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[TESTIMONIANZE] - Polizia carica manifestanti a mani alzate
- Subject: [TESTIMONIANZE] - Polizia carica manifestanti a mani alzate
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Fri, 27 Jul 2001 23:31:54 +0200
La mia esperienza a Genova dal 18 al 21 luglio 2001 come manifestante anti-G8 Voglio raccontare la mia esperienza a Genova, durante il periodo del G8. E' importante perché smentisce in gran parte quello che i media e il governo vogliono far credere a tutti quelli che a Genova non c'erano. Io sono partita mercoledì pomeriggio da Mestre con un treno speciale assieme ad un centinaio di persone della zona. C'erano anche le tute bianche del centro sociale Rivolta, con scudi, elmetti e protezioni varie. E anche se effettivamente incutevano paura, hanno esplicitamente detto che le avrebbero usate solo come difesa. Io non avevo nulla, nemmeno occhialini da piscina e bandana per proteggermi dai lacrimogeni, profondamente convinta che la polizia non avrebbe mai caricato un gruppo pacifista e disarmato (quello cui appartenevo). Mercoledì e giovedì tutto è stato perfetto. Ottima organizzazione del GSF (Genoa Social Forum). Mercoledì sera concerto di Manu Chao e giovedì corteo per gli immigrati. 50.000 persone pacifiche, colorate, convinte che tutto sarebbe andato bene anche nei giorni successivi. Il venerdì invece è stato chiaro fin dall'inizio che la pace era finita: iniziava la strategia della tensione. Due centri di concentramento gente del GSF bloccati il mattino presto dalla polizia che ha praticamente sequestrato le persone che c'erano dentro. Motivo: pare ci fosse qualche anarchico nel mezzo. Tutto si risolve nel giro di una o due ore e viene permessa l'uscita alle persone che erano state bloccate. Cominciano le manifestazioni per piazze tematiche: io ero con Legambiente e Rete di Lilliput, a cui aderiscono WWF, Lipu, Beati Costruttori di Pace, Botteghe del Mondo, CTM Altromercato, Mani Tese, Nigrizia, Pax Christi, ecc. ecc. La piazza sicuramente con le intenzioni più pacifiche, tra tutte. C'erano famiglie intere con bambini, vari religiosi, tanta tanta gente con palloncini gonfiati con elio e le mani pitturate di bianco. Siamo arrivati vicini alla zona rossa e abbiamo fatto un sit-in. Alcuni di noi hanno addirittura attaccato palloncini alla rete della zona rossa. Tutto pacifico. Abbiamo risalito la strada principale - via Assarotti- (della quale avevano, tra l'altro, bloccato le vie laterali con reti e altro) per tornare alla piazza di partenza (piazza Manin). E lì abbiamo trovato la polizia schierata. Abbiamo alzato tutti le mani, bianche ed aperte, in segno di pace. La polizia stava dirottando verso di noi un gruppetto di Black Bloc (le cosiddette tute nere), 50 persone a farla grande. Li hanno lasciati sfilare senza sfiorarli, benché fossero muniti di spranghe, chiaramente intenzionati a distruggere. Una volta che questi sono passati, c'è stata la carica, del tutto inaspettata, visto che eravamo ancora tutti con le mani in aria. Hanno manganellato quelli che erano davanti e quelli che aiutavano a rialzarsi quelli che erano caduti, e poi ci hanno lanciato lacrimogeni. NON AVEVAMO FATTO NIENTE!!! ERAVAMO FERMI CON LE MANI IN ALTO!!! TUTTI ZITTI E BUONI. Non abbiamo più visto niente, tutto bruciava, occhi, naso, gola. Difficilissimo respirare. Un bambino che piangeva. Ci passavamo il limone, per aiutarci a respirare. PANICO TOTALE. Ci hanno fatti disperdere tutti. Per terra striscioni, un sandalo, segni di fuga. Hanno manganellato un vecchietto e due signore genovesi che risalivano ignare la strada con la borsa della spesa (questo non l'ho visto di persona, è successo poco più giù, ma le testimonianze sono attendibilissime). TUTTO SENZA MOTIVO. Io e il mio gruppo siamo rimasti nascosti per quasi due ore. Tutti avevamo preso la nostra dose di lacrimogeni. Un ragazzo si è preso una bella manganellata vicino all'occhio, un altro si è riparato la testa col braccio e si è ritrovato un ematoma mostruoso sul polso, più la testa sanguinante, tanto da dover essere portato in ospedale per essere medicato. I telefonini squillavano in continuazione: scontri di qua, scontri di là. Una ragazza in fin di vita. UN MORTO. La polizia picchia tutti i gruppetti che trova isolati. TERRORE. Finalmente siamo riusciti a ricongiungerci al gruppone di Rete Lilliput e siamo sfilati tutti fino a Piazzale Kennedy con le mani in alto. Potete immaginare la paura (e l'umiliazione di essere trattati come criminali), nessuno aveva coraggio di muoversi. Per tornare al nostro "campo" (Sciorba) abbiamo dovuto attendere degli autobus speciali. Troppo rischioso aggirarsi da soli per la città, la polizia è ancora in giro e picchia e porta in questura tutti quelli che trova. Sembra partita la caccia all'uomo, chiunque egli sia. Sabato è un altro giorno. Siamo almeno 200.000. E bene organizzati questa volta: ai lati del corteo ci sono cordoni di sicurezza formati dai manifestanti, per evitare che entri gente esterna e offrire così il pretesto alle forze dell'ordine di lanciare lacrimogeni nel mezzo (la scusa sarebbe che ci potrebbero essere tra noi infiltrati del Black Bloc, e allora, per sicurezza, meglio colpire tutti, indiscriminatamente). Sono riusciti comunque a rompere la coda del corteo, con la scusa che ci fossero "i facinorosi". In realtà c'erano una parte di Rifondazione Comunista e i Cobas. Li hanno riempiti di lacrimogeni. Noi eravamo circa 150 metri più avanti. Il fumo dei lacrimogeni è arrivato fino a noi, per fortuna non intenso. Hanno disperso l'ultima parte del corteo dopo averli per un po' bloccati facendo cariche da davanti e da dietro, manganellando e lanciando lacrimogeni. Alla fine della manifestazione, dopo esserci informati su quali fossero le strade più tranquille, abbiamo raggiunto la Sciorba e ci siamo dovuti restare per due ore perché le "forze dell'ordine" (che coraggio ci vuole per chiamarle così?!) scorrazzavano fermando la gente e picchiandola. Ogni tanto arrivava al campo qualcuno di scioccato. Tanti erano stati picchiati. Eravamo tutti sconvolti. Fortunatamente il GSF ha organizzato vari bus che ci portavano direttamente alla stazione di Brignole per il ritorno a casa. Se dovessi riportare tutte le testimonianze di quello che la polizia ha fatto dovrei scrivere un libro; cose scandalose, davanti alle quali non si può che provare rabbia e indignazione. Sei poliziotti che isolano e pestano un ragazzo, bloccati solo dall'arrivo dalla stampa; una ragazza incinta presa a calci da un agente; tre donne circondate e picchiate da poliziotti urlanti: "Troie, puttane, ve la facciamo vedere noi la non violenza!"; ecc. ecc. Concludo solo con due cose: 1- Visto il rapporto tra il numero di Black Bloc e di agenti delle forze dell'ordine, risulta chiarissimo che non è che non sono riusciti a fermarli e isolarli o arrestarli, semplicemente NON HANNO VOLUTO FARLO!!! La cosa è stata particolarmente lampante nella situazione in cui io stessa mi sono trovata il venerdì, quando hanno preferito caricare noi, inermi e pacifisti, che fermare gli altri. 2- Non voglio demonizzare la polizia. So che non sono tutti uguali. Abbiamo effettivamente trovato anche qualche agente gentile e disponibile. Voglio però denunciare la politica che è stata attuata (sicuramente in base ad ordini arrivati dall'alto): lasciare liberi i Black Bloc di devastare Genova, dirottandoli verso i posti più tattici e non intervenendo mai. Cercare di far passare le 200.000 persone pacifiste per segretamente consenzienti e quindi altrettanto colpevoli della distruzione della città. La strumentalizzazione è stata talmente evidente da fare paura. Spero che mi crederete e che vorrete raccontare a chi conoscete la verità. Non è possibile che simili fatti accadano in una repubblica, in quello che dovrebbe essere uno stato democratico. QUELLO IN CUI LA GENTE COMUNE DEVE DIFENDERSI DALLA POLIZIA E TEMERLA È UN REGIME. Grazie.
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