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La nonviolenza e' in cammino. 180
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 180
- From: "Centro Ricerca Pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 28 Jul 2001 12:40:08 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 180 del 28 luglio 2001 Sommario di questo numero: 1. Appello per una campagna di sensibilizzazione per sostenere la proposta della formazione e addestramento delle forze dell'ordine alla nonviolenza 2. La testimonianza da Genova di Daniele Aronne 3. Susan George, sconvolta da quanto e' accaduto 4. Sui fatti di Genova una meditazione di Giulio Vittorangeli 5. Una riflessione dopo i fatti di Genova di Zenone Sovilla 6. Sergio Paronetto, bisogna fermare lo "scudo spaziale" 7. Jorge Luis Borges recensisce l'"Enciclopedia del pacifismo" di Aldous Huxley 8. Norberto Bobbio, fascismo e antifascismo 9. Per studiare la globalizzazione: da Franco Ferrarotti a Goffredo Fofi 10. Enrico Deaglio, "Diario" lancia un appello a chi era a Genova 11. "A. Rivista anarchica" dell'estate 2001 12. "Carta" di questa settimana 13. "Critica liberale" 14. Il mensile "Il foglio" 15. "Segno" 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. APPELLO PER UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER SOSTENERE LA PROPOSTA DELLA FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA [Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo ha diffuso due giorni fa il seguente appello; chiediamo l'attenzione e l'aiuto di tutti i nostri interlocutori] Vorremmo proporvi, anche raccogliendo alcuni suggerimenti da piu' parti pervenutici, alcune possibili iniziative che ciascuno puo' intraprendere per sostenere la campagna di sensibilizzazione finalizzata ad ottenere un provvedimento che istituisca per tutti i membri delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, le tecniche e le strategie della nonviolenza. 1. scrivere lettere o e-mail al Presidente della Repubblica (presidenza.repubblica at quirinale.it), e per opportuna conoscenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (urpdie at palazzochigi.it) ed al Ministero dell'Interno (cittadinitalia at mininterno.it) e per riscontro al nostro indirizzo (nbawac at tin.it) recanti il seguente testo, o uno equivalente (beninteso: chi scrive un testo proprio deve comunque astenersi nel modo piu' assoluto da espressioni che il destinatario potrebbe considerare offensive o irricevibili): "Signor Presidente della Repubblica, esprimo il mio sostegno alla proposta che con apposito provvedimento si istituisca per tutti i membri delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, le tecniche e le strategie della nonviolenza. Sollecito un suo autorevole interessamento a tal fine. Distinti saluti, Firma e data". 2. scrivere lettere ai mezzi d'informazione per sollecitare attenzione su questa proposta. 3. sollecitare i parlamentari del vostro territorio affinche' si impegnino a proporre, possibilmente in collaborazione con altri parlamentari ed ovviamente senza atteggiamenti settari o strumentali, una proposta di legge a tal fine. 4. proporre agli enti locali del vostro territorio di prendere pubblicamente posizione su questo tema. 5. proporre alle associazioni democratiche, i movimenti e le istituzioni con cui siete in contatto di prendere pubblicamente posizione su questo tema. 6. Segnalarci studi ed esperienze, e/o inviarci contributi di riflessione su questo tema. 7. Far conoscere questa proposta ad altre persone. Vi segnaliamo che sono disponibili alcuni materiali informativi essenziali e che altri ne stiamo predisponendo: potete richiederceli e provvederemo ad inviarveli per posta elettronica nel piu' breve tempo possibile. L'iniziativa e' appena agli inizi, contiamo di strutturarla meglio in un prossimo futuro, cosi' da addivenire, insieme a quanti vorranno collaborare, alla organizzazione di una vera e propria campagna d'opinione (che abbia tempi, forme, tappe ed obiettivi precisi e verificabili, ovvero che non corra il rischio di trascinarsi all'infinito ma ottenga risultati osservabili e concreti in tempi certi); fermo restando che a nostro avviso chiunque voglia sostenere questa proposta che riteniamo utile alla civile convivenza, alla legalita', al miglioramento del servizio di sicurezza pubblica e di difesa dell'incolumita' di tutte le persone, ed alla promozione della nonviolenza, e' liberissimo di impegnarvisi nella sua piu' completa autonomia. Ringraziandovi per l'attenzione e per la collaborazione, vi saremmo assai grati se ci faceste sapere se e quali iniziative intraprenderete; naturalmente ogni consiglio, ogni critica ed ogni raccomandazione sono apprezzati e desiderati. 2. LA TESTIMONIANZA DA GENOVA DI DANIELE ARONNE [Ringraziamo di cuore Daniele Aronne per questo sua breve lettera (che accompagnava un comunicato di Oreste Benzi che abbiamo gia' pubblicato). Daniele Aronne, gia' obiettore di coscienza, impegnato nella "Operazione Colomba" promossa dalla Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, ha preso parte a missioni di pace e di intervento nonviolento in varie aree in conflitto, dal Chiapas al Kosovo] Ero anch'io a Genova, ci sono stato quattro giorni, e' stata molto dura per tanti motivi, e adesso mi porto dentro una sensazione di rabbia e delusione incredibile... ma ormai e' andata, e tutti abbiamo delle responsabilita'. E' stata dura, ma si va avanti. La fame di giustizia e' ancora grande e i poveri che incontriamo ogni giorno per strada, dal Chiapas al Kossovo, dal Congo alla Cecenia e qui in Italia ci parlano chiaro. Non possiamo far finta di niente e lasciarli soli, non possiamo stare zitti e fermi. La fame, le malattie, le guerre davanti a loro, gli ultimi, non si fermano mai. 3. RIFLESSIONE. SUSAN GEORGE: SCONVOLTA DA QUANTO E' ACCADUTO [Il seguente testo abbiamo estratto dal quotidiano "Il manifesto" del 26 luglio 2001. Susan George, economista, e' tra i maggiori esperti internazionali dei rapporti Nord/Sud, direttrice del Transnational Institute di Amsterdam, impegnata nei movimenti ambientalisti, pacifisti, nonviolenti, di solidarietà. Opere di Susan George: Come muore l'altra metà del mondo, Feltrinelli, Milano 1978; Il debito del Terzo Mondo, Edizioni Lavoro, Roma 1989; Il boomerang del debito, Edizioni Lavoro, Roma 1992; Il boomerang del debito estero, in Susan George, Massimo Micarelli, Antonio Papisca, Un' economia che uccide, L'altrapagina, Città di Castello 1993] Siete contenti, Otto grandi della terra? Contenti di riunirvi in questi luoghi principeschi e in queste citta' svuotate dei loro abitanti, contenti dei vostri fasti e della vostra sicurezza che tanto costano ai comuni cittadini? Contenti delle vostre politiche neo-liberali, catastrofiche, imposte in tutta impunita' per conto delle imprese trasnazionali e dei mercati finanziari? Contenti di esacerbare ogni volta che vi incontrate le ingiustizie piu' flagranti del pianeta? Di annunciare come un progresso straordinario questo miserabile fondo per la salute che corrisponde ad appena un decimo di quello che il povero Kofi Annan ha chiesto il mese scorso solo per la lotta all'Aids? Di offrirci lo spettacolo dei vostri otto vestiti impeccabili e del vostro gesticolare tautologico, perche' l'unico obiettivo delle vostre riunioni consiste ormai nel riaffermare che siete voi effettivamente gli otto grandi della Terra? Siete contenti, voi della polizia? Di aver infine ucciso un manifestante? Non c'eravate riusciti a Goteberg, ma adesso finalmente si'. Grande spettacolo a Genova: un omicidio legale. E che questo serva da lezione per tutti gli altri, piccole carogne. I lacrimogeni, gli idranti sono per i poveri di spirito, solo le pallottole sono reali. Sangue per terra. Corpi schiacciati. Un bel lavoro, davvero. Siete contenti di aver invaso, domenica all'alba, il Media centre alternativo, distruggendo i computer, confiscando le cassette e manganellando le persone che dormivano, in modo che non restasse alcuna traccia delle vostre turpitudini? Ottimo lavoro. Siete contenti, voi manifestanti? Non la stragrande maggioranza del Genoa Social Forum. So che voi siete sconvolti e in parte feriti. Non i Black, che erano in realta' sbirri travestiti. Ma voi, i veri Black, che non avete partecipato a nessuna delle riunioni preparatorie degli ultimi mesi, che non fate parte di nessuna delle 700 organizzazioni italiane responsabili e ben determinate a praticare la nonviolenza attiva. Siete contenti delle vostre azioni unilaterali, antidemocratiche; di esservi mescolati appositamente ai manifestanti pacifici che sono poi stati colpiti coi lacrimogeni e i manganelli; di aver risposto alle prevedibili e previste provocazioni della polizia, di aver voluto e cercato voi stessi le loro reazioni cruente? Siete contenti che abbiamo infine il nostro martire? Si chiamava Carlo Giuliani. Aveva 23 anni e andava a questa manifestazione con le proprie convinzioni, e tanto basta. Queste convinzioni non sono le nostre, ma protesteremo contro la sua esecuzione, pace all'anima sua. Cio' non toglie che il movimento per una diversa globalizzazione e' ora in pericolo. O riusciamo a mostrare i maneggi della polizia e ad impedire gli eccessi di alcuni, oppure manderemo in frantumi la piu' grande speranza politica di questi ultimi decenni. Di chiunque siano le responsabilita' - e in gran parte esse sono della polizia e degli Otto grandi -, questo movimento ampio, potente, internazionale e inarrestabile come l'alta marea, questo movimento dei popoli uniti e solidali di cui abbiamo sognato non potra' piu' portare avanti la sua lotta come prima. Non potra' piu' accettare che tutti facciano quello che meglio credono. E' morto un uomo. Senza la garanzia di manifestazioni pacifiche, i grandi sindacati ufficiali non si uniranno mai a noi, a poco a poco la base si allontanera', l'unita' di adesso, transnazionale e transgenerazionale, si sbriciolera'. Noi, la stragrande maggioranza di manifestanti pacifici che avanziamo proposte, serie e realizzabili, che pensiamo che un altro mondo e' possibile, dovremo assumerci le nostre responsabilita'. Di fronte all'escalation della violenza di stato, come e' possibile fare appello ad azioni dirette senza mettere in pericolo i nostri militanti? Una cosa e' certa: non rinunceremo alla nostra lotta contro le immense ingiustizie della globalizzazione, ma dovremo ormai trovare nuove vie democratiche per portarla avanti. 2500 anni fa, il grande stratega cinese Sun Tzu ha detto: "non fare quello che hai voglia di fare. Fa' quello che il tuo avversario non vuole che tu faccia". Oggi, i nostri avversari devono essere contenti. Io, sconvolta da quanto e' accaduto a Genova, cerco di non cedere alla disperazione. 4. SUI FATTI DI GENOVA UNA MEDITAZIONE DI GIULIO VITTORANGELI [Ringraziamo Giulio Vittorangeli per questa sua meditazione. Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (VT) il 18/12/1953, e' impegnato nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarietà internazionale. E' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio, ed è impegnato in alcuni progetti di solidarietà concreta. Opere di Giulio Vittorangeli: suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni da lui stesso promossi: tra i più recenti di tali convegni di cui sono stati pubblicati i materiali segnaliamo quello su Primo Levi, testimone della dignità umana, tenutosi a Bolsena nel maggio 1998; quello su La solidarietà nell'era della globalizzazione, tenutosi a Celleno nel luglio 1998; quello su I movimenti ecopacifisti e della solidarietà da soggetto culturale a soggetto politico, tenutosi a Viterbo nell'ottobre 1998; quello su Rosa Luxemburg, tenutosi a Viterbo nel maggio 1999. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarietà sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarietà". Non ci risultano raccolte di suoi scritti in volume. Indirizzi utili: Associazione Italia-Nicaragua, via Petrella 18, 01017 Tuscania (VT), e-mail:giulio.vittorangeli at tin.it] Quanto e' accaduto mi ha lasciato una profondissima tristezza, riesco solo a pensare alla assurdita' della morte di quel povero ragazzo. Quasi non bastasse il dolore quotidiano per le morti in Palestina, e la nostra profonda, dolorosa impotenza. Mi sembra invece che le parole del padre siano di una straordinaria umanita'. 5. UNA RIFLESSIONE DOPO I FATTI DI GENOVA DI ZENONE SOVILLA [Questa riflessione di Zenone Sovilla e' apparsa sul sito www.nonluoghi.it; per contatti: info at nonluoghi.it Zenone Sovilla e' un giornalista d'inchiesta e di approfondimento, promotore nella rete telematica di un giornalismo ad un tempo militante e colto che propone approfondite riflessioni e rigorose ricerche particolarmente valorizzando le esperienze storiche, le acquisizioni teoriche ed analitiche e gli strumenti metodologici ed ermeneutici delle tradizioni culturali libertarie e nonviolente] La sensazione e' che dopo la morte del giovane manifestante Carlo Giuliani buona parte dei mass media si sia stretta attorno alle forze dell'ordine e ne abbia con maggiore sistematicita' accolto le letture di quanto stava accadendo a Genova. Forse qualcuno, una commissione parlamentare e la magistratura prima di tutti, riuscira' a far luce sul degenerare della situazione e forse ci sara' chi dovra' rendere conto dell'agire indisturbato di una banda numerosa di hooligans frettolosamente definiti "anarchici" e delle cariche indiscriminate delle forze dell'ordine anche contro persone inermi. Cosi' si sono viste immagini crude e si sono ascoltate testimonianze dirette di pacifisti, medici, avvocati picchiati selvaggiamente da agenti dello Stato - in divisa e non - che con quell'agire evocavano periodi bui della storia italiana e dell'America latina. Allo stesso tempo si sono viste immagini e ascoltate testimonianze circa l'agire indisturbato dei membri del famigerato Black Block (ma un giorno qualcuno ci spieghera' chi sono questi qua?), fino a vederli in fila come alla distribuzione del pane davanti a un misterioso furgone da cui uscivano spranghe e mazze. Qui qualcosa che non quadra c'e'. Questa notte - di fronte a questo quadro inquietante e a una citta' in fiamme non si sa bene perche' - un solerte cronista del Gr Rai e' riuscito a dedicare un po' della sua professionalita' e del tempo del servizio pubblico d'informazione per raccontarci che "Silvio Berlusconi ha parlato con il premier Giapponese al quale ha confidato che sta tentando di cambiare l'Italia". Se le scene di violenza che si sono viste a Genova, frutto di un crescendo di tensione probabilmente non casuale, sono un indizio del progetto di cambiamento c'e' poco da stare tranquilli. Ma non pare azzardato che gran parte della gente, invece, chieda proprio di essere tranquillizata da Berlusconi e dalla sua polizia. Il confuso movimento antagonista ha sbagliato sicuramente ad accettare la sfida del Potere e a volere a tutti i costi andare a Genova mettendosi cosi' nelle mani degli apparati che hanno tutto l'interesse a destabilizzare, criminalizzare, isolare chi vuole mettere i bastoni fra le ruote alla potente macchina da guerra economica (e non solo) del neoliberismo globale che genera morte a ogni latitudine. Che andare a Genova fosse una cosa ormai divenuta insensata si era capito dopo i primi giorni surreali di dibattito fra i rappresentanti del presunto popolo di Seattle e gli esponenti del governo, a cominciare dall'ineffabile ministro Ruggiero. Quei giorni surreali sono continuati per settimane, al centro dell'attenzione sempre piu' il tema dell'ordine pubblico, poi le bombe e gli allarmi hanno contribuito a riscaldare il clima per l'esplosione finale. Bilancio: un fallimento "percettivo" della protesta, l'aumento della distanza sociale fra chi chiede un mondo piu' giusto e il resto della popolazione che subisce quello ingiusto magari senza accorgersene o senza sapere come fare a trasformarlo. Gia', trasformarlo? Ma come e quanto? Non sarebbe il caso di cominciare a discuterne seriamente fra le varie anime di questo movimento schiacciato nella ritualita' inutile e dannosa dei controvertici? Una domanda semplice, per esempio, e' se non sia illusorio ritenere che possano convivere all'interno del medesimo disegno di trasformazione della societa' in termini di democrazia e di giustizia, gruppi che si concentrano esclusivamente su alcuni sintomi gravi del sistema politico ed economico e altri che invece tentano di individuarne le cause per modificare i meccanismi sistemici che generano morte. Il quadro e' confuso, questo movimento probabilmente e' solo un embrione di qualcosa che forse potra' nascere ma soltanto passando attraverso una fase faticosa e dura di confronto e di elaborazione teorica dei contenuti e delle prassi. E' inutile darsi una facciata di "unitarieta' eterogenea" se in realta' non si sono affrontati seriamente i nodi di fondo della situazione. L'errore di valutazione sulla presenza a Genova rischia di rivelarsi un passo falso storico. Ora urge interrogarsi davvero sulle strategie, che a mio parere non possono che essere nonviolente nel senso piu' pieno, per avviare una trasformazione del modello capitalista (economico e politico), consci che in realta' lasceremo in eredita' alle generazioni successive gran parte del lavoro. L'importante e' cominciare e possibilmente fare il primo passo col piede giusto. Il portavoce del Genova Social Forum ha parlato di "una vittoria costata molto cara". Ci sembra grottesco. Se proprio vogliamo riprendere questo lessico da stadio o da campo di battaglia, diciamo che e' una sconfitta evidente. Una sconfitta perche' a Genova e' scorso il sangue. Una sconfitta perche' evidentemente qualcuno ha avuto bisogno di trovarsi di fronte centinaia di poliziotti con le maschere antigas i fucili e i manganelli per rendersi conto delle dimensioni impari dello scontro fra un mini-movimento e il sistema di dominio che e' almeno in parte radicato e interiorizzato da una fetta assolutamente maggioritaria di cittadini. La prassi nonviolenta e' l'unica in grado di aprire qualche breccia nel muro di gomma del potere; gli eventi come quelli di Genova contribuiscono invece a rinforzarlo, anche perche' la "verita'" sulle violenze difficilmente sara' di pubblico dominio. Alla fine resteranno le immagini di una citta' distrutta dagli anti-G8 (gli hooligan chiamati anarchici con offesa alla tradizione di un movimento intrinsecamente pacifista) e i commenti "di buon senso istituzionale" di gente come Maurizio Veneziani (stamane casualmente conduttore di Prima Pagina a Radiotre) o del direttore del Giornale, Maurizio Belpietro (stamane altrettanto casualmente intervistato dall'edizione principale del Gr3). E' una sconfitta perche' non si poteva vincere. Vincere come? Il G8 decide quel che decide perche' dietro c'e' quel che c'e'; ci sono intrecci di manipolazione sociale e sistemi di partecipazione al potere boccheggianti chiamati democrazie. Forse sarebbe il caso di ricominciare da qui: dal riempire di senso questa parola, dalla sua etimologia: governo del popolo, governo di tutti. Nel caso concreto, nell'elaborazione di una strategia, si poteva giocare la carte degli spazi negati: disertare Genova perche' il Potere con i suoi fucili l'ha resa una citta' proibita. E trovarsi altrove a comunicare e a interrogarsi su un percorso di liberazione e sulla necessita' di uno sforzo di immaginazione per superare i retaggi delle prassi ereditate dal passato di piazza. Altro che cantar vittoria. Per tornare al comportamento inaudito degli agenti delle forze dell'ordine-picchiatori e alla devastazione indisturbata per mano del Black Block e di eventuali infiltrati, vien fatto di chiedersi se non sia il caso che quale minima risposta democratica il fronte sindacale tutto, per una volta tutto unito dai Cobas all'Unione sindacale italiana a Cgil-Cisl e Uil, valutino di proclamare uno sciopero contro la violenza, a cominciare da quella di Stato. Naturalmente, anche se dopo questa vergogna sarebbe quasi ovvio mandare a casa un governo, tutto andrebbe fatto senza l'illusione che qualcuno con nome e cognome venga a rispondere del sangue di Genova: il responsabile vero e' un sistema senza volto, subdolo, maligno ma soprattutto potente e capace di annullare le personalita' umane. 6. RIFLESSIONE. SERGIO PARONETTO: BISOGNA FERMARE LO "SCUDO SPAZIALE" [Diffondiamo questo intervento di Sergio Paronetto, che ringraziamo di cuore. Sergio Paronetto e' impegnato nel movimento di Pax Christi a Verona] Non solo complimenti, sprechi, vanita' e promesse. E' servito. Il vertice dei G8 e' servito per capire l'attuale tipo di politica internazionale dei "grandi" della terra. E' stato utile, soprattutto, all'amministrazione Bush, appoggiata dalla Gran Bretagna e, ora, dal governo Berlusconi, per sostenere e diffondere lo "scudo spaziale". In concreto, da un lato il "fondo-elemosina" sull'Aids, che significa un dollaro per ogni cittadino povero del mondo, senza impegni contro il monopolio delle multinazionali sui prezzi e sul brevetto dei farmaci. Dall'altro lato, il lancio dello "scudo spaziale" che entrera' in funzione nel 2004, per una spesa di 64 miliardi di dollari. Tra il 2010 e il 2020, la voragine di spesa complessiva potra' raggiungere i 300 miliardi di dollari. Faccio una riflessione divisa in due parti. La prima riguarda il rischio di populismo totalitario: come puo' Berlusconi aderire al progetto statunitense senza dibattito parlamentare, violando la Costituzione e attaccando gli altri paesi europei contrari alla grande follia? La seconda concerne il futuro del mondo: confrontare le spese per lo "scudo spaziale" con la morte per fame e malattie di un bambino o di una bambina ogni 8 secondi, o con l'uccisione di 1.300 persone al giorno nei conflitti armati, vuol dire camminare sull'abisso dell'ingiustizia planetaria. L'ha denunciato una Conferenza dell'ONU sulle "armi leggere" qualche giorno fa. L'ha ricordato Giovanni Paolo II a Bush il 23 luglio, parlando della "tragica linea di demarcazione" tra i potenti e i poveri. Rammento un importante documento della S. Sede del 1976. In esso e' scritto che la corsa agli armamenti non e' solo "un pericolo" per tutti. E', soprattutto, "un'aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo, uccidono i poveri, facendoli morire di fame". Il "popolo della pace" ha davanti a se' il grande obiettivo di impedire "un'aggressione che si fa crimine". I vescovi statunitensi di Pax Christi ne stanno parlando da due anni. Fermare lo "scudo spaziale" con la forza creativa della nonviolenza. 7. MATERIALI. JORGE LUIS BORGES RECENSISCE L'"ENCICLOPEDIA DEL PACIFISMO" DI ALDOUS HUXLEY [La seguente breve recensione apparve a Buenos Aires su "El hogar" il 3 settembre 1937 (la data e' importante: e' in corso la guerra di Spagna, e le citazioni huxleyane fortemente ne evocano alcuni tragici aspetti). E' stata recuperata in Jorge Luis Borges, Textos cautivos, volume edito per le cure di Enrique Sacerio-Gari' ed Emir Rodriguez Monegal nel 1986; noi l'abbiamo tradotta (piuttosto di fretta e alla brava, che lo spettro dell'argentino ci perdoni) dall'edizione economica apparsa presso Alianza, Madrid 1998, pp. 204-205; una traduzione italiana di questo libro di minuzie pubblicistiche borgesiane e' stata pubblicata presso Adelphi qualche anno fa, ma non abbiamo avuto modo di consultarla. Jorge Luis Borges (1899-1986), argentino, e' uno dei piu' grandi scrittori del Novecento; la piu' ampia raccolta del suoi scritti in italiano e' nei due volumi di Tutte le opere (che ovviamente non sono affatto tutte), presso Mondadori; su Borges fondamentale e' Emir Rodriguez Monegal, Borges. Una biografia letteraria, Feltrinelli, Milano 1982. Aldous Huxley, umanista e scrittore inglese (1894-1963), membro di una famiglia di prestigiosi intellettuali, lungamente impegnato in un'opera di ricomposizione di diverse e divergenti tradizioni (talora con sincretismi semplicistici) e nella denuncia di fenomeni sociali di crescente alienazione e del totalitarismo. Opere di Aldous Huxley: cfr. almeno Il mondo nuovo, Mondadori, Milano; Filosofia perenne, Adelphi, Milano; Saggi sull' educazione, Armando, Roma] * "Una enciclopedia del pacifismo" di Aldous Huxley In quella seconda parte della "Anatomia della malinconia", del 1621, che studia i rimedi contro quel male, l'autore enumera la contemplazione di palazzi, di fiumi, di labirinti, di giochi d'acqua, di giardini zoologici, di templi, di obelischi, di mascherate, di fuochi d'artificio, di incoronazioni e di battaglie. (E non e' mancato, paradossalmente, chi ha subito il fascino della realistica carica alla baionetta del film pacifista "All'ovest niente di nuovo"). In ciascuna delle centoventotto pagine di questa sintetica "Enciclopedia del pacifismo", Huxley combatte freddamente la guerra. Mai incorre nella diatriba o nella mera eloquenza: le tentazioni sentimentali dell'argomento per lui non esistono. Come per Benda o per Shaw, il crimine della guerra lo indigna meno dell'insensatezza della guerra, della complessa imbecillita' della guerra. I suoi ragionamenti sono di tipo intellettuale, non di tipo patetico. Naturalmente e' troppo intelligente per nascondere che il pacifismo da lui predicato esige piu' valore che la mera obbedienza dei soldati. Scrive: "Resistere senza violenza non vuol dire non far niente. Vuol dire fare lo sforzo enorme che e' richiesto per vincere il male con il bene. Questo sforzo non fa affidamento su muscoli forti e armi diaboliche: fa affidamento sul valore morale, sul dominio di se' stessi e sulla coscienza insopprimibile e tenace che non esiste un uomo sulla faccia della terra (per brutale e personalmente ostile che sia) senza un fondo nativo di bonta', senza amore per la giustizia, privo di rispetto per il vero e il buono, che possono essere raggiunti da chiunque usi i metodi adeguati". Huxley e' ammirevolmente imparziale. I "militaristi di sinistra", i fautori della lotta di classe, non gli sembrano meno pericolosi dei fascisti. "L'efficacia militare - osserva - richiede una concentrazione del potere, un sommo grado di centralizzazione, la coscrizione o la schiavitu' al governo e l'imposizione di una idolatria locale il cui dio e' la nazione stessa o un tiranno semidivinizzato. La difesa militare del socialismo contro il fascismo viene ad essere, in pratica, la trasformazione della comunita' socialista in una comunita' fascista". E ancora: "La rivoluzione francese ricorse alla violenza e fini' in una dittatura militare e nell'imposizione permanente della coscrizione ovvero della schiavitu' militare. La rivoluzione russa ricorse alla violenza: la Russia ora e' una dittatura militare. Appare evidente che una vera rivoluzione - cioe', il passaggio dall'inumano all'umano - non si puo' realizzare con mezzi violenti". 8. RIFLESSIONE. NORBERTO BOBBIO: FASCISMO E ANTIFASCISMO [Il seguente breve brano abbiamo estratto dal libro di Norberto Bobbio, Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla repubblica, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 113-114. Norberto Bobbio è nato a Torino nel 1909, antifascista, filosofo della politica e del diritto, è autore di opere fondamentali sui temi della democrazia, dei diritti umani, della pace. E' uno dei più prestigiosi intellettuali italiani del Novecento. Opere di Norberto Bobbio: per la biografia (che si intreccia con decisive vicende e cruciali dibattiti della storia italiana di questo secolo) si vedano il volume di scritti autobiografici De Senectute, Einaudi, Torino 1996; e l'Autobiografia, Laterza, Roma-Bari 1997; tra i suoi libri di testimonianze su amici scomparsi (alcune delle figure più alte dell'impegno politico, morale e intellettuale del Novecento) cfr. almeno Maestri e compagni, Italia civile, Italia fedele, tutti presso l'editore Passigli. Per la sua riflessione sulla democrazia cfr. Il futuro della democrazia; Stato, governo e società; Eguaglianza e libertà; tutti presso Einaudi. Sui diritti umani si veda L'età dei diritti, Einaudi. Sulla pace si veda Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, varie ristampe; Il terzo assente, Sonda, Torino 1989; Una guerra giusta?, Marsilio, Venezia 1991; Elogio della mitezza, Linea d' ombra, Milano 1994. A nostro avviso indispensabile è anche la lettura di Politica e cultura, Einaudi; Profilo ideologico del Novecento, Garzanti, Teoria generale del diritto, Giappichelli. Opere su Norberto Bobbio: segnaliamo almeno Enrico Lanfranchi, Un filosofo militante, Bollati Boringhieri, Torino 1989; Piero Meaglia, Bobbio e la democrazia: le regole del gioco, ECP; S. Domenico di Fiesole 1994; Tommaso Greco, Norberto Bobbio, Donzelli, Roma 2000] Il contrasto fra fascismo e antifascismo e' per me, prima ancora che un contrasto politico, un contrasto morale. Fascismo e antifascismo sono due filosofie della vita inconciliabili che si fondano su principi morali opposti. Il confine e' Auschwitz. Chi ha una mentalita' fascista considera Auschwitz un'esagerazione dei comunisti, o un deprecabile eccesso, o addirittura una pagina gloriosa; chi e' antifascista lo considera il piu' grande degli orrori che l'uomo ha, fino ad oggi, saputo escogitare. Essere antifascisti significa condannare il campo di sterminio senza appello e senza attenuanti, e da questa condanna discende la condanna, anch'essa senza appello, per tutto cio' che ha reso possibile il campo di sterminio: il nazionalismo, il razzismo, il sistema totalitario, l'identificazione fanatica con il capo che puo' tutto. Inteso come cultura e come modo di vivere, il fascismo esiste ancora. 9. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA FRANCO FERRAROTTI A GOFFREDO FOFI * FRANCO FERRAROTTI Profilo: sociologo italiano. Opere di Franco Ferrarotti: dell'immensa produzione di Ferrarotti segnaliamo qui almeno Oltre il razzismo, Armando; La tentazione dell'oblio, Laterza. * PAUL K. FEYERABEND Profilo: filosofo della scienza (Vienna 1924 - Ginevra 1994), caustico critico di ideologie consolidate. Opere di Paul K. Feyerabend: I problemi dell'empirismo, Lampugnani Nigri; Contro il metodo, Lampugnani Nigri, poi (in nuova edizione) Feltrinelli; La scienza in una società libera, Feltrinelli; Come essere un buon empirista, Borla; Il realismo scientifico e l'autorità della scienza, Il Saggiatore; Scienza come arte, Dialogo sul metodo, Dialoghi della conoscenza, Ammazzando il tempo. Un'autobiografia, Ambiguità ed armonia, tutti presso Laterza. Opere su Paul K. Feyerabend: una utile presentazione ed antologia ad uso scolastico (purtroppo deturpata da un titolo equivoco e infelice), e' quella a cura di Angelo Crescini: Thomas Kuhn, Paul K. Feyerabend, L'irrazionalismo in filosofia e nella scienza, La Scuola, Brescia 1989. * GIOVANNI FIANDACA Profilo: docente di diritto penale e criminologia all'Università di Palermo. Opere di Giovanni Fiandaca: (a cura di, con Salvatore Costantino), La legge antimafia tre anni dopo. Bilancio di un'esperienza applicativa, Milano 1986; (a cura di, con Salvatore Costantino), La mafia, le mafie, Laterza, Roma-Bari 1994. * MAURIZIO FIASCO Profilo: nato a Roma nel 1951, sociologo. Opere di Maurizio Fiasco: La criminalita' degli anni Novanta, Roma 1991; Puglia. Il crimine, scenari e strategie, Sapere 2000, Roma 1992; con Lino Busà, Liberarsi dall'usura, Sapere 2000, Roma 1994. * MOSES I. FINLEY Profilo: nato a New York nel 1912, illustre storico dell'antichità. Opere di Moses I. Finley: segnaliamo particolarmente La democrazia degli antichi e dei moderni; L'economia degli antichi e dei moderni; Schiavitù antica e ideologie moderne; tutte presso Laterza, Bari. * PAOLO FINZI Profilo: impegnato nella redazione di "A. rivista anarchica". * TOMMASO FIORE Profilo: nato ad Altamura (Bari) nel 1884, deceduto a Bari nel 1973. Perseguitato dal fascismo, meridionalista, saggista. Opere di Tommaso Fiore: Un popolo di formiche, Laterza, Bari. * VITTORE FIORE Profilo: antifascista, meridionalista, è scomparso nel febbraio 1999. * GIUSEPPE FIORI Profilo: nato nel 1923 a Silanus (Nuoro), giornalista, parlamentare, scrittore, storico. Opere di Giuseppe Fiori: Baroni in laguna e La società del malessere, Vita di Antonio Gramsci, Vita di Enrico Berlinguer, Vita e morte di Michele Schirru, presso Laterza; Il venditore, Garzanti; Il cavaliere dei Rossomori, Uomini ex, Una storia italiana, presso Einaudi. * SHULAMITH FIRESTONE Profilo: intellettuale femminista, nata nel 1945. Opere di Shulamith Firestone: La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971. * RUTH FIRST Profilo: militante antirazzista sudafricana; giornalista, docente, studiosa, nata a Johannesburg nel 1925, compagna di Joe Slovo, prigioniera, esule, muore nel 1982 assassinata a Maputo in Mozambico con un pacco-bomba dai terroristi dei servizi segreti del regime dell'apartheid. Opere di Ruth First: Novanta giorni o l'eternità, La Nuova Italia 1971 (nuova traduzione con diverso titolo: Un mondo a parte, Mondadori 1989); Ruth First: alle radici dell'apartheid, Angeli 1984 (antologia di scritti di Ruth First a cura di Anna Maria Gentili, con ampia introduzione e puntuale bibliografia). * ERNST FISCHER Profilo: straordinaria figura di intellettuale e militante politico mitteleuropeo (1899-1972). Opere di Ernst Fischer: Arte e coesistenza, Il Mulino; Karl Kraus, Robert Musil, Franz Kafka, La Nuova Italia. Opere su Ernst Fischer: si veda il ritratto che ne fa Lucio Lombardo Radice nel saggio che fa da introduzione al libro di Fischer su Kraus, Musil e Kakfa citato sopra. * MARCELLO FLORES Profilo: storico, docente, intellettuale e militante democratico. * PAOLO FLORES D'ARCAIS Profilo: nato nel 1944, ricercatore di filosofia, collabora a vari quotidiani ("La Repubblica", "El Pais", "Frankfurter Rundschau") e dirige la rivista "MicroMega", di esplicito impegno contro mafia e regime della corruzione. Opere di Paolo Flores D'Arcais: Etica senza fede, Einaudi, Torino 1992; Il disincanto tradito, Bollati Boringhieri, Torino 1994; Hannah Arendt. Esistenza e libertà, Donzelli, Roma 1995. * DARIO FO Profilo: autore teatrale, premio Nobel per la letteratura nel 1997. Opere di Dario Fo: le opere teatrali di Dario Fo sono edite da Einaudi in vari volumi. Opere su Dario Fo: Lanfranco Binni, Dario Fo, La Nuova Italia, Firenze; Chiara Valentini, La storia di Dario Fo, Feltrinelli, Milano. * JACOPO FO Profilo: animatore dell'esperienza di Alcatraz ed autore di tante pubblicazi oni, e' una delle figure piu' vivaci tra quegli "utopisti concreti" impegnati nella costruzione quotidiana di un'alternativa, ovvero di una vita autentica e degna di essere vissuta, fondata sulla convivenza civile, ragionevole, sobria e felice (per quanto esser felici agli esseri umani sia dato). * VITTORIO FOA Profilo: nato a Torino nel 1910, antifascista, dopo la Resistenza è stato deputato alla Costituente per il Partito d'Azione. Dirigente della Cgil; testimone e storico delle vicende del movimento operaio; è stato deputato e senatore. Opere di Vittorio Foa: Sindacati e lotte operaie, Loescher; La struttura del salario, Alfani; Per una storia del movimento operaio, Einaudi; Riprendere tempo (con Pietro Marcenaro), Einaudi; La cultura della Cgil, Einaudi; La Gerusalemme rimandata, Rosenberg & Sellier; Lettere da vicino (curato con Laura Balbo), Einaudi; La questione socialista (curato con Antonio Giolitti), Einaudi; Le virtù della Repubblica (con Paul Ginsborg), Il Saggiatore; Il cavallo e la torre, Einaudi; Del disordine della libertà (con Renzo Foa, suo figlio), Donzelli; Questo Novecento, Einaudi; Lettere della giovinezza, Einaudi; Lavori in corso 1943-1946, Einaudi. * GOFFREDO FOFI Profilo: nato a Gubbio nel 1937, ha lavorato in campo pedagogico e sociale collaborando a rilevanti esperienze. Si è occupato anche di critica letteraria e cinematografica. Tra le sue intraprese anche riviste come "Linea d'ombra", "La terra vista dalla luna" e "Lo straniero". Per sua iniziativa le Edizioni Linea d'ombra e la collana Piccola Biblioteca Morale delle Edizioni e/o hanno rimesso in circolazione testi fondamentali purtroppo sepolti dall'editoria - diciamo così - maggiore. Opere di Goffredo Fofi: segnaliamo almeno L'immigrazione meridionale a Torino (1964) e Pasqua di maggio (1989). Opere su Goffredo Fofi: non conosciamo volumi a lui dedicati, ma si veda almeno il ritratto che ne ha fatto Grazia Cherchi (ora alle pp. 252-255 di Scompartimento per lettori e taciturni, Feltrinelli). 10. DOCUMENTAZIONE. ENRICO DEAGLIO: "DIARIO" LANCIA UN APPELLO A CHI ERA A GENOVA [Ridiffondiamo questo appello di Enrico Deaglio, prestigioso giornalista, direttore del settimanale "Diario"] Vogliamo raccogliere in un numero speciale che uscira' nei primi giorni di agosto, il maggior numero possibile di fotografie e testimonianze dirette. Sara' un "Diario" davvero speciale. Per farlo, abbiamo bisogno di voi. Vogliamo che parli da solo, che testimoni con le facce di chi era presente cosa sono stati i giorni di Genova e come bisognera' ricordarli. Non cerchiamo foto di professionisti. Chiunque sia in possesso di immagini, chiunque senta il desiderio di raccontare qualcosa anche per iscritto, puo' mandare il materiale in redazione ("Diario della settimana", via Melzo 9, 20129 Milano) oppure spedirlo via e-mail a questo indirizzo: album at diario.it E' importante che le foto per posta elettronica siano ad almeno 300 dpi di risoluzione, in formato jpg o zip. Indicate luogo, giorno e ora dello scatto. E aggiungete, se ne avete voglia, una vostra breve testimonianza. 11. RIVISTE: "A. RIVISTA ANARCHICA" DELL'ESTATE 2001 Segnaliamo il fascicolo estivo della sempre appassionante "A. Rivista anarchica" (per contatti: e-mail: arivista at tin.it; sito: www.anarca-bolo.ch/a-rivista). Tra altri pregevoli materiali segnaliamo: una interessante intervista a due anarchici argentini, Osvaldo Escribano e Antonio Lopez; un ampio servizio sulla lotta nonviolenta contro il trasporto di scorie nucleari in Germania; un approfondito volantone bilingue sulla globalizzazione curato da Adriano Paolella e Zelinda Carloni; un saggio di Maurizio Zani su Simone Weil; e segnalazioni di libri, articoli di informazione e dibattito, le consuete rubriche. Aggiungiamo una postilla: poiche' in questi giorni i mass-media con la vocazione ai linciaggi e al regime hanno scatenato una campagna di calunnie contro l'anarchismo strumentalizzando i terribili fatti di Genova, ci prendiamo il privilegio di dire una banalita' e di aggiungere un parere personale. La banalita': che delle varie tradizioni di pensiero e dei vari movimenti storici, l'anarchismo, tutto considerato, e' tra i piu' limpidi e luminosi. Non che non sia stato attraversato anch'esso dagli orrori della storia e dalle scelte tragiche dell'agire concreto, e non che non vi siano nel suo alveo settori, culture, epifanie crudeli e inaccettabili (e' cosi' per molte altre grandi tradizioni di pensiero e soggetti storici), ma non vi e' dubbio che la riflessione, la speranza, il movimento anarchico, nel dare e nell'avere dei conti con la storia, ha un credito grande. Che poi vi siano dei vandali, dei picchiatori e dei mascalzoni che delle bandiere rossonere si ammantano, quei vandali, quei picchiatori e quei mascalzoni occorre contrastare e mettere in condizione di non nuocere a se' e ad altri, senza alcuna ambiguita'; il che deve valere rispetto a tutti i vandali, i picchiatori ed i mascalzoni, quale che sia l'abito che indossano, la tuta o la divisa, l'orecchino o i galloni, la cravatta o i jeans, l'abito talare o la tenuta sportiva. Il parere personale: io che scrivo queste righe ed ho avuto la fortuna di conoscere Tomaso Serra, ho avuto la fortuna di studiare la riflessione di Luce Fabbri, e Paolo Finzi mi onora della sua amicizia: ebbene, io posso non essere anarchico, ma questi anarchici, e molti altri, mi hanno molto insegnato, e sono per me un esempio e uno sprone nel mio stesso impegno per la dignita' umana, per la nonviolenza. E qui metto il punto. 12. RIVISTE. "CARTA" DI QUESTA SETTIMANA [Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato della redazione del settimanale "Carta"] E' in edicola in tutta Italia il numero 7 della rivista "Carta", ora con periodicita' settimanale. In questo numero racconteremo Genova e i sette giorni che hanno cambiato tutto: reportage, analisi, racconti, le foto del 19, 20 e 21 luglio. Le manifestazioni, le persone, i media antiliberisti, le imboscate, l'assassinio di Carlo Giuliani. Cosa e' stato il Public Forum: le idee, le proposte e le presenze. E ancora Giulio Marcon dalla Macedonia, padre Renato Sesana sul Sudan, il caso della Danone italiana. Intervista a Toni Negri di Luis Hernandez Navarro. Video, interviste, notizie e testimonianze su www.carta.org Per tutti coloro che ci hanno inviato le loro testimonianze o commenti alle giornate di Genova, un ringraziamento da parte di tutti noi. Stiamo lavorando per metterle tutte nel sito. (chi volesse contribuire puo' inviare materiale a alfabeto at carta.org). 13. RIVISTE. "CRITICA LIBERALE" Segnaliamo la pregevole rivista "Critica liberale", un periodico che si distingue per la sobrieta' ed il rigore delle sue analisi, e per la chiarezza e la generosita' del suo impegno, erede della tradizione della sinistra liberale e forte del legame intellettuale, di affetti e di collaborazione e confronto con alcune delle figure piu' limpide della cultura e dell'impegno civile in Italia. Per contatti e richieste: direzione e redazione: via d'Ascanio 23, 00186 Roma, tel. e fax 066867981. Segnaliamo che "Critica liberale", insieme ad altre riviste di cultura ed impegno civile, ha promosso anche un quotidiano on line: www.italialaica.com (raggiungibile anche digitando: www.italialaica.it). 14. RIVISTE. IL MENSILE "IL FOGLIO" "Il foglio" ("mensile di alcuni cristiani torinesi" recita un exergo in minuti caratteri che affinca la testata), e' una rivista mensile di sole otto pagine, senza immagini, che il lettore puo' leggere dalla prima all'ultima riga senza restarne mai deluso ma traendone cosi' tanti spunti di riflessione che verrebbe da dire: a bizzeffe, se il termine non fosse cosi' inadatto rispetto al registro linguistico con cui si puo' parlare di una rivista cosi' profonda e austera. Chi scrive questa noticina caldamente raccomanda la lettura di questo foglio: e' buono come un pane caldo. Tra gli animatori vi e' Enrico Peyretti, uno dei piu' lucidi ed autorevoli educatori-costruttori di pace in Italia. Per contatti e richieste: e-mail: ilfogmens at katamail.com, sito: www.ilfoglio.org 15. RIVISTE. "SEGNO" "Segno" e' una rivista mensile palermitana diretta da Nino Fasullo: giunta al ventisettesimo anno di pubblicazioni, e' semplicemente una delle letture migliori che si possano fare per una cultura della pace, della solidarieta', del diritto, della dignita' umana. Per contatti e richieste: e-mail: rivistasegno at tin.it 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 180 del 28 luglio 2001
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