La nonviolenza e' in cammino. 180



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 180 del 28 luglio 2001

Sommario di questo numero:
1. Appello per una campagna di sensibilizzazione per sostenere la proposta
della formazione e addestramento delle forze dell'ordine alla nonviolenza
2. La testimonianza da Genova di Daniele Aronne
3. Susan George, sconvolta da quanto e' accaduto
4. Sui fatti di Genova una meditazione di Giulio Vittorangeli
5. Una riflessione dopo i fatti di Genova di Zenone Sovilla
6. Sergio Paronetto, bisogna fermare lo "scudo spaziale"
7. Jorge Luis Borges recensisce l'"Enciclopedia del pacifismo" di Aldous
Huxley
8. Norberto Bobbio, fascismo e antifascismo
9. Per studiare la globalizzazione: da Franco Ferrarotti a Goffredo Fofi
10. Enrico Deaglio, "Diario" lancia un appello a chi era a Genova
11. "A. Rivista anarchica" dell'estate 2001
12. "Carta" di questa settimana
13. "Critica liberale"
14. Il mensile "Il foglio"
15. "Segno"
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. APPELLO PER UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER SOSTENERE LA PROPOSTA
DELLA FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA
[Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo ha diffuso due giorni fa il
seguente appello; chiediamo l'attenzione e l'aiuto di tutti i nostri
interlocutori]
Vorremmo proporvi, anche raccogliendo alcuni suggerimenti da piu' parti
pervenutici, alcune possibili iniziative che ciascuno puo' intraprendere per
sostenere la campagna di sensibilizzazione finalizzata ad ottenere un
provvedimento che istituisca per tutti i membri delle forze dell'ordine la
formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, le
tecniche e le strategie della nonviolenza.
1. scrivere lettere o e-mail al Presidente della Repubblica
(presidenza.repubblica at quirinale.it), e per opportuna conoscenza alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri (urpdie at palazzochigi.it) ed al
Ministero dell'Interno (cittadinitalia at mininterno.it) e per riscontro al
nostro indirizzo (nbawac at tin.it) recanti il seguente testo, o uno
equivalente (beninteso: chi scrive un testo proprio deve comunque astenersi
nel modo piu' assoluto da espressioni che il destinatario potrebbe
considerare offensive o irricevibili):
"Signor Presidente della Repubblica,
esprimo il mio sostegno alla proposta che con apposito provvedimento si
istituisca per tutti i membri delle forze dell'ordine la formazione e
l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, le tecniche e le
strategie della nonviolenza.
Sollecito un suo autorevole interessamento a tal fine.
Distinti saluti,
Firma e data".
2. scrivere lettere ai mezzi d'informazione per sollecitare attenzione su
questa proposta.
3. sollecitare i parlamentari del vostro territorio affinche' si impegnino a
proporre, possibilmente in collaborazione con altri parlamentari ed
ovviamente senza atteggiamenti settari o strumentali, una proposta di legge
a tal fine.
4. proporre agli enti locali del vostro territorio di prendere pubblicamente
posizione su questo tema.
5. proporre alle associazioni democratiche, i movimenti e le istituzioni con
cui siete in contatto di prendere pubblicamente posizione su questo tema.
6. Segnalarci studi ed esperienze, e/o inviarci contributi di riflessione su
questo tema.
7. Far conoscere questa proposta ad altre persone.
Vi segnaliamo che sono disponibili alcuni materiali informativi essenziali e
che altri ne stiamo predisponendo: potete richiederceli e provvederemo ad
inviarveli per posta elettronica nel piu' breve tempo possibile.
L'iniziativa e' appena agli inizi, contiamo di strutturarla meglio in un
prossimo futuro, cosi' da addivenire, insieme a quanti vorranno collaborare,
alla organizzazione di una vera e propria campagna d'opinione (che abbia
tempi, forme, tappe ed obiettivi precisi e verificabili, ovvero che non
corra il rischio di trascinarsi all'infinito ma ottenga risultati
osservabili e concreti in tempi certi); fermo restando che a nostro avviso
chiunque voglia sostenere questa proposta che riteniamo utile alla civile
convivenza, alla legalita', al miglioramento del servizio di sicurezza
pubblica e di difesa dell'incolumita' di tutte le persone, ed alla
promozione della nonviolenza, e' liberissimo di impegnarvisi nella sua piu'
completa autonomia.
Ringraziandovi per l'attenzione e per la collaborazione, vi saremmo assai
grati se ci faceste sapere se e quali iniziative intraprenderete;
naturalmente ogni consiglio, ogni critica ed ogni raccomandazione sono
apprezzati e desiderati.

2. LA TESTIMONIANZA DA GENOVA DI DANIELE ARONNE
[Ringraziamo di cuore Daniele Aronne per questo sua breve lettera (che
accompagnava un comunicato di Oreste Benzi che abbiamo gia' pubblicato).
Daniele Aronne, gia' obiettore di coscienza, impegnato nella "Operazione
Colomba" promossa dalla Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, ha preso
parte a missioni di pace e di intervento nonviolento in varie aree in
conflitto, dal Chiapas al Kosovo]
Ero anch'io a Genova, ci sono stato quattro giorni, e' stata molto dura per
tanti motivi, e adesso mi porto dentro una sensazione di rabbia e delusione
incredibile... ma ormai e' andata, e tutti abbiamo delle responsabilita'.
E' stata dura, ma si va avanti. La fame di giustizia e' ancora grande e i
poveri che incontriamo ogni giorno per strada, dal Chiapas al Kossovo, dal
Congo alla Cecenia e qui in Italia ci parlano chiaro. Non possiamo far finta
di niente e lasciarli soli, non possiamo stare zitti e fermi.
La fame, le malattie, le guerre davanti a loro, gli ultimi, non si fermano
mai.

3. RIFLESSIONE. SUSAN GEORGE: SCONVOLTA DA QUANTO E' ACCADUTO
[Il seguente testo abbiamo estratto dal quotidiano "Il manifesto" del 26
luglio 2001.
Susan George, economista, e' tra i maggiori esperti internazionali dei
rapporti Nord/Sud, direttrice del Transnational Institute di Amsterdam,
impegnata nei movimenti ambientalisti, pacifisti, nonviolenti, di
solidarietà. Opere di Susan George: Come muore l'altra metà del mondo,
Feltrinelli, Milano 1978; Il debito del Terzo Mondo, Edizioni Lavoro, Roma
1989; Il boomerang del debito, Edizioni Lavoro, Roma 1992; Il boomerang del
debito estero, in Susan George, Massimo Micarelli, Antonio Papisca, Un'
economia che uccide, L'altrapagina, Città di Castello 1993]
Siete contenti, Otto grandi della terra? Contenti di riunirvi in questi
luoghi principeschi e in queste citta' svuotate dei loro abitanti, contenti
dei vostri fasti e della vostra sicurezza che tanto costano ai comuni
cittadini? Contenti delle vostre politiche neo-liberali, catastrofiche,
imposte in tutta impunita' per conto delle imprese trasnazionali e dei
mercati finanziari? Contenti di esacerbare ogni volta che vi incontrate le
ingiustizie piu' flagranti del pianeta? Di annunciare come un progresso
straordinario questo miserabile fondo per la salute che corrisponde ad
appena un decimo di quello che il povero Kofi Annan ha chiesto il mese
scorso solo per la lotta all'Aids? Di offrirci lo spettacolo dei vostri otto
vestiti impeccabili e del vostro gesticolare tautologico, perche' l'unico
obiettivo delle vostre riunioni consiste ormai nel riaffermare che siete voi
effettivamente gli otto grandi della Terra?
Siete contenti, voi della polizia? Di aver infine ucciso un manifestante?
Non c'eravate riusciti a Goteberg, ma adesso finalmente si'. Grande
spettacolo a Genova: un omicidio legale. E che questo serva da lezione per
tutti gli altri, piccole carogne. I lacrimogeni, gli idranti sono per i
poveri di spirito, solo le pallottole sono reali. Sangue per terra. Corpi
schiacciati. Un bel lavoro, davvero. Siete contenti di aver invaso, domenica
all'alba, il Media centre alternativo, distruggendo i computer, confiscando
le cassette e manganellando le persone che dormivano, in modo che non
restasse alcuna traccia delle vostre turpitudini? Ottimo lavoro.
Siete contenti, voi manifestanti? Non la stragrande maggioranza del Genoa
Social Forum. So che voi siete sconvolti e in parte feriti. Non i Black, che
erano in realta' sbirri travestiti. Ma voi, i veri Black, che non avete
partecipato a nessuna delle riunioni preparatorie degli ultimi mesi, che non
fate parte di nessuna delle 700 organizzazioni italiane responsabili e ben
determinate a praticare la nonviolenza attiva. Siete contenti delle vostre
azioni unilaterali, antidemocratiche; di esservi mescolati appositamente ai
manifestanti pacifici che sono poi stati colpiti coi lacrimogeni e i
manganelli; di aver risposto alle prevedibili e previste provocazioni della
polizia, di aver voluto e cercato voi stessi le loro reazioni cruente? Siete
contenti che abbiamo infine il nostro martire? Si chiamava Carlo Giuliani.
Aveva 23 anni e andava a questa manifestazione con le proprie convinzioni, e
tanto basta. Queste convinzioni non sono le nostre, ma protesteremo contro
la sua esecuzione, pace all'anima sua.
Cio' non toglie che il movimento per una diversa globalizzazione e' ora in
pericolo. O riusciamo a mostrare i maneggi della polizia e ad impedire gli
eccessi di alcuni, oppure manderemo in frantumi la piu' grande speranza
politica di questi ultimi decenni. Di chiunque siano le responsabilita' - e
in gran parte esse sono della polizia e degli Otto grandi -, questo
movimento ampio, potente, internazionale e inarrestabile come l'alta marea,
questo movimento dei popoli uniti e solidali di cui abbiamo sognato non
potra' piu' portare avanti la sua lotta come prima. Non potra' piu'
accettare che tutti facciano quello che meglio credono. E' morto un uomo.
Senza la garanzia di manifestazioni pacifiche, i grandi sindacati ufficiali
non si uniranno mai a noi, a poco a poco la base si allontanera', l'unita'
di adesso, transnazionale e transgenerazionale, si sbriciolera'.
Noi, la stragrande maggioranza di manifestanti pacifici che avanziamo
proposte, serie e realizzabili, che pensiamo che un altro mondo e'
possibile, dovremo assumerci le nostre responsabilita'. Di fronte
all'escalation della violenza di stato, come e' possibile fare appello ad
azioni dirette senza mettere in pericolo i nostri militanti?
Una cosa e' certa: non rinunceremo alla nostra lotta contro le immense
ingiustizie della globalizzazione, ma dovremo ormai trovare nuove vie
democratiche per portarla avanti. 2500 anni fa, il grande stratega cinese
Sun Tzu ha detto: "non fare quello che hai voglia di fare. Fa' quello che il
tuo avversario non vuole che tu faccia".
Oggi, i nostri avversari devono essere contenti. Io, sconvolta da quanto e'
accaduto a Genova, cerco di non cedere alla disperazione.

4. SUI FATTI DI GENOVA UNA MEDITAZIONE DI GIULIO VITTORANGELI
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli per questa sua meditazione.
Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (VT) il 18/12/1953, e' impegnato nei
movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarietà internazionale. E' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio, ed è impegnato in alcuni progetti di solidarietà concreta. Opere di
Giulio Vittorangeli: suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi
convegni da lui stesso promossi: tra i più recenti di tali convegni di cui
sono stati pubblicati i materiali segnaliamo quello su Primo Levi, testimone
della dignità umana, tenutosi a Bolsena nel maggio 1998; quello su La
solidarietà nell'era della globalizzazione, tenutosi a Celleno nel luglio
1998; quello su I movimenti ecopacifisti e della solidarietà da soggetto
culturale a soggetto politico, tenutosi a Viterbo nell'ottobre 1998; quello
su Rosa Luxemburg, tenutosi a Viterbo nel maggio 1999. Per anni ha curato
una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarietà sul
settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le
pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarietà". Non ci
risultano raccolte di suoi scritti in volume. Indirizzi utili: Associazione
Italia-Nicaragua, via Petrella 18, 01017 Tuscania (VT),
e-mail:giulio.vittorangeli at tin.it]
Quanto e' accaduto mi ha lasciato una profondissima tristezza, riesco solo a
pensare alla assurdita' della morte di quel povero ragazzo. Quasi non
bastasse il dolore quotidiano per le morti in Palestina, e la nostra
profonda, dolorosa impotenza. Mi sembra invece che le parole del padre siano
di una straordinaria umanita'.

5. UNA RIFLESSIONE DOPO I FATTI DI GENOVA DI ZENONE SOVILLA
[Questa riflessione di Zenone Sovilla e' apparsa sul sito www.nonluoghi.it;
per contatti: info at nonluoghi.it
Zenone Sovilla e' un giornalista d'inchiesta e di approfondimento, promotore
nella rete telematica di un giornalismo ad un tempo militante e colto che
propone approfondite riflessioni e rigorose ricerche particolarmente
valorizzando le esperienze storiche, le acquisizioni teoriche ed analitiche
e gli strumenti metodologici ed ermeneutici delle tradizioni culturali
libertarie e nonviolente]
La sensazione e' che dopo la morte del giovane manifestante Carlo Giuliani
buona parte dei mass media si sia stretta attorno alle forze dell'ordine e
ne abbia con maggiore sistematicita' accolto le letture di quanto stava
accadendo a Genova. Forse qualcuno, una commissione parlamentare e la
magistratura prima di tutti, riuscira' a far luce sul degenerare della
situazione e forse ci sara' chi dovra' rendere conto dell'agire indisturbato
di una banda numerosa di hooligans frettolosamente definiti "anarchici" e
delle cariche indiscriminate delle forze dell'ordine anche contro persone
inermi. Cosi' si sono viste immagini crude e si sono ascoltate testimonianze
dirette di pacifisti, medici, avvocati picchiati selvaggiamente da agenti
dello Stato - in divisa e non - che con quell'agire evocavano periodi bui
della storia italiana e dell'America latina. Allo stesso tempo si sono viste
immagini e ascoltate testimonianze circa l'agire indisturbato dei membri del
famigerato Black Block (ma un giorno qualcuno ci spieghera' chi sono questi
qua?), fino a vederli in fila come alla distribuzione del pane davanti a un
misterioso furgone da cui uscivano spranghe e mazze. Qui qualcosa che non
quadra c'e'. Questa notte - di fronte a questo quadro inquietante e a una
citta' in fiamme non si sa bene perche' - un solerte cronista del Gr Rai e'
riuscito a dedicare un po' della sua professionalita' e del tempo del
servizio pubblico d'informazione per raccontarci che "Silvio Berlusconi ha
parlato con il premier Giapponese al quale ha confidato che sta tentando di
cambiare l'Italia". Se le scene di violenza che si sono viste a Genova,
frutto di un crescendo di tensione probabilmente non casuale, sono un
indizio del progetto di cambiamento c'e' poco da stare tranquilli. Ma non
pare azzardato che gran parte della gente, invece, chieda proprio di essere
tranquillizata da Berlusconi e dalla sua polizia.
Il confuso movimento antagonista ha sbagliato sicuramente ad accettare la
sfida del Potere e a volere a tutti i costi andare a Genova mettendosi cosi'
nelle mani degli apparati che hanno tutto l'interesse a destabilizzare,
criminalizzare, isolare chi vuole mettere i bastoni fra le ruote alla
potente macchina da guerra economica (e non solo) del neoliberismo globale
che genera morte a ogni latitudine.
Che andare a Genova fosse una cosa ormai divenuta insensata si era capito
dopo i primi giorni surreali di dibattito fra i rappresentanti del presunto
popolo di Seattle e gli esponenti del governo, a cominciare dall'ineffabile
ministro Ruggiero. Quei giorni surreali sono continuati per settimane, al
centro dell'attenzione sempre piu' il tema dell'ordine pubblico, poi le
bombe e gli allarmi hanno contribuito a riscaldare il clima per l'esplosione
finale. Bilancio: un fallimento "percettivo" della protesta, l'aumento della
distanza sociale fra chi chiede un mondo piu' giusto e il resto della
popolazione che subisce quello ingiusto magari senza accorgersene o senza
sapere come fare a trasformarlo.
Gia', trasformarlo? Ma come e quanto? Non sarebbe il caso di cominciare a
discuterne seriamente fra le varie anime di questo movimento schiacciato
nella ritualita' inutile e dannosa dei controvertici? Una domanda semplice,
per esempio, e' se non sia illusorio ritenere che possano convivere
all'interno del medesimo disegno di trasformazione della societa' in termini
di democrazia e di giustizia, gruppi che si concentrano esclusivamente su
alcuni sintomi gravi del sistema politico ed economico e altri che invece
tentano di individuarne le cause per modificare i meccanismi sistemici che
generano morte. Il quadro e' confuso, questo movimento probabilmente e' solo
un embrione di qualcosa che forse potra' nascere ma soltanto passando
attraverso una fase faticosa e dura di confronto e di elaborazione teorica
dei contenuti e delle prassi. E' inutile darsi una facciata di "unitarieta'
eterogenea" se in realta' non si sono affrontati seriamente i nodi di fondo
della situazione.
L'errore di valutazione sulla presenza a Genova rischia di rivelarsi un
passo falso storico. Ora urge interrogarsi davvero sulle strategie, che a
mio parere non possono che essere nonviolente nel senso piu' pieno, per
avviare una trasformazione del modello capitalista (economico e politico),
consci che in realta' lasceremo in eredita' alle generazioni successive gran
parte del lavoro. L'importante e' cominciare e possibilmente fare il primo
passo col piede giusto. Il portavoce del Genova Social Forum ha parlato di
"una vittoria costata molto cara". Ci sembra grottesco. Se proprio vogliamo
riprendere questo lessico da stadio o da campo di battaglia, diciamo che e'
una sconfitta evidente.
Una sconfitta perche' a Genova e' scorso il sangue. Una sconfitta perche'
evidentemente qualcuno ha avuto bisogno di trovarsi di fronte centinaia di
poliziotti con le maschere antigas i fucili e i manganelli per rendersi
conto delle dimensioni impari dello scontro fra un mini-movimento e il
sistema di dominio che e' almeno in parte radicato e interiorizzato da una
fetta assolutamente maggioritaria di cittadini. La prassi nonviolenta e'
l'unica in grado di aprire qualche breccia nel muro di gomma del potere; gli
eventi come quelli di Genova contribuiscono invece a rinforzarlo, anche
perche' la "verita'" sulle violenze difficilmente sara' di pubblico dominio.
Alla fine resteranno le immagini di una citta' distrutta dagli anti-G8 (gli
hooligan chiamati anarchici con offesa alla tradizione di un movimento
intrinsecamente pacifista) e i commenti "di buon senso istituzionale" di
gente come Maurizio Veneziani (stamane casualmente conduttore di Prima
Pagina a Radiotre) o del direttore del Giornale, Maurizio Belpietro (stamane
altrettanto casualmente intervistato dall'edizione principale del Gr3). E'
una sconfitta perche' non si poteva vincere. Vincere come? Il G8 decide quel
che decide perche' dietro c'e' quel che c'e'; ci sono intrecci di
manipolazione sociale e sistemi di partecipazione al potere boccheggianti
chiamati democrazie.
Forse sarebbe il caso di ricominciare da qui: dal riempire di senso questa
parola, dalla sua etimologia: governo del popolo, governo di tutti. Nel caso
concreto, nell'elaborazione di una strategia, si poteva giocare la carte
degli spazi negati: disertare Genova perche' il Potere con i suoi fucili
l'ha resa una citta' proibita. E trovarsi altrove a comunicare e a
interrogarsi su un percorso di liberazione e sulla necessita' di uno sforzo
di immaginazione per superare i retaggi delle prassi ereditate dal passato
di piazza. Altro che cantar vittoria.
Per tornare al comportamento inaudito degli agenti delle forze
dell'ordine-picchiatori e alla devastazione indisturbata per mano del Black
Block e di eventuali infiltrati, vien fatto di chiedersi se non sia il caso
che quale minima risposta democratica il fronte sindacale tutto, per una
volta tutto unito dai Cobas all'Unione sindacale italiana a Cgil-Cisl e Uil,
valutino di proclamare uno sciopero contro la violenza, a cominciare da
quella di Stato.
Naturalmente, anche se dopo questa vergogna sarebbe quasi ovvio mandare a
casa un governo, tutto andrebbe fatto senza l'illusione che qualcuno con
nome e cognome venga a rispondere del sangue di Genova: il responsabile vero
e' un sistema senza volto, subdolo, maligno ma soprattutto potente e capace
di annullare le personalita' umane.

6. RIFLESSIONE. SERGIO PARONETTO: BISOGNA FERMARE LO "SCUDO SPAZIALE"
[Diffondiamo questo intervento di Sergio Paronetto, che ringraziamo di
cuore. Sergio Paronetto e' impegnato nel movimento di Pax Christi a Verona]
Non solo complimenti, sprechi, vanita' e promesse. E' servito. Il vertice
dei G8 e' servito per capire l'attuale tipo di politica internazionale dei
"grandi" della terra. E' stato utile, soprattutto, all'amministrazione Bush,
appoggiata dalla Gran Bretagna e, ora, dal governo Berlusconi, per sostenere
e diffondere lo "scudo spaziale".
In concreto, da un lato il "fondo-elemosina" sull'Aids, che significa  un
dollaro per ogni cittadino povero del mondo, senza impegni contro il
monopolio delle multinazionali sui prezzi e sul brevetto dei  farmaci.
Dall'altro lato, il lancio dello "scudo spaziale" che entrera' in funzione
nel 2004, per una spesa di  64 miliardi di dollari. Tra il 2010 e il  2020,
la voragine di spesa complessiva potra' raggiungere i 300 miliardi di
dollari.
Faccio una riflessione divisa in due parti.
La prima riguarda il rischio di populismo totalitario: come puo' Berlusconi
aderire al progetto statunitense senza dibattito parlamentare, violando la
Costituzione e attaccando gli altri paesi europei contrari alla grande
follia?
La seconda concerne il futuro del mondo: confrontare le spese per lo "scudo
spaziale" con la morte per fame e malattie di un bambino o di una bambina
ogni 8 secondi, o con l'uccisione di 1.300 persone al giorno nei conflitti
armati, vuol dire camminare sull'abisso dell'ingiustizia planetaria.
L'ha denunciato una Conferenza dell'ONU sulle "armi leggere" qualche giorno
fa. L'ha ricordato Giovanni Paolo II a Bush il 23 luglio, parlando della
"tragica linea di demarcazione" tra i potenti e i poveri.
Rammento un importante documento della S. Sede del 1976. In esso e' scritto
che la corsa agli armamenti non e' solo "un pericolo" per tutti. E',
soprattutto, "un'aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non
messi in opera, con il loro alto costo, uccidono i poveri, facendoli morire
di fame".
Il "popolo della pace" ha davanti a se' il grande obiettivo di impedire
"un'aggressione che si fa crimine". I vescovi statunitensi di Pax Christi ne
stanno parlando da due anni. Fermare lo "scudo spaziale" con la forza
creativa della nonviolenza.

7. MATERIALI. JORGE LUIS BORGES RECENSISCE L'"ENCICLOPEDIA DEL PACIFISMO" DI
ALDOUS HUXLEY
[La seguente breve recensione apparve a Buenos Aires su "El hogar" il 3
settembre 1937 (la data e' importante: e' in corso la guerra di Spagna, e le
citazioni huxleyane fortemente ne evocano alcuni tragici aspetti). E' stata
recuperata in Jorge Luis Borges, Textos cautivos, volume edito per le cure
di Enrique Sacerio-Gari' ed Emir Rodriguez Monegal nel 1986; noi l'abbiamo
tradotta (piuttosto di fretta e alla brava, che lo spettro dell'argentino ci
perdoni) dall'edizione economica apparsa presso Alianza, Madrid 1998, pp.
204-205; una traduzione italiana di questo libro di minuzie pubblicistiche
borgesiane e' stata pubblicata presso Adelphi qualche anno fa, ma non
abbiamo avuto modo di consultarla.
Jorge Luis Borges (1899-1986), argentino, e' uno dei piu' grandi scrittori
del Novecento; la piu' ampia raccolta del suoi scritti in italiano e' nei
due volumi di Tutte le opere (che ovviamente non sono affatto tutte), presso
Mondadori; su Borges fondamentale e' Emir Rodriguez Monegal, Borges. Una
biografia letteraria, Feltrinelli, Milano 1982.
Aldous Huxley, umanista e scrittore inglese (1894-1963), membro di una
famiglia di prestigiosi intellettuali, lungamente impegnato in un'opera di
ricomposizione di diverse e divergenti tradizioni (talora con sincretismi
semplicistici) e nella denuncia di fenomeni sociali di crescente alienazione
e del totalitarismo. Opere di Aldous Huxley: cfr. almeno Il mondo nuovo,
Mondadori, Milano; Filosofia perenne, Adelphi, Milano; Saggi sull'
educazione, Armando, Roma]
* "Una enciclopedia del pacifismo" di Aldous Huxley
In quella seconda parte della "Anatomia della malinconia", del 1621, che
studia i rimedi contro quel male, l'autore enumera la contemplazione di
palazzi, di fiumi, di labirinti, di giochi d'acqua, di giardini zoologici,
di templi, di obelischi, di mascherate, di fuochi d'artificio, di
incoronazioni e di battaglie. (E non e' mancato, paradossalmente, chi ha
subito il fascino della realistica carica alla baionetta del film pacifista
"All'ovest niente di nuovo").
In ciascuna delle centoventotto pagine di questa sintetica "Enciclopedia del
pacifismo", Huxley combatte freddamente la guerra. Mai incorre nella
diatriba o nella mera eloquenza: le tentazioni sentimentali dell'argomento
per lui non esistono. Come per Benda o per Shaw, il crimine della guerra lo
indigna meno dell'insensatezza della guerra, della complessa imbecillita'
della guerra. I suoi ragionamenti sono di tipo intellettuale, non di tipo
patetico.
Naturalmente e' troppo intelligente per nascondere che il pacifismo da lui
predicato esige piu' valore che la mera obbedienza dei soldati. Scrive:
"Resistere senza violenza non vuol dire non far niente. Vuol dire fare lo
sforzo enorme che e' richiesto per vincere il male con il bene. Questo
sforzo non fa affidamento su muscoli forti e armi diaboliche: fa affidamento
sul valore morale, sul dominio di se' stessi e sulla coscienza
insopprimibile e tenace che non esiste un uomo sulla faccia della terra (per
brutale e personalmente ostile che sia) senza un fondo nativo di bonta',
senza amore per la giustizia, privo di rispetto per il vero e il buono, che
possono essere raggiunti da chiunque usi i metodi adeguati".
Huxley e' ammirevolmente imparziale. I "militaristi di sinistra", i fautori
della lotta di classe, non gli sembrano meno pericolosi dei fascisti.
"L'efficacia militare - osserva - richiede una concentrazione del potere, un
sommo grado di centralizzazione, la coscrizione o la schiavitu' al governo e
l'imposizione di una idolatria locale il cui dio e' la nazione stessa o un
tiranno semidivinizzato. La difesa militare del socialismo contro il
fascismo viene ad essere, in pratica, la trasformazione della comunita'
socialista in una comunita' fascista". E ancora: "La rivoluzione francese
ricorse alla violenza e fini' in una dittatura militare e nell'imposizione
permanente della coscrizione ovvero della schiavitu' militare. La
rivoluzione russa ricorse alla violenza: la Russia ora e' una dittatura
militare. Appare evidente che una vera rivoluzione - cioe', il passaggio
dall'inumano all'umano - non si puo' realizzare con mezzi violenti".

8. RIFLESSIONE. NORBERTO BOBBIO: FASCISMO E ANTIFASCISMO
[Il seguente breve brano abbiamo estratto dal libro di Norberto Bobbio,
Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla repubblica, Laterza, Roma-Bari 2001,
pp. 113-114.
Norberto Bobbio è nato a Torino nel 1909, antifascista, filosofo della
politica e del diritto, è autore di opere fondamentali sui temi della
democrazia, dei diritti umani, della pace. E' uno dei più prestigiosi
intellettuali italiani del Novecento. Opere di Norberto Bobbio: per la
biografia (che si intreccia con decisive vicende e cruciali dibattiti della
storia italiana di questo secolo) si vedano il volume di scritti
autobiografici De Senectute, Einaudi, Torino 1996; e l'Autobiografia,
Laterza, Roma-Bari 1997; tra i suoi libri di testimonianze su amici
scomparsi (alcune delle figure più alte dell'impegno politico, morale e
intellettuale del Novecento) cfr. almeno Maestri e compagni, Italia civile,
Italia fedele, tutti presso l'editore Passigli. Per la sua riflessione sulla
democrazia cfr. Il futuro della democrazia; Stato, governo e società;
Eguaglianza e libertà; tutti presso Einaudi. Sui diritti umani si veda L'età
dei diritti, Einaudi. Sulla pace si veda Il problema della guerra e le vie
della pace, Il Mulino, varie ristampe; Il terzo assente, Sonda, Torino 1989;
Una guerra giusta?, Marsilio, Venezia 1991; Elogio della mitezza, Linea d'
ombra, Milano 1994. A nostro avviso indispensabile è anche la lettura di
Politica e cultura, Einaudi; Profilo ideologico del Novecento, Garzanti,
Teoria generale del diritto, Giappichelli. Opere su Norberto Bobbio:
segnaliamo almeno Enrico Lanfranchi, Un filosofo militante, Bollati
Boringhieri, Torino 1989; Piero Meaglia, Bobbio e la democrazia: le regole
del gioco, ECP; S. Domenico di Fiesole 1994; Tommaso Greco, Norberto Bobbio,
Donzelli, Roma 2000]
Il contrasto fra fascismo e antifascismo e' per me, prima ancora che un
contrasto politico, un contrasto morale. Fascismo e antifascismo sono due
filosofie della vita inconciliabili che si fondano su principi morali
opposti. Il confine e' Auschwitz. Chi ha una mentalita' fascista considera
Auschwitz un'esagerazione dei comunisti, o un deprecabile eccesso, o
addirittura una pagina gloriosa; chi e' antifascista lo considera il piu'
grande degli orrori che l'uomo ha, fino ad oggi, saputo escogitare. Essere
antifascisti significa condannare il campo di sterminio senza appello e
senza attenuanti, e da questa condanna discende la condanna, anch'essa senza
appello, per tutto cio' che ha reso possibile il campo di sterminio: il
nazionalismo, il razzismo, il sistema totalitario, l'identificazione
fanatica con il capo che puo' tutto. Inteso come cultura e come modo di
vivere, il fascismo esiste ancora.

9. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA FRANCO FERRAROTTI A
GOFFREDO FOFI

* FRANCO FERRAROTTI
Profilo: sociologo italiano. Opere di Franco Ferrarotti: dell'immensa
produzione di Ferrarotti segnaliamo qui almeno Oltre il razzismo, Armando;
La tentazione dell'oblio, Laterza.

* PAUL K. FEYERABEND
Profilo: filosofo della scienza (Vienna 1924 - Ginevra 1994), caustico
critico di ideologie consolidate. Opere di Paul K. Feyerabend: I problemi
dell'empirismo, Lampugnani Nigri; Contro il metodo, Lampugnani Nigri, poi
(in nuova edizione) Feltrinelli; La scienza in una società libera,
Feltrinelli; Come essere un buon empirista, Borla; Il realismo scientifico e
l'autorità della scienza, Il Saggiatore; Scienza come arte, Dialogo sul
metodo, Dialoghi della conoscenza, Ammazzando il tempo. Un'autobiografia,
Ambiguità ed armonia, tutti presso Laterza. Opere su Paul K. Feyerabend: una
utile presentazione ed antologia ad uso scolastico (purtroppo deturpata da
un titolo equivoco e infelice), e' quella a cura di Angelo Crescini: Thomas
Kuhn, Paul K. Feyerabend, L'irrazionalismo in filosofia  e nella scienza, La
Scuola, Brescia 1989.

* GIOVANNI FIANDACA
Profilo: docente di diritto penale e criminologia all'Università di Palermo.
Opere di Giovanni Fiandaca: (a cura di, con Salvatore Costantino), La legge
antimafia tre anni dopo. Bilancio di un'esperienza applicativa, Milano 1986;
(a cura di, con Salvatore Costantino), La mafia, le mafie, Laterza,
Roma-Bari 1994.

* MAURIZIO FIASCO
Profilo: nato a Roma nel 1951, sociologo. Opere di Maurizio Fiasco: La
criminalita' degli anni Novanta, Roma 1991; Puglia. Il crimine, scenari e
strategie, Sapere 2000, Roma 1992; con Lino Busà, Liberarsi dall'usura,
Sapere 2000, Roma 1994.

* MOSES I. FINLEY
Profilo: nato a New York nel 1912, illustre storico dell'antichità. Opere di
Moses I. Finley: segnaliamo particolarmente La democrazia degli antichi e
dei moderni; L'economia degli antichi e dei moderni; Schiavitù antica e
ideologie moderne; tutte presso Laterza, Bari.

* PAOLO FINZI
Profilo: impegnato nella redazione di "A. rivista anarchica".

* TOMMASO FIORE
Profilo: nato ad Altamura (Bari) nel 1884, deceduto a Bari nel 1973.
Perseguitato dal fascismo, meridionalista, saggista. Opere di Tommaso Fiore:
Un popolo di formiche, Laterza, Bari.

* VITTORE FIORE
Profilo: antifascista, meridionalista, è scomparso nel febbraio 1999.

* GIUSEPPE FIORI
Profilo: nato nel 1923 a Silanus (Nuoro), giornalista, parlamentare,
scrittore, storico. Opere di Giuseppe Fiori: Baroni in laguna e La società
del malessere, Vita di Antonio Gramsci, Vita di Enrico Berlinguer, Vita e
morte di Michele Schirru, presso Laterza; Il venditore, Garzanti; Il
cavaliere dei Rossomori, Uomini ex, Una storia italiana, presso Einaudi.

* SHULAMITH FIRESTONE
Profilo: intellettuale femminista, nata nel 1945. Opere di Shulamith
Firestone: La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971.

* RUTH FIRST
Profilo: militante antirazzista sudafricana; giornalista, docente, studiosa,
nata a Johannesburg nel 1925, compagna di Joe Slovo, prigioniera, esule,
muore nel 1982 assassinata a Maputo in Mozambico con un pacco-bomba dai
terroristi dei servizi segreti del regime dell'apartheid. Opere di Ruth
First: Novanta giorni o l'eternità, La Nuova Italia 1971 (nuova traduzione
con diverso titolo: Un mondo a parte, Mondadori 1989); Ruth First: alle
radici dell'apartheid, Angeli 1984 (antologia di scritti di Ruth First a
cura di Anna Maria Gentili, con ampia introduzione e puntuale bibliografia).

* ERNST FISCHER
Profilo: straordinaria figura di intellettuale e militante politico
mitteleuropeo (1899-1972). Opere di Ernst Fischer: Arte e coesistenza, Il
Mulino; Karl Kraus, Robert Musil, Franz Kafka, La Nuova Italia. Opere su
Ernst Fischer: si veda il ritratto che ne fa Lucio Lombardo Radice nel
saggio che fa da introduzione al libro di Fischer su Kraus, Musil e Kakfa
citato sopra.

* MARCELLO FLORES
Profilo: storico, docente, intellettuale e militante democratico.

* PAOLO FLORES D'ARCAIS
Profilo: nato nel 1944, ricercatore di filosofia, collabora a vari
quotidiani ("La Repubblica", "El Pais", "Frankfurter Rundschau") e dirige la
rivista "MicroMega", di esplicito impegno contro mafia e regime della
corruzione. Opere di Paolo Flores D'Arcais: Etica senza fede, Einaudi,
Torino 1992; Il disincanto tradito, Bollati Boringhieri, Torino 1994; Hannah
Arendt. Esistenza e libertà, Donzelli, Roma 1995.

* DARIO FO
Profilo: autore teatrale, premio Nobel per la letteratura nel 1997. Opere di
Dario Fo: le opere teatrali di Dario Fo sono edite da Einaudi in vari
volumi. Opere su Dario Fo: Lanfranco Binni, Dario Fo, La Nuova Italia,
Firenze; Chiara Valentini, La storia di Dario Fo, Feltrinelli, Milano.

* JACOPO FO
Profilo: animatore dell'esperienza di Alcatraz ed autore di tante pubblicazi
oni, e' una delle figure piu' vivaci tra quegli "utopisti concreti"
impegnati nella costruzione quotidiana di un'alternativa, ovvero di una vita
autentica e degna di essere vissuta, fondata sulla convivenza civile,
ragionevole, sobria e felice (per quanto esser felici agli esseri umani sia
dato).

* VITTORIO FOA
Profilo: nato a Torino nel 1910, antifascista, dopo la Resistenza è stato
deputato alla Costituente per il Partito d'Azione. Dirigente della Cgil;
testimone e storico delle vicende del movimento operaio; è stato deputato e
senatore. Opere di Vittorio Foa: Sindacati e lotte operaie, Loescher; La
struttura del salario, Alfani; Per una storia del movimento operaio,
Einaudi; Riprendere tempo (con Pietro Marcenaro), Einaudi; La cultura della
Cgil, Einaudi; La Gerusalemme rimandata, Rosenberg & Sellier; Lettere da
vicino (curato con Laura Balbo), Einaudi; La questione socialista (curato
con Antonio Giolitti), Einaudi; Le virtù della Repubblica (con Paul
Ginsborg), Il Saggiatore; Il cavallo e la torre, Einaudi; Del disordine
della libertà (con Renzo Foa, suo figlio), Donzelli; Questo Novecento,
Einaudi; Lettere della giovinezza, Einaudi; Lavori in corso 1943-1946,
Einaudi.

* GOFFREDO FOFI
Profilo: nato a Gubbio nel 1937, ha lavorato in campo pedagogico e sociale
collaborando a rilevanti esperienze. Si è occupato anche di critica
letteraria e cinematografica. Tra le sue intraprese anche riviste come
"Linea d'ombra", "La terra vista dalla luna" e "Lo straniero". Per sua
iniziativa le Edizioni Linea d'ombra e la collana Piccola Biblioteca Morale
delle Edizioni e/o hanno rimesso in circolazione testi fondamentali
purtroppo sepolti dall'editoria - diciamo così - maggiore. Opere di Goffredo
Fofi: segnaliamo almeno L'immigrazione meridionale a Torino (1964) e Pasqua
di maggio (1989). Opere su Goffredo Fofi: non conosciamo volumi a lui
dedicati, ma si veda almeno il ritratto che ne ha fatto Grazia Cherchi (ora
alle pp. 252-255 di Scompartimento per lettori e taciturni, Feltrinelli).

10. DOCUMENTAZIONE. ENRICO DEAGLIO: "DIARIO" LANCIA UN APPELLO A CHI ERA A
GENOVA
[Ridiffondiamo questo appello di Enrico Deaglio, prestigioso giornalista,
direttore del settimanale "Diario"]
Vogliamo raccogliere in un numero speciale che uscira' nei primi giorni di
agosto, il maggior numero possibile di fotografie e testimonianze dirette.
Sara' un "Diario" davvero speciale. Per farlo, abbiamo bisogno di voi.
Vogliamo che parli da solo, che testimoni con le facce di chi era presente
cosa sono stati i giorni di Genova e come bisognera' ricordarli. Non
cerchiamo foto di professionisti.
Chiunque sia in possesso di immagini, chiunque senta il desiderio di
raccontare qualcosa anche per iscritto, puo' mandare il materiale in
redazione ("Diario della settimana", via Melzo 9, 20129 Milano) oppure
spedirlo via e-mail a questo indirizzo: album at diario.it
E' importante che le foto per posta elettronica siano ad almeno 300 dpi di
risoluzione, in formato jpg o zip.
Indicate luogo, giorno e ora dello scatto. E aggiungete, se ne avete voglia,
una vostra breve testimonianza.

11. RIVISTE: "A. RIVISTA ANARCHICA" DELL'ESTATE 2001
Segnaliamo il fascicolo estivo della sempre appassionante "A. Rivista
anarchica" (per contatti: e-mail: arivista at tin.it; sito:
www.anarca-bolo.ch/a-rivista). Tra altri pregevoli materiali segnaliamo: una
interessante intervista a due anarchici argentini, Osvaldo Escribano e
Antonio Lopez; un ampio servizio sulla lotta nonviolenta contro il trasporto
di scorie nucleari in Germania; un approfondito volantone bilingue sulla
globalizzazione curato da Adriano Paolella e Zelinda Carloni; un saggio di
Maurizio Zani su Simone Weil; e segnalazioni di libri, articoli di
informazione e dibattito, le consuete rubriche.
Aggiungiamo una postilla: poiche' in questi giorni i mass-media con la
vocazione ai linciaggi e al regime hanno scatenato una campagna di calunnie
contro l'anarchismo strumentalizzando i terribili fatti di Genova, ci
prendiamo il privilegio di dire una banalita' e di aggiungere un parere
personale.
La banalita': che delle varie tradizioni di pensiero e dei vari movimenti
storici, l'anarchismo, tutto considerato, e' tra i piu' limpidi e luminosi.
Non che non sia stato attraversato anch'esso dagli orrori della storia e
dalle scelte tragiche dell'agire concreto, e non che non vi siano nel suo
alveo settori, culture, epifanie crudeli e inaccettabili (e' cosi' per molte
altre grandi tradizioni di pensiero e soggetti storici), ma non vi e' dubbio
che la riflessione, la speranza, il movimento anarchico, nel dare e
nell'avere dei conti con la storia, ha un credito grande. Che poi vi siano
dei vandali, dei picchiatori e dei mascalzoni che delle bandiere rossonere
si ammantano, quei vandali, quei picchiatori e quei mascalzoni occorre
contrastare e mettere in condizione di non nuocere a se' e ad altri, senza
alcuna ambiguita'; il che deve valere rispetto a tutti i vandali, i
picchiatori ed i mascalzoni, quale che sia l'abito che indossano, la tuta o
la divisa, l'orecchino o i galloni, la cravatta o i jeans, l'abito talare o
la tenuta sportiva.
Il parere personale: io che scrivo queste righe ed ho avuto la fortuna di
conoscere Tomaso Serra, ho avuto la fortuna di studiare la riflessione di
Luce Fabbri, e Paolo Finzi mi onora della sua amicizia: ebbene, io posso non
essere anarchico, ma questi anarchici, e molti altri, mi hanno molto
insegnato, e sono per me un esempio e uno sprone nel mio stesso impegno per
la dignita' umana, per la nonviolenza. E qui metto il punto.

12. RIVISTE. "CARTA" DI QUESTA SETTIMANA
[Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato della redazione del settimanale
"Carta"]
E' in edicola in tutta Italia il numero 7 della rivista "Carta", ora con
periodicita' settimanale.
In questo numero racconteremo Genova e i sette giorni che hanno cambiato
tutto: reportage, analisi, racconti, le foto del 19, 20 e 21 luglio. Le
manifestazioni, le persone, i media antiliberisti, le imboscate,
l'assassinio di Carlo Giuliani. Cosa e' stato il  Public Forum: le idee, le
proposte e le presenze.
E ancora Giulio Marcon dalla Macedonia, padre Renato Sesana sul Sudan, il
caso della Danone italiana. Intervista a Toni Negri di Luis Hernandez
Navarro. Video, interviste, notizie e testimonianze su www.carta.org
Per tutti coloro che ci hanno inviato le loro testimonianze o commenti alle
giornate di Genova, un ringraziamento da parte di tutti noi. Stiamo
lavorando per metterle tutte nel sito. (chi volesse contribuire puo' inviare
materiale a alfabeto at carta.org).

13. RIVISTE. "CRITICA LIBERALE"
Segnaliamo la pregevole rivista "Critica liberale", un periodico che si
distingue per la sobrieta' ed il rigore delle sue analisi, e per la
chiarezza e la generosita' del suo impegno, erede della tradizione della
sinistra liberale e forte del legame intellettuale, di affetti e di
collaborazione e confronto con alcune delle figure piu' limpide della
cultura e dell'impegno civile in Italia. Per contatti e richieste: direzione
e redazione: via d'Ascanio 23, 00186 Roma, tel. e fax 066867981.
Segnaliamo che "Critica liberale", insieme ad altre riviste di cultura ed
impegno civile, ha promosso anche un quotidiano on line: www.italialaica.com
(raggiungibile anche digitando: www.italialaica.it).

14. RIVISTE. IL MENSILE "IL FOGLIO"
"Il foglio" ("mensile di alcuni cristiani torinesi" recita un exergo in
minuti caratteri che affinca la testata), e' una rivista mensile di sole
otto pagine, senza immagini, che il lettore puo' leggere dalla prima
all'ultima riga senza restarne mai deluso ma traendone cosi' tanti spunti di
riflessione che verrebbe da dire: a bizzeffe, se il termine non fosse cosi'
inadatto rispetto al registro linguistico con cui si puo' parlare di una
rivista cosi' profonda e austera. Chi scrive questa noticina caldamente
raccomanda la lettura di questo foglio: e' buono come un pane caldo. Tra gli
animatori vi e' Enrico Peyretti, uno dei piu' lucidi ed autorevoli
educatori-costruttori di pace in Italia. Per contatti e richieste: e-mail:
ilfogmens at katamail.com, sito: www.ilfoglio.org

15. RIVISTE. "SEGNO"
"Segno" e' una rivista mensile palermitana diretta da Nino Fasullo: giunta
al ventisettesimo anno di pubblicazioni, e' semplicemente una delle letture
migliori che si possano fare per una cultura della pace, della solidarieta',
del diritto, della dignita' umana. Per contatti e richieste: e-mail:
rivistasegno at tin.it

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ;
angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 180 del 28 luglio 2001