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palestinesi felici per l'attentato alle torri Usa?
- Subject: palestinesi felici per l'attentato alle torri Usa?
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Sun, 23 Sep 2001 17:25:56 +0200
La popolazione Palestinese, nell'insieme, ritratta come sostenitrice degli attacchi su World Trade Center e Pentagono scritto da Nigel Parry 12 settembre 2001 - Ieri e oggi, di seguito alle immagini relative agli aerei di linea inumanamente usati come missili per attaccare la gente in visita o al lavoro nei palazzi del World Trade Center a New York e nel Pentagono a Washington, la maggior parte dei media ha mandato in onda servizi che ritraevano festeggiamenti in territorio palestinese. La breve sequenza è stata programmata ciclicamente e utilizzata come spunto per un'intervista, durante la quale i giornalisti hanno sondato tra rappresentanti del governo USA e non opinioni sulle suddette immagini. Quasi in tutti i networks statunitensi i giornalisti hanno presentato il servizio come se fosse rappresentativo della reazione di tutti i Palestinesi, senza preoccuparsi di aggiungere alcun contesto alle immagini. E' doveroso fare alcune osservazioni, innanzitutto sulle immagini effettive. 1. tre milioni di Palestinesi vivono tra la striscia di Gaza e West Bank, Gerusalemme compresa, un milione di loro vivono all'interno dei confini di Israele, e altri 4 milioni di palestinesi sono rifugiati in altre parti del mondo, Stati Uniti inclusi. Le immagini in questione mostravano un massimo di 40 individui. 2. i Palestinesi raffigurati nella sequenza di immagini sono per la maggior parte bambini. Gran parte dei comportamenti e degli atteggiamenti mostrati nel servizio non sono sembrati diversi dalle reazioni che i bambini palestinesi hanno sempre avuto in presenza di giornalisti stranieri, urla e grandi sorrisi alla telecamera, segno di vittoria, che è stato il simbolo della risolutezza palestinese sotto l'occupazione militare di Israele fin dalla prima Intifada nel 1987. Non c'è un solo reporter che abbia girato immagini differenti da queste della West Bank palestinese, sia che fosse una circostanza particolare, sia che fosse un qualsiasi altro giorno nei territori occupati. 3. In questi servizi, in cui tutto fa sembrare quei comportamenti una reazione gioiosa agli attacchi sferrati pochi minuti prima alle torri gemelle e al Pentagono, i giornalisti che hanno commentato la sequenza non si sono mai azzardati a offrire un contesto o un background alle immagini, nè hanno cercato di separare quei pochi individui dai restanti milioni di Palestinesi. Una situazione che potremmo paragonare a questa potrebbe essere quella rabbiosa reazione dei giornalisti alle scene dei disordini del 1991 a Los Angeles, quando si lamentarono che "i neri non rispettano la legge" e allo stesso tempo evitarono di ricordare il precedente attacco a Rodney King, o l'odio razzista proliferante tra le forze di polizia americane nei confronti della comunità di colore. 4. Gran parte dei Palestinesi, come è successo per molta altra gente di ogni nazionalità, è stata disgustata e scioccata dagli eventi di New York e Washington. Tutti i Palestinesi con parenti a New York e Washington hanno passato la giornata di ieri cercando di telefonare per assicurarsi che fossero salvi, esattamente come molti americani hanno fatto. Tra le vittime della tragedia sono presenti anche cittadini palestinesi. In ogni caso, un gruppo di 20-40 bambini palestinesi non è piu rappresentativo dell'intera popolazione palestinese di quanto il Klu Klux Klan rally lo possa essere per la popolazione americana. In più esiste un importantissimo contesto di brutalizzazione - che chiaramente i giornalisti hanno completamente dimenticato di far notare - che spiega perchè anche una singola persona potrebbe trovare un motivo di godimento nella terribile carneficina di ieri: 1. in questo ultimo anno i civili palestinesi hanno vissuto in un incubo, in cui le forze di occupazione di Israele hanno bombardato ogni notte le loro città, con carri armati, elicotteri e altre armi pesanti. I Palestinesi non hanno bisogno di un abbonamento al "Jane's Defence Weekly" per conoscere le origini di queste armi, quando possono raccogliere frammenti di granata etichettate MADE IN THE U.S.A. dai pavimenti delle loro abitazioni e dai loro cortili. La lista di armi statunitensi fornite a Israele include: Armi pesanti - Cacciabombardieri F-16, elicotteri di attacco Apache e Cobra, motovedette Reshef, per attaccare costruzioni e veicoli palestinesi - Battipalo e bulldozer corazzati per distruggere le abitazioni palestinesi e i campi agricoli Munizionamento pesante - artiglieria navale e per carri armati comprendente proiettili altamente esplosivi da 76, 105 e 120 mm - razzi M114 TOW e missili aria-terra Hell-Fire - lanciamissili a spalla da 84 e 90 mm - lanciagranate M203 e MK19 - mortai da 40-90 mm - una versione modificata delle bombe a grappolo M494 da 105 mm Munizionamento leggero - pallottole da 5.56 mm per mitragliatrici M16 - pallottole ad alta velocita' da 7.62 mm per mitragliatrici e fucili da cecchino Galil - pallottole da 12.7 mm per mitragliatrici Browning e fucili da cecchino Barret - le cosiddette "pallottole non letali", con anima in metallo e ricopertura in plastica o gomma 2. L'armamento statunitense sopra elencato non è stato usato proporzionalmente all'intento di difendere Israele - come si spererebbe che ogni supporto militare venga utilizzato - ma piuttosto le forze armate israeliane ne hanno usufruito come mezzo offensivo, per uccidere oltre 600 Palestinesi, un terzo dei quali sono bambini, di cui il 60% è stato colpito al di fuori di situazioni di reale conflitto. Le armi americane elencate qui sopra sono state utilizzate inoltre per ferire gravemente altri 15000 Palestinesi, 1500 dei quali sono rimasti menomati per sempre. Che Israele abbia usato "forze eccessive" per sopprimere la corrente insurrezione palestinese contro 34 anni di occupazione militare è un FATTO, come anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, altri corpi delle Nazioni Unite, Amnesty International, Human Rights Watch, B'Tselem (l'organizzazione per i diritti umani Israeliana) e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ritengono. Per quanto le immagini di quel ridotto gruppo di Palestinesi in festa possano essere offensive, il fatto è che tutte le persone ritratte in quella sequenza - se hanno meno di 34 anni - non hanno conosciuto altro che l'occupazione militare fin da quando sono nate. Quella reazione di festa soltanto da parte di una minuscola minoranza di persone che si trova a vivere ogni giorno in una situazione del genere è una dimostrazione da parte dei Palestinesi del loro rispetto dei valori umani anche in una situazione priva di qualsiasi forma di umanità. 3. Non soltanto gli U.S.A. vendono armi e munizioni a Israele, ma gran parte di questi sono forniti come aiuto. Dati recenti sulle somme di denaro date dagli Stati Uniti a Israele come supporto riportano un ammontare di 3 miliardi di dollari all'anno, dei quali 1.2 miliardi come aiuto economico e 1.8 miliardi di dollari come aiuto militare. E' difficile offrire una stima conclusiva, in quanto Israele riceve ulteriore denaro, che viene sotterrato nei bilanci di agenzie governative individuali come il Dipartimento della Difesa. Tutti i Palestinesi sono consapevoli che gli Americani forniscono le armi che Israele usa contro di loro. Quella reazione di festa soltanto da parte di una minuscola minoranza di persone che si trova a vivere ogni giorno in una situazione del genere è una dimostrazione da parte dei Palestinesi del loro rispetto dei valori umani anche in una situazione priva di qualsiasi forma di umanità. 4. Ogni Palestinese è anche consapevole del fatto che lo schermo del proprio televisore non è mai riempito di immagini che raffigurano Americani che protestano per l'impiego del loro denaro - pagato sottoforma di tasse - nell'acquisto di missili che scuotono le loro città e creano scene penose di civili feriti e sconvolti, come si sono viste ieri a New York. Quella reazione di festa soltanto da parte di una minuscola minoranza di persone che si trova a vivere ogni giorno in una situazione del genere è una dimostrazione da parte dei Palestinesi del loro rispetto dei valori umani anche in una situazione priva di qualsiasi forma di umanità. I media americani ieri hanno mandato in onda quella sequenza di immagini senza spiegare una sola ragione di queste, cose che non sono né nuove né accettabili alla luce del sentimento anti-Palestinese, anti-Arabo e anti-Musulmano che hanno creato. Nessuna associazione di giornalisti che intendesse fornire ai suoi spettatori una rappresentazione accurata e quanto più reale dei fatti dovrebbe diffondere immagini non rappresentative di una maggioranza e per di più senza contesto, immagini che servirebbero soltanto ad alimentare ed incoraggiare il razzismo verso una nazionalità e i gruppi etnici ad essa associati. Nei primi giorni che seguirono l'attentato al Murral Federal Building in Oklahoma, nel 1995, sono stati riportati più di 200 incidenti - tra molestie, minacce e vere e proprie violenze - occorsi ad Arabi e Musulmani negli U.S.A. Secondo le notizie ricevute dall'Electronic Intifada e da un rapporto pubblicato ieri dal Council on American-Islamic Relations ci sono già stati casi di molestie e attacchi nei confronti di Arabi e Musulmani all'interno del territorio statunitense. Lettere di odio e minacce sono già state indirizzate al The Electronic Intifada e ad altri siti palestinesi, arabi e musulmani. Chi vive negli Stati Uniti prova giustamente rabbia verso i responsabili degli orribili e devastanti eventi di ieri, ma non deve commettere l'errore di attribuire la responsabilità dell'accaduto a un'intera popolazione che continua a soffrire attraverso uno dei periodi più bui della sua già desolata storia. Il popolo palestinese, che siede incollato al televisore in un silenzio turbato come il resto del mondo intero, è realmente nelle condizioni "migliori" per comprendere lo stato d'animo di coloro che vivono in America, e come loro lo trova troppo difficile da esprimere.
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