[TESTIMONIANZE] - Polizia carica manifestanti a mani alzate




La mia esperienza a Genova dal 18 al 21 luglio 2001 come manifestante
anti-G8

Voglio raccontare la mia esperienza a Genova, durante il periodo del G8.
E' importante perché smentisce in gran parte quello che i media e il
governo vogliono far credere a tutti quelli che a Genova non c'erano.

Io sono partita mercoledì pomeriggio da Mestre con un treno speciale
assieme ad un centinaio di persone della zona. C'erano anche le tute
bianche del centro sociale Rivolta, con scudi, elmetti e protezioni varie.
E anche se effettivamente incutevano paura, hanno esplicitamente detto che
le avrebbero usate solo come difesa.

Io non avevo nulla, nemmeno occhialini da piscina e bandana per
proteggermi dai lacrimogeni, profondamente convinta che la polizia non
avrebbe mai caricato un gruppo pacifista e disarmato (quello cui
appartenevo). Mercoledì e giovedì tutto è stato perfetto. Ottima
organizzazione del GSF (Genoa Social Forum). Mercoledì sera concerto di
Manu Chao e giovedì corteo per gli immigrati. 50.000 persone pacifiche,
colorate, convinte che tutto sarebbe andato bene anche nei giorni
successivi.

Il venerdì invece è stato chiaro fin dall'inizio che la pace era finita:
iniziava la strategia della tensione.

Due centri di concentramento gente del GSF bloccati il mattino presto
dalla polizia che ha praticamente sequestrato le persone che c'erano
dentro. Motivo: pare ci fosse qualche anarchico nel mezzo. Tutto si
risolve nel giro di una o due ore e viene permessa l'uscita alle persone
che erano state bloccate.

Cominciano le manifestazioni per piazze tematiche: io ero con Legambiente
e Rete di Lilliput, a cui aderiscono WWF, Lipu, Beati Costruttori di Pace,
Botteghe del Mondo, CTM Altromercato, Mani Tese, Nigrizia, Pax Christi,
ecc. ecc. La piazza sicuramente con le intenzioni più pacifiche, tra
tutte. C'erano famiglie intere con bambini, vari religiosi, tanta tanta
gente con palloncini gonfiati con elio e le mani pitturate di bianco.
Siamo arrivati vicini alla zona rossa e abbiamo fatto un sit-in. Alcuni di
noi hanno addirittura attaccato palloncini alla rete della zona rossa.
Tutto pacifico.

Abbiamo risalito la strada principale - via Assarotti- (della quale
avevano, tra l'altro, bloccato le vie laterali con reti e altro) per
tornare alla piazza di partenza (piazza Manin). E lì abbiamo trovato la
polizia schierata. Abbiamo alzato tutti le mani, bianche ed aperte, in
segno di pace. La polizia stava dirottando verso di noi un gruppetto di
Black Bloc (le cosiddette tute nere), 50 persone a farla grande. Li hanno
lasciati sfilare senza sfiorarli, benché fossero muniti di spranghe,
chiaramente intenzionati a distruggere. Una volta che questi sono passati,
c'è stata la carica, del tutto inaspettata, visto che eravamo ancora tutti
con le mani in aria. Hanno manganellato quelli che erano davanti e quelli
che aiutavano a rialzarsi quelli che erano caduti, e poi ci hanno lanciato
lacrimogeni.

NON AVEVAMO FATTO NIENTE!!! ERAVAMO FERMI CON LE MANI IN ALTO!!! TUTTI
ZITTI E BUONI.

Non abbiamo più visto niente, tutto bruciava, occhi, naso, gola.
Difficilissimo respirare. Un bambino che piangeva. Ci passavamo il limone,
per aiutarci a respirare. PANICO TOTALE. Ci hanno fatti disperdere tutti.
Per terra striscioni, un sandalo, segni di fuga. Hanno manganellato un
vecchietto e due signore genovesi che risalivano ignare la strada con la
borsa della spesa (questo non l'ho visto di persona, è successo poco più
giù, ma le testimonianze sono attendibilissime). TUTTO SENZA MOTIVO.

Io e il mio gruppo siamo rimasti nascosti per quasi due ore. Tutti avevamo
preso la nostra dose di lacrimogeni. Un ragazzo si è preso una bella
manganellata vicino all'occhio, un altro si è riparato la testa col
braccio e si è ritrovato un ematoma mostruoso sul polso, più la testa
sanguinante, tanto da dover essere portato in ospedale per essere
medicato.

I telefonini squillavano in continuazione: scontri di qua, scontri di là.
Una ragazza in fin di vita. UN MORTO. La polizia picchia tutti i gruppetti
che trova isolati. TERRORE.

Finalmente siamo riusciti a ricongiungerci al gruppone di Rete Lilliput  e
siamo sfilati tutti fino a Piazzale Kennedy con le mani in alto. Potete
immaginare la paura (e l'umiliazione di essere trattati come criminali),
nessuno aveva coraggio di muoversi. Per tornare al nostro "campo"
(Sciorba) abbiamo dovuto attendere degli autobus speciali. Troppo
rischioso aggirarsi da soli per la città, la polizia è ancora in giro e
picchia e porta in questura tutti quelli  che trova. Sembra partita la
caccia all'uomo, chiunque egli sia.

Sabato è un altro giorno. Siamo almeno 200.000. E bene organizzati questa
volta: ai lati del corteo ci sono cordoni di sicurezza formati dai
manifestanti, per evitare che entri gente esterna e offrire così il
pretesto alle forze dell'ordine di lanciare lacrimogeni nel mezzo (la
scusa sarebbe che ci potrebbero essere tra noi infiltrati del Black Bloc,
e allora, per sicurezza, meglio colpire tutti, indiscriminatamente).

Sono riusciti comunque a rompere la coda del corteo, con la scusa che ci
fossero "i facinorosi". In realtà c'erano una parte di Rifondazione
Comunista e i Cobas. Li hanno riempiti di lacrimogeni. Noi eravamo circa
150 metri più avanti. Il fumo dei lacrimogeni è arrivato fino a noi, per
fortuna non intenso.  Hanno disperso l'ultima parte del corteo dopo averli
per un po' bloccati facendo cariche da davanti e da dietro, manganellando
e lanciando lacrimogeni.

Alla fine della manifestazione, dopo esserci informati su quali fossero le
strade più tranquille, abbiamo raggiunto la Sciorba e ci siamo dovuti
restare per due ore perché le "forze dell'ordine" (che coraggio ci vuole
per chiamarle così?!) scorrazzavano fermando la gente e picchiandola. Ogni
tanto arrivava al campo qualcuno di scioccato. Tanti erano stati
picchiati. Eravamo tutti sconvolti.

Fortunatamente il GSF ha organizzato vari bus che ci portavano
direttamente alla stazione di Brignole per il ritorno a casa.


Se dovessi riportare tutte le testimonianze di quello che la polizia ha
fatto dovrei scrivere un libro; cose scandalose, davanti alle quali non si
può che provare rabbia e indignazione. Sei poliziotti che isolano e
pestano un ragazzo, bloccati solo dall'arrivo dalla stampa; una ragazza
incinta presa a calci da un agente; tre donne circondate e picchiate da
poliziotti urlanti: "Troie, puttane, ve la facciamo vedere noi la non
violenza!"; ecc. ecc.

Concludo solo con due cose:

1- Visto il rapporto tra il numero di Black Bloc e di agenti delle forze
dell'ordine, risulta chiarissimo che non è che non sono riusciti a
fermarli e isolarli o arrestarli, semplicemente NON HANNO VOLUTO FARLO!!!
La cosa è stata particolarmente lampante nella situazione in cui io stessa
mi sono trovata il venerdì, quando hanno preferito caricare noi, inermi e
pacifisti, che fermare gli altri.

2- Non voglio demonizzare la polizia. So che non sono tutti uguali.
Abbiamo effettivamente trovato anche qualche agente gentile e disponibile.
Voglio però denunciare la politica che è stata attuata (sicuramente in
base ad ordini arrivati dall'alto): lasciare liberi i Black Bloc di
devastare Genova, dirottandoli verso i posti più tattici e non
intervenendo mai. Cercare di far passare le 200.000 persone pacifiste per
segretamente consenzienti e quindi altrettanto colpevoli della distruzione
della città.

La strumentalizzazione è stata talmente evidente da fare paura. Spero che
mi crederete e che vorrete raccontare a chi conoscete la verità. Non è
possibile che simili fatti accadano in una repubblica, in quello che
dovrebbe essere uno stato democratico. QUELLO IN CUI LA GENTE COMUNE DEVE
DIFENDERSI DALLA POLIZIA E TEMERLA È UN REGIME.

Grazie.