[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
una polemica sul messaggio di Dino Frisullo
- Subject: una polemica sul messaggio di Dino Frisullo
- From: "Emiliano" <emilianomoncia at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Fri, 14 Sep 2001 16:23:14 +0200
"Lo sgomento che viviamo non è diverso da quello vissuto dieci anni fa, davanti allo spettacolo dei traccianti sui cieli di Baghdad. E' lo sgomento dell'impotenza, dell'espropriazione, di fronte alla morte che viene dall'alto. Siamo contro tutte le guerre. Anche contro questa guerra. Siamo per un altro mondo, in cui nessuno possa decidere della vita o della morte altrui schiacciando un pulsante, che si tratti del telecomando di una bomba o del comando di lancio di un jet. In cui nessuno debba guardare al cielo con paura, che si tratti del cielo di New York o di Gaza." Dino Frisullo Caro signor Fisullo, io non la conosco e non so chi sia, ma ho letto queste frasi sonora l'ho letta sul sito www.peacelink.it. Siccome io e lei abbiamo la fortuna di essere vivi non essendo nessuno dei due cittadini di Gaza o New York, mi permetto di iniziare una piccola polemica in relazione a ciò che ha scritto. Inizio col dirle che è sempre entusiasmante vedere come tutto viene strumentalizzato per la propria causa politica. Le sue frasi ad effetto, unita alla retorica della "pace", lasciano intravvedere un modo di intendere il concetto stesso di "pace" in maniera piuttosto naif, molto alla "John Lennon", senza nessuna valutazione di carattere strategico, politico o etico. La qual cosa è inqualificabile. Oggi più che mai il concetto di "pace" dev'essere supportato non da un'ondata emotiva irrazionale e aleatoria, ma da logiche precise, matematiche e rigorosamente intellettuali. In tutta franchezza, io non provo le stesse emozioni che prova lei. I traccianti sui cieli di Bagdad facevano parte di un'azione di guerra (o di "polizia internazionale", come ipocritamente la si chiamò allora), feroce forse, ma che rientrava nel concetto di "guerra". Ciò che è successo a New York è stato un atto di terrorismo. "Guerra" e "Terrorismo" sono due termini distinti e separati. Non facciamo di tutt'erba un fascio. "Guerra" significa che io posso telefonare a lei, signor Fisullo, intimandola di non fare una cosa a mio arbitrio, minacciandola. E se lei non "ubbidisce" verrò e farò del male a lei e alla sua famiglia. Ma glielo dirò prima. Le dichiarerò le mie intenzioni e agirò secondo i miei codici di "soldato". In questo caso lei sarà preparato, e starà a lei attrezzarsi o quantomeno tentare di capire perchè io le abbia dichiarato guerra. Agirà come crede. "Terrorismo", d'altro canto, significa che una mattina, senza che lei sospetti nulla, le piombo alle spalle e faccio del male permanente a quanti della sua famiglia lei ama. E mi nascondo anche. Per quanto doloroso possa sembrare e per quanto cinico io le possa apparire, i bombardamenti di Gaza non sono mai paragonabili ad una dolce mattina di fine estate quando, all'improvviso, non si sa quante vite vengono devastate da non si sa chi. A Gaza lo sappiamo chi è stato, in Irak anche. Ma due giorni fa? Alla "guerra" ci si oppone, a mio avviso, insegnando una cultura di pace. Al "terrorismo" ci si oppone reagendo: ci provi lei a dialogare con i sordi. Saluti Emiliano Moncia
- Prev by Date: Commenti sui recenti fatti americani
- Next by Date: Dario Fo su Genova
- Previous by thread: Commenti sui recenti fatti americani
- Next by thread: Dario Fo su Genova
- Indice: