la
possibilita' di vivere, o meglio, di vivere come vivono. Sono obbligati a
produrre degli scarti per ottenere una vita cosi' abbondante di fronzoli e
sprechi. C'e' bisogno di un capro espiatorio per catalizzare la violenza
contingente all'essere "normali".
In questo panorama si inserisce la nostra proposta di chiedere alla scuola,
o meglio a coloro che dovrebbero essere i suoi protagonisti, gli studenti,
una riflessione su questi temi che pure li coinvolgono in prima persona in
quanto potenziali poveri del domani e paraoppressori di oggi se la violenta
cultura odierna non verra' modificata in una nuova cultura nonviolenta.
A parer nostro la scuola e' il foro ideale per discutere queste situazioni
perche' rappresentano la realta' in cui i giovani andranno a lavorare,
quindi come la scuola prepara tecnici e professionisti, se e' vero che e'
maestra di vita deve altresi' preoccuparsi di preparare uomini.
* La proposta
Siamo qui a proporre per l'appunto uno spazio favorevole al confronto
pacifico e nonviolento su questi temi che ci piace chiamare percorso di
educazione alla pace. Vorremmo rendere accessibile a tutti la voce dei
poveri che incontriamo in particolare nelle zone di guerra e di conflitto,
di violazione dei diritti umani.
Nei progetti si riversera' l'esperienza e la formazione maturata in
attivita' in aree di conflitto, violazione dei diritti umani e nella
formazione di giovani volontari e di giovani in servizio civile. Alcuni
percorsi sono stati gia' sperimentati con successo nelle scuole medie
superiori di varie regioni italiane.
* Tema del percorso epr l'anno scolastico 2000-2001: "Vincere la guerra,
vincere la violenza in noi e nel mondo: dalla scoperta della violenza
all'apprendimento di strumenti nonviolenti".
1. Premessa
Intendiamo il verbo educare in senso etimologico, ex-ducere, tirare fuori.
Questa premessa e' basilare per rispettare il senso che diamo a questa
attivita' ed immaginarne le tecniche adoperate. Il senso per l'appunto e'
quello del foro dove le persone parlano e confrontano le proprie opinioni o
se non ne hanno se ne fanno, e' indispensabile il dialogo, che noi andremo a
stimolare con domande, immagini, esperienze, riflessioni. Le tecniche usate
non saranno espositive ma interattive: giochi, esercizi, simulazioni,
dibattiti, brain-storming.
2. Il tema: conflitti e guerre
Le guerre, come dimostrato e facilmente comprensibile, oggi come mai
assumono dimensioni sempre piu' globali. Non esistono piu' situazioni di
conflitto armato circoscrivibili in un'area di un paese od esclusivamente
interne ad un assetto societario. Ognuno dei conflitti in corso affonda le
sue radici in piu' parti del mondo, a seconda degli interessi che ne muovono
e decidono le dinamiche. Il rammarico piu' forte per noi continua ad essere
il fatto che le prime vittime di questi "incroci di interessi" siano i
civili, in particolare le fasce piu' deboli della popolazione. Tuttavia
proprio queste vittime sono quelle parti che mai beneficiano delle
situazioni di guerra.
Questo percorso si pone come obiettivi: la comprensione dei meccanismi del
conflitto e della guerra, le dinamiche di coinvolgimento delle vittime,
l'educazione della societa' giovanile, la trasformazione dei giovani in
protagonisti di una risposta e di una iniziativa di pace.
Alcuni contenuti:
- Il conflitto: le dinamiche del conflitto tra persone, la mimesi, la
costruzione del nemico. La mediazione, la gestione dei conflitti. Capire i
conflitti: il punto di vista del piu' debole.
- La violenza: aggressivita' e violenza, il meccanismo del capro espiatorio,
da Girard a Malaussene. Dal conflitto alla guerra, armi ed informazione
scendono in campo. Come si costruisce una guerra, chi ci guadagna e chi ci
perde. Gli interessi economici nelle guerre: persone che valgono meno delle
pietre. Gli interventi militari e quelli civili: da Sun-Tzu  a Von
Clausewitz.
- La nonviolenza: esempi di applicazione della nonviolenza: Jean Goss,
Gandhi, Martin Luther King. La nonviolenza in Italia. Aldo Capitini, don
Milani, l'obiezione di coscienza come ambito di servizio alla pace.
- Gli interventi civili  in zona di guerra.
- Guerre di oggi: cosi' lontane, cosi' vicine: cellulari benzina e caffe'
che costano sangue, come gli interessi economici fanno nascere ed alimentano
le guerre. I civili e le guerre: bersagli e vittime o costruttori di pace?
Analisi e testimonianze di volontari che hanno vissuto in zona di guerra  a
fianco delle vittime.
- Elementi basilari sui diritti umani ed il diritto alla pace.
3. Obiettivi
Educare alla nonviolenza ed alla pace vuole dire innanzitutto realizzare un
confronto con i ragazzi sui valori e nel contempo indicare alcuni valori di
riferimento che portano alla pace. L'intento non e' quello di proporre una
realta' diversa ma di aiutare i ragazzi e le ragazze a leggere con strumenti
nuovi se stessi, la realta' del gruppo, il mondo. Dalle esperienze fatte,
abbiamo constatato che la pace e' magari un sogno, sicuramente non e' un
dato di fatto.
Questa risposta probabilmente e' anche un autentico interrogativo. Forse e'
proprio quell'interrogativo al quale dobbiamo cercare una risposta.
L'intento del percorso e' quello di provocare domande, dubbi che poi possano
portare a percorsi di ricerca, lettura, riflessione, ed anche al mutamento
di comportamenti individuali e ad una maggiore sensibilita' per quello che
accade anche in paesi e realta' lontane come pure vedere in modo diverso il
fenomeno delle migrazioni e degli spostamenti di popolazioni.
- Educare in un mondo in rapido cambiamento significa dare alle generazioni
piu' giovani strumenti di conoscenza ed intervento sulla realta' che li
circonda, sia a livello locale che mondiale.
Cercare di indicare percorsi di passaggio dall'aggressivita', intesa come
energia presente in ogni persona, alla nonviolenza, come proposta creativa
rispetto ai conflitti, alle ingiustizie, alle violenze che subiamo e che
facciamo.
- Dare alcuni strumenti per proseguire la ricerca e per impegnarsi per la
pace, la nonviolenza. Aiutare i ragazzi ad attingere ad una serie di
tecniche, metodi, programmi, fonti di informazione e formazione. Proporre
azioni concrete ed esperienze vissute di nonviolenza e pace.
Alla fine del percorso si intende giungere a moduli diversificati di impegno
ed approfondimento dei temi trattati, attraverso attivita' concrete di
gruppo o individuali.
4. Attivita'
Il percorso segue un filo conduttore attraverso alcune parole e azioni
chiave, che vedranno protagonisti i giovani in modo attivo:
- Provare: sperimentare attraverso simulazioni e giochi l'esperienza del
conflitto e della guerra.
- Pensare: elaborare e riflettere su quanto simulato e realizzato, seguito
dalla proposizione di dubbi e domande.
- Capire: passare dagli interrogativi alla conoscenza di strumenti concreti
di azione e risposta alla violenza ed alla guerra.
- Agire: mettere in atto azioni ed attivita'.
5. Metodologia e strumenti
Giochi di ruolo; discussioni in plenaria; attivita' per la espressione
creativa delle proprie idee/valori; lavori di gruppo; lavori individuali;
lezioni frontali; testimonianze; video, film, foto; visite a centri di
documentazione sui temi del percorso; internet.
Le metodologie intendono rendere efficace e "leggero" il metodo di
comunicazione e conduzione delle attivita' del percorso. La fase finale
utilizzera' una metodologia realizzativa per moduli diversificati.
6. Tempi
* Prima proposta in tre incontri:
- primo incontro (provare - pensare):  modulo di 3 ore di lezione: gioco di
ruolo su dinamiche di un conflitto internazionale, ricaduta e confronto fra
i partecipanti;
- secondo incontro (pensare - capire): modulo di 2 ore di lezione:
riflessione sul ruolo giocato nella simulazione, riflessione sui
comportamenti ed atteggiamenti realizzati, riflessione ed espressione delle
possibili responsabilita' individuali rispetto a quanto rappresentato, le
dinamiche del conflitto e della nonviolenza;
- terzo incontro (agire):  modulo di circa 3 ore di lezione: questa ultima
parte vedra' i ragazzi divisi per gruppi di affinita' ed interesse
sviluppare attivita' diversificate: momenti esclusivamente informativi,
esperienze di ricerca e conoscenza, esperienze di servizio attivo e contatto
con realta' di poverta', momento pubblico formativo e coinvolgimento
possibile in azioni ed attivita' concrete.
* Seconda proposta in un unico incontro:
- Un unico incontro in modalita' assemblea o ore di lezione consecutive:
momenti esclusivamente informativi, riflessione ed espressione delle
possibili responsabilita' individuali rispetto alle dinamiche del conflitto
e della nonviolenza. Esperienze di servizio nonviolento attivo e contatto
con realta' di poverta', momento pubblico formativo e coinvolgimento
possibile in azioni ed attivita' concrete.
7. Costi
1) Rispetto alla prima proposta del precedente punto 6: lire 50.000 lorde
all'ora di lezione, indipendentemente dal numero di formatori.
2) Rispetto alla seconda proposta del precedente punto 6: rimborso spese
viaggio con tariffa ACI (460 Lire a Km).
8. Contatti e Informazioni
Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, Operazione Colomba, Servizio
Obiezione e Pace, Caschi Bianchi: tel. 0541753619 - 0541751498 (Nicola
Lapenta, Samuele Filippini, Daniele Aronne).
9. Nota
Per tutti gli eventuali problemi (anche di costo) che possano impedire la
realizzazione del progetto, siamo disponibili ad un confronto per modifiche.

9. INCONTRI. TRE INIZIATIVE DI PACE VITERBESI
Martedi 9 ottobre ad Acquapendente (VT), presso la biblioteca comunale, alle
ore 14,30, primo incontro del corso di educazione alla pace promosso dal
Comune.
Mercoledi 10 ottobre a Orte (VT), presso il liceo scientifico, alle ore 14,
seconda lezione del corso di educazione alla pace promosso dall'istituto
scolastico ortano.
Giovedi 11 ottobre a Viterbo, in piazza Dante presso la sede della Caritas,
alle ore 17,30, convegno in preparazione della marcia Perugia-Assisi,
promosso dalla Caritas diocesana.

10. LETTURE. TAHAR BEN JELLOUN: LE PARETI DELLA SOLITUDINE
Tahar Ben Jelloun, Le pareti della solitudine, Einaudi, Torino 1990, 1997,
pp. 122, lire 12.000. La condizione dell'immigrato raccontata dal grande
scrittore che ha assistito le persone piu' in difficolta' in un consultorio
psichiatrico.

11. LETTURE. SERAFINO MURRI: KRZYSZTOF KIESLOWSKI
Serafino Murri, Krzysztof Kieslowski, Il Castoro Cinema, Milano 1996, 1997,
pp. 184, lire 16.000. Una ricognizione accurata dell'opera del grande
regista-moralista autore del "Decalogo" e dei "Tre colori".

12. LETTURE. BARBARA LANATI: VITA DI EMILY DICKINSON
Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi,
Feltrinelli, Milano 1998, 2000, pp. 196, lire 12.000. Una finissima
americanista interroga l'esistenza e la figura della grande poetessa
dell'Ottocento.

13. GLI SCARTAFACCI DI BIRICOCOLO: QUELLI CHE
[Il nostro Biricocolo, vecchierello com'e', eccetera, ieri ci scriveva]
E' mai possibile che sulla marcia Perugia-Assisi debbano pontificare quello
che or non e' guari ha fatto una dichiarazione di guerra in tv, quello che
spedisce pallottole ai ministri, quello che ha voluto la guerra dei Balcani,
e magari quello che emette ogni giorno proclami razzisti, e quello che ha
dichiarato essere Mussolini il piu' grande statista del XX secolo, e quello
che ha aderito a nome del nostro paese al folle programma delle guerre
stellari (e senza neppure un voticino in Parlamento), e cosi' via?
Non sarebbe assai meglio se tutti costoro prima di aprir bocca avessero il
buon gusto di leggersi cosa pensava e proponeva Aldo Capitini, di cui la
marcia e' un dono e un'eredita' grande? Non usa costi' che prima di dire la
propria "ciascuno umilmente s'informi" (come recita un verso di Danilo
Dolci)?
Aldo Capitini? Danilo Dolci? E chi erano costoro?

14. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA SALVATORE SENESE A VICTOR
SERGE

* SALVATORE SENESE
Profilo: giurista, magistrato, impegnato nel movimento di Magistratura
Democratica.

* VITTORIO SERENI
Profilo biografico: poeta italiano (Luino 1913 - Milano 1983). Opere di
Vittorio Sereni: riassuntivamente cfr. Poesie scelte (1935-1965), Mondadori,
Milano 1973; Il grande amico (poesie 1935-1981), Rizzoli, Milano 1990; Il
musicante di Saint-Merry, Einaudi, Torino 1981.

* GITTA SERENY
Profilo: nata a Vienna da padre ungherese, vive e lavora a Londra
collaborando con testate giornalistiche, ha svolto celebri inchieste su
terribili vicende. Opere di Gitta Sereny: In quelle tenebre, Adelphi, Milano
1975 (riedito nel 1994); Bambini invisibili, Mondadori, Milano 1986.

* VICTOR SERGE
Profilo: nato a Bruxelles nel 1890, partecipò alla rivoluzione russa,
opponendosi poi allo stalinismo. Morì in Messico nel 1947. Opere di Victor
Serge: in italiano tra i libri e gli opuscoli editi in vita: Gli anarchici e
l'esperienza della rivoluzione russa, Jaca Book; Lenin 1917, De Donato; L'
anno primo della rivoluzione russa, Einaudi; La città conquistata,
Manifestolibri; Letteratura e rivoluzione, Celuc; La crisi del sistema
sovietico, Ottaviano; Da Lenin a Stalin, Savelli; E' mezzanotte nel secolo,
Edizioni e/o; Ritratto di Stalin, Erre Emme; tra quelli editi postumi: Il
caso Tulaev, Bompiani; Vita e morte di Trotskij, Laterza; La svolta oscura,
Celuc; Memorie di un rivoluzionario, La Nuova Italia, poi Mondadori,
recentemente ripubblicato dalle Edizioni e/o; Anni spietati, Mondadori; Le
lotte di classe in Cina nella rivoluzione del 1927, Samonà e Savelli. Opere
su Victor Serge: Vincenzo Sommella, Victor Serge, Prospettiva Edizioni, Roma
1995.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ;
angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 252 dell'8 ottobre 2001