[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
[AI] i fatti di Genova e la nonviolenza (un commento di Peppe Sini)
- Subject: [AI] i fatti di Genova e la nonviolenza (un commento di Peppe Sini)
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sun, 22 Jul 2001 09:44:50 +0200
ALTRINFORMAZIONE http://www.peacelink.it/altrinformazionePeppe Sini, uno dei piu' autorevoli esponenti del movimento pacifista, instancabile promotore di iniziative nonviolente attraverso il Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo, diffonde oggi questo messaggio, che rilanciamo su Altrinformazione.
A.M. UN APPELLO. UNA LEGGE PER FORMARE E ADDESTRARE LE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA Da anni sosteniamo la necessita' che tutti i membri delle forze dell'ordine siano formati e addestrati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie interpretative, comunicative ed operative della nonviolenza. Crediamo che sia necessario che al piu' presto si faccia una legge a tal fine, che stabilisca che nel curriculum formativo e nell'aggiornamento di tutto il personale delle forze dell'ordine, istituzionalmente preposto alla sicurezza pubblica ed alla protezione dell'incolumita' di tutte le persone, sia prevista la formazione alla nonviolenza. Chiediamo al parlamento italiano di prendere coscienza della necessita' e dell'urgenza di questo provvedimento. Lo diciamo da anni, non si puo' piu' attendere. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: SUL DOVERE E LA NECESSITA' PER TUTTI DI SCEGLIERE LA NONVIOLENZA Questo va detto subito: che l'uccisione di un essere umano e' catastrofe per cui il mondo intero si deve fermare, e considerare, in dolore e pieta'. Per dirla con Eliot: "Pulite l'aria! sciacquate il cielo! lavate il vento! smurate pietra da pietra e lavatele tutte". Per noi una vita umana vale piu' del G8, del Genoa Social Forum, di tutti i vertici, i cortei, i mass-media del mondo. E sei considerazioni vogliamo adesso aggiungere. Primo: nulla giustifica le violenze commesse dalle forze dell'ordine, il cui fine istituzionale dovrebbe essere di salvare la vita e l'incolumita' delle persone, non di massacrarle. Secondo: nulla giustifica le violenze e i vandalismi commessi da alcuni manifestanti, quale che sia la bandiera di cui si ammantano, quale che sia il pretesto di cui si servono. Terzo: nulla giustifica i governanti (del governo precedente e di quello attuale) che hanno voluto il G8 a Genova sapendo di star preparando un massacro. Quarto: nulla giustifica i mass-media che hanno voluto e costruito con una campagna ossessiva durata per mesi le condizioni affinche' il sangue scorresse per le strade a beneficio dell'occhio vampiro e voyeur della barbarie televisiva di massa. Quinto: nulla giustifica l'uso della menzogna e della falsificazione, nulla giustifica le ambiguita', le ipocrisie, l'irresponsabilita' e i deliri (presenti anche nel Genoa Social Forum, al cui interno grande visibilita' e una prolungata e diffusa, scandalosa e tristissima, insensata complicita' hanno ottenuto taluni portatori di tendenze militariste e sciagurati e farneticanti proclami di guerra e di invasione) che hanno contribuito a preparare la tragedia. Sesto: la parte piu' ampia e migliore del movimento che si e' incontrato a Porto Alegre (e che ha una lunga storia di esperienze e riflessioni, ed intreccia in dialogo diverse tradizioni e culture), e in Italia in particolare la Rete di Lilliput, hanno proposte precise di grande valore per affrontare la tragica situazione attuale del mondo, un mondo che il sistema dominante (usiamo la terminologia scientifica per designarlo: il modo di produzione capitalistico, ordinato alla massimizzazione del profitto) sta portando alla catastrofe umana ed ecologica, un mondo che si trova sul "crinale apocalittico" di cui ci parlava l'indimenticabile padre Balducci. Occorre che il movimento che si batte per tutti i diritti umani per tutti riesca ad illimpidirsi ed a persuadere sempre piu' persone che un'alternativa di giustizia e' possibile oltre che necessaria, opponendosi ai crimini e ai criminali dai piu' grandi ai piu' piccoli, contrastando la menzogna con la nonmenzogna, contrastando la violenza con la nonviolenza. * Trovo delirante che qualcuno parli di vittoria quando si lascia un cadavere e centinaia di feriti a sanguinare per le strade. Riflettiamoci tutti. E ricaviamone qualche insegnamento: se non altro per rispetto di chi e' deceduto e dei tanti percossi, feriti, umiliati. E tra gli insegnamenti metterei in evidenza i quattro seguenti. Primo: che il movimento che dal punto di vista dell'umanita' si oppone alla cosiddetta globalizzazione neoliberista deve scegliere la nonviolenza (oggi tanti ciarloni anche alla testa del movimento parlano di nonviolenza ma non sanno cosa dicono, poiche' della nonviolenza, che implica altresi' la nonmenzogna, la loro condotta e' l'esatto contrario); e c'e' molto da lavorare per costruire un movimento nonviolento di massa che capisca e s'impadronisca della teoria-prassi nonviolenta nella complessita' delle sue dimensioni (la nonviolenza e' un insieme di ricerche logiche e valori morali, un insieme di tecniche deliberative e d'azione, una strategia politica, un progetto sociale, un campo di ipotesi filosofiche e di concreti "esperimenti con la verita'", ed altro ancora: chi si appropria di un solo aspetto di essa non ha diritto di dire che pratica la nonviolenza) e nella profondita' delle sue conseguenze esistenziali, culturali, politiche. Secondo: che anche le forze dell'ordine devono mutare profondamente, ed anch'esse devono essere formate ai valori, alle tecniche, alle strategie comunicative ed operative della nonviolenza. Terzo: che occorre un impegno di tutti per la democrazia e la legalita'; ripeto: per la democrazia e la legalita' (la quale legalita' si afferma ovviamente anche contrastando le leggi ingiuste per cambiarle o abolirle: ad esempio affermare la legalita' oggi in Italia implica il dovere di abolire i campi di concentramento istituiti dalla legge 40/98 sull'immigrazione). Quarto: che occorre un impegno di tutti per il disarmo: le armi sono il nostro piu' grande nemico. * Occorre opporsi alla violenza dei poteri che stanno devastando il mondo, ma occorre farlo in modo coerente ed efficace, inverando qui e adesso nel nostro sentire ed agire i fini della difesa della dignita' umana di tutti gli esseri umani e della difesa della biosfera. Occorre contrastare gli apparati del dominio e le istituzioni della violenza, ma in nome del diritto e per costruire una convivenza piu' giusta, piu' umana (e' la lezione grande di Franco Basaglia). Occorre opporsi all'attuale "disordine costituito" (la formula e' di Mounier), ma non per sostituirvi altra barbarie, bensi' per piu' giustizia, maggiore civilta'. La nonviolenza e' la via. 22 luglio 2001 Peppe Sini Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo strada S. Barbara 9/E 01100 Viterbo tel. e fax: 0761/353532 e-mail: nbawac at tin.it
- Prev by Date: Dossier globalizzazione (schede di approfondimento - terza parte)
- Next by Date: di ritorno da Genova, una testimonianza
- Previous by thread: Dossier globalizzazione (schede di approfondimento - terza parte)
- Next by thread: di ritorno da Genova, una testimonianza
- Indice: