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Terzo giorno di digiuno. Un appello
- Subject: Terzo giorno di digiuno. Un appello
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 5 Oct 2001 16:06:34 +0200
Comunicato stampa Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini, e' al terzo giorno di digiuno di condivisione, meditazione e preparazione all'azione diretta nonviolenta contro la guerra. LA GUERRA PUO' ESSERE FERMATA La guerra puo' essere fermata. Se lo vogliamo, possiamo. Con la nonviolenza. La guerra puo' essere fermata. Ma noi dobbiamo fermarla. Con la nonviolenza. I terroristi sono solo un gruppo criminale, ma gli stati sono ordinamenti giuridici. I piu' importanti stati che, facendosi scimmie e specchio e moltiplicatori dei terroristi, stanno preparando la guerra, sono paesi democratici, stati di diritto, stati che fanno parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, stati che hanno sottoscritto fondamentali trattati internazionali. Stati che sono quindi vincolati al rispetto del diritto internazionale, alla volonta' sovrana delle rispettive popolazioni, alla legalita' che fonda la loro stessa esistenza. E poiche' i gruppi dirigenti di questi stati stanno preparando una guerra illegale e criminale occorre che siano i loro popoli ad opporsi, a far valere la legalita', la democrazia, la ragione, il rispetto dei diritti umani, il diritto dell'umanita' intera a scongiurare il pericolo di una guerra dagli esiti apocalittici. Governanti irresponsabili e succubi della ferocia dei terroristi stanno per scatenare una guerra illegale e criminale: questa e' la situazione. E' quindi compito nostro, di cittadini di paesi democratici, di stati di diritto, fermarli e richiamarli alla saggezza, alla giustizia, alla legalita'. Cosicche' questa guerra ci interpella, ci chiama in causa. Sta a noi, coralmente, impedirla. Sta a noi, coralmente, affermare che il terrorismo si puo' sconfiggere solo con la forza del diritto e della democrazia, con l'estensione della solidarieta' e della giustizia. Sta a noi, coralmente, affermare che la pace si costruisce con la pace, e la convivenza civile appunto convivendo, e non uccidendo altri esseri umani. Il tempo che abbiamo a disposizione per dissuadere il governo, il parlamento e il capo dello stato italiano dal precipitarci in questa catastrofe e' probabilmente pochissimo. Facciamo tutti qualcosa. Facciamola subito. Scriviamo a tutte le autorita' e le rappresentanze istituzionali che conosciamo, chiediamo loro di rispettare la Carta dell'ONU, la Costituzione della Repubblica Italiana, il diritto alla vita di ogni essere umano. E diciamo loro che se sciaguratamente violeranno la legalita' e aderiranno alla guerra (invece di opporsi ad essa come ragione coscienza e leggi esplicitamente richiedono), allora in forza della nostra sovranita' di cittadini, preso atto che con la loro condotta essi si sono collocati fuorilegge, avremo il dovere di agire per difendere la legalita' e le concrete vite umane in pericolo. Ed agiremo con la nonviolenza. Con la forza della nonviolenza. Con la limpidezza della nonviolenza. Agiremo per fermare la guerra; per contrastare il terrorismo e i suoi complici e allievi e reduplicatori; per difendere e ripristinare la legalita'; per affermare la dignita' umana. Agiremo con l'azione diretta nonviolenta per contrastare operativamente la macchina bellica; agiremo con la disobbedienza civile di massa per negare il consenso ai governanti che aderendo alla guerra si saranno resi fuorilegge: con la disobbedienza civile di massa cercheremo di paralizzare la catena di comando del potere politico fedifrago, di bloccare l'efficacia delle decisioni governative eslegi, bloccando in punti cruciali la macchina della pubblica amministrazione; agiremo con lo sciopero generale contro la guerra e contro il terrorismo, chiamando alla mobilitazione tutti i cittadini italiani in difesa del diritto, per paralizzare il paese finche' la legalita' costituzionale e la democrazia non siano ripristinate. Abbiamo pochissimo tempo. Ma siamo decisi. Ci ascoltino i governanti. Tutti scrivano loro per dissuaderli dal commettere un'anomica follia, una sanguinaria follia. Si preparino tutti gli amici della nonviolenza. E' l'ora (il "kairos", se possiamo usare questo denso termine) in cui ognuno deve fare i conti con la propria coscienza, con la propria razionalita', e con il sentimento di comune appartenenza alla famiglia umana. Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 5 ottobre 2001 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * Notizia per la stampa Peppe Sini, negli anni '70 fondatore e da allora responsabile della piu' longeva struttura pacifista viterbese, gia' obiettore di coscienza (al servizio militare e alle spese militari), apprezzato pubblico amministratore particolarmente impegnato contro i poteri criminali e la corruzione politica, e' stato tra gli animatori dell'opposizione nonviolenta alla guerra nel 1991 e nel 1999; e' impegnato nell'educazione alla pace ed in una intensa attivita' di informazione e documentazione (anche attraverso il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", di cui e' direttore). * Nel corso della guerra del 1999 ha effettuato un prolungato digiuno di preparazione e successivamente ha promosso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace per bloccare i decolli dei bombardieri stragisti dalla base di Aviano. * Sia nel 1991 che nel 1999 per la sua opposizione nonviolenta alla guerra ha subito due procedimenti penali, con il rischio di condanne ad una prolungata detenzione: in entrambi i casi i procedimenti penali si sono conclusi con esiti totalmente a lui favorevoli. * * *
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